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Chiesa di Santa Maria in Vallicella di Roma

di Graziano Fronzuto




Santa Maria in Vallicella (nota anche come "Chiesa Nova") è la chiesa dei PP. Filippini ed è una delle più belle chiese del Barocco Romano, tuttora meta di innumerevoli pellegrini devoti a S. Filippo Neri, che nel XVI secolo ha fondato questo convento, dove è spirato e dove è sepolto.
Colpisce innanzitutto la composita facciata del complesso, con la facciata della chiesa, opera di Fausto Rughesi, adiacente al famoso "Oratorio dei Filippini", sublime capolavoro di Francesco Borromini, caratterizzato da una rivoluzionaria facciata che attira su di sé l'attenzione in modo magnetico, e da un luminosissimo salone interno.
Nella prima metà del XX sec. in esso fu collocato un organo a due manuali e pedale costruito da Giovanni Tamburini, elettrificato verso il 1975 e dotato di consolle mobile indipendente sempre di costruzione Tamburini. A quanto mi è stato detto dalla Prof.ssa Liliana Pannella, esso è di proprietà del Comune di Roma ma attualmente ha bisogno di un lungo restauro e non è funzionante; per questi motivi non ho potuto rilevarne le caratteristiche.
Entrando nella chiesa luminosa ed estremamente elegante, progettata da Matteo di Città di Castello e portata a termine da Martino Longhi il Vecchio, si resta senza fiato per le splendide opere d'arte che contiene -tra cui tavole di Pietro da Cortona, Peter Paul Rubens e Federico Barocci, solo per citare gli artisti più noti- e per la monumentale prospettiva della navata centrale. Tra le magnifiche decorazioni eseguite in occasione del Giubileo del 1700, vi sono le eccezionali cantorie gemelle e le due casse d'organo, anch'esse gemelle e di una bellezza senza pari, che contengono due bellissimi organi, che gemelli sembrano, ma che in realtà non sono nè fratelli nè parenti lontani. Vediamo queste differenze, sia pur limitandoci ad una breve carrellata di impressioni pratiche.


Organo "di San Filippo Neri" (transetto sinistro)

 Chiesa di S.Maria in Vallicella di Roma
Nel 1610 Giovanni Guglielmi costruì un grande strumento "di sedici piedi" con mostra e cassa "serliana" nel severo stile in voga a Roma agli inizi del XVII secolo. Esso fu probabilmente collocato sulla parete di fondo del transetto sinistro. In vista del Giubileo del 1700 la chiesa fu sottoposta a radicali lavori di decorazione secondo i canoni dell'ultimo barocco romano. L'architetto Camillo Rusconi disegnò due nuove cantorie e, su ciascuna di esse, una fantasiosa cassa d'organo, decorata da angeli e sormontata da coronamento a conchiglia, la cui esecuzione fu affidata all'intagliatore Francesco Magli nel 1698-99. Una cantoria fu realizzata sopra la Cappella dove riposa S. Filippo Neri nel transetto sinistro e l'altra, simmetrica, sopra la Cappella di S. Carlo Borromeo (transetto destro).
Sempre nel 1698, l'organaro Giacomo Alari da Lodi riadattò il materiale fonico dell'organo del 1610 all'interno della nuova fantastica cassa di sinistra. I relativi disegni sono tuttora conservati nella Biblioteca Vallicelliana. L'organo fu mantenuto in uso per circa due secoli, fin quando non fu costruito l'organo nella cassa di destra, che fino alla fine del XIX sec. pare fosse stata vuota o al massimo decorata da canne mute, cosa che fece decadere rapidamente questo antico strumento, che fu abbandonato e progressivamente dimenticato. Fortunatamente il materiale fonico non era andato disperso ed appariva quasi integro, per cui il restauro fu per lunghi anni un'idea lontana ma realistica.
Nel 1997 i Padri Filippini, decaduta ogni velleità di elettrificazione ed unificazione dei due strumenti, comprendendone il valore storico, hanno promosso e portato a termine il restauro artistico dell'organo di sinistra, affidando il lavoro alla Casa Organaria "Fratelli Ruffatti" di Padova che lo ha finito nel 1999, apponendo il proprio cartiglio di restauro sulla consolle ripristinata. L'intervento fu piuttosto laborioso, con la ricostruzione di quasi tutte le parti meccaniche, trasmissive, del basamento e della consolle, e l'organo è stato ben restaurato, con un risultato veramente apprezzabile, soprattutto nello scintillante Ripieno. Un interessante congegno meccanico (forse originale) collega le manette delle Trombe: la manetta della Tromba Soprani "trascina" la manetta della Tromba Bassi in modo che anch'essa possa essere inserita con un tocco immediato.
Ecco il quadro fonico dello strumento, che ho rilevato nel Novembre 2000 insieme al Dr. Roberto Russi ed alla presenza del cortesissimo Maestro Luca Di Donato:

Registri azionati da lunghe manette lignee ad incastro,
poste in doppia fila orizzontale a destra della tastiera.

