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23.04.2009 web stats Feed RSS
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Buck e Catwoman

Buck (pronunciato "all'italiana" buc) era il mio cane. Catwoman la mia gatta.

Il mio cane era un pastore tedesco. Nero come la notte. Nero come il lupo di Cappuccetto rosso, il quale fu il primo cane incontrato nella mia vita. Fui proprio io a chiamarlo così. Ricordo che stavo ancora alle elementari. Buck fu il regalo di compleanno di un nostro caro amico di famiglia.

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Era bellissimo, quando correva sembrava di veder correre un puledro di razza. Era vigile, intelligente ma anche un po' lunatico. A volte, quando gli pesava obbedire... fingeva di distrarsi, si guardava intorno come per capire (in malafede s'intende) a chi mai fosse diretto l'ordine. Poi, quando proprio non poteva più fare altrimenti, ostentando il suo disappunto, si decideva alla disciplina.

Buck è vissuto con me per otto anni, credo di poter affermare, felice. Lo dico con una certa soddisfazione, ma non con orgoglio. Io penso che quando si prende un cane in casa, in qualche modo bisogna occuparsi, preoccuparsi di lui... come a suo modo lui si occupa e si preoccupa di noi.

La sua morte giunse improvvisa ed inaspettata. Ne ho sofferto per molto tempo. Almeno fino a quando, diversi anni dopo, nel nostro cortile trovammo, forse abbandonata dalla madre, Catwoman. Un tenero e piccolissimo batuffolo di pelo nero. Se per mia mamma resterà per sempre 'a jatta io, come già fatto a suo tempo con Buck, la ribattezzai con il nome dell'acerrima nemica di Batman.

Catwoman, crescendo, davvero finì per assomigliare all'eroina del fumetto. Libera, indipendente, vagamente eccentrica e perché no, cattiva. Eppure aveva un certo non so ché di signorile e sofisticato. Spariva per diverse ore, poi, quando meno te l'aspettavi, la ritrovavi tra i piedi a fare le fusa. Ricordo ancora tutti quei graffi che mi ha lasciato sulle gambe e sulle braccia. A volte poi, nel bel mezzo della notte, saltava sul mio letto. Due fari abbaglianti verde chiaro, che ti puntavano diritto negli occhi. Mia madre ne era quasi terrorizzata. Io, invece, ne ero affascinato. Se davvero esiste la reincarnazione come dicono gli induisti, un giorno mi piacerebbe proprio rinascere gatto.

Oggi, come detto, sia Buck sia Catwoman non ci sono più. Mi mancano quando talvolta, rincasando o stanco, o avvilito o disilluso, non ritrovo più la loro accoglienza. Festosa e calda del primo, altera e dolce della seconda. Così mi piace immaginare che esista un paradiso anche degli animali. Fatto di tanti ossi e di sconfinate praterie dove possono abbaiare e miagolare al vento e alla luna... e dove possono incontrare, di tanto in tanto, il loro amico padrone e dividere con lui un po' di felicità.

Buck e Catwoman con voi, anche un pezzo del mio cuore è andato via. Per sempre.


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