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L'organo della chiesa di S.Carlo Borromeo di Ponte della Priula di Susegana

di Federico Borsari




 Organo di Ponte della Priula Il Trevigiano è sempre stato terra di organi e di musica organistica; diversi ed importanti sono gli strumenti, antichi e moderni, che ne contraddistinguono il territorio e si può dire, senza timore di sbagliare, che anche oggi, in un periodo di arrembante crisi e di "vacche magre" organistico-organarie, da queste parti l'organo e la sua musica mantengono una vivacità che non si può più riscontrare -purtroppo- in altre zone della nostra penisola e, anche, in diverse regioni europee in cui l'attività organaria, molto fiorente nei decenni passati, langue abbondantemente.
E' quindi con molto piacere che trattiamo questo nuovissimo organo, anche se appartiene all'ormai pure troppo nutrito drappello degli organi di ispirazione "estera". Le nostre posizioni in proposito sono chiare ormai da molto tempo ed è da quando siamo online (e sono ormai quasi sedici anni) che non ci stanchiamo di rammaricarci del fatto che tutte queste realizzazioni che si ispirano o copiano organi stranieri siano altrettante occasioni perdute per sottolineare quanto la tradizione e la storia organaria italiana siano state -e siano tuttora- tra le migliori del Mondo. Purtroppo -e lo sappiamo bene poichè anche noi non siamo immuni dal fascino dell'erba del vicino- troppo spesso organari e committenti nostrani privilegiano le loro specifiche preferenze e tralasciano la nostra storia e tradizione organaria.
Questo discorso lo abbiamo fatto un paio di pagine fa in occasione della presentazione di un nuovo organo di stile neobarocco olandese-germanico e lo ribadiamo oggi, occupandoci di un perfetto organo francese quasi-sinfonico/moderno. Ci conforta però il fatto che, in buona sostanza, se usiamo l'accortezza di tradurre i nomi dei registri dal francese all'italiano, ne caviamo fuori una disposizione fonica che -a parte le inevitabili differenze derivanti dalla diversa impostazione di base fonica- non si discosta poi di molto dai tanti (ma sarebbe meglio dire pochi) strumenti italiani che escono al giorno d'oggi dalle nostre officine organarie. Questo per dire che, fatte le opportune considerazioni e differenze, questo strumento non è una banale copia di uno strumento estero, ma va a collocarsi in quella particolare area del panorama organario che, pur presentando una forte caratterizzazione timbrica e stilistica, si presenta come un organo "attuale", che molto bene concilia tradizione e modernità e che offre notevolissime potenzialità espressive ed interpretative.
Questo strumento, realizzato da Zeni ed inaugurato il 20 Maggio 2012 con uno splendido concerto per organo, coro ed ensemble di ottoni, lo troviamo nella Parrocchia di San Carlo Borromeo di Ponte della Priula di Susegana ed è, senza alcun dubbio, un ottimo organo, che non solo si integra alla perfezione nell'architettura del tempio, ma dispiega una tavolozza timbrica di assoluto rispetto.
 Organo di Ponte della Priula Il progetto fonico è stato redatto dall'amico Sandro Carnelos, organista di grande rinomanza internazionale e di cui ben conosciamo la passione per gli strumenti di ispirazione francofona. Questo strumento ricalca, quindi, un ideale timbrico che troviamo nella migliore produzione moderna e contemporanea d'oltralpe. Dobbiamo però dire che, a differenza di altri organi in cui prevale la componente filologica più radicale, qui Sandro Carnelos ha progettato una macchina musicale che se da una parte riprende caratteristiche foniche ben specifiche (un esempio è la fonica del pedale, fondata su di un Flauto di 16 e che comprende -come tradizione francese comanda- solo altri tre registri, Flauto 8, Subbasso 16 e Bombarda), dall'altra privilegia anche quella giusta compenetrazione con le moderne tecnologie che rendono questo strumento veramente bello ed interessante. La trasmissione, infatti, è squisitamente ed integralmente meccanica per le tastiere e la pedaliera, mentre la gestione dei registri e delle combinazioni è interamente affidata ad un sistema computerizzato che offre all'organista quasi cinquemila combinazioni aggiustabili gestibili da sequencer. Inoltre la consolle è assolutamente ergonomica e dotata di tre tastiere di 61 tasti e pedaliera radiale concava di 32 note. Qui si suona comodi, ben lontani dalle pedaliere ridotte e disassate su cui occorre fare contorsionismi e salti mortali. In definitiva, un gran bell'organo su cui non possiamo che trovarci a nostro completo agio nell'esecuzione di un repertorio assai vasto e completo, che spazia dai classici fino ai contemporanei di ogni scuola ma che, per le sue caratteristiche intrinseche (Blockwerk invece che ripieno a file separate), non privilegia certamente l'esecuzione degli autori italiani classici, cosa che per uno strumento costruito in Italia da organari italiani consideriamo abbastanza disdicevole.
Sta comunque di fatto che si tratta di un organo molto interessante e ben realizzato, che coniuga in modo assai soddisfacente sia le esigenze dell'utilizzo liturgico che dell'impiego concertistico.
Di seguito la disposizione fonica:

Grand Orgue

Bourdon 16
Flûte Harmonique 8
Salicional 8
Montre 8
Prestant 4
Flûte Douce 4
Doublette 2
Fourniture 4 rangs
Bassoon 16
Trompette 8
Clairon 4
Récit

Quintaton 16
Flûte Traversière 8
Gambe 8
Voix Céléste 8
Flûte Octaviante 4
Octavin 2
Trompette Harmonique 8
Hautbois 8
Positif

Bourdon 8
Prestant 4
Nazard 2-2/3
Doublette 2
Tierce 1-3/5
Cromorne 8
Pédale

Flûte 16
Soubasse 16
Flûte 8
Bombarde 16



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