Roberto Mariani nasce a Roma nel 1965.
Fino al '90 lavora in giro come batterista.
Nel '90 incide il suo primo disco "Balla" (di paglia).
Nel '92 pubblica l'album "Orchestra spettacolo Mariani" che racchiude tre pezzi parecchio suonati dai controllori delle onde radio. I brani erano "Ex", "Giulia" e "Uomini in blu" (che Ë stato colonna sonora del film "Volevamo essere gli U2" di Umberto Marino, per la regia di Andrea Barzini).
Nel '93 pubblica il secondo album "Il pane quotidiano" e il primo pezzo che si muove Ë "Medievale", seguito da un clip con scene molto forti (particolarmente violente ma pur sempre prese dalla realtý dei TG).
Alcuni brani di questo disco fanno parte della colonna sonora del film "Il teppista" di Veronica Perugini.
Nel '95 lascia la IT Dischi e firma con la BMG.
Nello stesso anno pubblica l'album "Tre" al quale dý questo nome sia perchÈ Ë il suo terzo disco, sia perchÈ Ë un disco completamente suonato in tre: basso, chitarra e batteria.
Roberto produce questo album per quanto riguarda la parte artistica e realizza un suo vecchio desiderio, cioË di suonare totalmente in presa diretta, stravolgendo poco prima di incidere le strutture dei pezzi.
Partecipa con questo disco e con la formazione "trio" a qualche festival rock e, resosi conto di nuotare controcorrente all'interno della sua casa discografica, abbandona anche quest'ultima e contatta finalmente Gianni Maroccolo del C.P.I.
La sua ultima esperienza dal vivo Ë l'aver suonato la batteria insieme a un bassista, durante la tournÈe italiana della compagnia di danza moderna "David Parsons Company" di New York, improvvisando insieme ai ballerini.
Il disco di Mariani all'interno di "Taccuini" nasce dalla volontý
di esprimere un sentimento misto di solitudine, rabbia interiore, ricerca della conoscenza e alienazione di rapporti e comunicazioni umane, comunicazioni, perÚ, sempre pi˜ attive grazie a macchine surrogati mentali.
Apparati motÚri in oblÏo e dita in frenetica attivitý (mouse).
La comunicazione Ë anche il dire, il non dire Ë la scheda video.
La virtualitý Ë salire dalle scale che ti portano a scendere gi˜ ("Scanner").
La virtualitý Ë Philip Freneau scienziato (1752-1832), che ci parla dell'immortalitý in "Umana comprensione della natura".
La virtualitý Ë l'odio per il non concesso, Ë la libertý negata.
E' toccare qualcosa che non c'Ë e per questo c'Ë nel suo non esserci.
La virtualitý Ë la rabbia delle parole di A. Panagulis ne "I tiranni".
Non virtuale Ë la sofferenza.
Non virtuale Ë il sole, virtuali sono le meridiane.
Vivere il proprio tempo non essendo capiti.
L'operatore che attraverso Internet riesce ad oscurare se stesso in un abbandono trasandato dell'umana natura e dei sentimenti (Via modem 27).
I trapezisti si passano il gesso sulle mani per poter essere pi˜ sicuri nella virtualitý del volo.
Come fossero esseri liberi.
Il disco Ë suonato e arrangiato da Roberto e realizzato attraverso l'uso di macchine surrogati umani.
Dell'emulsione
fotogramma
incastrato
tra altri infiniti
traccia
di realtý
Materia plastica
flessibile
dura
infiammabile
nitrocellulosa e canfora
Supporto di idee
immobili
in movimento
Suoni
bassi e altissimi
colpiscono
l'occhio della memoria
scaturisce
storia su storia
In luce
viaggiante
su raggi proietti
miscelati
esplodenti
addosso a stoffe candide
sporcate da sangue
che non macchia
assolate da panorami
virtuali
desolate dal virtuale stesso
ancora prima dell'avvento
e ancora oggi
Non conosco nessuno
so per caso dell'esistere
di altri esseri viventi
Voglio dire amici
voglio dire parenti
comunque altri esseri viventi
Preferisco non vedere
esseri umani
quelli con i piedi
quelli con le mani
Non so neanche se sono un uomo
da qualche tempo sogno solo ghiaccio
Non so neanche se sono vivo
da qualche tempo io non sono, giaccio
Abito in via modem 27
ho la barba lunga
e navigo su internet
Abito in via modem 27
non conosco il sole
e navigo su internet
Io non esco mai di casa
non voglio camminare
mi piace solamente navigare
Preferisco non mangiare
non fare pi˜ cacca
non avere insomma sentimenti
Tutto accade nel video
nel mio mondo virtuale
tutto questo ormai
per me Ë normale
Non so neanche se sono un uomo
da qualche tempo sogno solo ghiaccio
Non so neanche se sono vivo
da qualche tempo io non sono, giaccio
Abito in via modem 27
ho la barba lunga
e navigo su internet
Abito in via modem 27
non conosco il sole
e navigo su internet
Uso la memoria e creo il fantasma
scannerizzo tutto e poi lo brucio
Cerco dentro al video la mia forma
plastica anamorfica esistenza
Una volta salivo delle scale
che mi facevano scendere
perchË non condividere la gioia?
