MOVING
Il
senso del movimento.
Ritmo,
esplosione e dinamismo nella Casa Giuliani Frigerio
Parte
1: Punto di applicazione specifico della ricerca di Terragni:
La CASA GIULIANI FRIGERIO.
Il
punto da cui trae origine la nostra ricerca all’interno della produzione
di Terragni, è la CASA GIULIANI FRIGERIO,
edificio per appartamenti realizzato a Como tra 1939 e il 1942.
La
scelta è motivata da una serie di spunti che, già da una
prima analisi, l’opera ci ha suggerito.
Si tratta dell’ultimo progetto dell’architetto comasco, nel
quale è racchiusa una pluralità di temi e soluzioni innovative
che portavano ad affermare all’amico Lingeri che la casa avesse
“idee sufficienti per quaranta” ( Saggio pag. 85.). In realtà
sarebbe stato sufficiente per Terragni attingere al suo ampissimo repertorio
per ottenere dei risultati più che soddisfacenti, invece ecco la
perenne ricerca del superamento,
il continuo tendere a nuove sfide.
Il progetto prevedeva un edificio su lotto libero con uffici al primo
livello e tre appartamenti per piano e questo fu l’elemento che
in questo caso forni lo spunto al genio dell’architetto. Altro aspetto
importante, infatti, é stato vedere come Terragni si ponesse di
fronte a temi pratici e a necessità imposte dalla committenza riuscendo
a trasformarle in pura architettura.
L’aspetto
che ci ha colpito è stata proprio la ricchezza
di temi architettonici applicati ad una residenza e soprattutto
l’attualità di questi e la modalità di composizione.
La contemporaneità,
termine che ci ha accompagnate dall’inizio di questo corso monografico
e che attraverso questo esempio ci ha nuovamente dimostrato come le intuizioni
di Terragni abbiano fornito terreno fertile per l’approccio allo
studio da parte di coloro che lo hanno seguito.
Siamo
partite dunque dall’estrapolazione delle tematiche evidenziate nell’opera:
·
DISGREGAZIONE del BLOCCO; SCOMPOSIZIONE del VOLUME.
· MOTO dall’INTERNO VERSO l’ESTERNO.
· TENSIONE allo SCOLLAMENTO in tutto l’edificio.
· MOVIMENTO della SEZIONE, indipendente e celato all’esterno.
· ESERCIZIO SINTATTICO AUTONOMO su
OGNI PROSPETTO.
È
evidente la percezione dell’attualità di queste tendenze
nella ricerca architettonica contemporanea ed è da queste che abbiamo
attinto per arrivare ad una nostra risposta, ad un’
interpretazione del tutto soggettiva dell’opera
all’interno delle tendenze attuali.
Per
fare ciò è stato necessario uno studio approfondito e critico
della Casa Giuliani Frigerio per cui indispensabili sono risultati il
testo del Prof. Antonino Saggio "Giuseppe
Terragni Vita e Opere", Edizioni La Terza, Roma-Bari 2004,
e quello di Peter Eisenman "Giuseppe Terragni - tranformation,
decomposition and critiques.", The Monacelli Press, 2004.
Nel suo libro Eisenman affronta l’analisi della Casa del Fascio
e in una seconda parte della Giuliani Frigerio come due elementi che partono
da concezioni opposte, ma tentando di legarle attraverso un unico approccio
metodologico alla loro rilettura.
Gli aspetti risultati indispensabili di questa lettura sono stati i seguenti.
- 1.
Dalla TRASFORMAZIONE alla DECOMPOSIZIONE.
Si
parte dal tentativo di fornire una modalità unica e tipica di lettura
testuale dell’elemento architettonico che risulti applicabile a
qualsiasi oggetto. Lo scopo è quello di arrivare ad una matrice
critica generale che consenta la lettura dei due edifici. In realtà
però, poiché questa lettura alternata si genera dal concetto
di trasformazione inteso come modificazione a priori di configurazioni
geometriche primarie, questa non sembra più molto efficace per
la Giuliani in quanto molto legata alla struttura metodologica della Casa
del Fascio.
