LEFTORIUM, IL BLOG RIFORMISTA. Notizie e commenti sulla politica, l'economia e la società.


Iscriviti a BannerGratis: lo scambio banner di Mr.Webmaster!

Leftorium

20.09.2007 web stats Feed RSS
Tech Tags: Technorati icon

Una ''laica'' discussione sul nucleare

Si torna a discutere di costruire centrali nucleari. Il governo annuncia la "posa della prima pietra" entro 5 anni. Nel settembre 2007, in occasione dell'accordo di partnership avviato dall'allora ministro Bersani per la ricerca sul nucleare di nuova generazione e sulle polemiche che ne scaturirono con il solito "fronte del No" interno alla ex maggioranza, scrissi questo articolo da cui nacque una breve, quanto serrata, "laica" discussione con alcuni commentatori. Così oggi ho deciso di avviare un nuovo sondaggio sul tema e di riprendere quella discussione (Leftorium 26.05.2008).

James Lovelock, lo scienziato inglese per molti versi vero padre dell'ambientalismo, autore della cosidetta teoria di Gaia (ormai datata nel lontano 1965): la discussa ipotesi di Gaia ovvero la "Terra" come organismo vivente, nel suo ultimo libro "The revenge of Gaia" (La vendetta di Gaia) si schiera a favore del nucleare che considera non tanto come un rimedio in grado di invertire la tendenza verso un clima più caldo, ma come una medicina temporanea per garantire l'energia necessaria al mantenimento della società civile in vista dei cambiamenti climatici globali.

L'Italia con i tre referendum del 1987, ha rinunciato all'energia nucleare e compra dall'estero più dell'80% dell'energia di cui ha bisogno. Questa energia elettrica che acquista è, in parte, generata da centrali nucleari che si trovano appena fuori dai suoi confini: in Francia, Svizzera e Slovenia.

TopOfBlogs

Per ora, sostanzialmente, una scelta l'abbiamo fatta. Infatti, avendo bisogno di elettricità, stiamo ritornando alle vecchie centrali a carbone, quelle tanto vituperate per i loro fumi velenosi. E' di questi giorni la polemica tra il ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio e L'Enel, sul rischio black-out, mentre la richiesta di energia sale e l'offerta di petrolio diminuisce (e di conseguenza aumenta il suo prezzo). Il carbone, per fortuna, sembra che in futuro potrà essere assai meno inquinante del passato, grazie ai filtri: comunque porrà problemi ambientali legati alla sua estrazione e produrrà montagne di ceneri. Non solo. Ma se vogliamo tornare ad utilizzare il carbone su larga scala dobbiamo comunque ricordarci che dobbiamo comprarlo da altri paesi.

E' vero, che il carbone è ancora molto abbondante nel mondo, ma non sempre abbondanza è sinonimo di disponibilità. Resta, infatti, sempre il problema di estrarlo ad un prezzo conveniente e di evitare i rischi ecologici che ne derivano.

Oggi si torna a parlare sull'opportunità o meno di sviluppare programmi nucleari e lo spauracchio resta sempre lo stesso. I rischi, dopo Chernobyl, di incidenti e contaminazione dell'ambiente e lo stoccaggio delle scorie. Quando si parla di radiazioni la gente drizza subito le orecchie perché pensa alla bomba di Hiroshima o alla tragedia di Chernobyl e alle conseguenze che ne sono seguite, anche a distanza di anni. In realtà, bisogna rendersi conto che noi viviamo ogni giorno in un mare di radiazioni, di varia natura: raggi cosmici, radiazioni solari, raggi x, microonde ecc. Le centrali nucleari, normalmente, emettono radiazioni a così basso livello che, in pratica, non hanno effetti concretamente quantificabili. I rischi legati al nucleare, statisticamente parlando, sono di gran lunga inferiori a quelli che normalmente accettiamo per molte altre cose, come per esempio l'automobile, il gas domestico, gli incendi, le esplosioni, i viaggi aerei, le dighe. In altre parole nella vita quotidiana qualunque cosa facciamo, abbiamo sempre una piccola percentuale di rischio: ebbene a conti fatti, le centrali nucleari rappresentano un rischio di gran lunga minore, grazie proprio ai grandi margini di sicurezza con cui vengono progettate e costruite.

La questione vera e drammatica, a mio modo di vedere, è pero' un'altra. E' il ritardo con cui oggi ci misuriamo su questi problemi che invece avrebbero dovuto essere affrontati per tempo dieci o quindici anni fa. Si sono persi tutti gli autobus che avrebbero potuto condurci a soluzioni più ragionevoli di quelle verso cui ci stiamo avviando oggi. Ci muoviamo verso un'economia in cui il prezzo dell'energia crescerà sempre più, proprio perché non abbiamo saputo preparare in tempo delle fonti competitive dal punto di vista del prezzo e sufficientemente abbondanti per esercitare quest'azione equilibratrice.

