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Nomade Psichico

La Trance Dance Dei Boscimani

di Fabrizio Tavernelli

Il rituale di guarigione collettivo costituisce l’avvenimento centrale della cultura dei Boscimani. Lo si puÚ considerare come il simbolo di questa societý, il cui equilibrio Ë basato sulla buona salute dei suoi membri. L’obiettivo Ë di allontanare la malattia e la morte, reale o simbolica, che minaccia il gruppo. La figura centrale Ë lo Sciamano, il Guaritore o Medicine-man, che entrando nello stato di trance, sogna la persona malata. Questo rituale viene eseguito frequentemente, almeno una volta alla settimana, inizia la sera e dura tutta o parte della notte, avviene preferibilmente nelle notti di luna piena e al cominciare delle piogge. In modo informale le donne si riuniscono dopo aver mangiato intorno ad un fuoco acceso al centro del villaggio. Quando cominciano a cantare e battere ritmicamente le mani, gli uomini si uniscono a loro e danzano nel cerchio di fuoco, i canti e le danze possono continuare per ore in un crescendo in cui si inseriscono momenti di pausa che servono allo sciamano per riprendere le forze. Come in altre esperienze sciamaniche di altre culture, la trance Ë contraddistinta da lunghi lamenti, rantoli inframezzati da brevi grida acute, da particolari posture e dalla visione. Il medicine-man sente e poi vede lo spirito del morto che ha portato malattia nel villaggio, con questo o pi˜ spiriti intraprende una lotta orale in cui la posta in gioco Ë il malato. Al termine dello scontro lo spirito o accetta di andarsene, in questo caso Ë semplicemente venuto a "rendere visita", oppure decide di badare al malato, questo significa la sua morte a breve termine. Il guaritore spiega la ragione della malattia intonando un canto, i partecipanti commentano, alcuni lo aiutano e lo sostengono nei momenti di crisi, il dispendio di energia psico-fisica Ë elevato. La musica ha un ruolo fondamentale, i Boscimani dicono che i canti, le danze ed il suono prodotto dal battito delle mani delle donne e dalle percussioni legate alle gambe, permettono all’energia sovrannaturale racchiusa nel corpo dello sciamano di risvegliarsi. I canti accompagnano nell’attuazione di questa energia, costituiscono un sostegno, un appoggio di cui si ha assolutamente bisogno per entrare in trance e sognare. Durante il viaggio verso il mondo degli spiriti si hanno segnali fisici come la fuoriuscita di sangue dal naso; nelle antiche pitture rupestri viene raffigurato un uomo a cui esce sangue dal naso, rappresentazione simbolica del guaritore. Spesso questo sangue viene passato sul paziente affinchË l’odore lo protegga dalle malattie. Durante la danza lo sciamano si porta avanti con il busto, perchÈ sente la potenza, i muscoli dell’addome si contraggono in una morsa di dolore; si sono riscontrate analogie tra queste contrazioni e la reazione di una gazzella colpita da frecce avvelenate. Una postura distintiva Ë data dalle mani tenute all’altezza della testa, in questo modo si concentrano intensamente per giungere sino alla soglia della trance. Durante le fasi pi˜ acute dell’esperienza il medicine-man comincia a tremare, i muscoli si tendono, la testa si piega da un lato, inciampa, perde l’equilibrio, si presenta una abbondante sudorazione, spesso cade perdendo conoscenza. A volte viene usato un bastone con delle penne denominato Flywhisk, strumento per tenere le frecce della malattia sotto controllo, un altro strumento magico Ë un frustino di code di Wild Beast o di penne di struzzo. I sonagli legati ai polpacci o alle caviglie, sono ricavati da bozzoli essiccati e riempiti con semi o pezzetti di guscio di uovo di struzzo. Sono considerati un mezzo di energia, vengono scossi lungo la schiena dell’ammalato per estrarre le frecce della malattia. La metafora pi˜ comune della danza trance Ë la morte. Si compie un attraversamento del mondo degli spiriti, si abbandona il corpo per intraprendere il volo sciamanico, si parla allora di "mezza morte", il guaritore avverte dentro di se un senso di freddo. Un’altra metafora Ë quella del mondo subacqueo, alcuni hanno la sensazione di trovarsi in un ambiente in cui Ë difficile respirare, in cui si ha una visuale poco chiara, si sperimenta inoltre un senso di leggerezza ed un ripetersi di suoni nelle orecchie. Nelle prime fasi si presentano prospettive inusuali e fenomeni entottici, forme geometriche incandescenti e luci brillanti. Giý dall’adolescenza, in certi casi nel bambino, si possono intravedere i segni del futuro sciamano, ma si puÚ raggiungere la trance solamente dopo una certa maturitý. Occorre forza ed esperienza per affrontare gli spiriti del male. L’arte del guaritore viene ancora insegnata ai giovani, il futuro sciamano deve esercitarsi tutti i giorni, deve vincere la paura, raggiungere la forza Ë un gioco della mente. Deve esserci una scelta, una resistenza al dolore, una predisposizione o una trasmissione famigliare, il potere viene trasmesso con un apposito rito dal pi˜ anziano. Dopo aver ricevuto il potere, l’iniziato rimane alcune settimane in uno stato confusionario-allucinatorio: una testimonianza riporta la visione di molti uomini bianchi e macchine sulla propria terra. Non sono chiusi come una casta nel loro segreto, ma aperti all’esterno, cosÏ come non sono disturbati dal fatto che si voglia sapere della loro conoscenza. Sono molto sensibili all’interesse sempre maggiore che la medicina ufficiale mostra verso la loro cultura, non credono comunque che i bianchi possano raggiungere la trance. Il medicine-man crede nelle forze della terra, nella forza degli animali ( ...l’elefante Ë la potenza, il leopardo l’astuzia... ), nei poteri della vita selvaggia. Si puÚ parlare da una parte di religiositý di tipo animistico, dall’altra di immanentismo.

