ORIMULSION E CENTRALE ENEL DI POLESINE CAMERINI

Come si apprende dalla stampa locale, si sta profilando un nuovo, notevole, problema sul fronte inquinamento a livello provinciale. Si tratta della conversione ad orimulsion della centrale di Polesine Camerini.

Excursus:

Nel 1994 l’ENEL ha presentato un piano di “ambientalizzazione” della centrale di Polesine Camerini che prevedeva in sostanza la riduzione delle emissioni di SO2, NOX e polveri mediante un sistema di abbattimento più efficiente. Il combustibile allora ipotizzato era lo stesso tuttora utilizzato (olio combustibile ad elevato tenore di zolfo cioè una mezza porcheria perché sarebbe più sano usare un olio a basso tenore di zolfo che costa ovviamente di più); il piano di ambientalizzazione è stato regolarmente approvato dal Ministero dell’Industria sin dal 1995;

Con questo sistema di abbattimento le emissioni dovrebbero essere compatibili (se tutto funziona a puntino) con quelle previste dalla legge regionale istitutiva del parco;

l’Enel si è rivelata inadempiente rispetto al progetto in quanto, di fatto, ha effettuato gli interventi di miglioramento su uno solo dei 4 gruppi che peraltro viene mantenuto continuamente in stand-by;

nel 1995 un decreto del Presidente del Consiglio Dini ha permesso di utilizzare l’orimulsion quale combustibile per le centrali elettriche; l’orimulsion è appunto un’emulsione di bitume naturale (70% circa) ed acqua (30% circa) estratto alle foci dell’Orinoco in Venezuela. Tale combustibile presenta rispetto al petrolio una minore concentrazione di idrocarburi policiclici aromatici (benzene, toluene, xilene ecc.) [=aspetto positivo] mentre risulta assi più ricco in zolfo [aspetto negativo] e, soprattutto in metalli pesanti quali il vanadio, il nichel, il mercurio (circa il doppio del petrolio) [=aspetto molto negativo].

Particolare non trascurabile: sembra che la moglie di Dini sia proprietaria di alcuni giacimenti del prezioso materiale e ciò spiegherebbe la facilità con cui è stato approvato il decreto; l’unico aspetto positivo del combustibile (per l’Enel e solo per lei naturalmente) è il suo costo estremamente basso; da indiscrezioni provenienti da ambienti interni all’Enel sembrerebbe che il costo dell’orimulsion fosse talmente basso che nel giro di 3 anni i costi di investimento dei lavori di ambientalizzazione sarebbero completamente recuperati!!!

Nel luglio del 2000 l’Enel ha presentato un “progetto di adeguamento ambientale della centrale con installazione di impianti di desolforazione fumi” in cui è previsto l’impiego massiccio di orimulsion (210 t/h contro le 140 t/h di olio combustibile);

la Regione Veneto ha trasmesso alla provincia in data 6.11.2000 un documento con proposta di parere formulato da un gruppo di lavoro per la valutazione del progetto di adeguamento delle centrale; in tale documento viene affermato che “la commissione ..... ritiene che esistano i presupposti per prendere in considerazione il progetto come potenzialmente soddisfacente alle esigenze di una adeguata tutela dell’ambiente ..”;

il consiglio provinciale sulla base di questo documento ha deliberato “di prendere atto favorevolmente del contenuto del documento trasmesso dalla Regione Veneto .... al fine di addivenire ad un protocollo d’intesa o accordo di programma per la realizzazione di un programma di investimenti che preveda anche gli interventi e le eventuali modifiche alle norme ivi compresa la L.R. n° 36/97 istitutiva del Parco Regionale del Delta del Po che consentano e favoriscano la realizzazione dell’opera nel pieno rispetto della tutela dell’ambiente (naturalmente questa formuletta magica non manca mai); in sostanza la provincia è favorevole ai lavori indicati dall’Enel e all’impiego dell’orimulsion;

naturalmente, anche il Comune di Porto Tolle è favorevole (ci mancherebbe che fosse contrario!);

Nel frattempo si cominciano a muovere le acque; la protesta e la contro informazione sono condotte in prima linea dal gruppo politico di Magnan-Bertoli (area D.S.) che è fermamente schierato contro l’uso del combustibile; alcuni sostengono che l’opposizione di Magnan e Bertoli, più che ad un vero interesse ambientale, sia ispirata ad altri motivi. Pare, infatti, che Magnan appoggi il progetto Edison (terminal gasiero), la costruzione del quale potrebbe indurre (forzatamente o meno) alla metanizzazione della centrale con vendita del gas direttamente all’Enel.

Ci sono state delle prese di posizione anche da parte delle forze sindacali, preoccupate di possibili riduzioni di personale e/o di licenziamenti.

Dalle ultime dichiarazioni dei politici della Regione Veneto, però, pare che in Regione non vogliano più l'orimulsion e premano affinché che la Centrale di Polesine Camerini sia riconvertita a metano, come prevede la legge sul Parco (in tal senso si è espresso in Presidente del Parco ed il Consigliere Marangon, entrambi di F.I.).

