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Leftorium

24.02.2005 web stats Feed RSS

Il sacro ordine dell'Unione

Intendiamoci i radicali di Pannella&Bonino da un punto di vista meramente elettorale sono poco significativi. I vari sondaggi gli assegnano un peso variabile tra 1,5 e 2,5% e alle prossime regionali possono influire, forse, solo in un paio di regioni. Per tanto appare una strategia assai più fruttuosa quella volta a mobilitare e portare al voto tutto il proprio elettorato, tanto più che a scoraggiare quello della CdL ci penseranno i poco entusiasmanti risultati conseguiti dal governo Berlusconi.

I clericali domandano libertà per sé in nome del principio liberale, salvo sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome del principio clericale - Gaetano Salvemini

Eppure, a mio modo di vedere, il mancato accordo con i radicali segna per l'Unione una pericolosa regressione culturale che lascia assai perplessi.

Se in politica estera la stampa di destra c'inzuppa col suo "Prodinotti" e in politica economica bisogna prima di tutto tener da conto delle opinioni dei vari Diliberto, Pecoraro Scanio e persino di Padre Alex Zanotelli e della sua campagna contro la privatizzazione delle società che gestiscono le reti idriche; su una materia che in futuro promette di diventare sempre più centrale nel dibattito politico, come la bioetica, l'Unione ha deciso di correr dietro addirittura ai vari Mastella, Castagnetti e Cardinal Ruini.

Si è detto che i radicali non hanno fatto la cosiddetta scelta di campo. "Stanno con noi o con Berlusconi?" E addirittura: "Devono prima accettare il nostro programma". Programma? Beh anche io sarei curioso di conoscerlo. Anche io mi chiedo come l'Unione vorrebbe rilanciare la nostra economia? Privatizziamo enti e società pubbliche oppure operiamo una politica di deficit spending volta alla realizzazione di grandi opere pubbliche? Vogliamo sostenere questo modello di welfare oppure vogliamo riformarlo in un senso più universalistico? Riteniamo più utile ridurre le tasse o aumentare i salari, gli stipendi e le pensioni? Pensiamo di riformare la giustizia, riducendo tempi e l'elefantiaco apparato burocratico, oppure pensiamo che va bene così?

Si può andare in un verso o nell'altro, esistono fondate ragioni nello scegliere l'una o l'altra via. Quello che non possiamo fare è non scegliere! A volte, invece, si ha l'impressione che il nostro programma sia una sorta di tela di Penelope; quello che tessono di giorno i vari Bersani ed Enrico Letta - o come è stato fatto in un recente passato da Luigi Berlinguer, Franco Bassanini e Gian Maria Flick - venga sciolto di notte dall'oscura mano della conservazione e dell'immobilismo.

E ancora, sembra che un altro scoglio insormontabile sia stato la pretesa dei radicali di volere ad ogni costo le liste Coscioni - dal nome del giovane ricercatore affetto da sclerosi che ha fatto della battaglia per la ricerca sulle cellule staminali embrionali una ragione di vita. I Ds, lo Sdi, i Verdi, il Pdci e Rifondazione, ovvero i 2/3 della coalizione, hanno raccolto assieme ai radicali le firme per indire un referendum che abroghi la legge oscurantista varata dal governo Berlusconi. Io avrei trovato non solo logico, non solo utile ma politicamente qualificante la presenza delle liste Coscioni nel nostro schieramento, ed invece ci siamo ritrovati il diktat, per dirla con Salvemini, di quelli che domandano "libertà per sé in nome del principio liberale, salvo sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome del principio clericale".

Facile, a questo punto, immaginare anche il boicottaggio e il conseguente fallimento del referendum. A noi, poveri laici di sinistra, non resterà che continuare ad illuderci che forse un giorno, quando andremo al governo, realizzeremo una vera legge liberale e progressista... Magari quel giorno in cui non saremo costretti a farci rappresentare da un leader che la satira raffigura come un rustico e pacioso prete di campagna.

E' evidente che se una sinistra blairiana continuerà ad essere un sogno e anche una di stampo zapateriano appare, oggi, più che mai una chimera.

Post Scriptum: Oggi si celebrano i funerali di don Giussani - Don Giuss come lo chiamano i suoi devoti - il fondatore di Comunione e Liberazione, il movimento carismatico che una volta la sinistra identificava nell'incarnazione dell'integralismo cattolico più reazionario. Oggi, appena qualche scranno dietro Berlusconi, Casini e Pera, statene certi, ci sarà tutto lo stato maggiore della nostra sacra Unione.

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