Divine

Discografia


Tour History


BREVE STORIA AD USO DEI PIU'

Fine '92: non avevamo bene in mente cosa fare, ma eravamo fermi su cosa non fare... in pi˜, la curiositý per le possibilitý offerte da una batteria elettronica, un processore di suoni per chitarra e una voce femminile. Quest'ultima non Ë stata difficile da trovare: c'erano Paolo, Gianluca e Valeria... e la scelta Ë caduta su di lei. Poi, un periodo di ricerca e composizione (quando si puÚ, ci piace fare le cose con calma); nel frattempo appaiono in forma strettamente privata (neanche noi ne abbiamo una copia!) tre demo, registrati dopo l'incontro con il Consorzio: una furtiva quanto casuale cassetta consegnata nel backstage di un concerto dei CSI a Torino, nel '94. Fin qui tutto normale; noi stavamo scherzando, Ë lui che ci ha fatto il dispetto rispondendoci dopo una settimana! Usciti dalla lunga e motivata sosta nel reparto neuropsichiatrico, ci rimettiamo a suonare. Nel frattempo, il gatto e la volpe (impersonati entrambi dall'ubiquo Gianni Maroccolo) continuavano a fingersi interessati in quello che facevamo, promettendoci fama e successo planetari; come al solito mentivano. Estate del '95: lo stress era troppo da reggere solo in tre; cosÏ diventammo quattro. Marco entra nel gruppo, nascono nuovi brani e nuovi suoni, sperando cosÏ di disintegrare tutte le loro aspettative; non ci riusciamo neanche questa volta. Poi l'attesa, a volte un po' snervante, a volte emozionante, Ë stata premiata. Lo scherzo Ë bello quando dura poco; al Consorzio evidentemente non la pensano cosÏ e a maggio del '96 passano il limite invitandoci a partecipare a "Matrilineare"; noi, ormai rassegnati, ci incamminiamo verso Calenzano, portando le chitarre in spalla e cadendo tre volte lungo la strada... Qui conosciamo Bruce (pronuncia: BRUCE), vera perla del Consorzio, che, ammaliandoci con i suoi modi da gentlemen inglese, ci mette sotto torchio per molte ore (infinite), dimostrandosi ben pi˜ malvagio e sanguinario del dobermann che vive accanto allao studio Emme. Il giovane F¸hrer ci prende talmente a cuore che, dopo averci sequestrati e rinchiusi in una casa di un paesino dell'Abruzzo, ci obbliga a registrare un disco intero (un disco vero, wow!), sottoponendoci ai suoi ritmi di gestore di una solfatara siciliana. Ci costringe a portargli "il coffee" a letto, a cucinargli succulenti pranzetti tra un brano e l'altro, ricompensandoci con un tozzo di pan secco e un bicchiere di latte di capra. Nonostante questi insormontabili problemi di convivenza forzata, il disco Ë un vero capolavoro: agile ma denso, romantico ma non sentimentale, intimo ma universale, italiano e inglese, pulito e distorto, dolce ed amaro, un po' come noi, un po' come voi, un po' come tutti ma unico nella sua totalitý. Un disco d'esordio, il nostro esordio per voi. E anche se voi, come noi, pensate che Elvis sia ancora vivo e lavori per la CIA mentre Jim Morrison (nulla a che vedere con il sommo Bruce) Ë morto (ed ha vissuto anche troppo!), allora le nostre canzoni saranno le vostre canzoni, la nostra musica sarý la vostra musica, i nostri sogni saranno i sogni di tutti (i soldi saranno solo nostri, spiacenti!). Vi diamo appuntamento in tutte le piazze della bella Italia, dove potrete ammirarci e ripagarci col vostro amore delle stupende canzoni che abbiamo voluto donarvi. Tutti i nostri sentimenti positivi sono rivolti a Gianni, all'insostuibile Bruce (di cuore!) ed a tutti gli altri che ci hanno dato tanta ed apprezzata fiducia, permettendoci (forse) di scrivere anche queste cazzate!