E’ possibile visitare la mostra su internet "Suoni Visioni Presenze del Kalahari" all’indirizzo: http://www.comune.correggio.re.it/afa

 

Intervista a

Francesca Alfano Miglietti (FAM).

di Fabrizio Tavernelli

"Mi considero un soggetto impuro, non definito e non definibile, un organismo in metamorfosi al confine di molti linguaggi. Ritengo che siano proprio tali interzone le fonti pi˜ feconde di novitý."

"Identitý mutanti. Dalla piega alla piaga: esseri delle contaminazioni contemporarane." E’ l’ultimo libro di FAM, teorico di mutazioni, teorico di multidentitý. Occuparsi di mutazioni Ë giý uno sfuggire a chi giý prima della nascita ha deciso per noi in quale casella, in quale scomparto inserirci. Da tempo non sospetto FAM, in particolare con la rivista "Virus", libri e mostre, compie la sua ricerca legata ai linguaggi visivi, documentando l’ultima e nello stesso tempo pi˜ antica, frontiera dell’arte: il corpo. Al di lý del sensazionalismo dei media, questo lavoro Ë una rivendicazione di libertý e veritý dell’espressione umana. In questo senso le performances degli artisti presi in considerazione sono lo specchio della metamorfosi in corso dentro ed intorno a noi.

 

Esistono limiti etici alla mutazione?

L’orizzonte in cui mi muovo non Ë morale. Credo che l’etica presieda il funzionamento individuale di scelte. Certo se penso alla mutazione che hanno inscenato i nazisti, mi viene da dire no. PerÚ vorrei proprio eliminare da questo orizzonte tutti i problemi legati alla moralitý del tempo.

L’arte deve uscire dalle asettiche gallerie. Quali sono i nuovi luoghi dell’arte?

Tutti gli altri, a cominciare dalla propria abitazione, dall’abitazione prima che Ë il proprio corpo. Ancora una volta Ë dalla strada, dalla vita che nasce la mutazione e non dalle gallerie d’arte, dove io continuo a vedere quadri e cornici, cose che parlano non questo tempo sicuramente.

Iƒ ipotesi: il lavoro di Orlan, Stelarc, Franko B, etc, Ë la prosecuzione delle teorie di Benjamin sulla riproducibilitý dell’opera d’arte e sulla sparizione della sua aura.

