Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 24 Febbraio 2002: <<Il mondo rurale a difesa del territorio. La Coldiretti focalizza l’attenzione sulle emergenze ambientali che interessano il Polesine>>

Riportiamo l'intervento del presidente della Coldiretti polesana Napoleone Sartori sulle problematiche collegate all'ambiente e al territorio.

Sempre più spesso si sente parlare di tutela, di salvaguardia dell'ambiente. E' così da una trentina d'anni. Il termine ecologia, lo studio cioè delle funzioni di relazione degli organismi con l'ambiente e tra di loro, è entrato nel linguaggio comune, a tutti accessibile e a tutti trasmissibile. Non ha più segreti, almeno nel suo significato. Ma spesso in nome di un falso progresso, talvolta imposto da fattori economici, si agisce come se un problema ambientale proprio non esistesse, quando invece il deterioramento dello stato di salute della terra è sotto gli occhi di tutti e ne stiamo pagando pesantemente le conseguenze.Ci riferiamo prima di tutto all'effetto serra, al surriscaldamento del pianeta che sta proponendo in termini drammatici l'estremizzazione delle stagioni: autunno e primavera vanno verso la scomparsa, mentre l'estate farà registrare momenti di caldo sempre più intenso e l'inverno sarà caratterizzato da lunghi periodi di freddo, con gelate che comprometteranno le produzioni agricole. Esattamente come è successo l'ultimo mese del 2001 e durante lo scorso gennaio .

Non sono fenomeni da trascurare . Anzi sono fenomeni che fanno meditare per la loro gravità . E non bastano più le prese di posizione, i duelli verbali, i dubbi, le indicazioni e i consigli degli ambientalisti. Si ha quasi la sensazione che i dialoghi si tengano tra sordi. Ogni tesi ha subito la sua antitesi. Creando molto spesso confusioni e disorientamento.

Invece, occorrono proposte concrete che possono scaturire soltanto da un confronto sereno, senza preconcetti, senza crociate, con proposte serie sui modi di agire, che possono anche sacrificare quella parte dell'econonia che non tiene conto degli interessi complessivi dei cittadini.Se quindi guardiamo al problema da quest'ottica, il primo passo da compiere riguarda l'impegno che tutti noi dobbiamo assumere in rapporto ai problemi dell'ambiente . In altri termini: la tutela dell'ambiente stesso deve entrare nella coscienza degli uomini. Di ogni singolo essere umano. Soltanto così si può costruire una vita a misura d'uomo, proprio come vuole la natura.

Gli inquinamenti, lo ricordiamo, incidono spesso in modo drammatico anche sul mondo dell'agricoltura, vanificando gli sforzi, in particolare degli coltivatori diretti, tesi a garantire la genuinità dei prodotti, anche in risposta alle legittime esigemze dei consumatori.

Parlando poi del Polesine, c'è da sottolineare che quattro sono i gravi problemi ambientali che caratterizzano il nostro territorio. Incominciamo dall'inquinamento dei due più grandi fiumi d'Italia, il Po e l'Adige che sfociano nel Mare Adriatico, dopo aver attraversato la nostra provincia, con il loro impressionante carico di sostanze inquinanti.

Si impone dunque il disinquinamento dei fiumi con azioni tali da impedire che a monte i due corsi d'acqua vengano ridotti a cloache.

L'ambientalizzazione della centrale termoelettrica di Polesine Camerini è un altro problema che deve essere risolto. Non abbiamo competenze specifiche per indicare i prodotti che dovrebbereo essere utilizzati per la sua alimentazione. Ma sappiamo che allo stato attuale la centrale inquina e che questa situazione deve essere superata nel più breve tempo possibile, aspettando indicazioni di tecnici non soggetti a pressioni. Di nessun tipo.

Ci associamo, poi, a quanti dicono no, un no fermo, irrevocabile, all'estrazione del gas metano nell'Alto Adriatico. Per esperienza sappiamo che l'estrazione del metano in territorio polesano ha provocato un drammatico bradisismo, abbassamento del suolo sotto il livello del mare, con alluvioni ricorrenti, la più grave delle quali è stata quella del 1951 con 88 morti. E danni incalcolabili.

La chiusura delle centrali di estrazione del metano e il relativo assestamento del suolo hanno evitato ulteriori esondazioni. L'ultima risale al 4 novembre del 1966, a Scardovari. Non possiano correre il rischio di innescare nuovi fenomeni di subsidenza che comprometterebbero in modo irreparabile l'equilibrio raggiunto e la stessa sopravvivenza di Venezia.

Infine, il terminal gasifero: l'impatto negativo, rispetto al nostro territorio, che potrebbe generare, la non rilevanza in termini di benefici per i nostri cittadini e le conseguenze di eventuali incidenti devono essere analizzati e tenuti in massima considerazione prima di procedere alla sua realizzazione, trovando il coraggio di opporsi anche se esistesse un solo dubbio in materia di sicurezza.

Concludendo diciamo che la Coldiretti nel suo programma di rigenerazione dell'agricoltura ha dato priorità alla sicurezza alimentare e alla difesa dell'ambiente e che queste considerazioni sono un po' l'espressione della coscienza ambientale dei nostri imprenditori.

Ma l'impegno della Coldiretti è anche quello di incalzare il mondo politico, quello economico e a volte anche la società civile, per far valere il concetto di sviluppo sostenibile come valore etico e stile di vita.