Bacioni e abbraccioni,
DIVINE



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SORTIE

Pop intellettuale, pop isterico, pop melodico, senza melodia, pop terreno, pop rarefatto. Pop. Pop. Pop. Pop.
Sortie come uscita allo scoperto. Finalmente la luce. Senza bagliori al neon.

Se in una favola la calma non entra in contrasto con la tensione emotiva, ecco allora Cento Mille Centomila. Il nostro naturale contributo a "Matrilineare". Una voce sottile, melodie sussurrate che lasciano spazi aperti a chitarre nervose, programmazioni in onde corte; frequenze disturbate vengono a galla, affiorano in superficie come su De Sica, 1937, Crisi Temporale, Fail before I try.

E' Valeria che fonde in forma di canzone le diverse influenze musicali. Esse convergono in un solo punto e di qui vengono liberate all'esterno, in libera uscita. Sortie, ancora una volta. Ma non Ë la ragione a guidarci e le scelte linguistiche presenti nella musica sono la naturale conseguenza di precisi percorsi estetici. Dunque, De Sica, come culmine di tali percorsi ed il suo ritornello, di esplicito significato.

E Castiglione come luogo di registrazione, scelta dettata dalla necessitý di restare legati a noi stessi, nel momento di creativitý musicale come nella fruizione del prodotto ultimo. PerchÈ le stesse mura che ti tengono legato, ti proteggono.

"Siamo lontani soltanto un giorno dalla normalitý".

VALERIA NATIVIO - voce
MARCO MAZZEI - programming, tastiere, basso e voce
GIANLUCA SPEZZA - chitarra, basso
PAOLO ZAPPACOSTA - chitarra, basso slide


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TESTI

APRIL
How I wish that april was here to dry my tears away

NIGHT SIDE
Scarlet rose I'm drowning closer to your side, better day just gone away from your eyes; "Oh but no one really sees me when I cry", I just keep on waiting for the night... Scarlet rose I'm drowning closer to your side, dusty days and sleeping fade, I can't hide; "Oh, but no one really sees me when I cry" I just keep on waiting for the night to come; night, time, night is on my side. Scarlet rose I'm drowning closer to your side, blown away the only thing I could keep mine; "Oh but no one really sees me when I cry", I just keep on waiting for the night to come; night, time, night is on my side.

DE SICA
Imagine the world, imagine every thing around you begins to melt as the first beat explodes in you head, destroying all your own world of sounds, delicate and tender that only can make things in your life seem better and sweeter than snow; so closer inside this hole, with no way to escape from this cruel and raping music that someone seems to like: hold me in this silence. So I don't want to stay here anymore. L'uomo Ë lÏ, davanti a noi: guardalo al rallentatore per accertare la concretezza del suo minuto; rintracciare il drammatico nelle situazioni quotidiane, il meraviglioso della piccola cronaca, un folle viaggio a seminare il vuoto; Rose scarlatte, La porta del cielo, Il giardino dei Finzi Contini, Umberto D. Alle 18:00 comincia il giudizio universale. Hold me in this silence. In un minuto avrebbe ceduto alle tentazioni del denaro.

1937
"Cade qualcosa dal cielo..." "Un oggetto pesante e scuro..." "Mentre il tempo Ë sereno..." "Non riuscivo a capire che cosa potesse cambiare..." "In cosÏ poco tempo..." "No io non potevo sapere che..." "In breve la terra doveva gridare..." "Le mura la casa la strada la luce..." "Autunno: a Novembre non ti aspetti granchÈ..." "Non so perchÈ, ma di solito Ë cosÏ, e invece..." Guernica. "E invece mi dico che potevo, dovevo..." "Sapere e capire prima per non dover pensare a pensare..." "Ma non Ë cosÏ..." "Non si puÚ sempre ragionare su tutto..." "Torno a dire che si doveva pensare..." "Cenere alla cenere e polvere alla polvere..."
"E' il tempo che Ë passato e che non torna..." "Ma in fondo Ë inutile starne a parlare..." "La veritý Ë..." "Niente da dire, niente da fare..."
"Solo aspettare..." Guernica

