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30.08.2008 web stats Feed RSS
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Obama. Il sogno, la passione

Quarantacinque anni dopo il celebre "I'have a dream" di Martin Luther King, Barack Obama ha svelato all'America, spossata da otto lunghi anni d'amministrazione Bush, il suo sogno. Un sogno che si fa "Nuova promessa".

Per la prima volta negli Stati Uniti un nero è il candidato democratico nella corsa alla Casa Bianca, ed è un candidato che propone una ricetta di ripresa dal malessere in cui l'hanno fatto piombare chi nel 2000 ha preso il potere a Washington, pur avendo perso nel voto popolare.

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Obama, nel suo discorso, si rifà direttamente al mito kennediano della "Nuova frontiera". Disegna un America nuovamente terra delle opportunità che scopre la forza del suo sogno: "Lo spirito di solidarietà ed intraprendenza degli immigrati che varcavano gli oceani, dei pionieri che andavano all'Ovest, dei lavoratori che picchettavano le fabbriche e delle donne che volevano il voto".

Barack Obama parla per tre quarti d'ora. Appare diretto, sicuro: tranquillizzante. Riesce a cambiare la stessa scenografia. Quello che appariva come l'evocazione di una sorta di tempio greco, calata la notte, si trasforma in una specie di rassicurante caminetto. Un'atmosfera intima, calda, familiare. Obama ha chiesto il voto all'America incerta ed ansiosa d'oggi. Un voto per il cambiamento che ruota intorno agli slogan "Change, we can believe in" e "Yes, we can".

Non è mancato poi un richiamo all'orgoglio del suo partito democratico. "Siamo il partito di Roosevelt e Kennedy: non mi vengano a dire che i democratici non difenderanno questo paese. La politica estera di Bush e McCain ha sperperato il lascito di generazioni di americani repubblicani e democratici. Siamo qui per ricostruire quel lascito".

"Indietro non si torna - ha poi ribadito tra gli applausi il senatore dell'Illinois - perché non si possono riciclare otto anni di politiche fallimentari dei repubblicani, con un McCain clone di Bush".

candidates.amung.us obama

Già i repubblicani, il loro cliché è ormai collaudato. Sarà ancora lo stesso che ha permesso la rielezione di Bush nel 2004. Foraggiare sfiducia. Alimentare insicurezza. In fondo, è la stessa strategia che ha attuato - con successo - da noi il centrodestra berlusconiano.

In America, per fortuna loro e del mondo intero, un giovane di colore, nato e vissuto nei sobborghi di Chicago, è pronto a dire a milioni di suoi connazionali che re George è nudo e che McCain non è altro che un suo calco sbiadito.

E da noi? Anche qui re Silvio e la sua corte dei miracoli, ostentano in tv le loro vergogne. Lo spettacolo non è un granché. Peccato che la nostra opinione pubblica e - ciò che è peggio - parte del gruppo dirigente dell'opposizione, ha deciso di coprirsi gli occhi e le orecchie e, forse, pure di tapparsi la bocca.

Del resto dalle nostre parti, come vuole l'antico detto, siamo soliti andare sottacqua per scansare la pioggia...


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Ci sono 4 commenti all'articolo

Athena scrive: Mi sono commossa

Lo trovo davvero carismatico. Un vero leader, purtroppo quello che a noi manca...

davide scrive: Obama. Un faro!

Finalmente un politico, una persona da seguire, un uomo illuminato. In bocca al lupo! Obama.

antonio scrive: Obama: I have a dream!

anch'io ho un sogno, svegliarmi in paese normale dove l'imprenditore che truffa va' in galera come chi commette stupri rapine etc., un paese dove ci si preoccupi dei diversi e non li si guardi come dei fastidi, un paese dove i politici non dicono falsita' per tv prendendo per i fondelli la gente,un paese che si preoccupi dei problemi reali e non dell'ultimo cd del duo apicella-berlusconi. ecco anch'io ho un sogno, ma penso che vivro' un incubo ancora per molto tempo. Hasta la victoria siempre, obama!

Mattia scrive: E da noi?

E da noi? e da noi c' e' veltroni! Il pd italiano ha preso solo il nome ma non i valori. E ti parla uno che ha versato qualcosa nelle casse del pd per mandarli a questa trasferta. Soldi ben spesi? mah speriamo. - da ips.

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