MOVING
Il
senso del movimento.
Il
movimento e le nuove superfici nella ricerca architettonica contemporanea.
Partendo dai concetti individuati all'interno della casa di abitazioni
Giuliani Frigerio realizzata da Giuseppe Terragni siamo arrivate ad affrontare
il tema del movimento nell'architettura contemporanea, tema che lo stesso
Terragni aveva espresso in questa opera dove l'articolazione della sezione
crea un ritmo differente di fruizione dell'edificio rispetto alla classica
sezione rinascimentale.
In
questa ricerca è stato fondamentale il libro di Kari Jormakka,
"Olandesi volanti.Il movimento in architettura", (La
rivoluzione Informatica), Italia 2002, Testo&Immagine (Universale
di Architettura, n. 121).
Il
tema del movimento e della dinamicità è un tema estremamente
attuale che interessa numerosi gruppi di ricerca sia in Europa che in
Usa; non a caso la recente Biennale di architettura
di Rotterdam 2003 ha sviluppato proprio tale concetto
intitolando la manifestazione Mobility.
Se
si vuole analizzare il tema del movimento in architettura contemporanea
bisogna iniziare sicuramente da quello che si può considerare il
primo esempio di architettura in movimento: l'invenzione che ha caretterizzato
la Rivoluzione Industriale: la ferrovia.
Da allora si cominciò a parlare di annientamento dello spazio e
del tempo e furono i Futuristi tra i primi ad interessarsi
allo studio del movimento in pittura, scultura e architettura.
Filippo Tommaso Marinetti nel Manifesto del Futurismo
del 1909 afferma che :"Il
Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto,
poichè abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente".
Le sculture di Boccioni sono la dimostrazione forse più
chiara di questi studi, l'artista non deve rappresentare la traiettoria,
ossia il passaggio da uno stato di quiete a quello successivo, ma determinare
l'unica forma che esprima la continuità dell'oggetto nello spazio.
Anche
all'interno del movimento del Bauhaus l'argomento fu
trattato, in particolare Wassilij Kandinskij in "Punto,
linea, superfice" definisce la linea come la traccia lasciata
da un punto in movimento : "Nella linea si verifica il passaggio
dallo stato statico allo stato dinamico".
Si
possono individuare quattro fondamentali tipi di architettura in movimento:
-Il linguaggio della velocità
-Architettura vivente
-Movimento strutturale
-Passeggiate architettoniche
Il
linguaggio della velocità
Si
basa sull'applicazione delle linee e forme dinamiche.
Tra i primi esempi ci sono sicuramente le opere di Erich Mendelsohn
e in particolare la sua Torre Einstein a Postdam, questa
opera trova molte anologie con la teoria della relatività di Einstein
perchè Mendelsohn sostiene che le griglie dell'armatura di un edificio
in cemento, allo stesso modo delle linee di forza dei campi elettromagnetici,
formino campi di forza nella struttura.
Le
forme aerodimamiche sono poi state utilizzate nella progettazione di numerosi
edifici che hanno a che fare con il traffico come stazioni, aeroporti
ecc.., tra cui le stazioni della metropolitana di Amsterdam
progettate da Benthem Crouwel dove l'aerodinamicità
acquista un valore simbolico.
Anche
Makoto Sei Watanabe tratta
questo argomento nella sua stazione Shin-Minamata nell'isola di
Kyushu dove la struttura appare come un momento congelato di
una traiettoria in espansione; infatti la copertura e le pareti della
stazione sono costituiti da schegge di forma rettangolare che entrano
le une dentro le altre e che danno proprio la sensazione di un movimento
bloccato in un determinato attimo che se sbloccato continuerebbe la propria
corsa.
Architettura
vivente
Il
modo più diretto di incorporare il movimento nell'architettura
è far muovere l'edificio stesso.
Nella Schouwburgplein a Rotterdam il gruppo West
8 ha realizzato una piazza illuminata da quattro enormi
riflettori collegati a braccia idrauliche che si muovono e che i visitatori
stessi possono mettere in funzione azionando un balletto meccanico che
ricorda quello delle gru del vicino porto.
Il fondatore del gruppo, Adriaan Geuze, sostiene : "La
velocità e il tempo hanno sostituito l'idea tradizionale di spazio.Il
movimento unisce i frammenti presenti nello spazio in configurazioni in
continuo cambiamento".
Anche
Herman Hertzberger ha sperimentato
un tipo di architettura vivente progettando la serie delle Water
Villas : dieci ville che galleggiano su un lago artificiale,
un argano manovrabile a mano o al computer le rende ruotabili in modo
da seguire i movimenti del sole.
Un'
opera del genere era già stata realizzata a Marcellise vicino Verona
nel 1929 dall'ingegnere Angelo Invernizzi : la Casa
Girasole è un edificio posto su un basa dove due ali rettangolare
collegate a formare una L da una torre centrale ruotano a 360 gradi su
delle ruote spinte da un motore a tre cavalli vapore.
Altre
sperimentazioni sono avvenute grazie alla rivoluzione dell'Information
Technology che ha reso ormai sospetta la nozione stessa di luogo.
Ole Bouman sostiene che alla luce delle nuove tecnologie
è necessario ridefinire tutte le preoccupazioni tradizionali dell'architettura,
come la demarcazione del territorio, la definizione di un luogo e la rappresentazione
di valori culturali comuni; egli rivendica la necessità di incorporare
l'ambiente digitale nella progettazione dell'ambiente fisico, e una fusione
tra ambito fisico e ambito virtuale che dia vita ad una nuova condizione
ibrida.
Per quanto riguarda le reali soluzioni da applicare Buoman propone animazioni
di facciate e mura di edifici con immagini eletroniche in movimento; introduzione
di sensori che rendano gli edifici interattivi e permettano agli utenti
di animarli; connessione di un edificio interattivo, con funzioni analoghe
a quelle di un terminale di computer, ad altri ambienti fisici configurati
in modo simile e a reti virtuali online.
Temi
questi trattati anche da Gianni Ranaulo
in "Light Architecture" (La rivoluzione Informatica),
Italia 2001, Testo&Immagine (Universale di Architettura, n. 95).
La
proposta di Light Architecture è quella di fondere
due realtà, quella virtuale e quella
reale, e allo stesso tempo di migliorare l’aspetto
dell’ambiente in cui viviamo; quindi attraverso la fusione dello
spazio virtuale, che oramai è sempre più presente nella
nostra vita (TV, computer, internet) e dello spazio concreto della realtà
in cui viviamo, possiamo ottenere come risultato una nuova realtà,
da lui chiamata "stereorealtà".
Ci troviamo davanti ad una vera rivoluzione informatica.
L’edifico,
come viene concepito attraverso la Light Architecture diviene l'interfaccia
con il cittadino, dandone la possibilità di interagire con il contesto
urbano ed il mondo.
Non ci troviamo più di fronte a facciate statiche, ma tutto è
dinamico in continuo cambiamento e in continuo divenire, così da
far percepire all’esterno ciò che avviene all’interno;
gli edifici si trasformano
in veri e propri esseri viventi, cambiando aspetto, forma e dimensione.
Un
prototipo di questi tipo di architettura è il Transport
di Kas Oosterhuis, un padiglione
multifunzionale dalla struttura pneumatica che gli permette di muoversi,
cambiare forma e colore, di ingrandirsi o rimpicciolirsi in base alle
esigenze degli utenti.
Movimento strutturale
Per
molti architetti non è necessario che l'edificio si muova per adeguarsi
ai cambiamenti del mondo circostante, infatti anche se l'edificio non
si muove in esso ci sono elementi in movimento : porte, finestre, ascensori,
ecc..; il problema non è allora creare il movimento ma imbrigliarlo
in un edificio per tematizzarlo a fini architettonici.