Ma Ë giusto poi condividerla?
La nebbia mi dice di entrare in lei
poi mi accorgo che si tratta di nuvole
quante materie a scuola
si insinuavano tra le sbarre
Uso la memoria e creo il fantasma
scannerizzo tutto e poi lo brucio
Cerco dentro al video la mia forma
plastica anamorfica esistenza
Siderali
tetralogie di punti
Memoria
Sensibilissima
agli sbalzi di persistenza
E' la via del nord
la pi˜ breve
ma sale in picchiate inverse
Chi cade
cade in aria
Mille meridiane unico sole
Mille meridiane unico sole
Ascolto ancora onde radio
su spiagge magnetiche
Pressione che libera
terra compromessa
Ho lanciato in aria
oggetti migliori
Affacciýti all'oblÏo
Mostra
Silente
Come quadri in attesa
Sagome riconoscibili
e infrarosse
Perfettamente impermeabili
alle ulcere del tempo
Combinando
numeri e logica
mi portai al di lý
Visualizzai prospettive
Arie diverse
Freddi calmi
Volli iniziare
Ma quando fu il momento
l'attimo non arrivÚ
Dovetti stampare e uscire
Non salvai nulla
Fughe di memoria
Voi tombe che camminano
insulti viventi della vita
assassini del vostro pensiero
fantocci in forme umane
voi che avete invidia delle bestie
che offendete l'idea del creato
che chiedete rifugio all'ignoranza
che accettate per guida la paura
voi che avete dimenticato il passato
che vedete il presente con occhi appannati
che non avete interesse per il futuro
che respirate solo per morire
voi che avete mani solo per plaudire
e che domani plaudirete con pi˜ forza di tutti
come sempre e come ieri e come oggi
sappiate allora voi
scuse viventi di ogni tirannia
che i tiranni li odio tanto
tanto quanto ho schifo di voi
Circuiti della mente chiaramente disturbati
Immagini di occhi liberi dagli sguardi della gente
Bocche sempre aperte dalle urla senza suono
Vita che sembra ridere quando il pugile incassa i colpi
Ve ne accorgerete quando amerete
ciÚ che oggi non capite
Ve ne accorgerete quando elogerete
ciÚ che oggi odiate
Vi sentirete pi˜ protetti dentro a un libro di tendenza
Vi sentirete pi˜ protetti in una religione
Non capirete pi˜ se Ë giusto o se Ë sbagliato
Non capirete pi˜ se Ë caldo oppure Ë freddo
Scalano le montagne dentro il monitor gli avventori
Telefax da repubbliche lontanissime controluce
Libri senza pagine come simbolo della facoltý
Civiltý maniacali che estinguendosi rinascono
Aprire
progresso indisturbato
occhi liberi
dagli sguardi
bocche aperte
urla senza suono
Il pugile ride
incassa i colpi
Varcare sette fiumi
non tentarne il guado
appare scompare
scoprire
metodi e disegni
trame perenni
Nove sono le ombre
di sei candele
libri senza pagine
simbolo di facoltý
civiltý
di manie
estinguendosi rinascono
controluce
Montagne invisibili
Il buio della tenebra
benefico dubbio
nostro non int˜ito
connubio di nebbia
inoltrarvisi
Intrecciar pi˜ vite
attorno a un solo asse
senza rumore
Volteggiano i trapezisti
come fossero esseri liberi
Mani bianche e pronte
a loro Ë affidata la sorte
la gente spegne la voce
e il sangue porta il rumore
Qualcuno rivede la vita
qualcuno esorcizza il dolore
e questo accade ogni sera
attimi prima degli attimi
Volteggiano i trapezisti
sopra le capocce inerti
si muovono lass˜ nel vuoto
come fossero esseri liberi
Attimi prima degli attimi
Profilo
sul quale
una melodia
della dulciana
m˜lina
Battito di palpebra
a celare la vita
invischiata
all'ambra e all'onice
L'angiolo ti Ë lieto
il vento ti vela al vento
Sorriso
d'avvento
Nello svolgersi dei lenti giorni
donne pËttinano
il manto tuo
castano
che sfioravo
senza gesta
Continuitý
giostra di tessuti
broccati
damaschi
desÏderi vivere
oltre il colore
Nitriti
zoccoli
furia e tornei
spinte emozionali
Il sole profana la notte
la guerra il silenzio
l'anima tua
tiene me
in un batter d'ali
Colomba purificatrice
ti specchi d'acqua
falco guelfo dei cieli
Infinita
rifrazione di memoria
ti ascolto
sabbia
di tutte le clessidre
essenza ritornante
Torni alle cure
beltý
torni all'inchiostro
conoscenza
Madonna
di tutte le stagioni
della mutevolezza
Pittura glaciale
calda di lacrime
corda tesa di salterio
vibrante d'intento
Frutto sacro e profano
CosÏ scomposta o ricombinata
la mente muove verso lenta perfezione
e puÚ infine raggiungere
