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Leftorium

21.05.2007 web stats Feed RSS

Benvenuto Walter

Mentre in Francia Sarkozy dimostra di essere molto più avanti degli altri varando un governo in tempi record, con ben 7 donne e con un ministro degli esteri socialista - prontamente cacciato dal Psf in crisi di voti, identità e progetto - Bernard Kouchner, fondatore di "medici senza frontiere" - organizzazione analoga ad Emergency anche se meno incline alla facile pubblicità e alle copertine in prima serata dei soliti talk-show -, anche in Italia qualcosa si muove in tal senso.

Il potere di condizionamento e di ricatto politico di chi ha il 2% è assoluto. Siamo un paese in cui la democrazia non è più una testa un voto e principio di maggioranza, ma il contrario

Walter Veltroni ha ieri dichiarato di vedere bene, in quest'ottica, un governo con dentro Gianni Letta - sì proprio lui, lo zio di Enrico e "tattico" dal volto umano del berlusconismo.

Insomma, quello che più o meno sostengo io tra le urla isteriche e scandalizzate di certi guardiani dell'ortodossia "de sinistra" e di cosa, ancora, questo dovrebbe significare.

Per me, la creazione del Pd deve creare smarrimento dei vecchi assetti e contribuire alla creazione di nuove strade, aggregazioni, livelli di partecipazione democratica. Il tradizionale confrontro destra-sinistra oggi è del tutto insufficiente per identificare dove si annidano politicamente i nostri avversari. Perchè i nostri avversari, quelli del Pd, sono i conservatori: quelli che vogliono difendere privilegi e rendite di posizione, quelli a cui sta bene lo status quo.

Questi nostri avversari sono sì a destra ma sono anche a sinistra, nella sinistra che antepone un malinteso egualitarismo al merito e alle capacità del singolo, quelli che temono la modernizzazione in qualsiasi forma essa si presenta, quelli che ragionano con categorie sociali, economiche e politiche vecchie di 150 anni. Prova ne sono i passaggi più critici dell’operato del Governo, culminati in una crisi frutto, non solo di un perverso sistema elettorale, ma soprattutto della frammentazione interna e dell’assenza di un soggetto riformista unico e autorevole che hanno fortemente minato la solidità dell’azione dell’esecutivo e restituito al paese l’immagine di una coalizione incapace di perseguire il progetto di modernizzazione di cui il Paese ha bisogno.

Non bastasse Walterone, pure Giuliano Amato (sì il dottor Sottile, quello con la faccia di Topolino feroce) se la prende con quelli "de sinistra" che vedono nella law and order - legge ed ordine - i caposaldi del fascismo e della reazione. «È un tragico errore della sinistra - dice - pensare che il problema della sicurezza sia un problema dei ricchi, che hanno qualcosa da difendere. Accade esattamente l'inverso: è chi ha pochissimo da difendere, e che proprio per questo si difende ancora più aspramente, a chiedere maggiore tutela. Ed è lui, quando non si sente difeso, a diventare nemico di chi gli è più simile».

Oggi il Corriere si chiede: "Aggiungete poi che Veltroni, tre giorni fa, ha scritto un'altra lettera, e l'ha indirizzata a nove ministri dell'esecutivo. Una lettera per proporre un «patto» triennale che consenta all'amministrazione centrale e a quella locale di «prevedere e prevenire i disagi sociali». Cinque pagine con l'elenco delle urgenze che colpiscono Roma: Veltroni racconta il problema degli anziani e quello dei poveri, dei rifugiati e degli immigrati, dei senzacasa e dei disoccupati. A qualcuno sembra il «manifesto sociale» del futuro Partito democratico".

L'Italia è una democrazia zoppa che mantiene intatto il potere delle oligarchie. Così in nome del pluralismo si ci cura del mantenimento di un sistema politico frammentato nel quale, in barba alla democrazia, il potere di condizionamento e di ricatto politico di chi ha il 2% diviene assoluto. Un paese in cui la democrazia non è più una testa un voto e principio di maggioranza, ma il contrario.

Il Pd deve radicalmente cambiare questa sistuazione e lo farà solo se si contrapporrà radicalmente a questi conservatori ovunque essi si annidino, a destra - ed è proprio il caso di dirlo - e a manca. Lo Stato deve essere regolatore di pari opportunità e non interventore; l’economia deve creare ricchezza secondo regole di chiara competizione, la pubblica amministrazione deve operare con efficacia ed efficienza per i cittadini utenti e non per i dipendenti. La cultura deve basarsi sulla etica della responsabilità e non solo su quella della libertà: sui doveri e non solo sui diritti. Le elites - tutte le elites - si devono sottoporre al ricambio ed al vaglio del merito. La società deve diventare luogo di sussidiarietà, inclusione e cooperazione. Solo così questo sarà un paese nel quale c’è spazio per le generazioni future. Solo così questo sarà un Paese migliore. Se "migliore" vi sembra poco!

Per fare questo, in un sistema bipolare, occorre guardare e guidare il "centro" della società che non è un ente o un luogo geometrico, astratto e contraddittorio come oggi lo sono, invece, destra e sinistra ma è quella parte della società che ne costituisce il punto di sutura. Per questo è necessario un progetto aggressivo e convincente di profonde riforme della società. Un riformismo che non si limiti a "regolare il traffico" ma che indirizzi le politiche nella direzione di una maggiore concorrenza contro le innumerevoli rendite di posizione ancora presenti. Riforme incisive, coerenti con l'obiettivo di ottenere più crescita e più coesione sociale. Due obiettivi che sono l'uno condizione dell'altro e non possono essere perseguiti separatamente. Le riforme di cui ha bisogno questo paese non sono indolori, né economicamente, né socialmente: se promuovono gli interessi di chi ha più meriti e più bisogni, debbono colpire, per forza, gli interessi di quanti traggono vantaggio dal mantenimento dello status-quo.

Questo, come dimostra la vicenda del rinnovo contrattuale degli statali o la paura di mettere mano ad una seria riforma del sistema pensionistico, non potrà avvenire con una maggioranza che esprime le suddette contraddizioni. Siamo gli unici che mandiamo la gente in pensione a 57 anni, con la prospettiva di pagare pensioni per i prossimi 25 anni alla maggioranza dei cittadini. Siamo gli unici a parlare di lavori usuranti e non siamo ancora in grado di stabilire quali, effettivamente, questi siano. Siamo un paese dove si preferisce favorire l'azianità di servizio al merito. Siamo un paese vecchio, vecchio come la classe dirigente che esprime. Vecchio come la contrapposizione fine a se stessa tra destra e sinistra, in cui non si confrontano due idee diverse di governo di questa società ma solo due logori stereotipi e due (o più) sillogismi.

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