Nel Consorzio si parla poco, molto poco, di musica. La si fa,
la si produce, la si promuove. Inizi di Dicembre, nella cucina di Gianni a Firenze
attorno ad una tazza di caffË, il chiaro che si insinua tra le fessure della
finestra, gli occhi e le orecchie pieni delle tre notti del Maciste al Cencio's
di Prato. Parole sbocconcellate e incerte sul nuovo disco dei CSI, poche idee
e ovvie: non deve essere Ko De Mondo nÈ Linea Gotica, deve essere una sferzata
di energia, deve essere nella sua complessitý, diretto, di impatto immediato,
forte e resistente. » terminato da poco l'ultimo concerto dei CSI prima dell'entrata
in studio. Palco stretto, musicisti accatastati, impianto minimo, anche meno,
2 fari bianchi, 2 blu, 1 rosso. Tutta l'energia, lo spazio, la luce solo nelle
canzoni, nella musica, nel concerto. Niente contorno. L'essenza: strumenti e
voci, il loro intersecarsi, il loro impasto, tensione e piacere fisico, psichico,
emotivo.
"calore che irradia in onde rotonde".
Dieci giorni dopo a Carpineti (RE) nel bar delle "Scuderie" trasformato
in studio, Gasparini monta l'impianto e ognuno prova il suo strumento. Gianni, in piedi,
suona il basso, Ë sciolto, potente, travolgente. Gigi suona la batteria e pesta duro, io
entro, come sempre, in ritardo e di fretta e mi scappa da ridere, inveisco contro Gigi:
"Dove cazzo eri quando i CCCP, nella tua sala prove, cercavano un batterista", e
comincio a urlare nel microfono, "che la terra Ë pesante non si puÚ
sollevare...sogno tecnologico bolscevico, Atea Mistica Meccanica". Maroccolo sorride,
entra compatta, a sostegno, la chitarra di Giorgio. Mi viene in mente una scritta sul
muro, a Firenze, anni fa: "M'importa 'na sega".
Una illuminazione, lo sguardo compiaciuto mio e di Massimo. La voglia speranza che
arrivasse davvero un gruppo che, nei fatti, nella musica, desse questa sensazione gioiosa,
tollerante, strafottente, energetica, vitale. Mai arrivata? Che tocchi a noi? A 40 anni?
Certo se Gianni e Giorgio e Francesco continuano cosÏ m'importa 'na sega ci compete. Si
vedrý. Io lavoro con Ginevra, Ë il mio personal computer, lei memorizza le mie linee
melodiche, mi aiuta a sistemarle, aggiunge e toglie, insieme maestra e allieva, presenza
vitale, indispensabile perchÈ io ho poco tempo e meno testa e un'ora con lei vale ore e
ore da solo. Quanto vale Ginevra? Molto, molto pi˜ di quanto appaia. Volentieri attacco
Francesco, le sue idee sempre cosÏ a modo, cosÏ per bene, il suo essere sempre un ottimo
musicista, il giusto studio, la naturale predisposizione, il suo sguardo roseo e solare:
"Magnelli, fai cagare, ascolta questa chitarra (Forma e Sostanza) questo Ë quello
che serve, non i tuoi pianoforti. Energia, potente, anche un po' di cattivo gusto,
Magnelli, datti da fare, non fai niente".
"Ferretti quella chitarra Ë la mia tastiera".
<Stupendo>. Ferretti ride e se ne va via felice, davvero, non ha
molto tempo, ma non Ë necessario pi˜ di tanto. Io e Massimo torniamo dalla Mongolia, gli
altri non si sono mossi da casa. Io e Massimo viaggiando per l'Asia abbiamo perso pezzi,
ormai inutili, qualcuno fastidioso, abbiamo guadagnato spazio, fuori e dentro, abbiamo
perso anche parole, moltissime parole. Molte, che restano, non si possono pi˜ usare,
hanno un loro posto, dignitoso.
"non tornerÚ mai dove ero giý".
"ho dato al mio dolore la forma di abusate parole che mi prometto di non pronunciare
mai pi˜".
» possibile comunicare un cambiamento, una perdita, una liberazione,
senza parlarne direttamente. Non abbiamo voglia di raccontare niente del viaggio,
non siamo etnologi, nÈ giornalisti, nemmeno viaggiatori. Io leggo ai musicisti
attoniti le nuove parole del disco. Non c'Ë niente da discutere, le parole sono
quelle, i testi delle canzoni si faranno sulla musica che comincia a comporsi.
Chiediamo ai CSI che si lavori attorno ad una canzone mongola tradizionale e
tutta la notte la casa Ë cullata dalle voci di Ginevra, Francesco e Giorgio
che provano e montano il loro OM MANI PADME OM.
"CI³ CHE DEVE ACCADERE ACCADE" e a volte
il problema non Ë altro che la soluzione che si sta manifestando.
Il disco va via veloce. I musicisti, suonando, elaborano le strutture musicali, Maroccolo produce, Zamboni Ë la Mongolia, lontana, silenziosa, determinante, la voce arriva ultima, si lascia trasportare e definire e stabilizza la struttura musicale. Un viaggio negli spazi esterni e nel proprio intimo si sta trasformando in una manciata di canzoni, giý in scaletta, capace di ricomporre una unitý tra chi ha viaggiato e chi no. Dieci canzoni, sette tappe geografico mentali.
UNIT¿ DI PRODUZIONE: Mosca, l'ex Unione Sovietica, l'adolescenza. |
BRACE: l'entrata in Asia, il fuoco che cova sotto la cenere, l'infanzia. |
FORMA E SOSTANZA: Ulaan Bator nei giorni del Nadaam. |
VICINI: la creazione, le creature, l'essenza. |
ONGII: un monastero distrutto, una cittý nel deserto, la nostalgia dolorosa per ciÚ che Ë stato e non c'Ë ma Ë. |
GOBI: il deserto, l'immenso, il vuoto, il profondo, OM MANI PADME OM. |
BOLORMAA:
l'incontro con una piccola Dea, vera popstar mongola, canzone dedicata a
Mara con questo sottotitolo <impara Mara, che lo sei giý> e Mara impara,
Mara lo sa giý, Ë solo una ribattuta in un momento difficile. Poi il ritorno a casa, la complessitý dell'inutile, la mediocritý come sistema unico attorno a cui organizzare la vita, alcune grandi sorprese e allora |
ACCADE una constatazione, un insegnamento molto utile anche se non sufficiente e facile a fraintendersi. |
MATRILINEARE un rilancio, prima o poi capiremo cosa vuol dire davvero. |
M'IMPORTA 'NA SEGA proclama finale. Attestato di esistenza, volo basso, ma volo. |
In venti giorni il disco Ë impostato e in scaletta. La musica
continua a muoversi, a muoverci intorno a lei. Nessuna discussione, piccole
contestazioni, l'idea che finalmente i CSI sono un gruppo, entitý collettiva
bastante a sÈ e di soddisfazione. Si cumula anche tensione, ma finisce, elettrificata,
nei giri musicali, nelle melodie su cui si muovono e si adagiano le parole.
Abituato alle discussioni, anche furiose, che hanno caratterizzato Ko De Mondo
e soprattutto Linea Gotica, a volte di sostanza, doverose, a volte di contorno,
stupide e inevitabili, reclamo la lite, cosÏ per abitudine.
<non contare su di me> risponde Giorgio. Sorride infame.
Il disco Ë finito, partono i premix per la PolyGram, bisogna pensare alla copertina,
arriva Diego Cuoghi che una copertina l'ha preparata per piacer suo. Scambio
di pacchetti. La copertina Ë perfetta per contenere e presentare un disco che
Diego non ha ancora sentito. Sorpresa. Reciproca sorpresa. Indubbiamente qualcuno
ci conosce bene.
Tabula Rasa Elettrificata Ë
un disco dedicato alla Mongolia. Non Ë un disco esotico, ancor meno etnologico
o popolaresco. Forse Ë l'unico disco rock nella storia dei CCCP/CSI. Della Mongolia
c'Ë quello che giý faceva parte di noi, ciÚ che Ë stato riconosciuto come nostra
componente fondante. Molte conferme, una sicurezza lieve ma inappellabile nel
lasciare perdere ciÚ che non ci riguarda. T.R.E. Ë il disco della nostra etý
di mezzo, un colpo d'occhio puro, un battito di cuore emozionato, non rovinato
dalla vita, piuttosto aiutato a crescere, a cogliere la complessitý del reale
e la linearitý del proprio percorso. L'uomo Ë molto meno di ciÚ che si pretende
o molto di pi˜ di ciÚ che si Ë disposti ad accettare. Si possono accettare le
sconfitte pi˜ brucianti, ma si deve scegliere il bene e non c'Ë altro modo di
praticarlo nella quotidianitý, nella banalitý anche. "Buona Giornata".
Credo, tra l'altro, che T.R.E. sia un disco d'amore, parola la pi˜ abusata e
squalificata e insieme l'unica nuova, sferzante, continuamente reinventata.
Come sia potuto accadere Ë difficile a dirsi, ma questa Ë la lettura pi˜ intrigante,
pi˜ vera?
"E non Ë facile. Mai"
P.S. Anche una sega va fatta bene. Lei, che non Ë come dire niente. Niente?
Niente, va bene, se fatta bene.
GIOVANNI LINDO FERRETTI