Oggi l'Istat ha reso noto che il dato del rapporto Deficit/Pil dell'anno 2004 si è attestato al 3%. Tanto per cambiare, anche questa volta, risulta smentita la previsione del governo del 2,9% che prima ancora, con Tremonti ancora in sella, era del 2,4%.
“ Anziché ripulire la stanza si preferisce mettere la polvere sotto il tappeto e lasciare che altri, in futuro, magari se ne occupino „
Curiosità, però, destano le cosiddette "riclassificazioni" effettuate dall'Istat dei rapporti riscontrati negli anni precedenti, dal 2001 al 2004 per la precisione. Infatti, in tutti i casi, scaturisce che le precedenti stime erano imprecise se non addirittura sballate.
Infatti, Deficit/Pil: 2004=3,02%; 2003=2,9% (contro una precedente stima al 2,4%); 2002=2,6% (contro il 2,3%); 2001=3% (contro il 2,6% fornito allora dall'Istat).
Appare verosimile immaginare che alla prossima "riclassificazione" il nostro rapporto Deficit/Pil per l'anno 2004 risulterà sensibilmente superiore al 3% come oggi, del resto, già attestano l'Fmi, l'Ocse o il Nens. Senza contare che queste poco edificanti performance sono state ottenuto soprattutto ricorrendo a quel vezzo tutto italico delle "una tantum" o, peggio, dei condoni (provate a spiegare all'estero cos'è un condono edilizio o fiscale).
Proprio in questi giorni il Ministero del Tesoro ha annunciato un piano per portare, entro il 2007, il nostro elevatissimo rapporto Debito pubblico/Pil sotto il 100%. Nel 1996 questo rapporto era del 124%. Dopo i governi del centrosinistra, nel 2001, era calato al 110%. Oggi, dopo 3 anni di governo Berlusconi, il trend di riduzione si è sensibilmente ridotto attestandosi (sempre secondo l'Istat) al 105,8%. Poco più di 4 punti. Per raggiungere il valore previsto dal Patto di Stabilità europeo del 60% di questo passo occorrerebbero più di 30 anni!
Insomma anziché ripulire la stanza si preferisce, grazie alla gentile collaborazione del nostro istituto di statistica, mettere la polvere sotto il tappeto e lasciare che altri, in futuro, magari se ne occupino.
Sempre l'Istat e il Min.cul.pop. informativo ci dicono che la pressione fiscale nel 2004 è calata di 1 punto rispetto all'anno precedente attestandosi al 41,8% del Pil. Ebbene sapete quanto era la pressione fiscale nel 2001 lasciata in eredità dai governi di centrosinistra? Il 42,2% del Pil. Pertanto il governo del "meno tasse per tutti", che dei tagli alle tasse ne ha fatto una vera e propria ideologia da salotto televisivo, ha ridotto la pressione fiscale di un misero 0,4% in 3 anni. Questo sarebbe "l'abbattimento" enunciato urbi et orbi, al punto numero 1 del Contratto con gli italiani del cavaliere.
Tuttavia, l'Istat ha fornito anche altre cifre meno favorevoli al governo alle quali, puntualmente, è stata messa la sordina. Infatti risulta che nel 2004 è calata l'occupazione dello 0,6% nelle grandi imprese rispetto all'anno precedente. E ancora, risulta che le retribuzioni nel 2004 sono aumentate del 2,1% ovvero meno dell'aumento del costo della vita (inflazione) registrato nello stesso periodo. Se poi consideriamo le retribuzioni lorde per ore lavorate, l'aumento risulta di appena 1,7%, mezzo punto sotto il tasso d'inflazione del 2004 (+2,2%).
Anche l'avanzo primario, cioè l'attivo di bilancio al netto della spesa per interessi, risulta in forte calo attestandosi al 2% contro la previsione del governo al 2,4% e un lascito dal precedente governo ulivista nel 2001 di oltre il 5%.
Infine "a causa di importanti guasti informatici" l'Istat non ha fornito la stima del Pil 2004 a prezzi costanti (cioè quella reale) ma ha pensato bene di fornire un dato, degno di una "tigre asiatica", tanto forviante quanto poco significativo, come il Pil a "prezzi di mercato" al 3,9%. Immediata la protesta dei sindacati e dell'intesaconsumatori che parla di "scandalo Istat, sempre più allineato con il potere".