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San Gregorio Armeno - Napoli di Graziano Fronzuto e Gian Marco Vitagliano |
Cenni storici ed artistici
Ciascun organo ha un unico manuale di 48 note con prima ottava 'cromatica stesa' (Do1 - Do5 senza primo Do#) ed ha pedaliera 'a leggio' di 12 note (Do1 - Do2 senza primo Do#) costantemente collegata alla corrispondente prima ottava 'cromatica stesa' del manuale. Alla puntuale trattazione descrittiva del massimo studioso di organi napoletani occorre aggiungere un'osservazione non marginale: questi due strumenti sono del tutto singolari nell'arte barocca napoletana. Tre sono i motivi principali. Il 1° è costituito dal campo centrale della mostra, che non è piano ma convesso; non si tratta invero di una novità né di un "unicum" poiché esistono strumenti anteriori di oltre mezzo secolo che hanno tale particolarità, cito soprattutto quelli costruiti da Andrea Bassi da Ravenna: due in Santa Maria dei Miracoli a Napoli (da secoli ridotti alla sola cassa e a mostre finte con canne in legno), due in Airola (Confraternita del Purgatorio e soprattutto quello stupendo della SS. Annunziata, costruito nel 1680 e unico ad essere oggi funzionante, essendo stato restaurato da Zanin nel 1992 e nel 1997). Il 2° è legato al 1°: il campo centrale della cassa, sopra il campo convesso della mostra, è privo di cimasa (non ha né un arco, in modo da formare la tipica cassa 'a seriliana', né una decorazione 'a racemi' o 'a conchiglia' né tantomeno lo stemma della committenza, che è immancabile negli organi dell'epoca) e ciò crea un curioso effetto di schiacciamento del tutto atipico nelle casse napoletane; la sovrastante "zinefra reggitenda" dimostra che vi erano anche tendaggi che a loro volta contribuivano all'occultamento anziché all'esaltazione della magnifica decorazione della cassa. Il 3° è il raddoppio delle cantorie: quelle originarie, chiaramente visibili, sono circondate da quelle aggiunte loro intorno, particolarmente vaste; e questa sistemazione non pare avere alcuna altra imitazione in zona (elemento simile è presente -per esempio- in alcuni organi fiorentini). L'interpretazione di quanto sopra è piuttosto ardua, in assenza di studi specifici. L'ipotesi più verosimile è che lo stato attuale sia stato raggiunto dopo due fasi costruttive ben distinte. La prima ha comportato la costruzione della cantoria più interna, delle casse d'organo (con tanto di cimasa centrale con stemma della badessa committente) e degli organi da parte del de Martino. L'accuratezza della realizzazione fa pensare ad un disegno architettonico di alto pregio, sicuramente dovuto ad uno dei prosecutori dell'opera di Dionisio Làzzari (si fa il nome di Domenico Antonio Vaccaro). La seconda, probabilmente operata per ordine della badessa Violante Pignatelli attorno al 1780, ha prodotto l'assetto oggi visibile: la realizzazione della cantoria esterna, il taglio della cimasa delle casse e la sovrapposizione su di esse della "zinefra reggitenda" (probabilmente in tale occasione fu anche arricchita la decorazione delle casse, con l'aggiunta dei putti alla base delle lesene e le ulteriori palme e racemi alle ali esterne). L'organo di Francesco Cimino (1790) E' attualmente conservato nel "Cappellone" (o meglio Coro Absidale, collocato sopra il presbiterio e collegato alla chiesa tramite una ricca grata sopra la pala dell'altare maggiore), nell'estremità sinistra di esso. Il prof. Romano descrive questo strumento all'interno della seconda cappella di destra della chiesa. E in effetti era qui conservato fino ai primi anni '90 del XX sec. Si può ritenere -anche grazie ad alcune testimonianze- che fino al 1960 fosse conservato sulla cantoria sopra l'ingresso principale e che fosse l'unico organo utilizzato dalle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia tra il 1895 (quando fu loro affidato il monastero) e il 1960 (anno in cui fu realizzato l'organo Rotelli-Varesi). La cassa è chiusa da due portelle con fini decorazioni pittoriche; la mostra è composta da due campi ad ali digradanti verso l'esterno con lesena centrale su cui battono le due portelle. Le due canne ai lati della lesena centrale recano le iniziali del costruttore (F.C.). Al suo interno, un cartiglio attesta l'anno di costruzione (1790) e ciò consente di attribuirlo con certezza a Francesco Cimino, anziché a Fabrizio o a Felice. Lo stato di conservazione tuttora discreto, la meccanica perfettamente funzionante e la scorrevolezza dei registri indica che è stato ben conservato e ben usato fino a tempi recenti, anche se alcune canne di facciata sono intaccate dal cosiddetto cancro dello stagno. Manuale di 45 note (Do1 - Do5) con prima ottava 'corta' Registri azionati da pomelli in ottone collocati in doppia fila verticale a destra del Manuale, senza nomi:
L'organo di Domenico Antonio Rossi (1769) Anch'esso conservato nel "Cappellone", dalla parte opposta rispetto al precedente e si fa notare per le sue ampie dimensioni (soprattutto in altezza). Il prof. Romano lo descrive qui, ma al centro, in corrispondenza della grata sull'altare maggiore. La cassa -particolarmente imponente- è chiusa da due portelle ciascuna suddivisa in due parti, con decorazioni non meno ricche; la mostra è composta da tre campi, ciascuno 'a cuspide'. Lo strumento è stato rimosso nel 2005-2006 per un intervento commissionato dalla locale Soprintendenza; collocato brevemente in chiesa per consentire il concerto di presentazione al pubblico (tenuto dal prof. Livio de Luca il 6 maggio 2006) e nuovamente riportato nel "Cappellone", all'estremità destra, in un sito dove non è possibile aprirne l'anta destra. L'intervento suddetto ha sicuramente consentito la possibilità di far suonare lo strumento, ma è definibile come restauro a patto di considerare come tale la bonifica solo parziale delle parti foniche aggredite dal cosiddetto "cancro", la sostituzione dei tiranti con fil di ferro, la mancanza dell'elettroventilatore (quello utilizzato per il concerto è stato subito dopo rimosso). Non si vuole commentare tale intervento, chi l'ha attuato e chi l'ha vigilato, ma ci si limita a constatare che lo strumento è attualmente in condizioni tali da necessitare di un ulteriore intervento non poco approfondito, soprattutto confrontandone lo stato complessivo con quello dell'organo Cimino sopra descritto. Manuale di 45 note (Do1 - Do5) con prima ottava 'corta' Registri azionati da pomelli in ottone collocati in doppia fila verticale a destra del Manuale.
