Consorzio Suonatori Indipendenti

Linea Gotica

LINEA GOTICA

Linea Gotica Ë un disco di chitarre elettrificate, anche alle tastiere, al basso, alla voce Ë prima consigliato poi imposto di adeguarsi. A conti fatti Ë questo il suono del nostro tempo, per quanto detestabile possa essere questo tempo e questo suono.
Una grande casa colonica in Val d'Orcia e tutto intorno a vista d'occhio grano maturo, milioni di chicchi che si sfiorano, si battono e ribattono, un accompagnamento tenue e sommesso, profondo e potente. Sui crinali, sui colli l'imbrunire evidenzia i paesi: Pienza, San Quirico, Castiglione, Campiglia, Abbadia San Salvatore, Radicofani. In faccia freschi e scuri i boschi dell'Amiata e oltre, per chi sa che c'Ë, la Maremma.
La voglia e la necessitý di raccontarci, riflettere, essere catalizzatori e diffusori di energie vitali, cosa possibile alla musica, nel cuore dell'Italia a metý degli anni '90. Senza aver preparato niente, ognuno a suo modo pronto. Ci sono due testi che aspettano perÚ, in qualsiasi direzione si muove la musica sono pronti ad imporsi.

C.S.I. Foto cupe vampe

di colpo si fa notte
s'incunea crudo il freddo
la cittý trema
livida trema

brucia la biblioteca i libri scritti e ricopiati a mano
che gli Ebrei Sefarditi portano a Sarajevo in fuga dalla Spagna

s'alzano i roghi al cielo
s'alzano i roghi in cupe vampe

brucia la biblioteca degli Slavi del sud, europei del Balcani
bruciano i libri
possibili percorsi, le mappe, le memorie, l'aiuto degli altri

s'alzano gli occhi al cielo, s'alzano i roghi in cupe vampe
s'alzano i roghi al cielo, s'alzano i roghi in cupe vampe
di colpo si fa notte
s'incunea crudo il freddo
la cittý trema
come creatura

cupe vampe livide stanze
occhio cecchino etnico assassino
alto il sole: sete e sudore
piena la luna: nessuna fortuna
ci fotte la guerra che armi non ha
ci fotte la pace che ammazza qua e lý
ci fottono i preti i pope i mullah
l'ONU, la NATO, la civiltý
bella la vita dentro un catino bersaglio mobile d'ogni cecchino
bella la vita a Sarajevo cittý
questa Ë la favola della viltý

lo stato delle cose, il punto di partenza, la Jugoslavia.
Ancora una volta l'Europa dimostra pi˜ che la propria incapacitý la propria inconsistenza al di lý di un sistema di produzione e consumo. produci consuma crepa cantavamo 10 anni fa irridendo la triade imperante, qualcosa Ë cambiato e non in meglio da queste parti: si consuma di pi˜, si produce in meno sempre in meno, si crepa molto di pi˜ e in malo malissimo modo.
Anni di guerra feroce sulle rive del mare Adriatico, morti, feriti, orrore. Anni di viltý, di disinteresse o di alti interessi, di un qualche tornaconto anche enorme.
L'Europa che vuole contare, quella che fa i conti e con cui bisogna farli, in questo secolo con le leggi razziali e la conseguente distruzione della sua componente ebraica si Ë macchiata di un abominio che la guerra e la Resistenza hanno potuto farci credere se non perdonato almeno fortemente scontato. La Jugoslavia Ë qui a ricordarci che non Ë vero. Da questa eterna cloaca di sange, spirito, interessi economici sgorga continuamente il nostro peggio e il nostro meglio e non riusciamo a porvi rimedio. Chi non sa farsene una ragione puÚ sempre porre fine ai suoi giorni. Si perderý il peggio e anche il meglio e poi, dove crede di andare?