Eppure, malgrado questa allarmante prospettiva, oggi, nel nostro paese, non c'è alcuna mobilitazione mentale e culturale per avviare subito una politica seria di rapide e profonde riconversioni. Continuiamo, come un calabrone sordo e cieco, a sperare - più che contro la fisica, contro la ragione - di riuscire a proseguire il nostro volo appesantito da anni di colpevoli ritardi ed enormi contraddizioni.


Commenta l'articolo
Iscriviti! Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti al feed per tenerti sempre aggiornato sui nuovi articoli del blog! Per sapere cosa sono i feed, clicca qui!
Bookmark and Share
Condividi in social network e vota gli articoli su:
- - - - - - - - - - - - - -
Ci sono 20 commenti all'articolo

Patrizia ban. scrive: Non sono d'accordo

Mi dispiace dirlo, ma non sono per nulla d’accordo. Il ritorno temporaneo al nucleare. Ma cosa debbo mai sentire da una persona di Sinistra! Chi Le assicura che sarebbe temporaneo? Ed il problema delle scorie “temporanee” così pericolose? Non mi interessa se Lovelock la pensa così: sarà un “pentito”, di questi tempi ce ne sono abbastanza in giro. Il nostro Pianeta è già abbastanza disastrato ed in pericolo, mi pare. Possibile che una persona così preparata come Lei dimostra comunque di essere, non capisca che se al posto del nucleare ci troviamo con le caldaie a carbone è unicamente dovuto al fatto che in Italia, per ignoranza/mancanza di sensiblità, ed altro ancora, non si sono mia attuate politiche energetiche alternative serie? In questo settore l’Italia è agli ultimissimi posti in Europa, purtroppo. L’alternativa all’uso del carbone non è il nucleare, Mio Dio, ma una seria ricerca di fonti energetiche non inquinanti (si sa già quali sono), l’Occidente va in questo senso, per fortuna e la Svezia, per es., ha iniziato a chiudere le sue. Ho finito. Grazie per l’attenzione.

Paolomaria scrive: ma il nucleare in Italia c'e'

Altri paesi ci danno energia che la svendono, perché ne producono troppa e devono liberarsene. Quindi il nucleare in Italia l'abbiamo, senza spese d'investimento e ad ottimo prezzo. Un superaffare, per chi non è affetto da becero nazionalismo e prodigalità. Certo che riproporre vecchiume già digerito 20 anni fa per colmare un ritardo culturale è molto buffo. Il prossimo ritardo lo colmiamo col ripristino della catena di montaggio e il modello T? Il nucleare o è statale o non è. Nel libero mercato, in un paese sviluppato che ha superato l'epoca delle nazionalizzazioni e ha già milioni di chilometri di rete, nessuno ci rischia i suoi soldi, anche se il nucleare privato non è vietato, né in Italia né altrove. Lascia che lo facciano i paesi in via di sviluppo, o l'Iran. Qui serve roba più moderna, che dia esempi a chi si sta sviluppando, per saltare l'epoca dei combustibili fossili, copiando dal paese più avanzato e senza ripetere duecento anni che non sono tutti rose e fiori (da i.p.s.).

Mr. X scrive: l'energia in Italia costa più che altrove

Le cose devono essere più complicate se siamo a rischi black-out e se tutti si lamentano che l'energia in Italia costi più che altrove. Paolomaria hai sempre l'abitudine a farla facile, ti rinnovo l'invito a spiegare le tue teorie ai dirigenti del c-sx... oltretutto si parlava, in partenza, di un problema a livello culturale. Dunque, adesso si parla di ricerca legata alla quarta generazione delle centrali.Spero non ti sia sfuggito che Bersani ha subito detto "aderiamo" mentre esponenti della sx radicale si sono subito dichiarati contrari. Il discorso "culturale" verte sul fatto di non lasciar passare slogan demagogici che s'inculchino nella mente delle masse, rendendo chiaramente problematici eventuali sviluppi nel futuro (da i.p.s.).

