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12.11.2008 web stats Feed RSS
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La mia Africa. Da Sowetho a Castel Volturno

Sfortunatamente il celebre film con Meryl Streep, tratto dal romanzo autobiografico di Karen Blixen, centra poco. Quello che è successo a Castel Volturno, invece, è stato un amaro concentrato d'emozioni, passioni e tristi contraddizioni. E' successo tutto in quel momento. Tutto in quel luogo.

Andiamo per ordine. "Alcuni sconosciuti hanno chiesto il pizzo agli operai che stavano montando il palco per il concerto". Questo è quanto accaduto prima del concerto dedicato a Roberto Saviano: contro la camorra e tutte le mafie e a favore dell'integrazione possibile contro ogni forma di razzismo. A dichiararlo è stato l'assessore alla Formazione della Regione Campania, Corrado Gabriele tra i promotori degli Stati generali per la scuola nel Mezzogiorno, che si sono chiusi proprio a Castel Volturno (Caserta) con il concerto che, tra gli altri, ha visto l'ultima esibizione di Miriam Makeba.

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"Gli operai hanno detto - riferisce Gabriele - agli sconosciuti di non essere in grado di dare loro risposte e di tornare oggi". "Domani formalizzeremo una denuncia contro ignoti - ha ribadito l'assessore - ma quanto è avvenuto è di una gravità inaudita. Posso dire però che il concerto si svolgerà regolarmente, grazie alla presenza delle forze dell'ordine, nel posto che avevamo previsto: il luogo dove fu ammazzato l'imprenditore coraggioso Domenico Noviello". E così è stato.

Le cronache riportano però di una partecipazione piuttosto limitata (poche migliaia di persone). Questo nonostante la presenza d'artisti "impegnati" dello spessore di Eugenio Bennato e Daniele Sepe. E' purtroppo anche da particolari come questo che si comprende, ancora una volta, quanto è gravosa questa lotta. Quanto è radicato tra la gente il pensiero omertoso, se non, talvolta, connivente. In poche parole, quanto è a difficile dire "No alla Camorra" per davvero, senza alcuna paura.

Con ogni probabilità, invece, il concerto sarà ricordato per la tragica morte della Makeba, accasciatasi sul palco appena concluso il suo spettacolo. Proprio a Castel Volturno "Mama Africa", come viniva soprannominata la cantante sudafricana, ha messo così fine alla sua carriera costellata di lotte e d'impegno contro il male e le ingiustizie di questo mondo. Voleva rendere omaggio anche a quei ragazzi africani caduti sotto i colpi della camorra appena qualche mese fa. La donna che con la sua musica, con la sua voce e con la forza delle sue idee ha combattuto l'apartheid nel proprio Paese, il Sud Africa. Miriam Makeba è stata la voce a sostegno della liberazione e della causa incarnata da Nelson Mandela e dall'ANC. Anche con le sue parole abbiamo saputo del ghetto nero di Sowetho e della questura "bianca" di Port Elisabeth, dove trent'anni fa fu massacrato Steve Biko, l'uomo che infiammò con la sola forza della speranza quei ghetti.

E proprio con una frase di Biko mi piace ricordarla. "L'arma più potente nelle mani degli oppressori è la mente degli oppressi". Anche le canzoni di "Mama Africa" hanno impedito che ciò accadesse.

* Nella pagina dei Video trovi un video live della grande artista.


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Ci sono 5 commenti all'articolo

XXX scrive: E' l'amara verita'

Ciao ''Mama Africa''. :.(

corsaro rosso scrive: Al di la' della pur grave perdita

della Makeba, artista peraltro straordinaria. La cosa sconcertante, scusa il gioco di parole, e' stata la scarsa partecipazione della gente dopo che si era suputo pure del ''pizzo'' richiesto dai ''bravi'' indigeni, che poi era chiaramente una intimidazione. Di male in peggio.

valentina scrive: Sapevo della morte della Makeba

ma non della ''tangente'' richiesta dalla camorra. Mi chiedo dov'era il governo, gli onnipresenti Maroni e La Russa con i loro bravi soldatini da parata in queste circostanza?

Tess scrive: Dov'e' la novita'?

Eppure dovrebbero saperlo che pure se pianti un ombrellone sulla spiaggia a Castelvolturno vengono a chiederti il pizzo.

davide scrive: Un'artista che muore

dopo lo spettacolo deve essere una cosa rara. Nel caso di mama Africa, una fatalità assume un significato universale e di continuità. A prescindere dal luogo dove è accaduto.

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