Io credo che questa gente abbia fatto del proprio background la propria filosofia. Parlano una classicitý estrema, che Ë la classicitý dei tab˜. Orlan, Franko B., parlano di sesso, di religione, istituzione, identitý, che sono i problemi di sempre. Entriamo in un nuovo millennio con i problemi di sempre, non risolti. SÏ, forse si scopa di pi˜, ma non abbiamo risolto il problema del sesso.

IIƒ ipotesi: nello stesso tempo questo lavoro sul corpo riporta il gesto espressivo ad un momento sacro, rituale, unico, come nelle iniziazioni dei primitivi.

Io in questo sono molto surrealista, dando alla parola surrealismo la sua vera natura di follia. Non credo in un tempo ciclico, non credo in un prima, un dopo, in un durante e penso che l’unico tempo in cui riesco a vivere Ë un tempo totale, dove non so cosa succede se il primitivo incontra il cybernauta.

D’altra parte questo disvelamento del corpo Ë anche un desacralizzare.

No. Penso che invece per la prima volta l’arte, la cultura, la filosofia parli di carne, non se ne Ë mai parlato, Ë sempre stato occultato. Mi interessa molto l’ aspetto antireligioso di queste pratiche artistiche, perchÈ nella religione si Ë sempre parlato di anime, ma mostrando corpi.

Non esiste il rischio di un business della sensazione forte? Ovvero: la body-art oggi Ë molto trendy.

Certo. Esiste perchÈ questo viene venduto come sensazionalismo. Se invece uno vende sangue, residui corporali, questo problema non esiste, perchÈ nessuno compra questo.

Credi che esista un cordone ombelicale che unisce i manieristi, Francis Bacon, per giungere a Warhol?

Credo che ognuno degli artisti di cui hai parlato abbia un orizzonte individuale molto forte che Ë legato comunque ad un’idea che non Ë un’idea di uniformitý, ma di deformitý. Forse Ë questo il cordone ombelicale, se possiamo trovarlo in questo senso, perÚ non Ë un legame.

PuÚ esserci un rigetto da parte del corpo naturale agli innesti, all’artificiale? Il corpo sociale in molti casi rigetta i corpi estranei, il meticciaggio.

No. Tant’Ë che giý convivono all’interno del corpo delle porzioni di individui, linguaggi. Il linguaggio non Ë mai stato rigettato dal corpo, eppure Ë una tecnologia, non Ë un fenomeno naturale. CosÏ come continuiamo a vivere modificando i nostri polmoni, la nostra vista, i nostri sistemi cognitivi e non c’Ë nessun rigetto.

La nostra mente Ë pronta alla multidentitý? Non rischia la schizofrenia?

No. Parte dalla schizofrenia per scegliere la multidentitý. La differenza tra la schizofrenia e la multidentitý Ë la gestione delle diverse vite che possiamo vivere.

Nel tuo libro "Identitý mutanti" citi Ballard, Tsukamoto, Cronenberg......essi sembrano dare una lettura cupa, pesante alla metamorfosi. Alla base del loro discorso c’Ë panico o fascino? O entrambe le cose?

Forse entrambe le cose. Io non parlerei di panico. Il panico Ë quando si apre il pavimento e precipiti senza poterti fermare. Credo che ci sia una consapevolezza acuta, in questo momento siamo tutti estremamente accelerati, siamo tutti estremamente modificati. Prendere possesso di questa modificazione per poterla gestire, credo che questa sia la fascinazione.

Qual’Ë la relazione tra nuovo interesse per il corpo e immaterialitý della comunicazione in rete?

Citando Arthur Kroker, penso che non esista questo immateriale, esiste un materiale, un ipermateriale, esiste un ipercorpo che sta trasformando anche la cittý in un organismo. Oggi c’Ë un ipercorpo in cui per la prima volta il corpo sociale diventa corpo individuale e viceversa. Un corpo che pulsa, respira, si muove, si agita e produce metastasi.

Il nostro futuro Ë la sala operatoria?

Mi auguro di sÏ, se costa meno. Credo che dopo questa prima fase della chirurgia estetica in cui tutti cercheranno di somigliare a Naomi Campbell, a Richard Gere, ci sarý una seconda fase, sempre se la chirurgia plastica sarý a basso costo, in cui ognuno si inventerý la propria identitý. Giý dei segnali di questo tipo li ha dati Philip Dick, per esempio in "Total recall" vediamo le cyberbariste che hanno tre tette, perchÈ se due tette Ë bello, forse Ë meglio tre.

