Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 16 Gennaio 2002: <<Terminal gasifero, Edison e Legambiente. Entro la prima metà dell'anno ...>>

Entro la prima metà dell'anno potrebbe entrare nella fase operativa il terminal di rigassificazione che Edison vuole costruire nell'Alto Adriatico. «Speriamo di aver completato la procedura autorizzativa fra due-tre mesi» ha affermato a margine della presentazione del Treno Verde di Legambiente il presidente di Edison Umberto Quadrino.

Per snellire i tempi del progetto che prevede un investimento di circa 460 miliardi di euro, oltre 900 mld di lire, per il trattamento del gas naturale liquefatto (gnl) è stata chiesta la procedura di pubblica utilità.

Nonostante la valutazione di impatto ambientale sia stata rilasciata nel '99 e il disco verde delle Attività produttive nel 2000, mancano ancora alcuni tasselli al via libera definitivo.

L'impianto, ha detto Quadrino «sarà una nuova porta di ingresso indispensabile per garantire la sicurezza dei rifornimenti italiani. E sarà anche il più sicuro del mondo dato che sorgerà nel mare a oltre 15 chilometri dal più vicino centro abitato». Per la fornitura, c'è già un contratto con il Qatar per 4,6 mld di metri cubi di gas l'anno a partire dal 2005.

Sul Treno Verde 2002 di Legambiente, associazione che nei suoi esponenti locali non ha certo accolto con favore la costruzione del terminal al largo del Delta, è salita dunque anche Edison: «Il rispetto per l'ambiente, la sicurezza e la salute per Edison - ha dichiarato Umberto Quadrino - non sono solo un dovere. Sono anche un fattore competitivo fondamentale».

L'accostamento tra Legambiente e Edison in merito al Treno, non sposta però di una virgola la posizione dell'associazione ambientalista in merito al terminal gasiero. «Il ragionamento - spiega Angelo Mancone, presidente regionale - va fatto al di là delle cose locali. In Italia la politica energetica non è mai stata affrontata bene. Rispettiamo la posizione dell'Edison ed è legittima la sua richiesta di realizzare una piattaforma per la rigassificazione, impianto che ha dei rischi non superiori a quelli di tanti altri impianti del genere. Siamo contrari al fatto che, di fronte alla questione energetica si assuma acriticamente e senza un piano tutto quello che le aziende propongono».

«Noi - prosegue Mancone - quando della questione terminal al largo del Delta nessuno parlava, abbiamo presentato le nostre osservazioni negative alla Commissione per la valutazione dell'impatto ambientale. Le nostre riserve riguardano gli effetti dell'impianto sulla popolazione acquatica di cui non era previsto uno studio puntuale, la mancanza di una serie di luoghi in alternativa al Delta (la sola candidatura di Fano non era significativa), i problemi che derivano alla navigazione, i limiti dello studio d'impatto ambientale insiti nell'eleborazione dell'Edison».

Si può leggere un ammorbidimento della posizione di Legambiente dopo la sponsorizzazione? «Treno Verde è importante ed Edison ha un programma di utilizzo dell'energia solare che riteniamo utile e importante. Nel 1897 quando Gardini sponsorizzò il convegno di Siena sapeva che non avrebbe potuto condizionarci, tanto che due anni dopo ci comportammo non certo a suo favore. Essendo la sponsorizzazione chiara, l'Edison sa che non dovrà aspettarsi compiacenze. Così come per Monfalcone, in cui accettammo un dialogo costruttivo, le riserve sul terminal nel Delta da parte di Legambiente rimangono intatte. Piuttosto, pensiamo che tutti gli amministratori che nel 2001 si sono convertiti al no al terminal, avrebbero dovuto, più utilmente, mettersi con noi qualche anno prima, in tempo utile per fermare la Commisione Via».