Rem Koolhaas nella sua casa
a Bordeaux concentra il movimento nell'ascensore grazie al quale
il proprietario costretto su una sedia a rotelle può accedere ai
diversi piani e allo stesso tempo negare l'acceso ai piani superiori ad
eventuali intrusi.
In
maniera differente Un Studio
anima lo spazio interno dell' Het Valkhof Museum di Nijmegen
dove un soffitto ondulato rende visibile l'apparato tecnico dell'edificio;
il soffitto ondulato ha la forma di un'onda che cambia in base al movimento
previsto dei visitatori, negli spazi in cui si assembra il maggior numero
di persone, le onde sono più frequenti .
Passeggiate
architettoniche
E'
il visitatore a introdurre il movimento nel progetto, l'architettura di
per sé rimane inerte.
Questi principi sono stati utilizzati da Rem
Koolhaas nella biblioteca
Jussieu di Parigi dove il percorso da origine ad una passeggiata
architettonica con una sezione in continua trasformazione grazie alla
deformazione dei solai.
Rem Koolhas paragona i piani deformati della biblioteca alla città
e i suoi elementi (scaffali, arredi, uffici) ai singoli edifici.
Il percorso viene perciò concepito come viale interno e "il
visitatore diventa un flaneur baudelariano sedotto dallo scenario urbano".
Gli
stessi principi sono rintracciabili anche nella Mobius House di
Un studio organizzata su due percorsi che si intrecciano e che
mostrano come due persone, incontarndosi in ambienti comuni, possano vivere
insieme e, allo stesso tempo, da sole.
Il diagramma di Mobius ha dettato la scelta dei materiali e la distribuzione,
trasformando l'edificio in una promenade corbusieriana all'ennesima potenza.
Proprio come un nastro di Mobius l'interno diventa esterno e viceversa,
la sintesi che nè risulta offre vedute sorprendentemente incoerenti
dell'interno e dell'esterno dell'edificio stesso.
Anche in un altro progetto Un studio si è servito di una superficie
topologica : la bottiglia di Klein è stata usata come diagramma
per progettare la stazione di Arnhem.
La bottiglia di Klein deriva dall'unione di due nastri di Mobius che vanno
a creare un volume chiuso che non ha ne interno ne esterno, lo si può
percorrere completamente senza mai incontrare il bordo .
Secondo Ben Van Berkel e Carolin Bos
: "La superficie della bottiglia di Klein può essere
tradotta in un sistema di canalizzazione che incorpora tutti gli elementi
che incontra e li spinge verso un nuovo tipo di organizzazione integrale
basata su strette correlazioni interne".
Van Berkel considera la stazione come un "paesaggio di movimenti
interrelati", così egli modella i flussi e i movimenti
in un sistema tridimensionale che riduce al minimo le intersezioni dei
diversi tipi di traffico.
La forma della copertura è stata determinta dalle varie forze che
si intersecano nel terminal: nei punti in cui è maggiore la concentrazione
della persone, il tetto è aperto per fornire luce naturale e facilitare
l'orientamento.
Il tema del movimento e della dinamicità può considerarsi
il nucleo centrale della ricerca progettuale di Un Studio; il loro sforzo
primario è quello di applicare la nozione di movimento all'edificio
e allo spazio che esso definisce.
Per Un Studio il movimento non è la metafora della macchina simbolo
della modernità e del progresso come lo era per i Futuristi : il
movimento rappresenta l'essenza di una realtà priva di ordine e
in continua trasformazione.
Nel vortice incessante in cui essa si manifesta, tra le molteplici componenti
che costituiscono la sua essenza, si debbono registrare continue interferenze:
ed essa diventa così la base operativa della loro azione progettuale.
L'interesse che Van Berkel vede nell'interferenza risiede nel costituire
un ordine improvviso, non programmato.
L'architettura in questo modo non fa che fissare un assetto temporaneo
che prende forma attraverso un sistematico processo di interazione, ingerenza,
ibridazione.
Tale sistema è regolato dall'uso del diagramma che come lo definisce
Deleuze più che rappresentare
costruisce una realtà che deve ancora attuarsi .
L'emblema di questo approccio è per Un Studio il diagramma del
Manimal, fusione tra l'immagine di un leone, di un serpente
e di un volto umano che fa poi da copertina al loro libro intotolato appunto
Move.
Questo è un esempio di come sia possibile includere diversi elementi
in un insieme fortemente coeso grazie alle nuove tecnologie (il morphing),
che consentono l'interazione di diversi progettisti e permettono di avvicinarsi
alle caratteristiche di un sistema organico.
Van Berkel e Bos non si limitano ad utilizzare la definizione di diagramma
di Deleuze ma si rifanno a gran parte dei suoi scritti.
Per Deleuze l'evoluzione creativa non può essre il movimento dal
possibile al reale, piochè il possibile non è reale e non
può essere la causa di una estenzione della realtà .
Il possibile è esattamnete uguale al reale, ad eccezione del fatto
che manca di esistenza reale; quindi se anche una sola possibilità
dovesse essere realizzata il processo non sarebbe creativo, non emergerebbero
nè novità nè diversità.
Al contrario è creativo il movimento dal virtuale al reale, piochè
mentre "il reale è a immagine e somiglianza del possibile
che realizza, l'attuale non somiglia alla virtualità che incarna".
Ogni edificio è una virtualità relativa alla vita che si
attualizza in quell'edificio: l'edificio è uno dei presupposti
che rende possibile un certo tipo di manifestazione della vita senza determinarlo.
Secondo Un Studio l'uso del computer ha trasformato la progettazione architettonica
in un processo che ha un andamento simile a quello delle onde e che si
occupa di campi dinamici di forze.
Secondo Carolin Bos gli architetti dovrebbe assumere
come paradigma le onde nel momento in cui utilizzano i software per la
progettazione.
"La struttura delle onde oceaniche è una struttura in
movimento, di forze che si spingono e si tirano a vicenda, che si gettano
in avanti e si risucchiano all'indietro.Particella su particella, atomo
su atomo, ogni forza guadagna terreno per poi tornare a perderlo, e le
onde ricominciano di nuovo tutto da capo senza mai ripetere lo stesso
disegno.Nessuna onda esiste da sola, ognuna è condizionata dalle
precedenti e dalle successive. La loro è una struttura di contrasto,
la forza propulsiva che le segue si insinua nel tumulto del rovesciamento,
mentre le forti correnti di flusso e riflusso si mescolano e turbinano
ad ogni spinta in avanti"
La progettazione computerizzata che segue un andamento simile a quello
delle onde implica l'abbattimento della tipologia, delle gerarchie di
scala proprio della progettazione tradizionale.
Nei metodi progettuali di UN Studio ogni struttura perde le sue proprietà
specifiche e distinte e viene definita in base a come entra in relazione
con il tutto .
Poichè è possibile qualsiasi mutazione ogni cosa diventa
instabile, quasi galleggiasse o fosse fluida.
Ancora i due architetti di UN Studio sostengono l'importanza delle tecniche
CAAD basate sul tempo, l'invenzione di tali tecniche espande l'immaginazione,
abbatte le gerarchie del processo progettuale e incoraggia l'introduzione
di discipline diverse.
La progettazione computerizzata produce effetti di accrescimento, di movimento,
di espressione, di anticipazione, climatici, cinmetici, relativi al tempo,
non lineati, sorprendenti, misteriosi, di coercizione e di seduzione.
I continui rimandi da parte degli architetti interessati al tema del movimento
alla filosofia di Deleuze necessitano un breve approfondimento su alcune
idee di Henri Bergson sulle quali si basa gran parte
del suo pensiero.