 

Mappa Esplorativa

AAVV - Attraversamenti. Nuovi territori dello spazio pubblico. - Costa & Nolan

AAVV - Avant pop - Shake

AAVV - Cavalieri elettrici - Theoria

AAVV - Cyber. Stati della coscienza - Cerati Editore

AAVV - Fikafutura. Secrezioni acide cyberfemministe. - Shake

AAVV - Neural

Robert Anton Wilson - La mela d’oro - Shake

Vittore Baroni - Arte postale - AAA Edizioni

Hakim Bey - Millenium - Shake

Franco Bolelli - Live - Castelvecchi

J. Brockman - Digerati - Garzanti

Roberto Carcano - L’alba delle droghe - Castelvecchi

Ian Chambers - Ritmi urbani. Pop music e cultura di massa. - Costa & Nolan

Ian Chambers, Paul Gilroy - Hendryx hip hop. - Costa & Nolan

C.S.I. - Mongolia. Paesaggio interiore - Castelvecchi

Brian Eno - Futuri impensabili - Giunti

Gabriele Frasca - La scimmia di dio - Costa & Nolan

Robert A. Heinlein - Straniero in terra straniera - Interno Giallo

Il libro Tibetano dei morti - L’Aleph/Newton & Compton

Massimo Ilardi - La cittý senza luoghi - Costa & Nolan

Stewart Home - Neoismo e altri scritti - Costa & Nolan

Mark Laidlaw - Kalifornia - Urania

John Shirley - New noir - Shake

Neal Stephenson - L’era del diamante - Shake

Neal Stephenson - Snow crash - Shake

Alan Watts - Beat zen e altri saggi - Arcana

 

Ian Chambers

Luoghi di ibriditý

Quello che leggerete Ë uno stralcio dell’intervento di Ian Chambers all’evento/manifestazione "InControSenso"(Voci, immagini, mutazioni delle culture post-urbane) tenutosi a Napoli lo scorso Dicembre. Titolo del convegno era "Linguaggi in movimento"(dalle pratiche comunicative agli scenari culturali: ritmi, stili e riti di fine millennio), ricognizione sui segni e sui rituali urbani. Ian Chambers, docente universitario, etnologo, esperto di culture urbane, ha analizzato l’ibridazione che ha ancora come centro la metropoli, luogo caratterizzato dalla contaminazione e dallo scontro di diverse lingue. La cittý viene descritta come pluricentrico habitat, luogo di confine, crocevia di forme d’espressione. Di Ian Chambers segnaliamo i saggi, editi in Italia da Costa & Nolan, "Paesaggi migratori. Cultura e identitý nell’epoca postcoloniale", "Hendryx, hip hop e l’interruzione del pensiero", "Ritmi urbani. Pop music e cultura di massa".

"Linguaggi in movimento. Questo titolo Ë argomento centrale. La metropoli moderna Ë il luogo della cultura. Metropoli come sinonimo, metafora della modernitý stessa. Luogo fisico, ma anche e soprattutto luogo immaginario. Spazio in cui si incontrano diversi linguaggi, diverse identitý: storiche, sociali, sessuali, etniche. Luogo in cui ognuno esprime il suo diritto alla cittý. Non Ë uno spazio omogeneo, ma Ë il luogo dell’eterogeneitý, di ibriditý. E’ uno spazio eterogeneo in cui diverse identitý si confrontano e rivelano che non esiste un fuori, tutti siamo chiamati ad essere cittadini della metropoli ibrida. Siamo di fronte ad un mondo definito dalle differenze, anche se non tutti sono d’accordo nel vedere in questo modo la cittý, c’Ë un rifiuto all’apertura, a queste differenze. In questo senso le musiche, i suoni che si incontrano nelle cittý danno un senso di indicazione di come vivere nelle cittý, sfuggono alla razionalitý, al gestire la cittý in modo istituzionale. Le sonoritý metropolitane elaborano l’intervallo ambiguo tra la spiegazione e il mutamento, come un laboratorio esplorativo di nuovi possibili modi di vivere lo spazio e il tempo. Suono che con la sua ambiguitý somatica sfugge, la musica mantiene la promessa dell’ambiguitý, Ë qualcosa che puÚ sovvertire. Eccesso, musicisti, sottoculture, la logica razionale si confronta con questo eccesso che va contro la politica culturale, il modo di gestire la cittý. Idea dell’eccesso, linguaggi che non sono catturati dalla logica della politica. E’ una forma di sospensione, linguaggi che offrono la possibilitý di andare oltre, Ë la promessa della musica, Ë la possibilitý del costruire la domanda dell’essere. La musica con la sua ambiguitý somatica Ë qualcosa che eccede, che fornisce diversi luoghi di identitý. In questo eccesso la musica apre un buco nel tempo, che puÚ corrispondere ai buchi nel corpo, ai disegni sul corpo, che indicano altri modi di abitare, di presentare il proprio corpo. E’ un intervallo nel tempo lineare, in cui emergono altri corpi, segni primitivi, tribali che lasciano segno nel tempo e lo piegano. Buco che apre la possibilitý di riscrivere la logica. Questi segni fanno della metropoli un luogo di transito".