CRISI TEMPORALE
E il tempo inganna solo chi ne Ë fuori, intanto il tempo avanza, consuma i miei colori, e il tempo che non basta Ë tutto quel che ci resta: piccole frazioni limitate di tempo. E il tempo inganna solo chi ne Ë fuori, Ë il tempo che mette in moto i miei pensieri, Ë poco il tempo e credimi, non basta, solo con il mare, provo a ricordare. Crisi temporale, resto fuori a guardare, crisi temporale, resto fuori, non ho voglia di tornare. E il tempo inganna solo chi ne Ë fuori, e il tempo si muove sui suoi sentieri, e il tempo muove le mani, sarý meno anche domani, e il tempo Ë sempre meno, sempre pi˜ lontano, e il tempo inganna solo chi ne Ë fuori, intanto il tempo avanza, consuma i miei colori, e il tempo che non basta Ë tutto quel che ci resta: piccole frazioni limitate di tempo. Crisi temporale, resto fuori a guardare, crisi temporale, resto fuori, non ho voglia di tornare.

SORTIE
Siamo lontani soltanto un giorno dalla normalitý, da come le cose
dovrebbero andare, da quello che si dovrebbe pensare
Siamo lontani soltanto un giorno dalla normalitý, ma puÚ bastare per
rimanere nel buio e cancellare quello che prima si spingeva in ogni modo a continuare
Siamo lontani soltanto un giorno dalla normalitý, costretti a sognare
cosa avremmo potuto fare
Siamo lontani soltanto un giorno dalla normalitý, ma puÚ bastare per
rimanere nel buio e cancellare quello che prima si spingeva in ogni modo a continuare

FAIL BEFORE I TRY
Every other morning when I wake, I think about working and I shiver and I shake
roll over, pull the cover, try to sleep again; the bottles in my bed... no use...
I fail before I try
And I spin all over the floor, I gotta find the key to open the door, and when I have done, I finally run downstairs; run to catch the bus.... too late....
I fail before I try
I need someone to make things work, I need someone to take my hands
I need someone to understand I need someone to break my chains
I can't even guess why but I fail before I try
Now even my dog says "two days and you are going to break".

FAR AWAY
Another sunday morning, I feel tears rolling over my face, I'm painting out troubles and watching cloud's shadows, nothing's changed; I used to dream (you see), to dream of you and me, and now the dream is gone, I also used to say: "I'll never stay away" my promise's done: I'm far away, you're far away; it's so cruel for me, far away, so far away, it hurts, you see... but now I see another guy that looks you in the eyes, I can't stand it, I see you making love, it's not a fair show, understand me, I know you wonder if I cry but now I wonder why you left me, so much pain I'm bursting out, deep inside I know you hate me: far away, so far away...

CENTO, MILLE, CENTOMILA
Se Ë una favola che vuoi
un sussurro e apparirý
notte blu che aspetti me
al di sopra delle vie
cento volte centomila son le stelle tutte in fila
Se il silenzio ascolterai
dove lui ti porterý
lui sedette accanto a me
sulle immagini sbiadite
mille stelle non so come
chi ricorda il loro nome?
cento volte centomila son le stelle tutte in fila

THE LETTER
Take this letter everywhere sun is raising out, a thousand million dollars to have your sight, waiting for your heart to beat like a lazy river flows and the water is on my pillow; all I want is sleeping and dream my paradise, forever and ever. I will always love you, my only gig, I will always hate you. Listen to my sweet song and tell where I was wrong, you ought to try this treatment or throw it away, when I meet your deep eyes and your face shoes your contempt, I should want to kill my desire; do you wish to speak to me or do you want to disappear like an ancient ghost? I shall break, I won't bend, the river in spate will break its high banks. I will always love you, my only gig, I will always hate you.

