Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 20 Dicembre 2001: <<PORTO TOLLE. Manifestazione dei lavoratori della Centrale di Polesine Camerini. 500 davanti alla Regione. Chiedono al Consiglio di dare via libera al piano di ambientalizzazione>>

In attesa del tavolo di concertazione tra Ministero, Enti locali, Enel e sindacati di categoria, convocato per il prossimo 9 gennaio, una rappresentanza dei cinquecento dipendenti della centrale Enel Polesine Camerini di Porto Tolle è giunta ieri a Palazzo Ferro Fini, nella sede del Consiglio regionale.

"Chiediamo" - ha detto Antonio Lago, segretario regionale della Fnle - Cgil - "che il consiglio regionale modifichi la legge 36 del 1997, istitutiva del Parco del delta del Po nella parte in cui prevede che la centrale debba funzionare a metano".
Il progetto presentato dall' Enel (si tratta del cosiddetto piano "Orimulsion" attualmente oggetto di valutazione di impatto ambientale) a detta dei rappresentanti sindacali che hanno incontrato ieri i consiglieri regionali alla presenza dell' Assessore regionale all'Ambiente Renato Chisso - "dà infatti, da solo, sufficienti garanzie per l'occupazione, la salute dei cittadini e la salvaguardia ambientale".

E se da un lato il consiglieri regionali Elso Resler (Sdi) ed Elder Campion (Ds) intravedono "ampie convergenze" in aula, in relazione ad un emendamento della legge istitutiva del parco in sede di presentazione dell'allegato alla legge finanziaria, il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Renzo Marangon denuncia "il comportamento furbesco dell'Enel e della Amministrazione provinciale, volto ad aggirare la Valutazione di impatto ambientale".

"Per troppo tempo" - ha aggiunto il segretario regionale della Cisl del Veneto Giorgio Bezzi - "abbiamo avuto innanzi una azienda, l'Enel, che ha tenuto in secondo piano le ragioni del territorio e della Regione. Un atteggiamento spocchioso che ha sempre scartato le alleanze con le forze politiche locali. In ogni caso adesso si tratta di vedere se le motivazioni che hanno portato il consiglio regionale, in maniera trasversale, a votare la legge istitutiva del parco del Delta del Po' così come la conosciamo oggi sussitano ancora oppure no".

Intanto, davanti all'ingresso di palazzo Ferro Fini, la delegazione di dipendenti della centrale attendeva la fine dell'incontro, che, stante la vicinanza temporale del tavolo di concertazione, non ha quindi prodotto nulla di nuovo. "Chi difende il proprio lavoro e la tecnologia" - ha aggiunto Marangon - "fa benissimo, ma non mi faccio influenzare dalle pressioni delle lobby".Il consigliere, quindi, aspetta il 9 gennaio prossimo e si dice comunque pronto " a cambiare idea" e a fare "passi avanti" in quella sede, mentre il suo collega Campion ritiene che tutta la questione vada inquadrata in un'ottica di lungo periodo "che veda la graduale chiusura del ciclo di vita dell'impianto e la sua riconversione in forme ecosostenibili".