 

Edizioni Nomade Psichico

"Trovo una persona: Ë come dire: -Scopro il Gange, l’Arabia, l’Himalaya, il fiume delle Amazzoni-. Io cammino nei suoi segreti; percorro le sue estensioni, ne estraggo tesori e al tempo stesso mi trasformo e mi istruisco".

Nomade psichico. Nomade psicolabile. Intravedo una fessura nella scatola cranica e sento un’aria blu uscirne. E’ importante. Scoperta degli spazi inediti: la materia grigia diviene "pop" e inizia a parlare, parlare....;Qualcuno nell’altra stanza accende il registratore e memorizza tutto: Edizioni Nomade Psichico.

Sono i nostri testi sacri usa e getta, le fondamenta di una tendopoli: Ë inutile un’azione erudita intestardita su un labirinto infinito, a volte la strada giusta Ë solo sfondare una parete e andare oltre, di lý. Un’altra dimensione, come se il crollo delle mura di casa fossero la vittoria pi˜ bella (potlach domestico). Dai fori ai lati della tempia esce una coscienza psichica ma pop, rivoltabile. Un liquido azzurro che fa decine di curve sinuose, e si perde dietro le mie spalle. Voglio farmi sedurre dagli altri!!! E’ proprio viaggiare stando fermi, magari con dei piccoli, i viaggiatori spaziali hanno sul palmo della mano piccole pillole compresse e in bocca hanno un sapore iridescente. Si cancella tutto, nasce qualcosa .....Il silenzio infinito si trasforma in un suono siderale, era la stessa aria blu ghiacciata....

Edizioni Nomade Psichico nasce alle soglie del terzo millennio, ma il tempo su carta non Ë l’elemento fondamentale. Lo scopo principale Ë piuttosto collegare quella nuova forma di sensibilitý culturale spirituale materiale ruotante attorno a Il Maciste e a Nomade Psichico Rivista (molte grazie a Taver). Ripulire i filtri del mio cervello da incrostazioni di vecchio stampo, oramai da abbandonare. SarÚ pi˜ leggero, forse anche troppo ma questo Ë un rischio da correre. Nomade: i flash delle foto irradiano le visioni di Ottorino Ferrari e tutti applaudono, da altri tempi............

La Redazione

 