WAKE UP
And I open the door and children start to cry, and floor stinks as usual and I perfectly know why and I hear the same talkings and I eat the same meal and outside the trees start to scream. And the walls crash in and my watch is still stopped and I have no more tears to drop, I never asked for nothing, I never stopped to cry and I always feel I could die; please, God, please don't wake me up tomorrow.
And I've lost my disease and I won't skip today and I cash it and I coast away and time goes by slowly while the candle goes out, I go under so lively and let the children scream out. Time sleeps on everything and sleeps tonight, I don't care about time while anybody lay down, I never asked for nothing, I never stopped to cry and I always feel I could die; please, God, please don't wake me up tomorrow.
And the walls crash in and my watch is still stopped and I have no more tears to drop.
Please, God, please don't wake me up tomorrow.

JULIE SINGS
The radio cried three days ago, can't spend my life in a bed, I know, and Julie says: "My hope is lost, but I don't deserve to die in this silly way", and Julie says: "Your work's gone, so there ain't no use in prayers"; I hear Julie sing that song for me, I know the reason is... she doesn't want to scream. Did you loved me, or not, did you loved me like I loved you, just like I meant to? The radio cried three days ago, can't spend my life in a bed, I know, now Julie sleeps in my disorder, I know I should take care a little more; did you loved me, or not, did you loved me like I loved you?

MY FUNNY VALENTINE (Rodgers/Hart) Ed. Warner Chappell.
My funny Valentine, sweet comic Valentine, make me smile with my heart. Your looks are laughable, unphotographable, yet you're my favourite work of art; is your body less than greek? Is your mouth a little weak? When you open it to speak, are you smart? But don't change a word for me, not if you care for me. Stay little Valentine, stay. Each day is Valentine's day.


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GUIDA RAGIONATA, DETTAGLIATA E SINCERA ALL'ASCOLTO

APRIL
Il brano Ë nato in forma decisamente diversa da quella attuale, che poi Ë finita nel disco: accordi e linea melodica sono rimasti identici, cosÏ come l'idea di usare la voce su tre diversi toni; l'arrangiamento da camera Ë venuto fuori durante le registrazioni, su proposta di Bruce condivisa da Gianluca e Marco. Il risultato finale Ë certamente singolare (voce, chitarra e archi per pi˜ di quattro minuti, racchiusi tra due spazi di suoni freddi e dilatati) e, a dire il vero, ha sorpreso anche noi non del tutto in maniera positiva; Ë un episodio isolato all'interno dell'album.
In precedenza avevamo elaborato anche una seconda versione in italiano con un nuovo testo di Valeria e con alcuni ritocchi alle parti di chitarra; Maroccolo ha perÚ preferito la prima versione contenuta nel primo demo del '94.

NIGHT SIDE
Il pezzo si basa su un "tappeto" di suoni di chitarra, filtrati da delay e flanger, ed una linea di basso scorrevole. La prima versione elaborata da noi era molto pi˜ statica, specie nelle ritmiche; successivamente, con l'aiuto di Bruce abbiamo rielaborato la struttura del brano, inserendo pi˜ stacchi ed un finale in crescendo. L'arpeggio di chitarra, invece, Ë stato eseguito con una acustica, per un suono pi˜ diretto (la versione del demo era, invece, pi˜ elettrica). Alla fine siamo rimasti soddisfatti pi˜ o meno tutti.

DE SICA
E' una delle canzoni pi˜ vecchie e, secondo noi, anche una delle pi˜ riuscite. Ci piace davvero molto e la riteniamo un perfetto biglietto da visita per chiunque voglia conoscerci, oltre che un'ottima idea per aprire i concerti. Il brano ha una struttura molto semplice: un arpeggio ossessivo in DO7, slide in feedback, parole sussurrate ed un breve ritornello, un solo cambio, per altro breve. L'idea di base del brano Ë sempre stata quella di un insieme per sole chitarre e parole. L'arrangiamento finale Ë uno dei nostri pi˜ sofisticati e l'inserimento di voci campionate via radio ci ha entusiasmati.

