Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 30 Maggio 2001: <<"Nel Po c'è il rischio del disastro ambientale". Dura accusa di Legambiente che segnala inquinamento e prelievi abusivi di sabbia dal fondo del fiume>>

Disastro ambientale, truffa ai danni dello Stato e pericolosità anche per le opere realizzate nelle vicinanze del Grande Fiume.È un durissimo atto d'accusa quello lanciato ieri dal presidente regionale di Legambiente, Angelo Mancone, al termine dell'iniziativa sullo stato di salute del più grande corso d'acqua italiano. Legambiente ha monitorato l'area che da Parma, Reggio Emilia arriva fino al Delta, ma non si è trattato semplicemente di un controllo della qualità dell'acqua. Dallo studio è infatti emerso che continuano ad esserci prelievi costanti di sabbia dal fondo e che questo rischia, oltre agli evidenti danni fiscali, di compromette ancora di più il già fragile equilibrio del fiume.

Il primo dato è quello che concerne l'inquinamento.I prelievi realizzati durante un periodo di piena confermano che quasi tutte le zone controllate sono di seconda classe, cioè con sintomi di inquinamento o alterazione. Le cose peggiorano a Ca' Venier, dove è stata registrata la terza classe cioè ambiente realmente inquinato e alterato (è stato registrato il carico organico, il bilancio di ossigeno, l'acidità il carico microbiologico dell'acqua). Fortunatamente l'indagine è stata appunto "mitigata" da un periodo di piena altrimenti sarebbero stati dolori. Il peso degli scarichi civili, del sistema agricolo e industriale, comunque, è ancora elevatissimo e per questo si chiede una politica di bacino meno deludente e più incisiva. Altrimenti l'Alto Adriatico continuerà ad essere minacciato da questa massa di inquinamento.«Non dobbiamo mettere a repentaglio l'equilibrio del fiume - ha detto Mancone - anche se per quanto riguarda il Veneto il risultato finale poteva essere peggiore. Anche le amministrazioni devono fare la loro insistendo sulle depurazioni».Ben più allarmante la situazione sul fronte dell'estrazione di sabbia. «Ci sono prelievi costanti e spesso senza autorizzazioni - tuona Mancone - è dal 1992 che l'autorità di bacino ha fissato il divieto di estrazioni dei materiali litoidi per evitare i dissesti del Po. Su tutta l'asta a fronte di asportazioni permesse di circa 500 mila metri cubi annui, si ha un prelievo di 10 milioni di metri cubi».Gli effetti immediati sono il crollo di ponti, strade e opere di arginatura e Mancone, in particolare, segnala l'indebolimento del ponte a San benedetto Po e le lesioni nella chiesa di Boretto.Secondo gli ambientalisti in molti casi l'azione delle imbarcazioni che recuperano la sabbia non sono in regola con le autorizzazione, senza poi contare i casi in cui le licenze sono parziali e quindi facilmente superabili.«Se calcolassimo un'attività di 150 giorni l'anno per ogni draga - aggiunge Legambiente - il guadagno individuale di un'imbarcazione sarebbe di 5 miliardi. Nel tratto tra Ficarolo, Boretto e Cremona ci sono 15 draghe. Quindi siamo in presenza di un guadagno di 75 miliardi». Su tutta questa immensa partita Legambiente, dopo aver segnalato in più occasioni il caso al Magistrato per il Po, chiede anche l'intervento degli inquirenti al fine di far luce completamente su tutti i possibili danni di natura economica provocati allo Stato. Il Grande fiume lo esige.

IL FILMATO. Draghe sempre in azione. Presentato un documento che mette in luce l’attività delle imbarcazioni.

