Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 3 Gennaio 2002: <<AMBIENTE&SVILUPPO. La maggioranza chiede un coordinamento tra enti istituzionali. "Uniamoci contro il terminal". Viene chiesto al Consorzio di sviluppo di «revocare la propria adesione>>

Il consorzio per lo sviluppo del Polesine revochi la propria adesione. E' necessario che fra Enti, Comuni, Provincia si costituisca un soggetto unitario anti terminal. La maggioranza che governa ad Adria non ammette tentennamenti in proposito ed in tal senso prende posizione in maniera netta e precisa.

E' un documento molto circostanziato quello che è stato firmato dai capogruppo della maggioranza, un documento che parte da un riferimento, le osservazioni contenute nella nota del sindaco di Porto Viro al presidente del consorzio per lo sviluppo economico e sociale del Polesine, circa il protocollo aggiuntivo degli adempimenti dal Patto territoriale, sottoscritto il 21 maggio del 1999.

Dopo questa premessa si passa all'oggi, per dire che quella situazione nella quale si era firmato quel documento, è assai mutata insomma, "considerata l'evoluzione della realtà socioeconomica del Delta in presenza delle nuove prospettive aperte dal Parco regionale, che individuano una linea originale di sviluppo palesemente alternativa alla logica del progetto Edison sul terminal gasiero, bisogna prenderne atto e trarne le dovute conseguenze. Non solo, ma c'è da aggiungere anche che lo stesso progetto originario del terminal ha subito consistenti variazioni che recano un aggravio rilevante al già pesante impatto ambientale dell'iniziativa".

Il riferimento è al tragitto del gasdotto verso Cavarzere e poi direzione Minerbio, Bologna, con l'attraversamento di molti comuni bassopolesani.

I capogruppo della maggioranza di centro sinistra però hanno anche altri timori: "Stanno evidenziandosi nuovi elementi, non presi in esame dagli accordi a suo tempo sottoscritti, come le limitazioni della navigazione e della pesca o gli stessi rischi derivanti da una situazione internazionale del tutto nuova e comunque" dall'indice di pericolosità intrinseca allo stesso impianto sia in mare che in terraferma".

Il quadro appare ovviamente già di per sè abbastanza chiaro ma c'è ancora un elemento che lascia perplessi gli estensori di questo documento e cioè la procedura adottata per il riconoscimento della pubblica utilità che "contrasta sostanzialmente con le prerogative degli Enti interessati, i quali sono i primi soggetti chiamati per loro natura ad interpretare volontà ed interessi delle popolazioni rappresentate anche alla luce del nuovo ordinamento dello Stato sancito dalla recente riforma del Titolo V, parte II della Costituzione".

Insomma, una bocciatura netta di fatto e di diritto ed è per questo che i capogruppo chiedono, invitando tutti i componenti del consiglio comunale a far propria la loro richiesta, a chiedere al consorzio di sviluppo per il Polesine, in quanto interprete delle scelte politico - amministrative degli Enti rappresentati, di procedere immediatamente a revocare la propria adesione al protocollo aggiuntivo ed ai Comuni del Delta, alla Provincia, all'Ente Parco di attivare le sedi politico istituzionali al fine di fermare il progetto del terminal "costituendosi in soggetto unitario per dare più efficacia alle iniziative idonee a raggiungere lo scopo".