Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 23 Settembre 2001: <<PORTO TOLLE. L’industria energetica ha modificato il piano di ambientalizzazione della Centrale. L'Enel "taglia" un po' gli scarichi. Resta l’orimulsion ma vengono introdotti impianti moderni che riducono le emissioni>>.

È cambiato o, meglio, è stato aggiornato, il progetto di adeguamento ambientale della centrale Enel di Polesine Camerini.

Con una lettera datata 17 settembre, infatti, l'Enel Produzione ha inviato ai ministeri delle Attività produttive, dell'Ambiente, della Sanità e della Difesa, alla Regione Veneto, alla Provincia di Rovigo, al comune di Porto Tolle e all'Ente Parco, un progetto "del tutto migliorativo" rispetto al piano di riconversione prodotto nell'agosto del 2000 visto che il piano originario è stato completato ed integrato sulla scorta delle richieste avanzate dal Ministero dell'Ambiente.

In buona sostanza, se non è cambiato l'obiettivo di utilizzare combustibili ad alto tenore di zolfo tra cui l'orimulsion, sarebbero stati introdotti una serie di miglioramenti di carattere ambientale. La nota di Enel Produzione si sofferma, in particolare, sull'ulteriore riduzione delle emissioni in atmosfera da raggiungersi attraverso un miglior rendimento dei desolforatori e l'installazione dei denitrificatori; l'utilizzo delle migliori tecnologie sul ciclo delle acque con il raggiungimento del cosiddetto "scarico zero"; la sensibile riduzione degli ingombri dei manufatti; la riconfigurazione e la rivisitazione della rete di monitoraggio della qualità dell'aria e la realizzazione di un progetto di biomonitoraggio; la predisposizione di un progetto di inserimento ambientale della centrale; l'ottimizzazione della logistica, delle risorse e dei processi.

Questa serie di accorgimenti, in qualche modo suggeriti dal Ministero dell'Ambiente nel momento in cui, il 9 febbraio scorso, comunicava che il progetto di adeguamento ambientale della centrale di Polesine Camerini doveva essere sottoposto al Via (valutazione d'impatto ambientale), hanno dunque lo scopo di saltare a piè pari questo passaggio ed arrivare a "una rapida conclusione del processo autorizzativo da parte del Ministero delle Attività produttive" che metterebbe l'Enel nelle condizioni di iniziare al più presto gli interventi di ambientalizzazione dell'impianto.

Interventi di adeguamento ambientale che l'Enel aveva chiesto di attuare presentando, il 3 agosto 2000, un progetto che andava a modificare il piano adottato nel 1994 che, a tutt'oggi, ha prodotto l'ambientalizzazione di due gruppi (n. 1 e n. 4) con la tecnica del "reburning" anche se, di fatto, solo uno di questi (il n. 4) è stato dichiarato tale ed è tenuto a funzionare con combustibili a basso tenore di zolfo (btz o stz).

Alla richiesta di escludere il progetto dalla procedura del Via, però, il Ministero dell'Ambiente aveva dichiarato picche e l'Enel nel febbraio scorso si era adeguata comunicando l'avvio degli studi per la predisposizione di un progetto di massima e dello studio di impatto ambientale. Ma l'Enel non è rimasta in attesa del giudizio: introducendo ulteriori miglioramenti di carattere ambientale per quel che riguarda l'inquinamento dell'aria, delle acque, degli ingombri e delle soluzioni architettoniche dei manufatti, conta ora di bypassare il Via e avviare il prima possibile gli interventi.

Anche perché, così facendo, l'Enel rispetterebbe gli obiettivi fissati sia dalla legge istitutiva del Parco del Delta del Po, che dal Piano regionale di tutela e risanamento dell'atmosfera attualmente in fase di approvazione da parte del Consiglio Regionale. Senza contare che poi l'Enel sottoscriverebbe anche un accordo di programma per la "migliore soluzione dei problemi ambientali del Delta del Po".

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