L'organo Rotelli-Varesi (1960) Come si è detto prima, il monastero è stato affidato alle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia verso il 1895; si è anche detto dello stato degli organi settecenteschi e dell'utilizzo del solo positivo Cimino al centro del proprio coro (la vasta cantoria sopra l'ingresso). Dopo i difficili anni della Seconda Guerra Mondiale le suore hanno iniziato a pensare ad un organo moderno collocando altrove il positivo fino ad allora utilizzato. L'idea si è concretizzata nel 1960 rivolgendosi a Giuseppe Varesi. La scelta era conseguente al fatto che egli era genero e prosecutore dell'opera di Giuseppe Rotelli, colui che aveva realizzato due organi su commissione della Madre Fondatrice attorno al 1907 (uno per il monastero di Gaeta, su progetto fonico di Franco Michele Napolitano tuttora esistente in ottimo stato, ed un altro alquanto simile per la casa di Portici, che però non è sopravvissuto al 1945). Registri azionati da placchette collocate in fila unica orizzontale al di sopra del II Manuale.
4 Combinazioni Aggiustabili generali; Combinazioni Fisse particolari Pistoncini e Pedaletti di richiamo Unioni 8 Staffa Crescendo Generale Staffa Espressione al II Manuale Pedaletti Ripieno I, Forte II, Tutti Estensione: Manuali di 61 note (Do1-Do6); pedaliera di 32 note (Do1-Fa3) di cui 30 reali (le ultime due reali solo per il Subbasso 16' a seguito dell'intervento del 2010); N.B. chi ha operato la sostituzione della consolle, tra gli anni '80 e '90 non ha tenuto conto della reale estensione del Pedale, fornendo una pedaliera standard; un successivo intervento aveva cercato di rimediare questa mancanza facendo sì che le ultime due note della pedaliera suonassero all'ottava precedente (!). Nell'ultimo intervento si è eliminato questo "rimedio" e, sfruttando il prolungamento del Subbasso 16', si è fatto in modo che questo solo registro suonasse anche col Fa#3 e col Sol3. L'organo ha avuto alcuni interventi. Il più incisivo è avvenuto attorno al 1980 con la fornitura di una nuova consolle (quella attualmente visibile). L'ultimo in ordine di tempo è stato attuato da Gian Marco Vitagliano nel 2010. Conclusioni I turisti che accorrono a fiotti in questa chiesa restano abbagliati dalla pur sbiadita bellezza dei capolavori in essa conservati e restano a bocca aperta sentendo suonare l'organo Varesi-Rotelli, qualunque sia il livello dell'organista di turno. Poi escono e si immergono nell'insormontabile folla compatta che riempie la viuzza per i famosissimi negozi dei presepi. Come ognuno potrà notare, si fermano più davanti alle statuine-caricature di sportivi e politici nostrani piuttosto che di fronte ai piccoli capolavori barocchi costituiti dai cosiddetti 'presepi tradizionali'. Un inconsapevole, generalizzato ed avvilente distacco dalla bellezza delle tradizioni del passato in favore del ridicolo effimero del presente che spiega anche in larga parte perché i quattro organi storici sono inutilizzabili (e uno di essi è persino inaccessibile). Ringraziamenti Gli Autori ringraziano l'organista Prof. Sac. Stefano Romano; la Rev.ma Madre Superiora Generale Floriana De Rosa; la sua Vicaria e la Madre Superiora del Monastero; ringraziano particolarmente le Rev.me Suore Thérese e Laila che ci hanno accompagnato nella visita al complesso monumentale ed alle preziose reliquie di Santa Patrizia e ringraziano il Maestro Federico Borsari per l'ospitalità nel suo sito e soprattutto per l'incoraggiamento nella stesura di quest'articolo. Links utili: La chiesa di San Gregorio Armeno nel sito www.dentronapoli.it Il chiostro di San Gregorio Armeno nel sito www.dentronapoli.it L'organo Rotelli-Varesi di San Gregorio Armeno di Gian Marco Vitagliano nel sito www.gmvitagliano.com Concerti con l'organo Domenico Antonio Rossi (1769) - maggio 2006 nel sito del Coro Polifonico Universitario di Napoli Biografia di Madre Maria Pia della Croce fondatrice delle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia nel sito Santi e Beati I sei organi della Basilica della SS Annunziata - Firenze di Graziano Fronzuto nel sito www.lapaginadellorgano.it Le fotografie a corredo dell'articolo sono state scattate da Gian Marco Vitagliano. Torna all'Indice Strumenti Torna all'Indice Categorie Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2011 |