Paolomaria scrive: Il futuro non è adesso

La ricerca legata alla quarta generazione delle centrali è tutta un'altra cosa caro Mr. X. A quella ci pensa l'Enea, già impegnata nell'esperimento più costoso della storia, non il governo. Il governo deve solo decidere se darle i soldi, o aiutarla a prenderseli altrove, o dirle di arrangiarsi a trovarli. Io non ci metto il becco, in una questione di soldi, anche se mi piacerebbe di più se fossero privati (che ci stanno a fare cento e più imprese elettriche, in questo paese?) Quanto al prezzo, l'Antitrust dice una volta all'anno che dipende dalla mancanza di concorrenza, non dalle baggianate di chi ama il mercato a corrente alternata. Visto che si parla di soldi, c'è chi vorrebbe che finissero tutti in ricerche su bioenergie, cogenerazione, teleraffrescamento, nanotecnologie, efficienza energetica e risparmio e cose simili (anche Visco, visto che rimborsa il 55% in 3 anni). Quasi fantascienza. E si ridiscute di vecchiume che in America nessuno fa più da oltre 20 anni, per colmare ritardi? Copiare dagli indiani, invece che dagli americani, sarebbe il futuro? (da i.p.s.).

Leftorium (ADM) scrive: il ritardo c'e' e si vede

Paolomaria salti un passaggio, che nel mercato... è ancora fondamentale. Si chiama know how. L'Italia nel 1987 ha rinunciato non solo alla possibilità di avere centrali ma anche alla ricerca sul nucleare. Non la ricerca teorica ma quella "pratica", quella con ricadute in termini economici. 20 anni fa c'erano ancora i corsi in energia nucleare nei vari ITI e il corso di laurea in ingegneria. Oggi o ti consegni armi e bagagli alla teoria (e segui l'indirizzo a Fisica) oppure fai un semplice esame ad ingegneria (plasmi e fusioni) nel settore energetico. E' proprio di questi giorni la notizia di un timido partenariato con altri paesi sulla ricerca verso il nucleare di "nuova generazione". Cosa che ha fatto rodere gli psicofanti di Pecoraro sempre pronti al grido di "No a tutto" (da i.p.s.).

Paolomaria scrive: tu proponi vecchiume

L'Italia ha rinunciato, col voto, a spendere soldi pubblici in caldaie a uranio per macchine a vapore. E l'ha fatto per motivi di sfiducia sulla capacità dei dipendenti pubblici e privati italiani di essere meno distratti di quelli sovietici, e per motivi politici ed economici. Al resto hanno rinunciato le imprese e le università. Il Canton Ticino è a 50 chilometri dal Politecnico di Milano, più vicino di Brescia o Bergamo. Se il Poli non forma ingegneri capaci di farsi pagare in franchi la colpa non è certo del referendum. Tu proponi vecchiume da tutti i punti di vista. Il vecchiume principale è che attribuisci al governo d'un paese europeo compiti di tipo sovietico. Studiati la copiosa documentazione prodotta dalla Commissione, dal Consiglio e dal Parlamento europeo, e poi vediamo di chi è il ritardo culturale. Se è di chi propone ferrivecchi che si comprano chiavi in mano da due ditte americane, e non producono occupazione. Oppure è di chi si lagna che l'innovazione tecnologica bisogna importarla, perché gli italiani si laureano in filosofia o in legge, ovvero in medicina previa abbondante corruzione, e i pochi ingegneri si fanno raccomandare sognando il monopolio pubblico dell'Enel. Dì pure che vuoi rinazionalizzare l'elettricità, così colmi il tuo personale ritardo, visto che prima che tu nascessi l'ha fatto Pietro Nenni - e non è stato un errore, a quei tempi - (da i.p.s.).

Corsaro rosso scrive: Il gioco (cioè il costo) non vale la candela

Concordo con Paolomaria. Spacciare la scelta atomica come qualcosa di nuovo e come immaginare di mettere il mostro di Firenze (per citare Benigni) primario in un reparto di ginecologia. Non esistono novità nella opzione atomica, non esistono reattori sicuri neanche se proviamo a cambiargli il nome, magari per esorcizzare la paura e li battezziamo di "nuova generazione". Quasi tutti i Paesi hanno da tempo smesso d’investire nel nucleare anche se (e su questo ti do ragione Leftorium) non hanno troncato la ricerca, perché lo smaltimento delle scorie radioattive risulta troppo costoso e pericoloso.

davide scrive: Io dico sì, facciamola a Castellammare!