Le Grosse Domande Della Vita

di Marco Boni

Io e Elisa camminiamo verso il centro dopo essere usciti dal Coin e a ogni angolo osserviamo una macchia bluastra sui muri che fiancheggiano le strade; sono grandi manifesti che ricordano un politico di destra, appena morto in un incidente stradale; siamo perplessi perchÈ in ogni immagine l’uomo ha un segno nero sulla guancia destra, ci avviciniamo per capire, Ë una scritta con un grosso pennarello nero, leggiamo sillabando.
UNO IN MENO
La morte Ë una cosa strana, Ë come una partita di calcio, alcuni si disperano altri esultano mentre la persona in questione Ë giý energia orgonica nell’etere: "Non esiste pi˜ alcuna barriera fra un organismo umano e il suo ambiente cosmico che Ë ed Ë sempre stato la sua origine". Particelle di pensiero politico di destra che fluiscono nello spazio, non Ë possibile...
Aveva il parrucchino.
Chi?
Quello dei manifesti.
Come fai a saperlo?
Lo dicono tutti in cittý.
Mi avvicino alle bancarelle di riviste usate, ci sono riviste porno di magazzino a metý prezzo ma non riesco mai a essere solo con il venditore, ci sono altri curiosi che mi affiancano e fingono di interessarsi ai vecchi libri sulle guerre mondiali, anch’io provo a far credere di guardare il piano sopra dei fumetti, alla fine mi stanco... abbraccio Elisa mentre guardiamo le vetrine luminose del centro con i suoi abiti molto costosi, in mezzo a ogni vetrina c’Ë la sua faccia.
Ma tu hai piacere?
Che cosa?
Che sia morto.
Un po’...
SEMPRE PRESENTE
Sento energie di destra che mi trasportano e mi fanno librare nell’aria sopra ogni cosa Ë tutto indistinto uniforme, l’energia orgonica non ha consistenza, vedo la mia faccia sorridente stampata sui muri... in fondo non potremo stare da nessuna parte, ci piacciono solo le vetrine illuminate...
PerchÈ continuate a fissare?
Un ragazzo alto col giubbotto di pelle marron si Ë staccato da un banchetto politico che fa una raccolta di firme, dietro se ne aggiungono altri due, tre...
Cosa?
La scritta, vi piace tanto?
Leggo ad alta voce e allargo le braccia, il primo che era arrivato mi colpisce dall’alto in basso, vicino al setto nasale, se ne vanno. Elisa si inginocchia mi chiede se va tutto bene, il sangue esce dal naso, mi tocco per sentire e anche la mano diventa tutta rossa, lei Ë gentile mi dý un fazzoletto lo rifiuto. Sono rivolto con la faccia a terra e sull’asfalto si forma una piccola pozzanghera.
Ti fa tanto male?
Nessuno dei passanti si ferma, per non lamentarmi quasi mi escono le lacrime dagli occhi, "l’energia orgonica si raffredda e diventa materia", metto la mano nello sporco sull’asfalto e macchio di rosso i due manifesti sul muro, i ragazzi che erano tornati dietro il banchetto ci rimangono male, tra loro e me c’Ë la gente che passa, non so se scappare o prendere un tubo metallico al muro sulla mia sinistra.


Tratto da "Tracce Di Pianura" - edizioni Nomade Psichico


Il Disco Psichico

Brian Eno-David Byrne
"My life in the bush of ghosts"
1981 (EG records)

E’ vero, questo Ë un disco di cui hanno parlato e straparlato un po’ tutti dagli anni ’80 in poi. Pure noi ci accodiamo alla fila dei riverenti, ma poco c’Ë da fare, quando nasce il messia, altro non si puÚ fare che andare a rendere visita e portare i propri doni, in questo caso in forma di parole. A dir la veritý ogni tanto viene dimenticato e puntualmente rispolverato ogni qualvolta la genetica della musica rivela la provenienza, il genitore. Allora questo Ë un disco che ha generato tanti figli, figliocci, figliastri, discendenti, stirpi, genealogie: sarebbe lungo l’elenco di cd, gruppi, musicisti, progetti in cui sono riconoscibili i tratti somatici di Eno e Byrne. L’incontro tra le due particelle cariche di energia ha creato una duratura fusione atomica, David Byrne Testa delle Teste Parlanti (Talking Heads) e Brian Eno, manipolatore non musicista, reduce da coraggiose produzioni sue e per conto terzi. Giý insieme nel dare forma e sostanza a tre ottimi lavori dei Talking Heads ("More songs about buildings and food", "Fear of music", "Remain in light"), qui giungono alla sintesi totale, al risultato definitivo, all’alchimia perfetta. La formula esce dal laboratorio e viene resa nota al resto del mondo, i benefici saranno evidenti alla farmacopea musicale. Il lavoro dei due scienziati appare cosÏ di anno in anno, di decade in decade, sempre pi˜ fondamentale ed imprescindibile, l’audace teoria ipotizzata Ë riscontrabile ancora oggi scuriosando tra ciÚ che ci rimane impresso nel padiglione auricolare o nel magazzino cranico di fosforo. Sono premonizioni non brani, Ë uno dei primi vagiti del futuro campionamento (nella sua forma originaria di analogico lavoro di forbice su nastri preregistrati), le voci decontestualizzate vivono l’emozione dello spaesamento, il nomadismo Ë al servizio del ricercatore di sacralitý, Ë l’affannosa rincorsa del disperato occidentale, Ë la colonna sonora del transire, Ë il passato remoto della musica del futuro. La schizofrenica modern dance metropolitana viene guidata da un’Africa iperreale, la percussione dý sostegno al sintetizzatore, due giungle sono a confronto, musicisti neri e bianchi si scambiano fisicitý e cerebralitý, il basso Ë oggetto di scambio di sapere (Busta Jones e Bill Laswell). Questa ricetta ha cambiato le nostre abitudini audioalimentari, la dieta Ë basata tutt’oggi sugli stessi elementi; potrei usare una manciata di paroline ad effetto tipo trance, ambient, electronica, etno, tribale (...e comunque, a parte tutto queste paroline a me piacciono, non me ne vergogno...), ma "La mia vita nel bush" (del Kalahari, dell’Emilia) mi ha insegnato che Ë ancora la personale sensazione a chiarire tutto, a fare luce. Vivere di persona, vivere la persona, essere lÏ in persona. Il consiglio Ë di vivere per un’oretta circa nel deserto di voci fantasmatiche catturate nell’etere da Eno e Byrne.

