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10.02.2009 web stats Feed RSS
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Arrivano i nostri

Stamattina, proprio sotto casa, ho trovato un mezzo blindato dell'esercito. In posa vicino al veicolo c'erano un paio di soldatini armati di tutto punto. Di fronte ai militi, invece, c'era puntata la telecamera di una troupe televisiva. Così, anche qui, dopo il delitto di camorra del consigliere Tommasino, finalmente lo Stato ha deciso di mostrare i muscoli. Peccato che lo faccia, tanto per cambiare, come quel tizio che chiude la porta della stalla, quando i buoi sono già belli che scappati.

La sicurezza di questi tempi, prima ancora di essere un fenomeno sociale, per qualcuno è diventato un mezzo di propaganda mediatica. Così si annunciano albi dei clochard, medici delatori, ronde private d'autodifesa - da chi? Dalle stesse, evidentemente...

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In un'intervista di qualche giorno fa al Corriere del Mezzogiorno, il filosofo Biagio De Giovanni, a mio modo di vedere, ha espresso una posizione molto condivisibile. "In questa terra viviamo un vuoto in cui può succedere di tutto. Pensare di colmarlo mettendo per strada altri uomini delle forze dell'ordine, altri soldati, è assurdo: non possono riempirlo loro. Tocca ad altri soggetti e ad un altro tipo di controllo democratico. Quello che è andato perduto".

365 all'alba?

De Giovanni ha ragione. Manca quello che per anni è stato l'anello che metteva in comunicazione società e istituzioni. "Quando questi collegamenti si spezzano - sostiene De Giovanni - si apre uno spazio, un vuoto terribile, nel quale le istituzioni non sono più protette da un pensiero comune, da idee condivise, da gruppi sociali, politici e umani che partecipano ad un dibattito pubblico. E, anzi, sono esposte al contatto con una "vita immediata" che in una regione come la nostra può assumere l'aspetto della criminalità. La camorra si è inserita nella crisi dello spazio pubblico democratico come mai aveva fatto prima d'ora. Governa interi quartieri, questo è un fatto noto".

Oggi il miscuglio tra economia legale e illegale è sempre più impercettibile. Come già ricordava Roberto Saviano in Gomorra la camorra non vive più con il pizzo o con attività clandestine, ma è impegnata negli appalti e nell'attività economica ufficiale. È un tarlo dell'economia legale. E nella politica trova spesso protezione e, talvolta, persino ospitalità.

Per il filosofo ed ex parlamentare europeo dei Ds, c'è appunto una responsabilità evidente della politica. "Il ceto politico si è separato, sta in un mondo a parte, non avverte più lo spirito critico". Manca il tessuto che può garantire solo il controllo democratico. "Anche le forze dell'ordine - chiosa De Giovanni - non hanno più una missione che vada al di là della repressione".

Le forze politiche, quindi, devono recuperare il senso dello Stato. Il ruolo dei partiti si è svuotato, sono "club privé", dove si distribuisce potere e nelle quali girano inimicizie, odi, rancori personali.

De Giovanni, però, mostra ancora un barlume d'ottimismo. I partiti "possono correggersi, anche se non saranno più i vecchi partiti che conoscevamo. E poi forse è il momento di quelle che Giuseppe De Rita chiama minoranze attive, che nelle società in disgregazione sono importanti. Penso a minoranze non politicamente organizzate ma che sappiano stimolare il dibattito pubblico e far valere progetti sul territorio".

In fondo e a pensarci bene, cosa c'è di più minoritario e, allo stesso tempo, di più attivo di un blog come questo?


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