A seguito della mancata
conversione del decreto salvacentrali, da oggi la
centrale di Porto Tolle funzionerà con un solo gruppo,
il quarto da 660 MW, il solo che, utilizzando l'Stz,
combustibile a bassissimo tenore di zolfo, potrà
rispettare i nuovi limiti di legge. Gli altri tre,
funzionanti a Btz non potranno essere utilizzati. "Non
è bastato il decreto salva-centrali a stendere un velo
sugli anni di inadempienze nella gestione delle centrali
termoelettriche di Porto Tolle (Rovigo), Brindisi nord e
San Filippo del Mela (Messina). Così i gestori dovranno
rinunciare all'ingiustificato trattamento di favore e
fare i conti con le loro responsabilità." E' duro
Ermete Realacci, presidente di Legambiente, sulla vicenda
del salva-centrali, il decreto legge per il mantenimento
in servizio delle centrali termoelettriche fuori dal
rispetto dei limiti ambientali, che per ragioni di tempo
non potrà essere convertito in legge dal Parlamento.
"Finisce così quella carrellata di deroghe,
proroghe e agevolazioni che a dieci anni dal decreto che
regolamenta le emissioni inquinanti delle centrali (il DM
dall'Ambiente 12 luglio 1990) ha permesso ancora di non
attuarne le prescrizioni a scapito dell'ambiente e sulla
pelle dei cittadini e dei lavoratori". "E'
prevedibile d'altra parte che con un provvedimento ad hoc
il Governo sposti ancora più in là il giorno in cui
anche i gestori delle tre centrali saranno costretti al
rispetto della legge. Quello che ci chiediamo è: a che
punto sono i piani di gestione delle centrali che
avrebbero dovuto andare a regine entro a fine dell'anno
scorso? Sono mai stati presentati questi piani? Perché
nel salva-centrali non si faceva riferimento alle linee
guida per il contenimento delle emissioni inquinanti
degli impianti industriali (DM 12 luglio 1990) chiamando
invece in causa solo le più generiche prescrizioni per
la qualità dell'aria (DMA 60/2002)? Mi auguro che il
Governo non replichi l'errore commesso con quel decreto." |