 

LIBRATI NELL’ARIA

di Guido Lusetti

 

Charles Szlakmann

"L’Ebraismo Per Principianti"
La Giuntina, Firenze 1996

Un volume a fumetti, per entrare in confidenza con la religione ebraica, senza doversi rigirare nel letto con il mal di testa, dove si parla di religione, delle festivitý, delle prescrizioni alimentari, degli avvenimenti storici che riguardano la comunitý. Credo sia il modo migliore per superare il problema dell’approccio, ma anche per arrivare a superare la barriera di quella non-conoscenza che ci fa dire, a volte, frasi inesatte o che, in certe occasioni, ci fa restare perplessi davanti ad alcuni avvenimenti di cui troviamo notizia sui giornali.

D’altronde Israele Ë uno Stato confessionale e quindi i dettami religiosi segnano la vita quotidiana, dunque una serie di accadimenti ci paiono talmente assurdi perchÈ vediamo tutto con i nostri occhi, secondo le nostre abitudini, ad esempio la regola dello Shabbat, il giorno del riposo, che va dal tramonto del venerdÏ al tramonto del sabato. Lo Shabbat Ë il giorno durante il quale Ë proibito qualsiasi lavoro, persino accendere e spegnere la luce elettrica, non si concludono affari (nÈ si prendono accordi verbali in tal senso), non si cucina (ma non si digiuna, anzi si fanno cene e pranzi riunendo parenti e amici, mangiando cibi cotti in precedenza e tenuti in caldo su una piastra riscaldante accesa prima del tramonto, Ë importante anche ricordare di accendere le luci prima del calar del sole.....), Ë il giorno del riposo dal lavoro fisico, Ë il giorno dedicato a Dio. Tornando all’argomento "frasi inesatte" Ë interessante, per evitare l’offesa, ricordare il Concilio Laterano del 1179 (un Concilio cristiano), durante il quale si impone agli Ebrei d’Europa di non possedere terreni e, contemporaneamente, viene fatto divieto ai cristiani di commerciare il denaro, facile quindi capire come andrý a finire.........

 

J.V. Nakamura

"La Cerimonia del TË"
Ed Stampa Alternativa, 1997

Settanta pagine, una breve interpretazione per occidentali, stampate con un piacevolissimo inchiostro verde, per tentare di accostarsi a questo fondamento del Giappone tradizionale, momento considerato tuttora pietra angolare della civiltý nipponica. Naturalmente tutto Ë codificato, la stanza dove avviene la cerimonia, gli abiti necessari, gli oggetti utilizzati, le frasi, gli atteggiamenti (banalmente si potrebbe tradurre "i convenevoli") da tenere, sia da parte dell’ospite, sia degli

