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02.01.2009 web stats Feed RSS
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Na tazzulella 'e cafe'

Secondo un noto dizionario: "Pluralismo è la concezione (opposta all'ideologismo autoritario) che, ravvisando nella realtà sociale il carattere della molteplicità, riconosce alle persone il diritto di riunirsi in libere associazioni - movimenti, partiti, sindacati ecc. - e a queste la funzione di concorrere alla realizzazione del bene sociale".

Pluralismo, in sostanza, sta conquistando il posto della parola libertà. Quest'ultima, grazie soprattutto all'opera inflativa fatta da Silvio Berlusconi, ormai è diventata una parola logora ed abusata. Ha perso tutto il suo "impegno", le sue implicazioni etiche, morali o talvolta eroiche che non escludono il supremo sacrificio. Oggi troviamo le case, i partiti e persino le tv della libertà od, addirittura, "delle libertà" perché, evidentemente, una non ne basta e così è meglio clonarle. Un po' come fanno certi ingegnosi criminali con le carte di credito.

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Il termine pluralismo, tuttavia, non sta messo meglio. Sempre più spesso lo ritroviamo stampato sulle bocche dei suoi nemici, occulti o palesi, che lo usano in forma smorzata, ragionieristica oppure in malafede.

Per esempio, qualche tempo fa, un noto personaggio politico si avventurò in una parabola dal vago sapore evangelico. Con riferimento allo stato dell'informazione nel nostro paese disse: "Un gregge composto di pecore bianche e da una certa minoranza di pecore nere è certamente un gregge pluralista". Chi mai si sognerebbe di dire, invece, quello è un gregge "libero"? Nessuno, credo. Per definizione un gregge non può essere libero. Ha bisogno del "suo" pastore che, spesso, contrariamente a quello evocato nelle Sacre scritture, non è nemmeno tanto buono.

Gli italiani, per quanto da sempre sensibili a certe sirene più o meno autoritarie, fondamentalmente sono pluralisti. Questo non significa, come detto, che però sono liberi.

Qualche esempio d'italico pluralismo? L'italiano non si accontenta mai di un caffè: lo vuole personalizzato. Chi ordina un caffè, chi un espresso, chi una moka. E non finisce qui. Ci sono le varianti: liscio, ristretto, lungo, corretto. Corretto? Certo, ma col Cognac, con il Baileys oppure macchiato. Chi, invece, lo vuole decaffeinato; normale ma con la panna, senza zucchero, col dolcificante, con lo zucchero di canna, con lo zucchero a zollette, con uno, due, tre... cucchiaini.

Insomma, un po' come le tante composite letture che danno alle agenzie di stampa, appena trenta secondi dopo la sua conclusione, gli uomini - e per pluralismo aggiungo pure le donne - dei partiti politici, del messaggio del Presidente della Repubblica la sera dell'Ultimo dell'anno.

Napolitano prepara "o' cafè" e gli altri lo servono e, soprattutto, lo"danno a bere"... all'opinione pubblica come meglio gli pare e gli conviene. Proprio come recita la famosa canzone di Pino Daniele. Appunto.


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Ci sono 8 commenti all'articolo

corsaro rosso scrive: prufesso' permettete?

Ah, che bell’o' cafe', pure in carcere 'o sanno fa', c' 'a ricetta ch'a Ciccerenella compagno di cella ci ha dato a mamma' (del grande Fabrizio De Andre')

Leftorium (ADM) scrive: Auguri corsa'

Si, e' sempe 'a stessa machinetta! :-D

davide scrive: Il gregge, penso che chi l'abbia

tirato in ballo aveva due cose ben presenti in mente. Primo nella religione cristiana chi vuole essere libero davvero deve seguire Dio, il pastore. Fermo restando il libero arbitrio. Secondo sicuramente e'convinto che B. sia l' unto dal Signore e quindi il pastore da seguire. Quindi... avanti caffettieri, per voi non manca il beveraggio. ;-)

antonio scrive: cominciamo male

se mi toccate una delle cose che ho più sacre: ''a tazzullella e cafe'''! mischiare il rito sacro napoletano con la politica, e peggio ancora con l'unto (che in napoletano si dice n'zivato, ed è un termine dispregiativo rivolto ad una persona, e su questo almeno sono d'accordo!) e', per me, quanto meno blasfemo! che ne so' parliamo di coca cola, o della batida de coco, ma lasciate stare il caffe! ho gia perso troppi punti di riferimento ultimamente! grazie!

corsaro rosso scrive: Vengo a te mio carissimo Antonio...

Guarda che la prima insidia alla tua tazzulella di caffe' l'ha portata proprio Daniele. In quella canzone si parla di tutto: guai, politica, societa', costume. Tranne, proprio, degli acini 'e cafe'... :-D

Tess scrive: Gli italiani sono pluralisti per il caffe' e per il calcio

Per il resto amano farsi ridurre a gregge dal primo scalzacani di turno.

antonio scrive: parli bene tu che sei abituato al rum jamaicano!

comunque, ti ringrazio dell'interessamento, ma come ti dicevo ho gia' perso troppe certezze ultimamente,quindi ''lasseme sta' o' ccafe'''!

corsaro rosso scrive: Troppa grazia sant'Antonio!

Antonio ma tu mica eri uno di quelli convinti che all'esclamazione ''Adda' veni' Baffone!'' apparisse l'omino del Caffe' Paulista? (Qualcuno che come il sottoscritto ha da un pezzo superato gli ''...anta'' se lo ricorda ancora? :-)

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