Lo sguardo pensieroso, stanco di eccessive complessitý s'ingrezza, si semplifica, tende al lineare. favoriti i documenti si parte, poco il bagaglio, essenziale

sogni e sintomi

del bisogno d'essere scaldato, d'essere nutrito
del bisogno nostro di essere consolati

Maroccolo Foto frutto di una innocenza remota
imbastardita
stretta di carne accattivante

nessuno puÚ permettersi rimpianti
nessuno puÚ permettersi rimpianti mai

che i sogni siano sintomi
che i sogni siano segni
sanno i sogni sanno i sogni sanno i sogni
che

parole sussurrate che stanno appiccicate in gola
e possono strozzare meglio soffiarle
parole pronunciate che stanno conficcate in gola
e possono far male meglio lasciarle
parole comandate che stanno conficcate in gola
e possono strozzare meglio sputarle

come un animale che non sa capire
guardo il mondo con occhio lineare
come un animale che non sa cos'Ë il dolore
guardo il mondo con occhio lineare
come un animale che non puÚ capire
guardo il mondo con occhio lineare
come un animale nel tempo di morire
cerco un posto che non si puÚ trovare
come un animale nel tempo di morire
mi accontento di un posto in cui sostare
come un animale nel tempo di morire

che i sogni siano sintomi che i sogni siano segni
sanno i sogni sanno i sogni sanno i sogni che

esce insopprimibile l'attitudine punk che non rinuncia ad attaccare uno stile appena codificato e giý insopportabile nel suo revival, quindi rallenta la velocitý, abolisce la batteria, canta sottovoce, apre alla psichedelia eppure Ë punk, determinato dalla consapevolezza del "no future". Il resto Ë un mucchio di vestiti brutti e scomodi, spazzatura, questo era il suo valore, la sua bellezza. Adesso, 20 anni dopo, con la spazzatura fanno la TV, i giornali, le campagne elettorali e quei vestiti li vendono a caro prezzo, quanto agli atteggiamenti la nostra nuova classe dirigente a parte non saper pogare deve essere uscita da un corso per corrispondenza di Malcolm Mc Laren. Questi sÏ che trasformano la merda in oro, Alchimisti vergognatevi!
Nella confusione tra sogni e sintomi, punk e moda, media e spazzatura, pogare e pagare

e ti vengo a cercare

per ricomporre, a modo nostro, una unitý. Una canzone italiana tra le pi˜ belle, da un Battiato che ci onora della sua attenzione e della sua simpatia e con la sua voce chiude, d'incanto, questa voglia d'amore, questa necessitý.
Poi ci sono le chitarre a ripartire a individuare lo spazio di movimento, a decidere il tempo. La voce si lascia risucchiare, le parole poche galleggiano

memoria parla consolante
succedono le etý
succedono le etý meravigliose
che non c'Ë etý assoluta
altro vi fu e sarý e quanto
e in quale forma

qui la luce si ritrae e l'aria Ë satura dell'eco di lamenti
scorteccio le parole
aride schegge secche adatte al fuoco

Ë l'instabilitý che ci fa saldi ormai
negli sgretolamenti quotidiani

problemi molto gravi fra le creature, gravi problemi con il Creatore, innamorati della creazione. Non c'Ë la fantasia possibile che valga un'alba blu, anche se genererý una giornata di merda

aspetta chi Ë aspettato
che sia compiuta l'attesa di chi attende
non sono strutturato in modo di poter reggere per molto tempo ancora

Zamboni Foto sotto la calma apparente
un assordante frastuono
dissonanze chiassose e confuse
armonie affannate sconnesse
leggere increspature agli orli

ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai pi˜

alimenare catena implacabile
pause tranquille atte alla digestione
intransigenze mute
rabbiose devozioni

ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai pi˜
ho dato al mio dolore la forma di abusate parole
lasciando perdere attese e ritorni
ho aperto gli occhi dall'orlo increspato
ho visto l'alba blu

ci sono poi le giornate molto particolari che hanno un rapporto speciale con l'alba che le ha generate:
25 aprile 1995 Lemizzone di Correggio R. E.
concerto di Materiale Resistente

Alba la presero in duemila il 10 ottobre
la persero in duecento il 2 novembre dell'anno 1944
anche la disperazione impone dei doveri
e l'infelicitý puÚ essere preziosa
non si teme il proprio tempo Ë un problema di spazio
non si teme il proprio tempo Ë un problema di spazio
geniali dilettanti in selvaggia parata
ragioni personali una questione privata

la facoltý di non sentire
la possibilitý di non guardare
il buon senso la logica i fatti le opinioni le raccomandazioni
occorre essere attenti per essere padroni di se stessi occorre
essere attenti

luogo della memoria pomeriggio di festa
giovane umanitý antica fiera indigesta
cielo padano plumbeo denso incantato incredulo
un canto partigiano al Comandante Diavolo
non temere il proprio tempo Ë un problema di spazio
non temere il proprio tempo Ë un problema di spazio
geniali dilettanti in selvaggia parata
ragioni personali una questione privata

