VII - Conclusioni

4 - Libertà di stampa o libertà di impresa?

 

Le vicende venezuelane alla fine aprono anche un'altra questione: il ruolo delle associazioni internazionali che per statuto si battono per la libertà di stampa. Il nuovo giornalismo, il giornalismo comunitario e impegnato, l'informazione dal basso, che si sviluppa in relazione stretta con il movimento bolivariano, denuncia la presunta parzialità di organizzazioni quali RSF, CPJ, ecc., che - sostengono - finiscono per schierarsi acriticamente accanto ai media golpisti contro Chavez, dimenticando non solo la presenza di questo nuovo giornalismo, ma assolvendo - come sostanzialmente veniale - l'appoggio militante che i grandi media privati hanno fornito al blocco dell'opposizione in nome di un concetto di libertà di stampa che finisce per diventare soprattutto libertà di impresa.

Una polemica molto violenta oppone ad esempio Narco News , un bollettino on-line specializzato nell'informazione sul peso che controllo della produzione e grande traffico della droga ha negli avvenimenti politici delle Americhe, a RSF. Nel luglio 2002, qualche mese dopo il fallito golpe, Al Giordano, animatore del bollettino, in una lunghissima lettera al segretario di Rsf Robert Ménard (Appendice ) cita Ignacio Ramonet. "Giornalista autentico, di grande prestigio e rispetto, direttore di Monde Diplomatique, Ramonet ha stabilito il mese scorso, dopo una missione d'inchiesta in Venezuela, che 'chiudendo gli occhi su una delle più odiose campagne mediatiche mai orchestrate contro un governo democratico, l'organizzazione Reporters sans frontières ha dimostrato che poteva essa stessa essere manipolata e ha pubblicato vari rapporti contro il governo Chavez, che non ha mai limitato la libertà di espressione, interdetto dei giornali o arrestato dei giornalisti" (versioni integrali http://risal.collectifs.net/article.php3?id_article=114 oppure http://www.narconews.com/cartasinfronteras.html).

Riferendosi a un dibattito internazionale sul ruolo delle grandi associazioni come Rsf avviato anche attraverso la rete di indymedia , Giordano sostiene poi che Narco News ha trovato in Venezuela "circostanze e fatti molto diversi da quelli descritti nel rapporto di RSF. In realtà noi abbiamo verificato che una classe intera di giornalisti in Venezuela era in stato di assedio ed è stata lasciata senza difesa dalla vostra organizzazione" (organizzazione che ha un grande budget, maligna Giordano), e cioè "i giornalisti dei media comunitari, in particolare le 25 stazioni radio e televisive non commerciali che sono state legalizzate dalla Costituzione bolivariana del 1999 e dalla Legge sulle telecomunicazioni del 2001" .

(...)

Nel Rapporto di RSF, prosegue Giordano, "affermate che Hugo Chavez, presidente del Venezuela e grande ammiratore di Fidel Castro, impressiona con le sue dichiarazioni incendiarie contro i media, e gli osservatori temono che il vecchio militare e l'autore di un golpe mancato nel 1992 si trasformi in dittatore (...). La vostra inquietudine - aggiunge il direttore di Narco News - era il timore di un futuro ipotetico: temere che il presidente democraticamente eletto del Venezuela 'si trasformi in dittatore'".

"Il fatto - prosegue Giordano - è che le fazioni commerciali che voi avete difeso, che abusano della causa della 'libertà di espressione' mettendola al servizio di un'agenda politica di parte, si sono rilevate loro i veri dittatori quando si sono impossessati, con le armi, del governo del paese. Hanno soppresso il Congresso, la Corte suprema e la Costituzione. Hanno inviato le loro truppe di casa in casa per arrestare e imprigionare dei leader politici eletti, dei cittadini e dei giornalisti che avevano criticato il loro putsch".

"Vi ricordo poi che quello che voi avete criticato in realtà del governo Chavez è solo l'uso che il suo presidente eletto fa del diritto inalienabile che voi pretendete di difendere: parlare.

E dal momento che la vostra organizzazione, Reporters sans frontières, riceve, stando al vostro sito web, il 44% dei suoi mezzi finanziari dalla Commissione europea, voi non siete in una posizione tale da poter criticare un governo solo perché utilizza la parola.

Inoltre rendete un cattivo servizio alla causa della libertà di espressione confondendo parola e repressione, e vanificate gli sforzi intrapresi per combattere i veri attacchi portati contro i giornalisti mantenendo la confusione fra parola e "attacco".

Al contrario dovreste applaudire a questi settori della società civile e ai suoi dirigenti eletti che utilizzano la parola - compresa la parola dura - per gridare il loro risentimento contro i veri abusi e la vera corruzione di ampi settori dei media commerciali. Il popolo e i dirigenti che usano la parola mostrano la via di un'alternativa alla violenza e alla repressione. Questo dovrebbe essere un principio di base di una organizzazione che si occupa di difesa della libertà di stampa.

In realtà - anche se voi certo contesterete questa affermazione - Rsf è un'agenzia quasi-governativa. Siete finanziati da governi, come potete pretendere che un governo non debba usare la parola? Dovreste incoraggiare la parola come un'alternativa alla repressione contro i giornalisti. Il vostro scarto ideologico visibile, una strana ostilità ai risultati di elezioni democratiche in Venezuela, e l'utilizzazione speciosa della tattica della 'copevolezza per associazione' è indegna della pratica di un giornalismo serio e sminuisce concretamente la credibilità della vostra organizzazione per la "libertà di stampa".


Non ci risulta che Robert Menard abbia risposto a questa lettera e in ogni caso, successivamente, le posizioni di Rsf, davanti a un comportamento inequivocabile da parte dei media commerciali di Caracas, sono apparse più equilibrate. In ogni caso, la questione posta da Narco News rimane tutta aperta.

E l'altro giornalismo? E il diritto dei cittadini all' informazione? Ed è davvero uno scandalo ipotizzare - come fa l'articolo 58 della costituzione bolivariana - il diritto a una informazione tempestiva, veritiera e imparziale?

Pino Rea

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Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni