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Leftorium

05.05.2008 web stats Feed RSS

Una lezione liberale (da una comunista)

Rina Gagliardi su Liberazione (il giornale di Rifondazione comunista) di domenica ha affrontato, a mio modo di vedere in maniera condivisibile, la querelle sulla pubblicazione "on line" delle dichiarazioni dei redditi degli italiani e del "finimondo" che n'è scaturito.

Raramente capita di condividere qualcosa del giornale di Sansonetti, tuttavia, questa volta, al di la della "vision" ideologica che pur sempre trasuda dall'articolo, voglio evidenziare che la Gagliardi coglie un aspetto fondamentale. Quello della libertà. La libertà di informazione certo, ma non solo.

Scrive l'editorialista: "Nel Paese in cui evadere il fisco è considerata, dai più, una virtù, anzi un'arte sopraffina, non solo e non tanto il "quanto guadagni" ma il "quanto dichiari" al fisco, ovvero alla collettività, è considerato un segreto personale da custodire gelosamente, un fatto di privacy - quasi come la propria vita sessuale e sentimentale. Ma come si fa a sostenere la natura privatistica, personalissima, "inviolabile", di una questione che attiene a uno dei fondamenti della vita pubblica e della democrazia, cioè il rapporto tra cittadino e Stato, cioè il "patto fiscale"?

"In Italia, puoi fare tutto - prosegue l'ex parlamentare del Prc - e sarai perdonato (quantomeno dal sistema dell'informazione) se appartieni al mondo degli inclusi". "Puoi anche ammazzare di botte un povero giovane, che non ti voleva dare una sigaretta: ma se sei parte di un branco di "bulli", bianchi e padani della leghista Verona, i maggiori quotidiani non dedicheranno all'agghiacciante episodio neppure un titolo di prima pagina. Immaginate quale sarebbe stato il rilievo mediatico, e politico, se il gruppo omicida fosse stato di rom, romeni o marocchini? Quali e quante riunioni straordinarie del Consiglio dei ministri ci sarebbero state? Quali e quanti leggi sulla sicurezza sarebbero state proposte? Ma erano italiani, e la campagna elettorale appartiene ormai al passato. E nel Paese si respira un altro clima. Dove puoi fare tutto, ma all'interno di confini ben rigidamente predeterminati".

Di questo non si parla. La libertà d'informazione è uno dei pilastri su cui poggia la società moderna. E' un elemento basilare della democrazia. Eppure in questi giorni, proprio in occasione della giornata mondiale sulla libertà d'informazione, è emerso che il 60% del pianeta è radicalmente escluso "da una parvenza di stampa e informazione libere". l'Italia occupa un preoccupante ventinovesimo posto nella classifica internazionale. La libertà d'informazione, quindi, invece che in avanti, sembra procedere in proporzioni perfettamente inverse al procedere della globalizzazione.

All'Italia spaurita di oggi, che ha consegnato nuovamente le chiavi di Palazzo Chigi a Berlusconi, tutto questo sembra non interessare. Non interessa alla "massa" e non interessa nemmeno alle elite. Appare, ormai, radicata in molti la convinzione che anche l'informazione è solo business; conta per quel che rende. E' gestione di potere, consenso, controllo delle opinioni. Tutto il resto discende da qui. "Ed è - conclude la Gagliardi - un esempio lampante, uno dei più drammatici, del divorzio ormai consumato tra capitalismo e liberalismo, tra logica pura del mercato e pratica della libertà".


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Ci sono 3 commenti all'articolo

Alex scrive: Non siamo un paese libero!

Credo che a questo articolo della Gagliardi si possa legare anche la vicenda "Travaglio". Io sono perfettamente d’accordo con lui. E mi sto francamente stancando del buonismo del PD (che ho votato).Travaglio ha semplicemente parlato di fatti noti. E nessuno liha smentiti. Fa male Veltroni a dare credito a Berlusconi. Con questa destra non sono possibili inciuci. Questa destra vuole zittire tutte le opposizioni, vuole togliere di mezzo ogni voce non allineata.

Leftorium (ADM) scrive: Tra Voltaire e Robespierre...

...Scelgo il primo. Ricorderai sicuramente la celebre massima di Voltaire: "Disapprovo quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo". Lo faccio anche io con con te... e - di conseguenza - anche con Travaglio. Detto questo, pero', permettimi anche di pensare, con qualche ragione, che l'antiberlusconismo e il giustizialismo manicheo che ha attecchito come la zizzania nella sinistra (o meglio in parte, comunque rilevante, di essa) ha fatto piu' danni alla sinistra stessa che a Berlusconi. - Saluti.

davide scrive: L'opposizione faccia opposizione!

Sembra evidente che il problema dell' informazione libera sia arrivato a un punto critico. Tant' è che i grillini ne hanno fatto dei quisiti per un referendum, stanno raccogliendo le firme. In questi giorni stiamo assistendo ad una nuova pratica politica, almeno in Italia, cioè il confronto tra maggioranza e opposizione. Ferma è la convinzione che Berlusconi cerca solo una sponda per non essere ultra pressato dalla lega da un lato. Mentre dall' altro cerca di tenersi buono un partito rivale come il PD. In quest' aria di amorevoli sensi, auspico all' opposizione di non perdersi e mantenere nella sua agenda la legge sul conflitto di interessi e la lotta alle mafie.

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