la facoltý di non sentire la possibilitý di non guardare
il buon senso la logica i fatti le opinioni le raccomandazioni
occorre essere attenti per essere padroni di se stessi occorre
essere attenti
la mia piccola patria dietro la Linea gotica
sa scegliersi la parte la mia piccola patria
occorre essere attenti per essere padroni di se stessi occorre
essere attenti
Canali Foto occorre essere attenti occorre essere attenti
e scegliersi la parte dietro la Linea gotica
Comandante Diavolo Monaco Obbediente
Giovane Staffetta Ribelle Combattente
la mia Piccola Patria dietro la linea gotica
sa scegliersi la parte

Materiale Resistente Ë ora un CD, un libro, un film, acquisiteli
ognuno fa quello che puÚ nell'arco dei millenni.
Mai sentito nominare alcuni dei Nomi di Dio cosÏ tanto come in questi ultimi anni. Dalla Jugoslavia al Nord Africa, dal Medio e Vicino Oriente alle Americhe povere e ricche e pi˜ si chiama in causa Dio pi˜ aumenta il livello del dolore, delle atrocitý, della violenza. Come Ë possibile che "Colui che tergerý ogni lacrima dai loro occhi" li stia facendo annegare nelle lacrime?

Millenni di Patto millenni di Legge millenni d'Osservanza
millenni di Croce per nuove Alleanze millenni nel Nome di Dio
millenni di sangue versato a concime
millenni di imperi e regimi millenni di regni di dio
millenni di Parole Sante millenni nel Nome di Dio
che non so dire
Generatore
che pare amare ogni ingiustizia in faccia al sole
troppi tiranni in terra, in cielo
Millenni di Patto millenni di Legge millenni d'Osservanza
millenni di Croce per nuove Alleanze millenni nel Nome di Dio
millenni di sangue versato a concime
millenni di imperi e regimi millenni di regni di dio
millenni di Parole Sante millenni nel Nome di Dio
millenni di regni di dio

Millennio del signore, sesto
o secondo che finisce
o secondo che avanza
Urlo da lama
Santa Mattanza
non sono scrupoloso al riguardo di dio
Ë a nostra immagine e somiglianza
non sono scrupoloso al riguardo di dio
Ë a nostra immagine e somiglianza

sia chiaro ciÚ non farý di me un anticlericale, di tutte le sette la pi˜ sciocca, anche se di questi tempi la meno pericolosa.
Non si interrompe questa emozione, anzi gi˜ dall'enormitý dei millenni tocca un'ora della giornata e rilancia
Tutti quelli che, bambini, sono cresciuti sotto lo sguardo di Dio, respirando la religione domestica e parrocchiale sanno, se vorranno ascoltarla, di cosa si suona si canta. Sono le braccia calde contro il gelo del firmamento che, nell'adolescenza, minano da sempre la credibilitý della nostra morale religiosa conciliante con tutto, con il potere in maniera addirittura scandalosa, ma non con il nostro corpo, come se l'essere carne e sangue e nervi possa essere ridotto a una casualitý insignificante e futile e da reprimere, disprezzare, avvilire.
Tutti gli altri dovrebbero vedere "Maciste all'inferno" perchÈ questa Ë la rielaborazione di una parte didascalica di quella colonna sonora che occasionalmente eseguiamo in giro

eccola l'ora delle tentazioni
Ë questa l'ora delle tentanzioni

il vento il fuoco una porta che sbatte

pensieri parole
Magnelli e Di Marco Foto posso tutto ciÚ che voglio
voglio tutto ciÚ che posso

rosa Ë una rosa una rosa Ë una rosa
mistica rosa rosa carnosa

sfiorisci bel fiore

ORO oro e piaceri e paradisi mussulmani

La Casa La Chiesa a Modo e per Bene

la casa la chiesa a modo e per bene campana che suona
la notte che viene cattolico decoro cattolico decoro
cattolico decoro cattolico decoro la luce si spegne

scaldano le braccia del peccato scaldano il freddo
del firmamento che Ë fredda la notte
Ë fredda la notte

le chitarre, ovvio, si infilano anche qui. luogo inadatto, consono a voce pianoforte brevi accenni di violino, compaiono seducenti come un jingle pubblicitario appena l'atmosfera si apre e restano lÏ come leggero disturbo pronte a trasformarsi in pseudo zampogne cornamuse pur di ribadire la propria necessitý. Hanno ragione.

