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Leftorium

05.09.2007 web stats Feed RSS

La sinistra antipopolare

Per capire chi è dalla parte del popolo, e chi no, basta guardare l’orario scelto a Firenze per la manifestazione in favore dei lavavetri: mentre in tv c’era Milan-Fiorentina. Neanche lo sapevano. Puntuale il fallimento del corteo. Fossi un lavavetri cercherei altri paladini, magari ai semafori. Analogamente, gli italiani si sono ripresi presto dallo shock dalle dimissioni di Asor Rosa da intellettuale "de sinistra".

Sono scivolate via le contumelie vomitate dal direttore di Liberazione in tv. E l’abitudine, mi ha vaccinato contro le chilometriche scomuniche impartite a giorni alterni da Furio Colombo&Co. a chi si permette di parlare di sicurezza o di chiedere di abbassare un po’ le tasse.

Ciò che riguarda tutti deve essere approvato da tutti - Marsilio Mainardini (detto da Padova)

Attenti, ha detto la signora Flavia Prodi, non facciamo pensare agli italiani che le tasse siano una parolaccia. Giusta preoccupazione. Ma ciò che pensano gli italiani delle tasse non glielo suggeriscono i politici né i giornali: di questo, e di altro, sono in grado di farsi un’idea da soli.

Invece tante posizioni profondamente antipopolari nascono proprio dal pensiero elitario che ai cittadini vada spiegato cosa è buono per loro, anche contro ogni evidenza. «La politica non deve seguire la gente, la deve precedere», scriveva giorni fa l’Unità.

Infatti. La precede talmente tanto, che quando si gira non trova più nessuno.

Sospetto che proprio le vestali del politicamente corretto siano finite schiave dei sondaggi: quando vedono percentuali troppo alte di persone normali che (per esperienza personale o percezione, conta poco) chiedono allo stato protezione dalle piccole violenze quotidiane, o non trovano corrispondenza fra tasse pagate e servizi ricevuti, loro si schierano risolutamente dall’altra parte. Intendiamoci, credo ai sondaggi solo il giusto. Temo la demagogia più d’ogni altra cosa. Non chiedo misure draconiane e inefficaci, bensì soluzioni vere per problemi veri. Ma di una cosa son certo: se non si ascolta, non si rispetta, e in definitiva non si ama il proprio popolo, con tutti i suoi limiti, non si merita di governarlo.

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