1937
Decisamente pop, etereo e scorrevole; la tonalitý insistente (LA-) Ë soffiata dalle tastiere e colorata dalle corde dell'acustica. Eppure, in origine, il pezzo era molto diverso sotto ogni suo aspetto; anche se gli accordi e le strofe erano quelle, si avvertiva la mancanza di qualcosa: un vero ritornello (forse era scontato, ma farne a meno era rischioso); inoltre i suoni di batteria ed un basso troppo in vista non permettevano il libero fluire delle parole sulla melodia. Durante le registrazioni la svolta: inseriamo un basso synth al posto del vero, cominciamo a provare l'acustica sulle tastiere ed il resto Ë venuto da sÈ. Il risultato finale Ë per noi motivo d'orgoglio: un singolo ideale.

CRISI TEMPORALE
E' uno dei primi pezzi composti dopo l'ingresso di Marco nel gruppo, nel giugno del '95. La versione del demo Ë quasi identica a quella finale, con una struttura complessa che non ha avuto bisogno di aggiunte. Ci siamo limitati a pochi ritocchi sulle parti di chitarra (soprattutto nei ritornelli con distorsione e flanger) e sui fiati sintetici. Non Ë un pezzo tipico dei Divine, Ë molto ritmato (a tratti anche hip-hop), perÚ funziona bene nell'economia dell'album. Il testo Ë in contrasto con la musica: tanto Ë di facile presa la prima, quanto Ë chiuso ed ermetico il secondo, che ha, perÚ, un significato semplice (personali riflessioni sul passare del tempo e sulla relativitý di tale concetto).

SORTIE
Senza dubbio uno dei brani preferiti dal gruppo (quasi all'unanimitý), nato nell'estate del '95 a pochi giorni di distanza da "Crisi temporale". Ma si Ë sviluppato su binari opposti: Ë incentrato su toni cupi con accordi di piano e una linea di basso che scendono insieme, la chitarra che si perde nelle ripetizioni del tremolo tra le due casse e un secondo basso in slide che gira attorno alla voce. Il finale rumoristico permette di riflettere sulle parole (il testo Ë il pi˜ apprezzato da tutti). La scelta delle due voci ha convinto tutti; potrebbe essere la chiusura ideale del disco ed anche il suo titolo.

FAIL BEFORE I TRY
Sorprendente: questo Ë quanto abbiamo pensato alla fine della sua resgistrazione, e le ragioni per noi erano diverse: un brano composto in poco tempo ed inviato quasi per sbaglio a Firenze, insieme ad altri, e che era risultato uno dei loro preferiti. Continuavamo a chiederci perchÈ, visto che il pezzo originariamente non ci piaceva affatto. Poi c'Ë stato il colpo di genio di Bruce Morrison: risuonare tutto daccapo, tenendo solo accordi e linea, basandosi solo sull'umore del testo (malessere urbano e autocommiserazione). Dopo un po' Bruce Ë andato a dormire lasciandoci suonare fino a notte fonda. Al mattino il brano era pronto: con una nuova linea di chitarra ed un basso accordato un tono sotto per l'occasione. Molto grandevole, ma Ë merito di Bruce per molti versi.

FAR AWAY
Veloce, aggressivo, come le sue parole: uno dei pochi brani in cui le chitarre sono tutte davanti, distorte e compatte. Era pronto giý da tempo ma non aveva mai raggiunto la sua forma ottimale.
La prima versione del brano era simile a questa, il finale Ë stato aggiunto sul momento. Bruce ha operato personalmente sul suono, concedendosi una traccia di puro noise-style; in genere il nostro bpm non Ë cosÏ elevato, ma qualche volta ci piace dare delle forti scosse a chi ascolta, oltre che a noi stessi (brr....)

