La Francia è uno degli Stati Europei più ricchi di organi e, soprattutto, di organi funzionanti
e perfettamente restaurati. Esiste però una particolarità: la stragrande maggioranza di questi strumenti risale al 1800.
In effetti gli strumenti anteriori alla Rivoluzione Francese sono veramente pochi. I motivi di questa scarsità di strumenti di tipo
francese classico stanno principalmente nella Rivoluzione, quando le chiese vennero sconsacrate, spogliate, derubate ed
adibite ad altri usi, se non addirittura demolite e distrutte. In quel periodo una notevole mole di organi,
tutti risalenti al secolo precedente presero la strada della legna da ardere e solamente alcuni, per fortunate coincidenze
o per interessamento di influenti "cittadini", rimasero al loro posto per allietare con melodie tutt'altro che mistiche
le Feste e le Ricorrenze che la Rivoluzione aveva sostituito alle cerimonie religiose.
In questo modo diversi strumenti, pur subendo danni ed alterazioni notevoli, riuscirono a mantenere la loro posizione sulle
tribune e, passata la tempesta e tornata la normalità, si ritrovarono ad essere gli unici testimoni di un'epoca organaria
veramente grandiosa ma ridotta al lumicino. E' ovvio, pertanto, che in un tale scenario, i decenni seguenti fossero
un periodo veramente aureo per i nuovi organari francesi, che si ritrovarono, in pratica, a dover ricostituire un patrimonio
strumentale di enorme vastità.
Ecco dunque che i pochi strumenti barocchi sopravvissuti rappresentano delle testimonianze veramente importanti per l'arte
organaria francese, e lo strumento della chiesa di Notre-Dame di Guibray ne è un bellissimo esempio.
A Guibray esisteva già un organo, presumibilmente sulla base dei sei piedi, nel 1500, risalente con tutta probabilità al
secolo precedente. Nel 1562 fu quasi totalmente distrutto durante le Guerre di Religione dai Protestanti e quindi ricostruito.
Ben presto si presentò la necessità di un nuovo strumento e così, nel 1746, l'organaro Claude Parisot, molto rinomato ed allievo
dei Cliquot, costruì uno strumento di notevoli dimensioni e di ottima fattura.
Questo strumento contava quattro tastiere e pedaliera alla francese. Le prime due tastiere avevano 50 note, la terza 27 e la quarta
34, mentre la pedaliera contava 25 pedali. La disposizione fonica era la seguente:
Positif de Dos (I)
Montre 4 Doublette Fourniture 3 rangs Cymbale 2 rangs Bourdon 8 Flute 8 Flute 4 Nazard Tierce Quarte Cromorne
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Grand Orgue (II)
Montre 8 Prestant 4 Doublette Fourniture 4 rangs Cymbale 3 rangs Bourdon 16 Flute Bourdon 8 Nazard Tierce Larigot Cornet 5 rangs Clairon 4 Voix Humaine 8.
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Récit (III)
Cornet 5 rangs Trompette 8
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Echo (IV)
Bourdon 8 Cornet 4 rangs
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Pédale
Flute 8 Flute 5 Trompette 8 Clairon 4
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L'organo possedeva la sola unione tra il Grand Orgue ed il Positivo e, come d'uso all'epoca, due tremoli, uno più
veloce ed uno più lento.
Con la Rivoluzione Francese, la chiesa venne adibita a deposito per il frumento ma l'organo non venne distrutto, anzi,
venne destinato ad allietare le Festività Rivoluzionarie che venivano svolte all'interno del locale. Naturalmente, molti
registri di carattere troppo religioso vennero eliminati, ma tutto il resto si salvò e tale rimase fino a quando, nel
1803, la chiesa riprese ad essere officiata e lo strumento fu rimesso in condizioni di espletare il suo servizio.
Nei decenni seguenti diversi lavori furono effettuati e lo strumento subì anche diversi "ammodernamenti" che se da
una parte lo resero più in linea con gli ideali fonici dell'ottocento, dall'altra ne ridussero al silenzio un'altra
considerevole parte dei registri originali, tanto da fargli perdere quasi totalmente le sue caratteristiche timbriche
e foniche di base. Per buona misura, i bombardamenti che colpirono la città durante il Secondo Conflitto Mondiale
completarono l'opera di danneggiamento.
Solo nel 1970 si intraprese un primo lavoro di restauro in cui l'organaro Muller riuscì a ridare una prima fisionomia
di tipo classico allo strumento, ripristinando diversi registri mancanti e recuperandone diverse caratteristiche tecnico-foniche
che erano andate perdute. Ma l'organo non era ancora ritornato all'antico splendore. Per questo si dovette attendere
fino al 1992 quando Boisseau e Cattiaux intrapresero un grande lavoro di restauro filologico che avrebbe portato, dopo due anni di
lavoro, a riavere lo strumento, pur con qualche piccola variante, con le sue caratteristiche originarie.
Tutte le tastiere sono state portate a 50 note. La pedaliera rimane di 25 note. Il Corista è stato ripristinato sul
La a 415Hz come in origine. Lo strumento si presenta attualmente così:
Positif de Dos (I)
Bourdon 8 Dessus de flute 8 Prestant 4 Flute 4 Nazard 2-2/3 Doublette 2 Quarte de Nazard 2 Tierce 1-3/5 Plein Jeu 3 rangs Cymbale 2 rangs Cromorne 8.
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Grand Orgue (II)
Bourdon 16 Montre 8 Bourdon 8 Dessus de Flute 8 Prestant 4 Quinte 2-2/3 Doublette 2 Tierce 1-3/5 Larigot 1-1/3 Plein Jeu 4 rangs Cymbale 3 rangs Cornet 5 rangs Trompette 6 Clairon 4 Voix Humaine 8
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Récit (III)
Cromorne 8 Trompette 6 Tremblant I Tremblant II
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Echo (IV)
Bourdon 8 Cornet 4 rangs
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Pédale
Flute 8 Flute 4
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