Sempre pi˜ spesso penso pensieri che non mi piacciono e la mia confusione si amplifica in quella di chi mi sta vicino. Della inadeguatezza di questo debole pensiero, debolissimo, pi˜ capace di capire un Etrusco aspettando l'imbrunire in una pozza calda della val d'Orcia che di capire, pur dandosi da fare, i propri contemporanzi. Coltivo allora il mio lato animale. Dopo migliaia di anni di mutuo rapporto Ë possibile avere dagli animali addomesticati informazioni sostanziali sull'uomo?
Vi racconterÚ una storiella, quasi due.

-Ë croata, dall'oriente, al levar del sole-
era la prima volta che, bambino, vedevo una cavallina grigia, gli altri cavalli che conoscevo, bai o morelli, erano Bardigiani o Maremmani. Croati o Furlani (friulani), cosÏ i vecchi montanari delle mie parti chiamavano dei cavalli grigi o roani, cavalli adatti alle mulattiere alla vita di montagna. Di loro non ho pi˜ sentito parlare fino a quest'estate. Una piccola notizia, due righe in un articolo, un si raccontano nuove strane leggende.
"sul fronte dell'assedio a Sarajevo un piccolo gruppo di cavalli croati requisiti dai militari si Ë suicidato gettandosi in un burrone". Questa non Ë una leggenda, credetemi, Ë un insegnamento, sicuramente adatto a pochi, ma quei pochi potranno farne tesoro.
Tancredi Ë un giovane cavallaccio, nato in casa e ben allevato, sempre rotto e rovinato ovunque per troppa energia che non sa ancora controllare. Io l'allevo, semibrado, lui allevia le mie tristezze e mi insegna lo sguardo animale, che ha l'anima ma non pu˜ approfittarne, sul mondo. Lo sguardo lineare di chi puÚ solo subire il verificarsi degli avvenimenti storici e li subisce avendo a disposizione per sopravvivere un codice genetico che, date certe condizioni di vita, puÚ diventare coscienza individuale, ma senza poterne trarre profitto.

io e Tancredi

somiglia il mio vedere all'occhio dei cavalli
cieco da distorsione nell'immediato fronte

fondo e pungente ai lati in connessioni ardite
preda dello sgomento
facile allo spavento

Ferretti Foto ma docile e tranquillo e temerario e ardito
al giusto carezzevole necessario contatto

ricorda questo incedere il passo dei cavalli
pesante e travogente leggero e titubante

e testardo e ribelle paziente e strafottente
capace di volare e pronto a incespicare

ma docile e tranquillo e temerario e ardito
al giusto carezzevole necessario contatto
e testardo e ribelle paziente e strafottente
disposto a stramazzare se l'occasione vale

a volte Ë difficile sapere se sono io o Ë lui a pensare certi pensieri, a volte, Ë sicuro, Ë un'entitý che ci contempla entrambi. Chi pensa chi?
Risposta non c'Ë o forse chi lo sa.........l'atmosfera Ë psichedelica, d'altra parte ai privilegiati del mondo cosa resta da fare se non allargare l'area della coscienza?
-ma non hai un po' di coscienza?-
ce l'hanno anche le chitarre che, quasi da sole, si cantano anche un pezzetto di Pasolini citato a memoria

l'incombere umorale degli affetti del sangue
l'incombere umorale delle idee delle istanze
l'insolente promessa sciocca vacua solenne di bastare a sÈ

non tornerÚ mai dov'ero giý
non tornerÚ mai a prima mai

l'incombere umorale delle idee delle istanze
l'incombere umorale degli affetti del sangue
potessi dirti quello che nemmeno posso scriverti esiterei
nel farlo

oggi Ë domenica domani si muore
oggi mi vesto di seta e candore
oggi Ë domenica domani si muore
oggi mi vesto di rosso e d'amore

...ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario mi trovo imbarazzato sorpreso ferito per una irata sensazione di peggioramento di cui non so parlare nÈ so fare domande......

Pasolini Ë una buona compagnia per finire. CosÏ fuori luogo e cosÏ parte in causa. Per come va il nostro mondo tutti quelli che denunciano il degrado umano contribuiscono, malgrado loro, ad aumentarlo
e questo "malgrado" Ë tutto ciÚ che resta alla nostra buona coscienza.
buon anno, ragazzi.

Giovanni Lindo Ferretti


Home