CENTO, MILLE, CENTOMILA
Il pi˜ bello a detta di molti e noi concordiamo pienamente. Di certo si avverte la differenza di tempo tra questo ed altri brani del disco: Ë il pi˜ recente per composizione ma possiede un suono pi˜ maturo; c'Ë equilibrio perfetto tra le parti di chitarra e le tastiere (con piccoli interventi di archi). In sottofondo un soffio di feedback molto delicato che vuole letteralmente cullare tutto il brano oltre che l'ascoltatore... avevamo preparato tre pezzi per "Matrilineare" e a Firenze hanno scelto il secondo, con una sola raccomandazione: prolungare la parte strumentale e, con l'aiuto di Bruce, dare piccoli ritocchi alle strofe. Inizialmente eravamo nervosi (era la prima volta per noi nello studio Emme - precedentemente ammirato solo nelle foto dei CD... ed anche il primo approccio con Bruce - come al primo appuntamento: quando sai che Ë amore a prima vista ti passa tutto... e subito), poi ci siamo sciolti (anche perchÈ fuori c'erano 34 gradi...) e la cosa ha preso forma. Durante l'ascolto delle parti vocali (carpite a Valeria da Bruce con sottili inganni psicologici...) ci siamo sollevati del tutto: funzionavamo bene, e poi in studio era tutta un'altra cosa... Il testo deve molto alla nostra passione per le fiabe di Rodari, volevamo qualcosa di estremamente dolce oltre che "cool"... crediamo di esserci riusciti, ne siamo fieri, con modestia ma ne siamo fieri.

LETTER
Il primo in assoluto, da qui Ë cominciato tutto: a luglio del '92 Valeria porta a Gianluca una cassetta; dentro, solo chitarra e voce. Una rivelazione. Dopo l'ascolto, Paolo propone di unirsi e cominciamo a lavorare partendo da lÏ; ci sono voluti, perÚ, pi˜ di quattro anni per rendere abbastanza bene (anche se siamo convinti di poter fare di meglio) il brano che nella sua semplicitý, presenta ogni volta un problema diverso: a tratti non ci convince la voce, poi la ritmica, poi il basso, poi il suono in generale, ma nonostante tutto, ci piace; ha comunque un forte valore affettivo per il gruppo. Durante la registrazione abbiamo inserito, su proposta di Bruce, un cambio pi˜ deciso e rumoroso, in netto contrasto con la dolcezza un po' triste del brano.

WAKE UP
Nervosismo chitarristico, basso e batteria davvero tribali, con intermezzi di puro jungle, sveglie, campanelli e trilli il tutto a sorreggere un testo ugualmente carico di tensione. E' uno di brani pi˜ riusciti e non solo, secondo noi, ottimo per movimentare le esecuzioni dal vivo, ossessivo quanto basta (in fondo sono solo variazioni sul MI-) e con un bel ritornello. Rispetto alla forma originaria abbiamo apportato un piccolo taglio nella parte centrale. Tutto il resto Ë intatto. Anche il campionamento (forse il pi˜ azzeccato di tutto il CD). Probabilmente ci saranno altri brani del genere in futuro. Sono i pezzi come questo che secondo noi possono dare respiro sufficiente ad un lavoro di lunga durata. Il lavoro delle chitarre Ë quello che ci colpisce di pi˜. Ricorda da vicino partiture di gruppi che amiamo alla follia (Killing Joke - Bauhaus - Cramps).

JULIE SINGS
Il preferito di Bruce? Probabilmente, visto che alla canzone originale (pop melanconico e molto molto inglese) ha voluto aggiungere una coda strumentale (affidata solo al pianoforte con ritocchi di chitarra acustica super trattata) di lunghezza identica. Risultato: quasi otto minuti divisi in due parti, legate dallo stesso feeling (il testo Ë davvero poco allegro...) simili per molti versi ma distanti per altri: distorti e movimentati i ritornelli nella prima parte (con un passaggio da MI- a MI+) dilatata, soffusa e molto ambient la seconda (anche se gli accordi sono identici) con la voce che legge alcune righe di testo e poi scompare. Ha funzionato molto bene. E pensare che non era mai finito in nessun demo mandato a Firenze...



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