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28.09.2008 web stats Feed RSS
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Sales, sulle ferite del centrosinistra

Con un lungo articolo pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno, l'ex consigliere di Antonio Bassolino per la programmazione dei fondi europei Isaia Sales ha ammesso, senza troppi giri di parole, che dopo tre lustri passati al governo del comune di Napoli, della Provincia e della stessa Regione Campania, il centrosinistra campano ha fallito. Fallimento segnato dall'incapacità di una intera classe dirigente - a cominciare dal suo dominus - in chiave riformista. Non aver saputo determinare, se non in minima parte, un tangibile cambiamento.

Sales non è nuovo a certe feroci "autocritiche". Qualche anno fa, dopo la sua esperienza maturata nel ruolo di sottosegretario del primo governo Prodi, parlò di "riformismo senz'anima". Una dura critica a quel centrosinistra, a suo dire, incapace di stendere un progetto di ampio respiro e di generare profonde riforme nella società italiana.

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Adesso, con riferimento all'attuale stallo campano rincara: "E' inutile negare, non ce la abbiamo fatta" analizzando le ragioni di un fallimento la cui portata è tale che occorrerà una riflessione lunga ed approfondita per cercare di venirne a capo. Sales assegna gran parte della responsabilità della sconfitta bassoliniana a Mastella ed a De Mita.

In particolare, Sales punta il dito contro Mastella ed il mastellismo che hanno fatto della Campania il luogo principale della loro forza nazionale. E quello che "Trattavano a Roma lo pretendevano e lo riscuotevano in Campania". Sales ricorda come "l'accordo perché l'Udeur ottenesse due assessori e la presidenza del Consiglio regionale (per la moglie di Mastella) nel 2005 fu siglato a Roma".

Non meno duro è, comunque, con De Mita. "Furono le pressioni di Roma - precisa Sales - ed il ritiro degli assessori, controllati direttamente dall'ex segretario del Dc, dalla giunta a far ottenere a De Mita "lo ius" di nominare l'assessore alla Sanità".

Il riformismo, oramai un po' dappertutto, è chiamato a ridefinire i fondamenti della propria cultura. Ma qui in Campania è chiamato in primo luogo a rigenerare se stesso, con serietà e senza bizantinismi. Basta con le vecchie cariatidi. Basta con chi è stato artefice di questo esito tanto negativo.


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Ci sono 3 commenti all'articolo

luca scrive: chi e' causa

del suo mal... rimpianga il suo voto. Left ho letto che tu, insieme ad altri frequentatori di questo blog, ti sei iscritto al Pd. Pensi davvero che nel Pd campano, con la gente che ci sta dentro, si possa davvero ridefinire un nuovo riformismo? :-(

davide scrive: La realta' piu' oggettiva

del csx e del Pd campano, e quella di non avere una classe dirigente diversa a quella attuale.

antonio scrive: caro luca,

secondo te in campania esiste una qualche realta' politica riformista e giovanile? francamente non credo. Allora perche' non iscriversi in un partito che almeno ha dato dei segnali di cambiamento.

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