Sono pienamente daccordo nella costruzione di una centrale nucleare in Italta. a parte i tempi e le polemiche, dico di essere favorevole affinche' la si costruisca a Castellammare e dintorni. Solo una cosa chiedo al governo. Di favorire le imprese che costruiscono usando la bio-architettura. Promuovere la costruzione di pannelli solari. Non bisogna scartare le risorse naturali, soprattutto quando sono producenti.

antonio scrive: ritardi

Non credo di potermi esprimere in merito ad un ritorno o meno al nucleare, visto che scenziati come Carlo Rubbia o suoi colleghi altrettanto illustri hanno pareri contrastanti,e stiamo parlando di Fisici di livello internazionale,premi Nobel. Ma proprio in questi giorni ho letto un articolo sul nucleare all'estero,e sorpresa gli USA stanno invertendo la rotta verso l'eolico,non per una presa di coscienza ecologista ma solo perche il costo della materia prima,l'uranio,è triplicato e si prevede che il costo continui a crescere. in America Bush a dovuto varare un aiuto di Stato di 2 cent per kw altrimenti nessuno avrebbe partecipato alla gara di appalto per la produzione dell'energia elettrica. infine,si discuteva,almeno nella nostra zona (solfatara)di centrali geotermiche, gia in uso nei paesi del nord, e di cui non si sente più parlare. non vorrei che come al solito ci ritroviamo a buttare soldi nostri per costruire un qualcosa che in breve tempo diventa obsoleto e antieconomico.

Leftorium (ADM) scrive: davide vacci piano con l'alcool...

Una centrale nucleare a C.mare? :) ma se qui devi fare una guerra pure per un solo ripetitore per telefonia mobile in piu'. Comunque a C.mare, come praticamente in quasi tutta la regione, sarebbe impossibile costruire una centrale nucleare visto che non si possono realizzare in zone sismiche. Poi, perdonami, ma mi sfugge il legame tra costruire centrali nucleari e il ricorso alla bio-architettura. Mah...

liberopensatore scrive: alternative? Niente?

Le perplessità sul nucleare sono tante, in particolare sullo smaltimento delle scorie, ma allo stesso tempo resta l'esigenza non più procastinabile, di esser autonomi nell'approvigionamento di energia. l'idroelettrica è satura, l'eolico può aumentare di poco, il solare ha bisogno di spazi e soprattutto cultura che in italia non c'è. oggi dipendiamo quasi esclusivamente dagli idrocarburi. importati. la necessità è uscire da questa situazione. la tecnologia, la ricerca e le strumentazioni vanno avanti in tutto il mondo e in tanti paesi dove l'ambientalismo è sano ed impegnato si riesce a realizzare un connubio approfondito tra innovazione, tecnologia, sviluppo e tutela dell'ambiente. ripetendo che bisogna procedere con cautela e con le dovute certezze non si può sul nucleare ripetere la stessa sequela di rifiuti e prese di posizioni che ci hanno portato al disastro rifiuti in campania.

Leftorium (ADM) scrive: benvenuto anche a te liberopensatore

Come scrivono i "tuoi" idoli inglesi welcome :-)

davide scrive: Left...io bevo quanto te!

Il motivo per il quale si costruisce una centrale nucleare, è l' eccessiva carenza di energia e l' alto costo per importarla. La bio-architettura e un ulteriore mezzo di risparmio che non và sottovalutato.

Leftorium (ADM) scrive: ok davide, tu non bevi...

...ma evidentemente te la sei bevuta.

Vox scrive: No, è sbagliato

No. Perchè ancora non si è riusciti a realizzare un deposito nazionale di rifiuti radioattivi. No perchè la costruzione sarebbe pagata dallo stato, smantellata con i soldi dello stato. - (da i.p.s.)

tonto scrive: meglio l'eolico

Non abbiamo siti di stoccaggio, non abbiamo uranio, servono troppi soldi e troppo tempo, la tecnologia è troppo vecchia. Meglio puntare sull'eolico come in UK. - (da i.p.s.)

Namib scrive: Sì e' un affare...

Sì. E' un affare tanto lucroso che mi aspetto nugoli di liberi imprenditori pronti a cogliere l'attimo fuggente. Còlganlo, deh. E vinca il migliore, come nelle migliori lib-lab-soc[h]mel-democrazie. - (da i.p.s.)

Mr. X scrive: solito ambientalismo radical chic...

Suggerisco lo slogan "un cavallo x tutti". Ed anche una modifica alla Costituzione: "un casolare in Toscana è un diritto". - (da i.p.s.)

red nose scrive: Non so

Tra i siti di politica che mi sono stati consigliati, Leftorium è il migliore. Una centrale nucleare penso si possa fare. Ma la costruzione deve essere concepita e attuata in un breve periodo. Le cose nacessarie vanno fatte bene e in fretta. Ciao red nose

Leftorium (ADM) scrive: benvenuto anche a te

Benvenuto "naso rosso" :-)

Creative Commons License MigliorBlog.it