Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19.12.2000: <<PORTO TOLLE. Protocollo Enel. "Mancano le garanzie">>

Per la prima volta, a Porto Tolle si è parlato di un'alternativa al progetto di ambientalizzazione presentato dall'Enel e dei limiti che questo presenta. Pur senza ottenere un'adeguata partecipazione, Progetto Democratico, il soggetto politico che fa riferimento a Gianni Magnan, Antonella Bertoli e, a Porto Tolle, all'ex sindaco Diego Precisvalle, ha avviato una campagna di controinformazione da Pila, la realtà più volte colpita dalle piogge oleose.

«È una balla colossale - ha detto Magnan - che con questo progetto si salva la centrale. Polesine Camerini non può chiudere perché serve per fare il carico di base continuo della rete elettrica ed evitare di perdere milioni di Kwh». Ci sarebbe dunque un ricatto che, per l'ex sindacalista della Fnle-Cgil Alberto Cavatoni, allungherebbe la lista di quelli messi in atto negli ultimi vent'anni dall'Enel: tubi coibentati con l'amianto, assunzioni di personale non polesano, tentativi di insabbiare lo sversamento di olio combustibile, danni per la salute (sordità) dei lavoratori, e altro ancora.

Sull'orimulsion, Bertoli ha citato dati di Legambiente e Greenpeace per spiegarne la pericolosità e la leggerezza con cui «è stato subito accettato mentre in molti altri impianti è stata avviata la riconversione a metano. Nonostante a Fiumesanto e a Brindisi i quantitativi utilizzati sono tra le 500 e le 700.000 tonnellate annue, sono fioccate interrogazioni parlamentari mentre nel Delta, dove ne verranno bruciati circa 5 milioni di tonnellate, va tutto bene».

Gianfranco Temporin ha messo in evidenza che l'aumento dei tumori ai polmoni è correlato all'aria che si respira: «Possono passare 10/15 anni prima che si manifesti un tumore, ma è sicuro che alcuni combustibili danno maggiori possibilità di svilupparlo». Ancora, Magnan ha fatto notare l'assenza della Valutazione d'impatto ambientale, del progetto esecutivo, di una tempistica per i lavori e di un rapporto sulla sicurezza: «In caso d'incidente, i valori di vanadio e nichel saranno il doppio di quelli consentiti. Non dimentichiamo che l'ambientalizzazione del 1994 doveva consentire di bruciare olio di qualità più scadente senza ripercussioni sull'ambiente. In realtà il progetto non è stato completato e i sistemi di abbattimento dei fumi sono gli stessi. La centrale è ormai a metà del suo ciclo, si potrebbe allora tornare ad utilizzare combustibile a basso tenore di zolfo (Btz o Stz) e, nel frattempo costruire a fianco un nuovo impianto a turbogas. Si salverebbe così occupazione, produzione energetica, salute ed ambiente».

Progetto Democratico ha infine ricordato di voler proseguire nella raccolta di firme per bloccare la firma del Protocollo d'intesa prima che ci siano tutte le garanzie del caso.

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