È necessario quindi spostare l’attenzione verso il concetto
di decomposizione e comprendere
quali siano gli aspetti innovativi rispetto al precedente modello. Per
decomposizione s’intende un’operazione
che non prevede un livello di base statico (un “ground
zero” definito dallo stesso architetto) da cui partire. È,
infatti, evidente che la Giuliani Frigerio non si sviluppa attraverso
operazioni di modificazione, reinterpretazione e contestualizzazione di
concetti tradizionali quali forma tipo, programmi, linguaggio formali
e sito. In questo caso la decomposizione si pone come base un serie di
condizioni alternative non statiche, ma
instabili nelle relazioni con entità geometriche
primarie. Non è più possibile quindi rintracciare un modello
più semplice generato da un codice formale.
È da questa caratteristica che si evidenzia l’esigenza di
sviluppare un nuovo lessico testuale
non più caratterizzato da quella lettura alternata, ma da un nuovo
modo di concettualizare gli spazi che trae origine dalla frammentazione
della casa per appartamenti.
L’attenzione è puntata sulle relazioni
tra interno ed esterno, in quanto il contesto del sito
è meno importante rispetto allo sviluppo concettuale dell’edificio,
inoltre questo assume carattere, oltre che in se stesso, anche in relazione
agli altri.
Le linee giuda si articolano come traccia di uno sviluppo
discontinuo che non trae origine dalla trasformazione
di elementi compositivi tradizionali, e questo diverrà uno dei
punti base dell’interpretazione di allestimento.
Le
caratteristiche che si evincono da questa nuova analisi sono:
·
La mancanza di relazioni tra interno ed esterno.
· Il nuovo significato dell’angolo rispetto al passato.
· La mancanza di un punto di vista privilegiato per la lettura
Queste
al contempo rappresentano anche il limite di quel tentativo di analisi
su una stessa matrice ipotizzata in principio e che conduce quindi verso
una distanza concettuale importante dei due edifici che porta a soluzioni
e risultati diversi.
- 22.
Il VOLUME INTERNO CELATO sulle FACCIATE.
Un’altro
aspetto che evidenzia la distanza concettuale con l’opera precedente
è il trattamento dei prospetti
nei quali Terragni esercita un puro esercizio
sintattico atto a celare
gli slittamenti interni in favore di un dinamismo
totalmente indipendente ed astratto. Questo porta ad una
stratificazione più complessa nella Giuliani Frigerio causata per
lo più dalla mancanza di una facciata narrativa ennesima dimostrazione
del nuovo lessico basato sull’alternanze e le oscillazioni.
Analizzando la distribuzione planimetrica si percepisce che lo spazio
interno risulta meno importante rispetto alle facciate nel generare materia
testuale, ovvero entrambe le sezioni possono essere considerate indipendentemente
rispetto alle idee sviluppate nei prospetti.
Questa indipendenza di relazioni tra interno ed esterno sarà proprio
uno degli aspetti fondamentali che condurranno alla nostra rivisitazione
del tema, al tentativo di leggere in chiave contemporanea questi quattro
prospetti differenti come una superficie
continua e plasmabile.
- 3.
L’ANGOLO NON NARRATIVO
In
molti casi la lettura dell’angolo di un edificio serve a conferire
l’intera visione dell’organismo attraverso un meccanismo che
lega tra loro le facciate per fornire unità.
Nel nostro caso la lettura delle visioni oblique nella Giuliani Frigerio
manifesta delle frammentazioni e delle separazioni
segnalate proprio dalle fratture in ogni angolo, andando a sconvolgere
la tradizionale percezione di continuità e pienezza.
Una lettura è possibile, basta partire dal fatto che le condizioni
d’angolo sono caratterizzate da ragioni che non
concernono chiare relazioni visibili tra angoli e facciate.
