Pierre Cochereau nasce a Saint-Mandé il 9 luglio 1924. All'età di cinque anni intraprende lo studio del violino, a nove
anni si dedica al pianoforte sotto la guida di Marguerite Long e di Paul Pannesay. Nel 1938 inizia a dedicarsi all'organo
sotto la guida di Marie-Louise Girod e, nel 1941, passa sotto Paul Delafosse. Nel 1942 ottiene il posto di organista
titolare presso la chiesa di Saint-Roch, continuando nel contempo gli studi dapprima con André Fleury e poi con Maurice
Duruflé. Nello stesso anno tiene il suo primo concerto a Parigi. Contemporaneamente consegue la Laurea in Filosofia, inizia
poi gli studi di Legge ma ben presto li abbandona per dedicarsi interamente allo studio dell'organo.
Durante i suoi studi al Conservatorio egli consegue una mole quasi incredibile di premi e menzioni. Nel 1948 effettua la sua prima tournée concertistica in Ungheria. Nel 1950 viene nominato Direttore del Conservatorio del
Mans, carica che manterrà fino al 1956.
Nel 1955 viene nominato Organista Titolare presso la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, quale successore di Leonce de
Saint-Martin. L'anno seguente ottiene il suo primo Grand Prix du Disque per l'incisione della 'Symphonie-Passion' di
Marcel Dupré. Nello stesso anno effettua la sua prima tournée negli Stati Uniti d'America; prima della sua morte vi si
recherà altre ventiquattro volte.
Nel 1959 effettua una tournée in Australia. Nel 1961 viene nominato Direttore del Conservatorio di Nizza, carica che
manterrà fino al 1979, quando verrà chiamato a fondare il secondo Conservatorio Nazionale Superiore di Musica a Lione.
Nel 1966 viene nominato membro del Consiglio Superiore per la Musica.
Il 19 dicembre 1967 si esibisce a Mosca. E' il primo organista occidentale ufficialmente invitato ad esibirsi in URSS.
Nel 1971 compie una tournée in Giappone.
Durante la sua carriera si esibisce in oltre mille concerti in tutto il Mondo. In Italia ne effettua più di venticinque.
Vanta al suo attivo ben novantacinque incisioni discografiche, a cui vanno aggiunte le centinaia di registrazioni
effettuate per radio e televisione nei vari paesi del Mondo. Decorato con nove onorificenze conferitegli dai vari
governi per i suoi meriti musicali, Pierre Cochereau può vantarsi di essere stato soggetto di ben nove trasmissioni televisive
interamente a lui dedicate.
Si cimenta anche come compositore e la sua produzione comprende opere per pianoforte, orchestra, gruppi
orchestrali e strumentali, opere corali sacre e profane e, naturalmente per organo.
Pierre Cochereau muore improvvisamente nella notte del 6 marzo 1984 a Lione.
Osannato da molti, criticato da troppi, Cochereau è stato uno dei più grandi organisti di tutti i tempi. Se le sue
interpretazioni bachiane e classiche sono state sotto il mirino dei critici più feroci, con l'accusa di mancare assolutamente
di filologia interpretativa, le sue interpretazioni dei romantici e dei contemporanei sono tra le migliori in assoluto.
Cochereau non si cura delle critiche e va per la sua strada. Alla Messa delle Undici, la domenica, a Notre-Dame, accorrevano
persone di qualsiasi fede e religione, il cui grande interesse era sentire le sue improvvisazioni. In questo campo si
può assolutamente affermare che Pierre Cochereau è stato uno dei più grandi improvvisatori all'organo di tutti i tempi, alla pari
forse di Tournemire. L'improvvisazione all'organo è per Cochereau la più alta vetta dell'arte organistica e non per caso
quasi un terzo delle sue incisioni riguardano questa vera e propria arte.
Musicista con doti innate e generosissime, dotato di una tecnica quasi illimitata, grandissimo conoscitore
dell'organo in ogni suo aspetto fonico, tecnico ed estetico, egli sacrifica spesso la coerenza stilistica e filologica
nelle esecuzioni della musica più antica sull'altare di un virtuosismo e di una spettacolarità che, pur spesso circonfusa
da un alone di bonaria megalomania, colpisce violentemente nel segno di una platea di ascoltatori che la musica la ascoltano
più con il cuore che con lo spartito alla mano. Sotto questo punto di vista Cochereau è stato un vero e proprio didatta
popolare. Egli riusciva a far entusiasmare anche le persone musicalmente meno preparate con esecuzioni in cui egli
privilegiava l'aspetto 'forte' ed 'immediato'; in altre parole, dopo avere stupito l'ascoltatore e catturata la sua
attenzione, lo conduceva addentro ai meandri della musica organistica più difficile ed elaborata conducendolo quasi per
mano, sostenendolo nei momenti di smarrimento con fragorose ed impattanti improvvisazioni su canzoni popolari, a cui
faceva seguire, magari subito dopo, monumentali parafrasi create nota per nota su melodie gregoriane dal fascino tranquillo ed
inquietante al tempo stesso. E, alla fine, gratificava l'ascoltatore che lo aveva seguito, chiedendogli di diventare parte attiva
dello spettacolo fornendogli temi musicali da cui scaturivano monumentali improvvisazioni che rimangono ancora oggi a testimonianza
di una personalità musicale eccezionale e dalle mille sfaccettature.
Pierre Cochereau è stato forse uno degli ultimi grandi interpreti ed organisti. Le critiche sulle sue interpretazioni classiche e
bachiane mantengono tutto il loro valore, così come gli entusiastici apprezzamenti per le sue interpretazioni moderne e per le
improvvisazioni. In definitiva, egli non si curò mai molto nè delle une nè delle altre. Proseguì sempre per la sua strada,
che era la strada del grande virtuoso, del grande interprete, una strada che, vista la sua carriera ed i suoi successi,
è stata senz'altro gratificante.
I suoi amici e colleghi organisti gli hanno sempre riconosciuto un merito che loro non avevano e che non avrebbero
avuto mai: quello di riempire all'inverosimile le chiese durante i concerti.
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