Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 2 Febbraio 2003: <<ORIMULSION VIETATO. I Verdi: «Non basta. La centrale Enel va chiusa»

Gianfranco Bettin, consigliere regionale Verdi, Paolo De Marchi, presidente regionale, e Donatella Barion, portavoce provinciale hanno emesso un comunicato dopo che il Senato ha approvato un ordine del giorno del senatore Sauro Turroni che impegna il Governo a vietare l'uso di orimulsion nella centrale elettrica di Polesine Camerini, in quanto posizionata nel Parco del Delta del Po e per l'incompatibilità di questo combustibile con la salvaguardia ambientale del territorio. I tre esponenti dei Verdi giudicano questo fatto, come è ovvio, «estremamente positivo».

«Da anni dichiarano - attendiamo che l'Enel almeno rispetti gli obblighi di ambientalizzazione previsti per i propri forni e il passaggio a combustibili meno inquinanti senza che questa si sia preoccupata di eseguire celermente i lavori necessari. Anzi, l'Enel ha rilanciato proponendo la riconversione ad orimulsion, rigettando qualsiasi ipotesi di riconversione a metano, prevista dalla legge, in quanto ritenuta non economicamente vantaggiosa.

Ora arriva una presa di posizione, tardiva ma utile a ribadire che l'orimulsion è un combustibile pericoloso in questo contesto territoriale».

Ma non basta dire no alla miscela venezuelana, bisogna chiudere la centrale. E i lavoratori?

«Dopo aver fatto passare molto tempo inutile senza aver imposto all'Enel una riconversione seria a metano che, almeno, sanasse l'errore originario di aver voluto costruire una centrale nel cuore del delta del Po- continua il comunicato - ora Ministero, governo regionale e provinciale dovrebbero riconoscere che la centrale va chiusa garantendo per i lavoratori una ricollocazione lavorativa adeguata sul territorio. L'impianto è vecchio, la manutenzione scarsa, le condizioni di sicurezza interne precarie e il gestore inaffidabile, viste anche le recenti inchieste della magistratura in corso.Infine è sempre più evidente l'effetto devastante dei fumi sulla salute delle popolazioni che, per effetto dei venti, li subiscono più direttamente.

Nel tempo il Delta è, per altro, cresciuto per strutture e per attività economiche compatibili con la sua vocazione ambientale al punto che urgente è la battaglia per una sua ridefinizione come parco interregionale o, meglio, nazionale.Non esiste in Europa un delta che non sia tutelato a parco nazionale: solo il Delta del Po versa ancora in queste condizioni.

La vera battaglia sta su questa linea non tanto su che tipo di ambientalizzazione avviare nella centrale.Vanno contrastati anche gli altri progetti di distruzione del territorio come il terminal gasifero e alcune grosse speculazioni edilizie e una certa tentazione di lobby politiche-affaristiche regionali di trasferire in questo territorio produzioni nocive come concerie o di trattamento dei rifiuti speciali e pericolosi».

<<PORTO TOLLE. Sull’ordine del giorno la Lega rivendica la paternità, ma la posizione è più debole di quella dei Verdi. Orimulsion, un no che resta come impegno. L’unico fatto su cui non si può più discutere se non alla Camera è la proroga dell’uso dell’olio combustibile>>

La Lega vuole la paternità dell'esclusione dell'orimulsion dalla centrale di Porto Tolle.Sia dato a Cesare quel che è di Cesare, dice il segretario provinciale Andrea Astolfi che interviene per rivendicare l'imprimatur del Carroccio al decreto antiorimulsion sulla riconversione di Polesine Camerini, accusando il gruppo Verde di palazzo Madama di essersi appropriato dei meriti leghisti con l'ordine del giorno Turroni.Astolfi cita anche i contenuti dell'ordine del giorno presentato dal senatore leghista Stiffoni il 30 gennaio, con il quale si impegna il Governo, prima «ad approfondire il problema dei rischi ambientali connessi all'impiego dell'orimulsion» poi «ad escludere il ricorso al combustibile venezuelano nel processo di riconversione della centrale deltizia qualora emergessero dati preoccupanti sul suo impiego». In pratica, per escludere l'impiego del combustibile inquinante occorre usarlo. Se poi fa danni, lo si dovrà bandire.

Ma è proprio così? Portando alla luce la controversia in Senato sugli emendamenti (poi bocciati) e sugli ordini del giorno presentati tra gli altri da Lega e Verdi, il confronto dei contenuti approvati e inseriti nell'articolo 2 del testo licenziato permette di scoprire che al capoverso "impegni del Governo", mentre la Lega dà precedenza alla valutazione e all'approfondimento dei rischi che, se confermati, comporterebbero il no all'orimulsion nella centrale, di ben diverso spessore è l'ordine del giorno del senatore Turroni (Verdi) che esclude subito, esplicitandone i motivi, l'impiego del bitume sudamericano nel processo di riconversione e a ciò fa seguire il necessario studio sulle problematiche connesse alla compatibilità ambientale. Insomma, diamo a Cesare quel che è di Cesare, come appunto ha suggerito la Lega Nord. A quest'ultima, va comunque dato atto dell'impegno per puntare sulla migliore ambientalizzazione possibile.

