Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 16 Novembre 2001: <<PORTO TOLLE. Ppi pessimista sulla centrale Enel. "Emissioni inquinanti per un altro anno">>

L'ennesimo nulla di fatto sul progetto di ambientalizzazione della centrale Enel di Polesine Camerini sta scatenando la ricerca delle responsabilità, ma anche critiche sulle motivazioni che hanno portato a questa situazione. È ora la volta del Ppi- Margherita portotollese che chiama in causa Enel, giunta regionale del Veneto, la giunta comunale, i deputati e i senatori polesani e il presidente della Provincia.

Se a Saccardin viene chiesto di "continuare a svolgere una funzione di traino tra le Istituzioni affinchè non sia perso ulteriore tempo", e di "mantenere un raccordo operativo con le forze sindacali", bacchettate vengono assegnate alla giunta regionale "perchè deve assumersi le responsabilità che le competono ed uscire allo scoperto e dire cosa vuole". Ma la Margherita attacca soprattutto l'amministrazione Broggio con una vera e propria bordata, visto che la giunta portotollese è accusata di "gestire la questione come fosse una cosa privata", senza cioè il coinvolgimento del consiglio comunale nelle scelte gradualmente maturate attraverso proposte, protocolli, progetti, tempi e modalità.

Per il Ppi - Margherita, a questo punto è inevitabile chiedere l'interessamento di tutti i deputati e senatori polesani per "sviluppare in ogni sede le opportune pressioni politiche per rimuovere l'indolenza della Regione", spingendo soprattutto il Governo "a utilizzare, per destinarle a progetti di qualificazione ambientale nel Delta del Po, parte o tutte le risorse economiche che entrano nelle casse dello Stato per l'applicazione dell'eco-tassa sulle emissioni del camino della centrale". Nell'immediato, invece, all'Enel viene chiesto di utilizzare da subito, "per motivi ambientali e paesaggistici", un combustibile a basso tenore di zolfo "senza subordinarlo all'approvazione del progetto di modifica degli impianti".

Proprio qui, per il Ppi - Margherita, sta il nocciolo della questione: la mancanza di un accordo sul progetto di modifica degli impianti sta consentendo all'Enel di mantenere elevate le emissioni atmosferiche anche per tutto il 2002, dilazionando ulteriormente gli interventi di manutenzione necessari a garantire una gestione ottimale dell'impianto sotto il profilo ambientale. «Riteniamo - prosegue il Partito popolare - Margherita di Porto Tolle - discutibile e grave il comportamento della Regione e siamo convinti che da ciò deriva una penalizzazione per i residenti del Bassopolesine, per l'ambiente del Delta, per l'occupazione diretta e indiretta. Il tutto a vantaggio dei gruppi che operano sul mercato dell'energia in concorrenza con l'Enel nel nord Italia».

La chiave di lettura per capire l'intricata vicenda rimanderebbe così al Parco o, meglio, alla modifica della legge istitutiva. «L'inserimento di un vincolo non sul livello delle emissioni, ma sul tipo di combustibile da usare, non aveva come fine l'ambiente - riprende il Ppi -. Da subito avevamo ravvisato l'anomalia ed espresso critiche nei confronti di chi, in consiglio regionale, ha proposto e sostenuto tale modifica. Le piccole furbizie di allora si ritorcono contro gli ispiratori dell'emendamento, quegli stessi che gridavano allo scandalo quando il Ppi portotollese riteneva accettabile e percorribile il piano presentato dall'Enel di riduzione delle emissioni attraverso le modifiche delle caldaie e all'uso del combustibile senza zolfo». All'epoca, la sprezzante definizione del progetto era quella di "spazzacamino", ma il Ppi - Margherita rivendica che e fosse stato accettato quel programma, ora le emissioni della centrale sarebbero molto inferiori delle attuali.

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