Gli angoli risultano cosi fatti a pezzi per rivelare altre linee non relazionate
che ancora non risolvono la lettura delle facciate. Si trovano così
a fronteggiare situazioni sempre diverse come per esempio avviene in quello
nord dove il tetto piano della facciata nord si proietta ad una differente
altezza e si distacca dalla superficie verticale della facciata est.
Il tutto enfatizza in maniera ancora più forte la tensione
allo scollamento che caratterizza tutto l’edificio.
Cerchiamo ora di analizzare velocemente alcune caratteristiche dei "quattro
dinamici
quadri"
· FACCIATA NORD
La
facciata nord è caratterizzata da un sistema di addizioni di piani
e solcata da tre bande di
finestre asimmetriche che non manifestano l’interno.
L’elemento del muro al basamento può essere considerato come
residuale di un secondo rettangolo più largo.
La lettura volumetrica predomina sul fronte,
mentre gli angoli rivelano la presenza di un sistema di piani sovrapposti.
Nuovamente è evidenziata l’assenza di un’origine statica
in favore di una condizione iniziale indeterminata rispetto alle simmetrie
e alle asimmetrie. Le categorie tradizionali utilizzate nello studio di
prospetti come simmetria e asimmetria, addizione e sottrazione di volumi,
piani e volumi non forniscono una lettura comprensibile che ci è
data invece in termini di relazioni mutabili
tra i frammenti in termini prettamente decompositivi.
·
FACCIATA SUD
La
facciata sud è caratterizzata dalla presenza dei balconi a lastra
che lo chiudono asimmetricamente attraverso questo pieno che si ripiega
in alto a chiudere la terrazza. In un primo momento l’approccio
risulta simile al prospetto nord creando un concettuale legame fronte
retro, dovuto per lo più alle stesse dimensioni fisiche.
In realtà la sensazione è quella di due
metà di un edificio messe insieme per errore.
Il sistema dei balconi e organizzato attraverso una tripartizione nella
quale un sistema è avanzato rispetto all’altro, ma questo
elemento non viene letto come aspetto di una rotazione che coinvolge i
prospetti adiacenti. Il modello dei balconi si sovrappone a quello delle
finestre creando un’alternanza di starti.
La gerarchia tra lettura frontale e obliqua
è qui spezzata. Asimmetrie
tagli e compressioni divengono anche in
questo caso un vocabolario narrativo privo
di gerarchie e soluzioni.
·
FACCIATA EST
I
due lati lunghi rappresentano il massimo
sforzo espressivo dell’architetto. La facciata sud
è quella che tra le quattro assume maggiore impatto
solido e frontale e sviluppa il motivo del muro
traforato con diverse tessiture e tripartito.
Il piano è solcato da bande continue che segnalano il sistema delle
aperture allineate in qualche modo una sorta di traccia di un solido residuo.
La lettura frontale evidenzia la tripartizione con la zona centrale, il
sistema piano con le finestre singole sulla destra e le scatole aggettanti
a sinistra. Questa tripartizione però, anche in questo caso maschera
lo slittamento del mezzo livello della sezione interna riprendendo
ancora una volta il concetto di un falso
fronte.
·
FACCIATA OVEST
Il
prospetto ovest è caratterizzato dalle bucature e da un’ossatura
di ferro che avrebbe dovuto contenere le tende e risulta in un certo senso
il più difficile da contestualizzare.
È quello visibilmente più aperto e sembra in qualche modo
staccarsi con più forza
dagli altri. Il sistema dei balconi per esempio risulta con un unico blocco
e lo schema delle bucature è più complesso dei precedenti.
Gli angoli acquisiscono ancora un’importanza diversa e forniscono
alla facciata un aspetto quasi statico.
Nella
Casa Giuliani Frigerio l’idea di una soluzione visuale è
sospesa attraverso la produzione di una lettura
aperta che definisce gerarchie
linearità e conclusioni sempre diverse e nuove.
PARTE
2
|