Particolarmente
affascinante è la sua definizione di tempo .
Bergson rifiuta l'idea di
tempo fisico-matematica, tempo "scientifico" quantitativo e
calcolabile dove il tempo e le azioni sono viste come un insime di fotogrammi
che si susseguono uno dopo l'altro con il medesimo intervallo.
Secondo Bergson la suddivisione delle azioni in istantanee è un
processo a posteriori messo in atto dalla mente umana che cerca di mettere
ordine in una realtà altrimenti inafferrabile .
La realtà è invece caotica fluida e sgusciante, la coscienza
umana concepisce il tempo come durata vive il presente abbracciando l'immediato
passato e l'immediato futuro nell'impossibilità di congelare il
presente in un momento definito.
"Il presente è il ricordo dell'immmediato passato e l'anticipazione
dell'immediato futuro"
La coscienza, inoltre, non vive il tempo necessariamente in modo uguale,
per essa vi sono attimi più intensi di altri: un attimo può
durare un'eternità e altri sembrare talmente veloci da non meritare
neanche di essere ricordati.
La durata della coscienza viene così paragonata al moto ondoso
il presente tendendo sempre e comunque verso il futuro trascina con se
alcuni brandelli del passato.
Bergson
insiste sull'idea che non ci sono cose ma solo azioni per cui secondo
lui
"il cambiamento esiste ma, al di sotto del cambiamnto, non ci
sono cose che cambiano: il cambiamento non ha bisogno di un sostegno.
Esiste il movimento, ma non ci sono oggetti inerti o invariabili che si
muovono: il movimento non implica necessariamente che qualcosa si muova".
Collegandosi
alle idee di Deleuze e Bergson, Lars Spuybroek
dei Nox Architects, tova spunto per alcuni progetti tra
cui il Fresh Water Pavilion sull'isola artificiale di
Neeltje Jans; il padiglione si trova vicino ad un altro progetto che si
avvicina alle stesse tematiche il Salt Water Pavilion di Kas Oosterhuis.
Il padiglione di Oosterhuis ha una forma semplice ma malleabile, le vie
di circolazione si incrociano a formare il simbolo matematico di infinito,
al centro un elemento scultore funga da struttura e da tabellone informativo,
tutto l'ambiente è circondato da foschia, corsi d'acqua e onde,
fibre ottiche e altoparlanti multimediali.
Il Fresh Water Pavilion, invece è molto diverso,
è organizzato secondo uno spazio dove non c'è una separazione
formale tra pavimenti, pareti e soffitto; piccole installazioni con vera
acqua si mischiano a proiezioni di video e diapositive.
Grazie a diciassette sensori le installaioni e il sistema di illuminazione
interaggiscono con i movimenti dei visitatori: più gente c'è
più aumenta l'attività e più le luci pulsano velocemente.
L'esperienza dello spazio dipende dai movimenti e dalle azioni del corpo
piuttosto che dalle nostre facoltà visive;
Goethe
nel Baukunst afferma :
"Potremmo pensare che l'architettura, come arte bella, parli
soltanto ai nostri occhi. Invece, è al senso del movimento meccanico
del corpo umano che dovrebbe, innanzitutto, rivolgersi-cosa, questa, a
cui viene data scarsa attenzione. Quando balliamo, ci muoviamo seguendo
regole ben precise, e ciò provoca in noi una sensazione piacevole.
Una sensazione simile dovrebbe nascere anche in chi venga condotto bendato
attraverso un edificio ben costruito" (W. Goethe, Baukunst.Dal
gotico al Classico negli scritti sull'architettura)
E' interessante l'immagine di un'architettura caratterizzata da qualità
temporali e ritmiche: è l'architettura che determina il ritmo di
fruizione dello spazio.
Le stutture architettoniche hanno un ruolo nel costituire i ritmi delle
città, come una melodia articola i movimenti che costituiscono
la danza.