Quatrelle, Sermide, Quingentole, San Benedetto Po, Boretto, Torricella Parmense, Polesine Parmense ma anche Ficarolo, e Stienta. Sono alcune delle località dalle quali sono giunte segnalazioni di escavazioni di sabbia dal Po. Alcune di queste draghe sono state viste "autocaricarsi" nel buio e le segnalazioni sono state tempestivamente indirizzata a Guardia di Finanza, Corpo forestale e Polizia. Per questo motivo Legambiente ieri ha presentato anche un filmato nel quale si vede la draga prelevare con un "braccio meccanico" la sabbia dal fondo e riversarla poi in un cantiere. Le riprese in questione sono state fatte dal ponte di Ficarolo e sono poi proseguite anche a Stienta.«Possiamo assicurare che questa è un'attività pressochè quotidiana - precisa Mancone - e segnalazioni analoghe provengono anche dall'Adige. Non ci resta che aspettare le risposte dal Magistrato per il Po, altrimenti ci rivolgeremo al giudice. Negli inquirenti abbiamo notato una sorta di scetticismo anche se va ricordato il notevole lavoro compiuto dalla Guardia di finanza di Cremona e di quella Porto Levante, pur in presenza di pochi mezzi. Deve essere controllato tutto, non solo la sabbia asportata ma anche il combustibile utilizzato, perchè solo in questo modo si potranno ottenere risultati significativi. Dal punto di vista ambientale basti ricordare il constante abbassamento dell'alveo e la preoccupate erosione della spiaggia di Boccasette. Se si continua a scavare il fondo, l'argine diventa molto fragile e le conseguenze sono molto pesanti».L'azione a difesa dell'acqua promossa da Legambiente si rivolge anche ai cittadini che con alcune piccole abitudine quotidiane possono evitare inutili sprechi. Oltre a controllore se ci sono perdite è consigliabile evitare di far scorrere inutilmente l'acqua. Per lavare frutta e verdura meglio lasciarle in ammollo e risciacquare una sola volta, chiudere il rubinetto mentre insaponate piatti, preferire la doccia al bagno, utilizzare un miscelatore aria-acqua per la doccia e utilizzare il frangigetto. Mettere in funzione lavastoviglie e lavatrice solo a pieno carico e annaffiare le piante di sera, quando l'acqua evapora lentamente.

AMBIENTE. Ecco i veri nemici dell'acqua

Sono quattro i principali nemici del fiume che quotidianamente ne provocano danni spesso irreparabili: inquinamento, acqua rubata, cemento e cave.Legambiente non ha dubbi ed elenca gli effetti nocivi. Per quanto concerne l'inquinamento si ricorda che a volte le acque reflue (Milano è il caso più eclatante) finisco nel fiume senza subire alcun processo di depurazione. Gli ambientalisti hanno anche realizzato una classifica delle province che insistono sul bacino del Po per vedere chi collabora e chi no. In vetta a questa graduatoria, con il 100 per cento dell'acqua depurata, troviamo Sondrio, Parma, Lodi, Aosta. La provincia di Rovigo si piazza verso la coda con il 77 per cento, seguono Asti, 66 per cento, Novara 65 per cento e chiude Milano che appunto non depura le acque.

Il secondo tema è quello che riguarda l'acqua rubata. Gli "stress fluviali" nascono infatti dalla captazione costante di acqua. Sia quelle superficiali che quelle di falda vengono ripetutamente catturate e impiegate in attività agricole e industriali.Poi c'è il capitolo che riguarda la cementificazione. Arginature, briglie in cemento, gabbioni e altro che spesso vengono registrate come sistemazioni idrauliche e bonifiche ambientali finiscono in realtà per alterarne l'equilibrio dell'ecosistema. «Il corso dei fiumi così modificato - precisa Legambiente - perde le sue caratteristiche naturali e si trasforma in un canale privo di vita».Per quanto concerne invece le cave, gli ambientalisti sostengono che le estrazioni provocano l'assottigliamento dello strato permeabile che si trova sotto l'alveo, dove avvengono gli scambi tra acque sotterranee e le acque superficiali. E l'attività estrattiva causa la distruzione della copertura vegetale sia dell'alveo che delle sponde.

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