La volete una ricetta per un cocktail? Prendete carta e penna e scrivete: un terzo di tetracloro-dibenzo-para-diossina, limone, vodka e tre terzi di metil-socianato. Shakerate in una grande cisterna che poi prende fuoco. Il cocktail si chiama Bhopal. Vi lascerà senza parole, eternamente, come i 2.500 disgraziati che vivevano intorno alla fabbrica di pesticidi della Union Carbide a Bhopal in India, appunto.
Era il 3 dicembre del 1984. Peggio è andata a quelli che sono sopravvissuti: brochiolite obliterativa, fibrosi interstiziale, dispnea. Che nomi da ricchi hanno le malattie dei poveri. La maggior parte sono diventati ciechi. Ma noi ricchi abbiamo una coscienza... alla quale, come si fa con un capo firmato, associamo sempre un prezzo. 50 dollari ciascuno, così si comprano un bastone e magari una cucciolata di Rex per aiutarli ad attraversare la strada. Gente che cammina senza scarpe, quelle al più, ce le fabbricheranno i loro figli più giovani nell'anonimo capannone dello zio Sam.
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Dite che è una notizia vecchia? Che forse dovrei occuparmi di questa quotidianità fatta di puttane di Stato a 2.000 Euro a scopata, oppure dell'ennesima sconfitta "dal volto umano" del centro-sinistra (in fondo abbiamo ancora una volta salvato il culo a Firenze e Bologna... Allegria)? Forse. Ma ora, tanto per cambiare, sono di cattivo umore e non riesco a far emergere le fossette di Cupido dalle mie guance se penso che nel 1950 producevamo 7 milioni di tonnellate di sostanze chimiche ed oggi, invece, 900 milioni di tonnellate.
Aspettate, mi accendo una sigaretta, almeno ho la soddisfazione di farmi venire un accidente con le mie mani. Il pacchetto del resto parla chiaro: "Il fumo danneggia te e chi ti sta intorno". Grazie della dritta, magari l'avessero saputo pure quelli di Bhopal.
Bhopal mi ricorda un'altra strage di un certo tipo di progresso. Chernobyl. Era il 26 aprile del 1986. Andavo ancora alle medie. Esplode il reattore numero 4. Nel raggio di 30km sono evacuati 116.000 poveri cristi che hanno assorbito tanta di quella radioattività che al buio si accendono come i "padripio" fosforescenti. Piante, acqua, terre, case. Tutto contaminato. Non sappiamo ancora a distanza di 23 anni né quanto né fino a dove, perché c'era la nube spinta dalle correnti atmosferiche. Sparsa su mezza Europa, Italia compresa, come lo zucchero a velo sulle torte di mele di Nonna Papera. 32 morti ''ufficiali'' diranno le statistiche. Gli hanno fatto una bara di cemento armato da 300mila tonnellate. Neanche a Lenin i russi hanno fatto un tumulo così. E chissà se si legge ancora la sigla CCCP che, come sappiamo, è l'acronimo di CuCuruCucù Paloma.
Vi ricordate cosa ci vietarono? "Non mangiate verdura, non mangiate mozzarella, non mangiate fragoline di bosco"... - E ancora: "Lavatevi bene i piedi, i capelli"... e la coscienza, I suppose.
Intanto, in tutti questi anni, quanti di noi sono andati al discount a prendere la mozzarella per la dieta, senza sapere che magari è stata fatta con latte in polvere datato aprile 1986? Cazzo, abbiamo un frigorifero, mica un Contatore Geiger.
Tranquilli. C'è sempre chi sta peggio di noi. Peggio morire impiccato in Iran, fucilato in Cina, fritto sulla sedia elettrica in Texas, che per una caprese magari mangiata 15 anni fa.
One - two - three - four. E' la fine del mondo come sappiamo (ed io mi sento bene). - Live :-)
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