Iscriviti a BannerGratis: lo scambio banner di Mr.Webmaster!

Leftorium

23.05.2008 web stats Feed RSS

Siamo davvero tutti riformisti?

Dopo la sconfitta del 13 aprile, un sofisma si è impossessato di quello che è stato il centro-sinistra: l'idea che nei due anni al governo ci si è occupati troppo di economia e troppo poco di società. Troppo dell'Europa, dell'Euro, del risanamento dei conti pubblici e troppo poco dei redditi, dell'immigrazione, della criminalità diffusa e delle condizioni di lavoro.

Il sofisma è un ragionamento falso con un'apparenza di verità. Coerente, quindi, nell'aspetto formale ma sostanzialmente infondato, perciò capzioso. E' il frutto di un'analisi superficiale e sbagliata ma offre un appiglio che in politica torna lo stesso sempre utile: l'auto-consolazione.

Oggi nonostante Berlusconi sia ben saldo a Palazzo Chigi, in uno scenario globale caratterizzato da un ambiente istituzionale, economico e sociale dominato dall'incertezza, il riformismo dovrebbe trovarsi a suo agio. Assistiamo così ad un singolare paradosso. Tutti si proclamano "riformisti". I "riformisti" spuntano come i funghi un po' ovunque: nella politica, nel sindacato, persino nel mondo imprenditoriale. In politica, poi, il termine "riformista" suscita una vera e propria competizione tra destra e sinistra (e persino al loro interno) a chi è "più" riformista.

Forse, per chiarirci un po' le idee, è utile precisare che il riformismo non è un metodo, un modo di fare certe determinate cose, buono per ogni politica e per ogni valore. Spostare il riformismo dall'ambito politico a quello più squisitamente metodologico è un errore. Errore che hanno contribuito ad amplificare molti esponenti politici della sinistra. Basti pensare all'intervista, rilasciata al quotidiano spagnolo El pais, da Walter Veltroni in cui sancisce che "Il Pd non è un partito di sinistra, ma è un partito riformista".

Se tutti possono essere riformisti, diventa inevitabile, su questo terreno, stemperare le identità e i valori e confondere i ruoli. A quest'errore poi si aggiunge l'aggravante di regalare alla destra una bandiera non sua e, allo stesso tempo, si schiaccia la sinistra (tutta la sinistra, a cominciare da quella che ambisce al governo del Paese) sulla difensiva.

Non c'è talk show televisivo in cui un esponente della destra non conceda "l'onore delle armi" agli avversari: la promessa di dialogo tra maggioranza e opposizione e la possibilità di riforme condivise. Viene da dire cui prodest? A chi giova questa situazione? Temo non a Veltroni e al Pd che appare ancora troppo incerto sul dafarsi. Il Pd e, in particolare, il suo leader o individua in breve tempo una strategia di opposizione concreta, capace di riconquistare consensi nel paese oppure rischia di perdere ogni chance di candidarsi come credibile alternativa di governo. La tattica, anche quella più sofisticata, non può supplire alla mancanza di strategia.

Per la sinistra, infatti, è fondamentale riuscire ad interloquire con tutta la società, non solo con gli interessi e i ceti che tradizionalmente le sono più vicini. Per questo andrebbe quotidianamente ricordato al governo della destra che è strutturalmente incapace di giocare la partita sul campo del riformismo.

Si pensi ai primi provvedimenti annunciati dal governo. Cosa c'è di riformista nell'introduzione del reato d'immigrazione clandestina se non la contestazione frontale di tutti quei progressi (ottenuti dopo tanti anni di discussioni) conquistati sul piano dell' integrazione dei cittadini nella Comunità europea?

E cosa c'è di riformista nella cosiddetta "detassazione" degli straordinari? Avremo tanti lavoratori che per guadagnare più soldi faranno più ore di straordinario. Difficilmente - come sostiene oggi in una intervista il professor Pietro Ichino - crescerà in modo sensibile la nostra produttività. Di certo continueremo ad avere un'industria incapace di fare innovazione. Anziché aumentare gli standard di qualità, le nostre imprese inseguono i paesi asiatici, per di più sul loro terreno: riducendo i costi di produzione e del personale, senza generare alcuna economia di scala e perdendo progressivamente in competitività.

In questi provvedimenti non c'è niente di riformista! La cosa veramente preoccupante è però un'altra. Per la prima volta in sessanta anni di Italia repubblicana, la destra rischia di diventare culturalmente egemone. Basta osservare tutta l'enfasi data dai mass media ai provvedimenti varati nel primo consiglio dei ministri di Napoli. Più Stato per tutti potrebbe essere il facile slogan, che si può tradurre anche in più dirigismo e persino in più autoritarismo, con buona pace di quelli che si riempiono la bocca di "federalismo solidale", "liberalizzazioni dei servizi pubblici a vantaggio dei consumatori", "semplificazione legislativa e burocratica", "libertà di questo e... di quello".

La destra nonostante tenti di presentarsi con un "volto più umano" e magari istituzionale è sempre la stessa. Mostra i muscoli e digrigna i denti. Cerca di apparire, allo stesso tempo, "tosta" e rassicurante. E tutto questo lo chiama pure "riformismo" nel silenzio assordante - e colpevole - della sinistra.