Fila orizzontale superiore:

- Flauto in XV [4']
- Flauto in XIX [2'2/3']
- Tromba [8'] Bassi
- Tromba [8'] Soprani
- Contrabbassi [16'] Pedali

Fila orizzontale inferiore:

- Tiratutto
- Principale [16'] Bassi (Mostra, dal Do 16' al centro della cassa)
- Principale [16'] Soprani
- Ottava [8'] Bassi
- Ottava [8'] Soprani
- XV
- XIX
- XXII
- XXVI
- XXIX
- XXXIII e VI

Il manuale, unico, ha estensione di 55 note (Do - Fa) con prima ottava "corta" e con 5 tasti enarmonici [Sol#-Lab2 ; Re#-Mib3 ; Sol#-Lab3; Re#-Mib4 ; Sol#-Lab4 ]; tasti diatonici ricoperti in bosso con frontalino "a chiocciola" e tasti cromatici ed enarmonici ricoperti in ebano. Pedaliera di 14 note (Do - Fa) con prima ottava "corta" costantemente unita alla tastiera.
La Mostra settecentesca, disegnata da Camillo Rusconi e realizzata da Giacomo Alari adattandovi le canne di Giovanni Guglielmi, è composta da tre campi [8/13/8], di cui quello centrale a cuspide e quelli laterali ad ali digradanti verso il basso, con canne in stagno del Principale 16' con bocche "a mitria" ad andamento orizzontale; canna centrale Do 16'. Sono lavorate "a tortiglione" le canne 4, 7 e 10 del campo centrale; le bocche a mitria del campo centrale e quelle più alte dei campi laterali sono stupendamente lavorate a sbalzo. Le canne più esterne dei campi laterali non sono sonanti.


Organo "di San Carlo Borromeo" (transetto destro)

 Chiesa di S.Maria in Vallicella di Roma
Come si è detto, la cantoria e la cassa del transetto destro furono costruite nel 1698-99 da Francesco Magli su disegno di Camillo Rusconi, per simmetria con quanto realizzato nel transetto sinistro. Mentre nella cassa sinistra fu adattato l'organo del 1610, questa di destra rimase a lungo vuota (o al massimo con una mostra di canne mute).
Nel 1895 l'organaro Nicola Morettini di Perugia vi collocò un suo nuovo strumento, di stile "riformato" secondo l'estetica in voga in quegli anni, che faceva onore alla fama del costruttore, già ben affermata in Roma con gli organi costruiti nelle cappelle laterali di S. Pietro in Vaticano, in varie chiese cittadine (SS. Giovanni e Paolo, S. Bernardo, SS. Nome di Maria alla Colonna Traiana, S. Maria della Vittoria) e soprattutto nella Basilica di S. Giovanni in Laterano.
Ecco il quadro fonico dello strumento:

I Manuale - Grand'Organo
(registri azionati da pomelli posti a destra del primo manuale)

Fila inferiore - "Registri di Fondo"

- Principale 16' (Mostra da Fa 12')
- Principale 8'
- Flauto 8'
- Bordone 8'
- Trombina 4'

Fila superiore - "Registri di Ripieno e ad Ancia"

- Ottava 4'
- Pieno I
- Pieno II
- Tromba 8'

II Manuale - Espressivo
(registri azionati da pomelli posti a destra del secondo manuale)

- Principale 8'
- Traversiere 8'
- Viola 8'
- Celestia 8'
- Ottavino 4'
- Oboe 8'

Pedale
(registri azionati da pomelli posti a destra del leggìo)

- Quintaton 32' (in realtà: Quinta 10'2/3')
- Contrabbasso 16'
- Subbasso 16'
- Basso 8'
- Quinta 5'1/3'

Pedaletti - Accessori

Lato sinistro: Unioni
- Unione I al Pedale
- Unione II al Pedale
- Unione II - I
- Ottava Grave II - I

Lato destro: Combinazioni
- Tutti
- Forte II Manuale
- Tremolo II Manuale

Al centro: Staffa Espressione al II Manuale.