Aspetti critici dell’orimulsion e considerazioni varie:

Va detto innanzitutto che questo combustibile è stato rifiutato in diverse parti del mondo proprio a causa della sua natura intrinsecamente inquinante e pericolosa per la salute (metalli pesanti e zolfo);

l’orimulsion in caso di dispersione in acqua si deposita a circa 70-80 cm dal pelo dell’acqua per depositarsi poi nei fondali causando gravi danni alla fauna; chi ha un po’ di memoria ricorderà che qualcosa di simile si è già verificato nel passato a Pila (metà degli anni ottanta): allorché uno sversamento di olio combustibile ad alto tenore di zolfo finì direttamente nelle reti dei pescatori. Se fuoriuscisse orimulsion, i danni sarebbero ancora maggiori visto il più elevato contenuto di metalli pesanti; un incidente di questa natura si è già verificato a Porto Torres dove stanno utilizzando il combustibile; qui, sembra per il potere corrosivo dell’emulsione, si è rotta una tubazione; il materiale fuoriuscito ha contaminato le spiagge limitrofe all’impianto facendo scattare un’inchiesta della magistratura e le feroci proteste dei residenti; naturalmente anche in questo caso l’atteggiamento dell’Enel è stato reticente;

a Brindisi stanno pure utilizzando questo combustibile in una centrale non nuovissima; anche qui ci sono forti proteste dei gruppi locali ed i segnali non sono tranquillizzanti; sembra infatti che la provincia di Brindisi detenga il poco invidiabile primato di percentuale più alta di morti per tumore a livello nazionale;

la questione orimulsion è stata oggetto anche di una interrogazione da parte del senatore Specchia con risposta assai poco convincente del sottosegretario Calzolaio;

l’elevata concentrazione di metalli pesanti finisce in buona parte nelle ceneri che infatti presentano un aspetto alquanto delicato; le ceneri sono estremamente fini e quindi sono più facilmente inalabili ed accessibili ai polmoni ed al circuito sanguigno; sembra che in Danimarca, unico paese europeo ad utilizzare l’orimulsion, il trattamento delle ceneri avvenga in ambienti sotto vuoto con l’utilizzazione di scafandri!;

i gessi prodotti dalla desolfrazione dei fumi dovrebbero essere spediti via nave nel nord europa dove esistono industrie in grado di trattarle; l’Enel prevede però di trattare il gesso anche in stabilimenti industriali da realizzare in loco (?); “tali stabilimenti potranno essere costruiti a cura di terzi contestualmente agli interventi di adeguamento della centrale” (pg. 20 del progetto); dunque in una zona destinata a parco e vocata ad un modello di sviluppo eco compatibile l’Enel suggerisce di costruire degli stabilimenti che trattano porcherie e che andrebbero in ogni caso ad incidere sensibilmente con il paesaggio rurale del Delta; bell’esempio di valorizzazione dell’ambiente o di ambientalizzazione che dir si voglia!

La metanizzazione della centrale è tecnicamente possibile, come abbiamo sempre sostenuto e come dimostrano gli analoghi lavori che Enel sta conducendo sulle due centrali di Sermide ed Ostiglia (che dovranno poi essere cedute dalla società); la questione è esclusivamente economica;

il piano orimulsion ha un costo complessivo di circa 1.100 miliardi e garantirà la sopravvivenza della centrale per circa altri 20 anni con una riduzione di occupazione a 240 unità; il rendimento della centrale con l’intervento di ambientalizzazione (valido comunque anche se si dovesse utilizzare l’olio combustibile) scenderà dal 41% al 40% (a causa dell’energia impiegata nei sistemi di filtraggio) e quindi, a parità di potenza immessa in rete aumenterà il volume dei gas scaricati in atmosfera (anche se questi, almeno in via teorica, saranno meno inquinanti);

costruire una nuova centrale a turbogas della medesima potenza costa circa 1.800 miliardi con una durata di 50 anni, un’occupazione di 250 unità ed un rendimento termodinamico (indice del  consumo di materie prime: maggiore è il rendimento minore è il consumo) che salirebbe al 50-55%; (dati forniti da Magnan/Bertoli);

sempre secondo Magnan-Bertoli, se Enel non ritiene conveniente investire nella metanizzazione della centrale, potrebbe vendere l’impianto in quanto ci sarebbero già almeno altri 5 gruppi nazionali ed internazionali disposti ad acquistare e metanizzare.

Considerazioni finali:

una centrale che brucia uno dei peggiori combustibili al mondo è in stridente contrasto con l’indirizzo voluto dalla Regione di istituire un parco naturale; senz’altro noi, come ambientalisti, mettiamo in risalto la contraddizione di queste due opzioni;

se proprio non si vuole arrivare a metanizzare la centrale, almeno si dovrebbero completare i lavori di "ambientalizzazione" anche sui restanti gruppi e si dovrebbe continuare ad alimentare la centrale con olio combustibile però a basso tenore di zolfo!