Il 6 novembre dell’anno scorso moriva a Milano Enzo Biagi: un grande giornalista certo, ma più di tutto un grande italiano.
C’erano molti modi possibili per ricordarlo. Avrei potuto rievocare il suo passato di "partigiano" di cui andava tanto fiero, oppure, per venire a tempi più recenti, rammentare quell’infame "editto bulgaro" che segnò la fine della sua "striscia" quotidiana: "Il fatto", trasmissione che andava in onda subito dopo il tg1, nella quale il giornalista d’origine emiliana aveva modo di sviscerare i misfatti propri di quell’italianità che Antonio Gramsci, molti anni prima, aveva penosamente definito "piccina, pidocchiosa e demagogica".
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Ho fatto invece una scelta diversa. Ho deciso di pubblicare un suo breve racconto il quale, a sua volta, traeva spunto da un fatto di cronaca di provincia realmente accaduto.
Forse non sarò granché ottimista, ma penso che l’epoca di giornalisti, scrittori e narratori, a loro modo eroici, come Enzo Biagi volga al tramonto. Eppure, leggerne poche righe, come in questo caso, può rappresentare per molti lo stimolo a pensare in modo più libero, se non diverso.
Un giorno di pasqua, a Ferrara. In una strada del centro c’è un uomo rattrappito, vestito di stracci, che ha appeso al collo un piccolo pezzo di cartone, con una scritta tracciata con il pennarello: "Ho fame, aiutatemi".
Nessuno si accorge che sta morendo: Potrebbe rivolgersi a qualche ufficio di assistenza o a un ospedale: ma rifiuta ogni contatto con questa "società".
Fanno l’autopsia: meno di cinquant’anni, forse ucciso dall’inedia. Il buon samaritano non scende più da cavallo. Siamo 5 miliardi, presto 6, quasi 800 milioni non hanno da mangiare: e cresce meno erba sulla terra e ci sono meno pesci nel mare. Solo l’indifferenza dilaga.
- Enzo Biagi.
Mario scrive: Mi associo pure io
al ricordo commosso per un grande giornalista. Un uomo davvero libero.
corsaro rosso scrive: aggiungo che
sarebbe stato molto contento della vittoria di Obama. Lo sarebbe stato in modo schietto, genuino e non ipocrita come tanti (troppi) stanno facendo in queste ore.
Tess scrive: Pensa che sono due anni
che non si riesce ad attribuirgli nemmeno l'Ambrogino d'oro, cioe' l'onorificenza del Comune di Milano, citta' dove visse per ben 50 anni. Segno che non c'e' fine pena per quell'editto bulgaro.
davide scrive: Solo Enzo Biagi
poteva esprimere tanta indignazione senza essere retorico. Yes we can, lo ripeterebbe anche lui.
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