Per chi volesse saperne di più il resoconto della discussione in aula e reperibile sul sito internet del Senato alla voce Leggi e decreti.

Un ruolo rilevante sulla discussione in aula al Senato dei destini delle centrali Enel inquinanti, lo ha giocato anche il senatore Fabio Baratella. «Purtroppo - chiosa il senatore Ds rodigino - alla resa dei conti vale il testo finale del decreto con il quale all'ente gestore sono stati concessi due anni più altri sei mesi per l'ambientalizzazione. Il fatto grave è che se in questo periodo il processo di riconversione ecocompatibile non è completato, l'Enel può continuare con l'orimulsion che abbatte dell'80 per cento le emissioni di zolfo. Ma il decreto va anche oltre. Dice infatti che per eccezionali necessità energetiche, per esempio, un rischio nazionale di black-out, insomma per capirci per non spegnerci le lampadine, la produzione di energia elettrica può continuare anche con combustibili eco-incompatibili come appunto resta l'orimulsion. Comunque per ora va già bene che si sia tracciato il percorso per l'ambientalizzazione».

<<LA LETTERA. Bertoli: "Ma la Provincia non fa nulla per la salute">>

Compiacimento per la decisione del Senato viene anche da Progetto Democratico. Antonella Bertoli, consigliere provinciale, ha scritto una lettra sulla centrale a Bruno Agricola, presidente della commissione per la valutazione di impatto ambientale (che entro il 13 febbraio dovrà comunicare il suo parere) "a nome di un gruppo di cittadini appartenente alla associazione politico-culturale Progetto Democratico che ha recentemente presentato alla Procura della Repubblica un dettagliato esposto sulla Centrale di Polesine Camerini.

Questa la lettera: "Come Lei ben sa, la Via deve verificare, fra le altre cose, la corrispondenza tra il progetto in esame e le leggi in materia ambientale e le disposizioni di carattere urbanistico.Nel caso specifico di Porto Tolle le norme sono: la Legge Regionale Veneto istitutiva del Parco del Delta del Po che esclude l'uso di orimulsion e il Decreto Legge 23 dicembre 2002 n. 281 che prevede che gli interventi di ambientalizzazione debbano essere completati entro il 31 dicembre 2004».

Ma il progetto presentato dall'Enel prevede che i lavori durino 42 mesi, "ben oltre quindi il termine di legge. Dal combinato disposto delle due leggi citate risulta l'inammissibilità del progetto presentato.

Le segnaliamo questi problemi affinché nell'esame degli atti la Commissione non incorra in omissioni che avrebbero indubbiamente rilevanza extra amministrativa»

Il consigliere ha inviato questa lettera, per conoscenza, anche alla procura della Repubblica, al presidente della giunta regionale del Veneto Giancarlo galan, all'assessore regionale Renato Chisso, Ai consiglieri regionali, a deputati e senatori polesani.

E anche al Gazzettino, accompagnandola con queste parole: «Tale iniziativa assume un valore preciso alla luce dell'ordine del giorno approvato dal Senato che esclude l'uso dell'orimulsion a Porto Tolle.

Inutile sottolineare la soddisfazione che con me provano tutti coloro che hanno raccolto le firme contro questo combustibile, privati cittadini ed aderenti a Progetto Democratico. Resta il rammarico e l'indignazione per l'atteggiamento supino della Provincia che continua a non fare nulla da un lato per garantire la salute, mentre dall'altro continua a diffondere notizie false.L'assessore Valentini ha dichiarato che se fosse stata sottoscritta la convenzione con l'Enel che ci avrebbe condannato per 25 anni all'orimulsion, l'Enel avrebbe ridotto da subito le emissioni. Il che è totalmente falso in quanto l'Enel in quel testo si era impegnata a ridurle dopo l'approvazione del progetto che, come tutti sanno, il Via non riesce ad approvare per problemi tecnici e non politici.Alla luce di tutto questo mi sento di chiedere ai partiti che hanno sostenuto il no all'orimulsione e agli autorevoli esponenti regionali che li rappresentano, di abbandonare la rassegnazione che li ha colti negli ultimi tempi e riprendere invece con lena la battaglia che mai come adesso può concludersi positivamente».

Infine Antonella Bertoli informa che, in seguito a una sua richiesta, il 13 febbraio sarà ricevuta dal Ministro dell'Ambiente a Roma «proprio per consegnargli le firme raccolte e parlare della Centrale di Porto Tolle».