L'estensione dei Manuali è di 56 Note (Do - Sol); della Pedaliera è di 30 Note (Do - Fa), con pedali paralleli.
La Mostra con disegno a tre campi [8/15/8] ad imitazione di quella dell'organo del transetto sinistro, di cui quello centrale a cuspide e quelli laterali ad ali digradanti verso il basso, composta da canne in stagno del Principale 16' con bocche "a scudo" Morettini ad andamento orizzontale e disegno concavo; canna centrale Fa 12' (invece che Do 16' come nel transetto sinistro).Le trasmissioni originali erano: con leva Barker per il G.O., Pneumatiche Tubolari per l'Espressivo, Pedaliera ed accessori.
Questo strumento fu particolarmente apprezzato soprattutto per lo splendido ripieno e per i corposi bassi (tutti di diametri molto larghi e rinforzati dalla quinta 10'2/3' -Quintaton 32'- nel pedale), e per la sua armonica bellezza comparve in varie fotografie d'epoca, ad onta del "fratello maggiore".
Nel 1969 l'organo fu sottoposto ad un intervento di restauro e parziale integrazione ad opera della Ditta di Eligio Bevilacqua durante il quale furono sostituiti alcuni registri molto caratteristici dell'Espressivo (Oboe 8' sostituito da un Flautino 2'; Celestia sostituita da un Ripienino 3 file) e del Pedale (Quintaton 32' sostituito da una Bombarda 16'). Ricordo che un anziano sacerdote, tal Padre Alberto (se la memoria non mi inganna, si tratta del 1983), mi disse che gli organari erano stati seguiti nel loro lavoro dal noto Maestro Giuseppe Agostini. Espressi dubbi a riguardo, e successivamente non ho trovato conferme a tale affermazione che riporto solo per dovere di cronaca. Aggiungo solo che, a quanto ne so, il Dr. Oscar Mischiati, dalle pagine della rivista "L'Organo" espresse le sue critiche e le sue riserve sui risultati dell'intervento.
Quando ho suonato per la prima volta questo strumento, nell'ottobre 1987 (era con me il Maestro Ruggero Russi), esso si presentava con tali modifiche, ed era difficilmente giudicabile perché non era in buone condizioni di conservazione.
Nel 1999 la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Roma ha affidato agli Eredi di Augusto Bevilacqua l'intervento di restauro. Essi hanno ripristinato i registri precedenti, cosa che di fatto è avvenuta anche con impiego di materiali nuovi, ed eseguito varie riparazioni, tra cui l'introduzione di trasmissioni meccaniche all'Espressivo ed al Pedale in luogo di quelle tubolari originali.
Ho poi avuto modo di suonare l'organo in queste condizioni nel novembre 2000, con il Dr. Roberto Russi e grazie al cortesissimo Maestro Luca Di Donato. In quell'occasione mi fu detto che esso era ancora bisognoso di ulteriore messa a punto ed oggetto di contraddittorio tra organari e Soprintendenza.
Non ho avuto notizie ulteriori, ma spero che nel frattempo l'opera sia stata felicemente portata a termine, poiché lo strumento merita senz'altro di essere rimesso in perfetta efficienza.
Infine, non ho potuto fare alcuna altra fotografia, nemmeno alle interessanti consolles, perché in sacrestia, dai custodi della chiesa, non ho ottenuto il necessario consenso.

La Bibliografia su questa chiesa è sterminata. Sulle notizie generali ed artistiche consiglio:
- Paolo Portoghesi: "Roma Barocca", Laterza - Bari, 1983.
- Touring Club Italiano: "Guida Rossa", Touring Club - Milano, 1993.
Sugli organi:
- AA.VV. : "Cantorie e Organi di Roma" - Istituto Poligrafico e Zecca di Stato, Roma, 1994 (non riporta le disposizioni foniche).
- Gli organi costruiti da Nicola Morettini alla fine del XIX sec. sono elencati nel celebre trattato di Marco Enrico Bossi e Giovanni Tebaldini.
Per notizie storiche:
- Gianfranco Di Chiara e Patrizio Barbieri: "Regesto degli Organi di Roma" - in "L'Organo", Bologna, 1987.
Informazioni organistiche e notizie generali aggiornate su questi e altri organi di Roma:
- Graziano Fronzuto "Basilical Organs in Rome" - The Organ Club Journal n. 5/2000, Londra, 2000.



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