Commenta l'articolo
Bookmark and Share
Condividi in social network e vota gli articoli su:
- - - - - - - - - - - - -
Ci sono 8 commenti all'articolo

pangea blu scrive: Interessanti spunti di riflessione

Volevo innanzitutto ringraziarti per essere passato da noi. Il tuo post è davvero interessante e offre parecchi spunti. Intanto permettimi di segnalre un post (pubblicato anche sulle pagine della repubblica-edizione napoletana di oggi) "Rifiuti-il paccotto di Berlusconi ai napoletani. Ma la grande stampa applaude" su pangeablu.blogspot.com a presto L.S.

Leftorium (ADM) scrive: Grazie!

Ciao pangeablu, ho letto l'articolo e lo condivido, come hai potuto leggere anche io ho evidenziato "l'enfasi" (da paccotto, appunto) data dai media al CdM di Napoli. Senza minculpop (ormai basta un comodo LCD da 30''), la berlusconizzazione di massa, ahime', avanza inesorabile. Grazie per la visita e torna a trovarmi.

Corsaro rosso scrive: tu chiamale se vuoi, illusioni...

Veltroni prima del voto si era illuso che le piazze piene producessero anche urne piene di voti. Invece le cose non sono andate proprio cosi'... Berlusconi, a Napoli, ha fatto il pieno di consensi anche, come scrivi tu Leftorium, per una campagna mediatica a tappeto che sta enfatizzando risultati tutt'altro che certi. Veltroni intanto continua a restare nell'ombra in cui si è cacciato. Sembra quasi che non voglia disturbare il manovratore. Forse non ci sono uomini buoni per tutte le stagioni e questa, spero di sbagliarmi, non credo sia la stagione di Veltroni.

davide scrive: Strategia...

A differenza del 2006, oggi abbiamo un governo largamente autosufficiente. Ma Berlusconi, per motivi nobili o non, questo lo capiremo tra pochi mesi, ha accettato il confronto col PD. In tutto questa melassa si ci confonde. L' azzione riformista perde significato. L' opposizione per differenziarsi si è data uno strumento come il governo ombra, ora si ci chiede se funziona. Come dici tu caro Left puo funzionare se c' è un' ottima strateggia. Saluti

antonio scrive: Pero' la svolta ci vuole!!!

Non si può che concordare con buona parte dell'articolo,ma inizieremo la svolta solo quando riconosceremo i nostri errori e vi porremo rimedio. Del passato governo prodi,la prima cosa che mi salta in mente,è l'indulto che ci ha regalato centinaia di illustri concittadini ritornati anzitempo in libertà per la gioia di pensionati e commercianti. E' ora di smetterla con la demagogia, chi è in galera e' li perche' ha arrecato un danno alla collettività e li' deve rimanere fino allo sconto della propria pena.la situazione dei carcerati è insostenibile? ma perchè la situazione della vecchietta privata della pensione o del commerciante rapinato dell'incasso,o ancora del ragazzo rapinato del cellulare è ridente? per questo ci si deve scrollare da dosso quel mantello di finto buonismo e bisogna ritornare al paese reale.io spero che il centrosinistra rinasca più forte di prima ma sopratutto più coeso di prima. per ultimo permettemi di ricordare Falcone e i suoi Eroi della scorta nell'anniversario dell'attentato.chi fa politica a tutti i livelli non dovrebbe mai dimenticare che in qualche luogo in quel momento c'è qualcuno che rischia la vita per permettere a noi una vita normale.

XXX scrive: voto antonio!

Concordo con quanto scritto da antonio su Falcone. Anche per questo trovo meschino ed ipocrita il messaggio retorico in suo ricordo da parte di Quello che poco tempo fa definiva il mafioso Mangano un "eroe". Eroe è Falcone, eroe è Borsellino. Eroi sono gli agenti delle loro scorte e quanti si sono opposti alla mafia o alla camorra. Questi sono i veri eroi; il resto e' solo vergogna, vegogna che un paese pavido e mediocre come il nostro non ha riconosciuto il 14 aprile.

l'anonimo scrive: anche io sono preoccupato

Condivido l'articolo e anche le preoccupazioni espresse da antonio. Veltroni avrà certamente delle colpe per come sta conducendo l'opposizione a berluska pero' ricordiamoci che se ci ritroviamo in questa situazione la colpa e' dei vari Bertinotti, Pecoraro, Diliberto, Dini, Mastella... e per aver approvato leggi ASSURDE come l'indulto. Ho sentito al tg2 che per il giornale di rifondazione comunista bisogna concedere la grazia alla Franzoni. Capito? la grazia ad una condannata definitivamente per l'assassinio del proprio figlio??? Spero proprio che almeno su questo Veltroni non cambi idea. Se dovesse tornare al vecchio centrosinistra, insieme a quella gente li, giuro, che non andro' mai piu' a votare!

Leftorium (ADM) scrive: lassu' qualcuno vi ascolta?

Caro anonimo evidentemente Veltroni legge questo blog :-) Ecco un lancio di agenzia di poco fa. "Non faremo più un'alleanza come l'Unione: tutti insieme contro qualcuno" Lo ha ribadito il leader Pd,Veltroni al Forum dei circoli del partito."Sarà un partito federale dentro un'idea federale dello Stato. Siamo un partito nuovo e la domanda non è da dove si viene, ma dove si va".Poi ha invitato la sinistra radicale a fare autocritica e a non ragionare più su una lettura ideologica. Veltroni ha ammesso: "Alla destra invidio la combattività. Alemanno ha perso contro di me e ora ha vinto. Dobbiamo imparare a combattere".

Creative Commons License MigliorBlog.it