un grado pi˜ vicino a quella prima causa
che lontana, pur attirando sempre,
deve restare ineguagliata
Sono sasso che rotola nel vuoto
voglio vivere in assenza di gravitý
Sono piuma che dice a questo vento
non mi porterai sono pesantissima
Voglio spingere i limiti pi˜ in lý
i limiti i limiti
che mi legano
Chiudi i battenti maestro di latta
chiudi le arti per non farle scappare
Porta consiglio a chi la sa lunga
porta sbadiglio a chi la sa breve
Poi scende sera sul cranio che pensa
senza sapere che la tenebra indugia
come Pilato tu ami l'igiene
quella degli altri a te non conviene
quando pi˜ in lý poi ti vedi riflesso
nelle persone che dicono di avere
Ecco apparire l'arcaico busto
raffigurante l'ipocrita e l'elfo
Dentro una foresta ho trovato un bosco
cosÏ ho imparato a stare al mio posto
Ma ognuno nel suo mondo Ë bello e va a fondo
c'Ë chi la sa lunga c'Ë chi la sa breve
ma ognuno nel suo mondo Ë il re
Chiudi i battenti maestro di latta
chiudi le arti per non farle scappare
Porta consiglio a chi la sa lunga
porta sbadiglio a chi la sa breve
Il maestro dichiarÚ guerra
innescando il suo mondo
violentemente
dopo tanto tanto tempo
Non ricordava pi˜ quando
gli spararono alle spalle
perchË non ci fu sangue
non ci fu sangue
Ma portava con se
portava se stesso
e non sentÏ la carne bucarsi bruciarsi
Ripenso
sempre
ai soli
invernali
Inesistenti essenze
Minerali consistenze
Procedo
senza formula
Ossessivamente
accumulo
togliendo
nell'inquietudine
dei gesti
Fabbrico
giocoforza
memorie
inconsapevoli
Per questa forza
che mi assale
quando vivo
Amplessi
di materia
si alternano
a foglie scalze
defraudate
dei loro rami
prensili
Verdi e fiorenti
prede
nelle mie mani
i materiali
mutano
Stregua medesima
di melodie
lontane
portate dal brivido
Raggi
covati nell'ombra
Non mi far domande
e non dirÚ bugie
Stiamo correndo nella notte perchÈ
non riusciamo pi˜ a comprendere sapore e colore
noi con gli occhi chiusi non sentiamo pi˜ il sole
la conoscenza che ci Ë intorno sembra poi dire
Non mi far domande
e non dirÚ bugie
La vita si asciuga
come il colore sulla tela
Svanisce
come il suono di una corda
che risuona nella stanza
Superiamola doppiandola
Perdona loro che non sanno ciÚ che fanno
sono uomini nelle tenebre
non lasciarmi qui gi˜ da solo padre
questo temporale so che Ë il segno tuo
quei soldati e quelle donne molto tristi
portali con te sono loro il mondo
Il sapore del fango
il sapore del sangue
il sapore del ferro
il sapore del legno
il colore del buio
il colore della tenebra
Questo Ë il sacro tempo di morire sulla croce
Questa Ë la santa ira funesta del mio mondo
Figlio del mare
re delle colline
pietra erettile
fuoco di pupille
spazio mnemonico
delfino atavico
collana di monti
di cui uno
sacro grano
Estensione visiva
Magma che fu
forgiato per essere forte
al vento agli dei dell'acqua
consenti dell'uomo la forza
che porti nel grembo
Scolpire scolpire ancora
regno di roccia
legno che fluttui nel liquido sale
porti con te
la mano dell'aria
Esistere qui
battito arcaico
accovacciato in attesa
degli dei del cielo
La porpora
s'affonda
in gorghi
e flussi
maestosi
Ferma terra
terra ferma
di ombre lunghe
fino alle tenebre che........
eccolo il sole
Spacco queste pietre
da millenni oramai
piano piano piano piano
seguo il moto del mio sole
Posiziono al centro lo stilo
e qui da solo sento il tempo che passa
anzi il tempo sono io
Mille meridiane
nostro unico sole
Sagome impermeabili
alle ulcere del tempo
Le mie ombre sono lunghe
proiezioni della sfera celeste
che lavoro Ë mai vi chiederete
quando tutto il mondo sta per girare
e la mia arte vuole capire
dove sono gli astri e se questo Ë il tempo
medio oppure Ë il tempo vero
Mille meridiane
nostro unico sole
Nove son le ombre
di sei candele
Magniloquenza di terre sospese roteanti
Metodiche e marchingegni celano disegni divini e oscuri
Il buio della tenebra ha luci lontanissime e chi vi si addentra
Deve farsi travolgere dal dubbio costante e perenne
Tutto era scritto prima della prima lettura
Miscela
Mistura
Evolve il colore
Del bianco
Del nero
Immagine
Munita di forze
Suoni
Voci articolate
A coprire
L'idea
Di luce
Ricerca
L'uomo
Plastica, anamorfica esistenza