Le scale sono un esempio di architettura che determina il ritmo di fruizione
dello spazio, infatti esse oltre al legame tra gli spazi garantiscono
anche il legame tra i tempi: fra il tempo dell'architettura della casa
e il tempo urbano della città.
Lefebvre afferma: "Le scale non sono dunque
il supremo tempo localizzato? A Venezia non ritmano forse il cammino attraverso
la città, fungendo al tempo stesso da transizione tra i diversi
ritmi?"
L'architettura rende visibili i movimenti e il ritmo attraverso l'accentuazione
del movimento dell'osservatore o attraverso l'empatia con un'altra persona
in movimento.
Il movimento viene sperimentato come movimento attraverso il corpo questo
è il concetto fondamentale della così detta "ritmanalisi".
Secondo il filosofo Edmund Husserl
la nostra spazialità viene creata attraverso il movimento,
movimento dell'oggetto stesso e movimento dell'io.
La velocità dell'osservatore influenza la visione che egli ha dello
spazio, guidare un auto rende la nostra percezione della strada molto
diversa rispetto a quella che avremmo avuto se fossimo stati fermi.
Il corpo è la fonte della nostra nozione di spazio, partendo dal
presupposto che tutto possa correre davanti a noi ma non il nostro corpo
Husserl lo definisce Nullpunkt, il punto zero dello spazio.
Analizzando alcuni progetti che prendono in considerazione il tema del
movimento appare chiaro che per inserire con efficacia il movimento nell'architettura
è necessario tematizzare il movimento reale in modo tale da renderlo
empirico.
Movimento significa dislocazione relativamente a una struttura di riferimento
o a un esterno: il movimento non è quindi contenuto in un oggetto
che si muove, bensì in una continua co-costituzione discriminante
della struttura e del mobile.
Il concetto dell'ambiente architettonico inteso come parte, estensione
protesica del corpo dell'utente deve essere mitigato da una immagine non
organica del corpo, il concetto deleuziano di corpo senza organo.
Riprendendo, poi, il concetto hegeliano di unità organica che afferma
che l'intero non potrebbe essere ciò che è se non fosse
per l'esistenza delle sue parti e così le parti non sarebbero ciò
che sono se non fosse per l'esistenza dell'intero, bisogna arrivare a
non concepire più gli edifici come entità oragniche i cui
interni vengano creati seguendo leggi diverse da quelle che regnano nel
loro ambiente esterno, ma sembra più logico cercare principi guida
più generali e più ampi, o campi di forze.
Se lo spazio non è concepito come omogeneo, come contenitore neutrale,
ma come eterogeneo, con più centri, anisotropo e costituito da
campi di forze, azioni e movimenti, diventa difficile tracciare chiari
confini tra l'interno di un edificio e il suo ambiente esterno.
Se concepiamo l'architettura come prodotto dinamico dell'interazione di
campi di forze, annulliamo la distinzione non solo tra corpo ed edificio,
ma anche fra interno ed esterno.
Dobbiamo per cui prendere in considerazione i modi in cui un edificio
si inserisce in altri campi di forze tutti in movimento e privi di chiari
confini spaziali .
Un simile concetto di architettura come interazione dinamica di campi
di forze va contro l'immagine tradizionale della professione architettonica.
Una pratica architettonica così intesa è polivalente e quindi
non si concentra su una totalità estetica, ma grazie anche alla
cooperazione con altre professioni e gruppi di interesse, su interventi
infrastrutturali, su nuova disposizioni organizzative e su una dispersione
dicontinua ma strategica di masse architettoniche.
La rivoluzione dell'Information Technology ci sta finalmente fornendo
gli strumenti necessari per una pratica architettonica polivalente e decentrata;
infatti i metodi di progettazione al computer basati sul movimento permettono
di lavorare direttamente con il dinamismo senza affidarsi alla soggettività
dell'autore.
PARTE
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