Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 7 Febbraio 2002: <<LA LETTERA. Il senatore Elios Andreini denuncia i ritardi della Regione nella scelta dei quattro delegati. Galan, quando le nomine del Parco? L’esponente Ds attacca: "Scandaloso e illegittimo non agire per sei mesi">>

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata al presidente della Regione Giancarlo Galan dal sen. Elios Andreini, in merito alle nomine nell'Ente Parco.

Caro Presidente,

mi scusi se mi rivolgo a Lei pubblicamente. Il motivo mi pare lo richieda o addirittura l'imponga. Ho atteso a lungo nella convinzione che tutto andasse a posto normalmente. Dopo anni di dibattito in Polesine, a Venezia e a Roma si è arrivati alla nascita del Parco del Delta del Po. Regionale per il momento, in attesa di una stretta collaborazione con il Parco emiliano romagnolo. In questo, lei ha avuto un ruolo fondamentale, decisivo, scontrandosi anche politicamente con i suoi alleati.

Da allora il Parco ha conosciuto due Presidenti, Melone in rappresentanza del Comune di Taglio di Po e Mainardi di nomina regionale. Dal centro sinistra al centro destra.

A scadenza, i comuni di Ariano, Corbola, Rosolina, Porto Viro, Loreo, Papozze, Taglio di Po ed Adria hanno provveduto alle nomine dei due loro rappresentanti. Analogamente la Provincia di Rovigo. Si è sottratto, come in precedenza, il comune di Porto Tolle, per i noti motivi. Ma anche la Regione Veneto, da Lei presieduta, non ha ottemperato ai propri doveri di comunicare i 4 delegati. Eravamo ancora in estate.

A norma di legge, la mancanza è sua, e sempre a norma di legge Lei avrebbe dovuto comunque procedere, stante l'avvenuta nomina della maggioranza assoluta dei componenti, 18 su 24.

Poi malgrado l'unanime sollecito da parte dei componenti del parco che le ricordavano il pericolo di una paralisi dell'Ente, Lei ha lasciato trascorrere altro tempo, fino alla morte del Consiglio e dell'Esecutivo. Conseguenze: nessuna delibera, di carattere ordinario o straordinario. Come se non bastasse, con strana concezione della democrazia e del diritto, lei, responsabile unico della mancata nomina dei suoi rappresentanti, ha deciso di nominare un suo Commissario, nella persona di Mainardi, divenuto nel frattempo senatore. A ramengo le autonomie, i Comuni, la Provincia, i suoi doveri istituzionali. A ramengo il Parco.

A me parrebbe un tipico caso di interruzione di pubblico servizio, inimmaginabile nei tempi, in cui i vituperati Prefetti, ligi funzionari del potere centrale, avrebbero provveduto in sostituzione.

Lei ha già ricevuto proteste in Consiglio Regionale, da parte di Campion e di altri, e nulla è cambiato. Anzi, risulta che la sua Giunta ha licenziato un provvedimento sulla materia delle aree protette e dei Parchi, che non poca preoccupazione ha generato nelle popolazioni e nelle associazioni economiche deltizie. Ha torto o ragione. Ma l'imbalsamato Parco è rimasto tale, senza possibilità di dire la propria. Qualcuno dice che Lei non ha nominato, perché infiniti sono gli appetiti di Forza Italia, di A.N., della Lega, ecc. Non so se sia vero, ma per uno che si autodefinisce Governatore la cosa è doppiamente grave. Molto meglio un semplice notaio. Per concludere, il suo agire, con sei mesi di indifferenza verso una sua legge, pare a me scandaloso oltre che illegittimo e Le ricordo che un anno fa, in una sua apparizione all'Accademia dei Concordi, lei ebbe a dichiarare: "Se avessi dei soldi, li investirei nel Polesine e nel Parco".

Che delusione! Elios Andreini delegato nel Parco dal Comune di Adria (uno dei 18 beffati)