Lou, nel pieno della sua bellezza, dava il meglio di sé nelle
lettere, negli incontri, nei fitti dialogi sull'amore e sulla morte. Furono
proprio le straordinarie capacità acrobatiche del pensiero, la grazia del
linguaggio a invaghire tanti scrittori e scienziati che l'hanno conosciuta e
amata. Come se la sua mente acutissima li stimolasse ad una continua
accelerazione e vibrazione delle idee. Sapeva concludere ciò che i suoi
interlocutori lasciavano in sospeso, sapeva sintetizzare e sciogliere nodi
ingarbugliati dei pensieri altrui, come fece con Rilke e con Rée.
Ma sapeva anche scovare le crepe del pensiero speculativo per insinuarsi con
vigore, come fece con Freud e con Nietzsche di
cui mise in evidenza alcune esplosive contraddizioni.
Il suo mistero, su cui si sono accaniti storici e biografi, stava nella
combinazione di una mente straordinariamente intelligente e di un temperamento
caldo e gioioso. La sua curiosità intellettuale era sincera e fine a sé
stessa, ne affrontava i rischi con "l'intelligenza di un'aquila e il
coraggio di un leone" secondo le parole di Nietzsche.
A qualcuno è apparsa come una parassita che collezionava intellettuali per
carpirne la genialità, come se la genialità potesse essere passivamente fatta
propria! Niente di più ingeneroso, basta pensare che a Rilke, maltrattato e
abbandonato, lei è rimasta fedele per tutta la vita.
"Cara Lou, Dio lo sa, la tua figura è stata davvero la porta attraverso cui sono giunto per la prima volta all'aperto" (Lettera del dicembre 1911).
"Tu mi hai infinitamente aiutato, il resto ora è qui con me e per l'angelo, se rimarremo uniti: lui ed io, tu in lontananza" (Lettera del 1913, scritta dopo 12 anni di separazione).
Nel frattempo Lou si era sposata, ma era già invaghita di un
altro. I suoi innamoramenti erano fortemente intellettualistici. Sappiamo che
era poco portata per l'amore fisico, spesso scappava dalla fisicità, creando
vortici di desiderio frustrato, rancore e ammirazione.
Il fatto che fosse una donna libera e che non si nascondesse, il fatto che
facesse dell'amore un campo di temeraria sperimentazione, metteva in subbuglio
tutti. Oggi diremmo che era una donna inquieta, insofferente di ogni legame,
innamorata della conoscenza, una donna con l'intelligenza cristallina.