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Leftorium

29.03.2005 web stats Feed RSS

Due domande

All'Onorevole Salvatore Vozza

Dall'opuscolo in cui è contenuto l'ambizioso programma della Coalizione che sostiene Salvatore Vozza leggo: "I Servizi Pubblici: La Priorità dell'Ente Locale deve essere di assicurare l'economicità e l'efficienza dei servizi mediante il risanamento delle aziende partecipate, favorendo l'individuazione di partner privati cui affidare la conduzione manageriale della gestione aziendale. Il Comune deve riservarsi il ruolo del socio che si occupa della programmazione e del controllo, ritraendosi dalla gestione diretta dei servizi. Non si tratta di aumentare le tariffe, ma di aumentare l'efficienza e la qualità delle prestazioni impedendo che la cattiva gestione si scarichi, con ingenite perdite, sul già esiguo bilancio comunale".

Di fronte ad un dilemma, in politica si sceglie una posizione, si dice un Sì o un No

Premetto che condivido quest’assunto pienamente, tuttavia non comprendo come questa posizione innovativa si concili con la petizione di Rifondazione comunista e da Vozza sottoscritta recentemente che, sostanzialmente, avversa questa linea con riferimento all'ATO 2 di Napoli e alla gestione delle risorse idriche.

Vozza e anche la locale sezione di Rifondazione non conoscono il programma da loro stessi sottoscritto e presentato agli elettori, oppure si è firmato una petizione chiaramente "ideologica" tanto per strizzare l'occhio a certa sinistra radicale le cui posizioni, tuttavia, mal si conciliano con le responsabilità di governo?

Di fronte ad un dilemma, in politica si sceglie una posizione, si dice un sì o un no. Le tattiche vengono dopo, si valutano strada facendo, si modulano col mutare della situazione.

Tra una sinistra che ha scelto la confortevole culla dell'ideologia e quella che continua ad avere il coraggio di essere riformista io non ho dubbi, scelgo la seconda. Ma a Castellammare quest’opzione esiste?

Alla Senatrice Ersilia Salvato

Tempo fa in un’intervista il direttore de "Il Riformista" Antonio Polito (anche lui stabiese di nascita) ebbe a dire: "Adulazione significa non dire mai mi dispiace".

Pure Ersilia Salvato, spiace osservarlo, non l’ha mai detto e sinceramente non si capisce il perché. Non c’è stata una sola occasione pubblica in cui abbia manifestato l’intenzione di rimproverarsi qualcosa sul suo operato di Sindaco nei due anni di governo della città; eppure il tempo e le occasioni non le sono mancati.

La Salvato, invece, ha preferito perseguire una sua alterità. Ha dato voce alla protesta del "suo" popolo, se n’è fatta megafono, dimenticando che in politica l’adulazione si trasforma di solito in populismo. I leader devono guidare le masse non inseguirle anche perché queste sono assai volubili. E chi conosce Marx ed Engels a menadito (come la Salvato) dovrebbe saperlo.

Ergersi a paladini di una presunta diversità non ha fruttato il successo sperato ai tempi di Berlinguer e, francamente, appare difficile se non pretenzioso pensare che possa darlo oggi all'eterogenea coalizione che sostiene la Salvato.

In politica non è mai troppo tardi per fare "outing". Chissà che non potrebbe persino giovarle in questi ultimi spiccioli di campagna elettorale?

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