invitati. Come, nei secoli scorsi, i samurai erano obbligati a lasciare all’esterno le spade, conficcate nel terreno (quasi fosse una specie di tregua), cosÏ oggi gli astanti non debbono portare orologi, essi schiavizzano la mente e non favoriscono l’instaurarsi della necessaria armonia. E’ naturalmente buona cosa che l’invitato tessa le lodi delle ciotole utilizzate e che lo faccia sollevandole non troppo dal pavimento, questo limita i danni nel caso scivolassero di mano. Si tratta infatti di preziose ciotole, denominate Raku dal nome della dinastia di ceramisti: le si cuociono soltanto in parte e si decorano a caldo, i colori assumono tonalitý particolari. Nei mesi scorsi a Faenza si Ë svolta una mostra, non troppo pubblicizzata, di queste tazzine, Ë intervenuto Kichieaemon XV, ultimo discendente della dinastia. Recentemente l’intera esposizione ha traslocato a Parigi e Kichizaemon XV Ë stato invitato a numerose trasmissioni TV e l’evento ha occupato varie pagine di giornali..... Dunque se in un qualsiasi bar sentite chiedere un cubetto di ghiaccio perchÈ il tË scotta e "ho proprio fretta", avete il mio permesso per urlare e rovesciare tutto quanto...........

 

A cura di Guido Davico Bonino

"Lunario Dei Giorni Di Quiete"
Einaudi, Torino 1997

Una antologia di 365 brani, il curatore le definisce letture esemplari, di autori diversissimi tra loro, sia per periodo che per provenienza, che disegnano una specie di mappa del ritrovamento dell’equilibrio interiore. Il curatore sceglie allora moralisti e filosofi, mistici e poeti, uomini di fede e uomini che hanno una propria fede personale, scrittori che hanno sentito stretta l’ortodossia di una disciplina, ma che non rinunciano ad un senso morale alto. Una lettura che ci accompagna pian piano, una pagina al giorno, nel cammino quotidiano, come in quello pi˜ largo, il formarsi una coscienza. A fianco di autori conosciutissimi come Leonardo, Shakespeare, Epicuro, Leopardi e Pasolini (tra gli altri) vi sono decine di autori decisamente poco noti; ed Ë da costoro che vengono sicuramente le pi˜ belle sorprese, un conto Ë leggere Goethe, un conto rintracciare gli scritti di Giovanni Climaco. Non crediate che ci si trovi davanti ad un breviario di frasi tipo "pensiero positivo" che piacciono tanto ai seguaci delle correnti new age, non ci sono spiriti guida, angeli a cui recitare preghiere (in uno di questi prodotti, tradotto dagli Stati Uniti, l’editore italiano ha pensato bene di non omettere la preghiera al Presidente degli U.S.A., la preghiera di scuse per i pellerossa uccisi dai colonizzatori ed alcune altre bizzarrie del genere....), nÈ suggerimenti per visualizzare l’anima gemella. Confesso di non aver completato la lettura, sto seguendo il cammino lungo i giorni della scansione, quel che finora ho letto mi Ë molto piaciuto...........

 

editoriale

Homo neophilus

"La razza umana non Ë divisa tra razionale e irrazionale, come pensano certi idealisti. Tutti gli umani sono irrazionali, ma ne esistono di due tipi: quelli che amano le idee vecchie e odiano e temono le nuove, e quelli che disprezzano le idee vecchie e abbracciano gioiosamente le nuove. Homo neophobus e Homo neophilus. Neophobus Ë il tipo originale umano, il tipo che non Ë cambiato quasi per niente nei primi quattro milioni d’anni della storia umana. Neophilus Ë la mutazione creativa che Ë saltata fuori a intervalli regolari durante l’ultimo milione di anni, dando alla razza piccole spinte in avanti, di quelle che dai a una ruota per farla girare sempre pi˜ velocemente. Neophilus fa un sacco di errori, ma lui o lei si muovono. Vivono la vita nella maniera in cui andrebbe vissuta, novantanove per cento errori e un per cento mutazioni vitali."

Robert Anton Wilson - Robert Shea
"L’occhio nella piramide"
(primo volume della trilogia Gli Illuminati). Shake Ed., p.194

 

NOMADE PSICHICO
Ë anche una casella postale:

nomade psichico
C.P. 99 - 42 015
Correggio - (R E)

Riceviamo onde Delta, Theta, Alfa, Beta.

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