1. L'Odio Migliore |
1. spora n.3 - FUOCO PALLIDO | |
2. L'Abitudine | 2. spora n.25 | |
3. Le Putte | 3. spora n.1 - YOGURT | |
4. infinita' | 4. spora n.7 - ANCORA TI ATTENDO | |
5. Una Canzone Arresa | 5. spora n.34 | |
6. Questo e Altro | 6. spora n.19 | |
7. Ineluttabile | 7. spora n.22 - AIR TERMINAL | |
8. Lamento dello Sbronzo | 8. spora n.31 | |
9. Il Naufragio | 9. spora n.11 - ROTULE COME FRISBEE | |
10. spora n.5 | 10. spora n.4 - TAKE-A-WAR | |
11. In Delirio | 11. spora n.14 - PERDUTAMENTE | |
12. spora n.27 | 12. spora n.9 - UNIVERSO D'ISTANTE INFINITO | |
13. Un Sollievo | 13. spora n.28 | |
14. spora n.16 | ||
15. spora n.23 - PACO DE LA MONTE (parte II) | ||
16. spora n.15 - HUMUS |
1. L'Odio Migliore |
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2. L'Abitudine | |
3. Le Putte | |
4. infinita' | |
5. Una Canzone Arresa | |
6. Questo e Altro | |
7. Ineluttabile | |
8. Lamento dello Sbronzo | |
9. Il Naufragio | |
10. spora n.5 | |
11. In Delirio | |
12. spora n.27 | |
13. Un Sollievo |
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1.
L'Odio Migliore (Tratto da "Ho Ucciso Paranoia
2. Spora n. 14 - Perdutamente (Inedito) 3. Festa Mesta (Live - Registrato dal Vivo il 25/06/1998 durante "Le Notti del Maciste" allo Stadio Comunale di Prato) 4. Aper Regina (Live - Registrato dal Vivo il 25/06/1998 durante "Le Notti del Maciste" allo Stadio Comunale di Prato) |
"Ho ucciso Paranoia" Ë eloquente.
Ma
poichÈ il punto di vista generico e volgare fa sÏ che le paranoie abbondino
e valgano meno che le ossessioni, l'ambigua presenza di disagi e sentimenti
incomodi che onora di sÈ le canzoni mette in dubbio quella catartica certezza.
Stando cosÏ le cose il titolo o si riferisce a un tipo di sacrificio pi˜ impegnativo,
o dichiara, per cosÏ dire, l'omicidio di un termine abusato: in ogni caso un'affascinante
alternativa!
Due estati sono passate da quando abbiamo iniziato a comporre, due di cui una
molto calda, ma le seduzioni del calore e dei colori mediterranei non hanno
pizzicato le corde dei nostri cuori, che continuano a musicare emozioni pi˜
umbratili.
L'incanto della esplorazione nei dedali a spirale infinita dell'animo umano
ha un suo poetico magnetismo e ogni nuovo viaggio Ë uno spingersi un po' pi˜
in lý, spesso a ritroso nel tempo. Poi si torna, si racconta, in un testo, nella
sua musica; e si offre in visione una serie di fotografie ancora palpitanti
di stupore, o di ardore, o di amore, o; e ancora bisbiglianti l'eco di parole
come nuove.
Le nostre canzoni sono l'istante liberato e rivissuto con la massima aderenza
possibile.
Non poco.
E cosÏ per sempre.
spora [vc.dotta, dal gr. sporà 'semina',
da spéirein 'seminare', di origine indeur.]
s.f. 1 (bot.) Cellula riproduttiva delle Crittogame capace di originare un nuovo individuo. SIN. Sporula ill. paleontologia. 2 (zool.) Studio della vita di alcuni protozoi, che consente la sopravvivenza in condizioni ambientali non favorevoli. |
A chi lo desidera alleghiamo in doppia versione (doppio CD = doppio album) una
collezione di immagini pi˜ astratte, ricche di dettagli sfuocati.
Sono frammenti musicali improvvisati; o cellule germinali: SPORE le abbiamo
chiamate, e se alcune sono giý passate ad altra vita (quella che loro stesse
hanno originato), altre restano disponibili per futuri pensamenti.
Fanno il rumore di un'officina di lavoro; danno un po' di segreto svelato; sono
un mondo da modellare. In ogni caso speciale.
Per non svantaggiare i curiosi, per non stimolare i collezionisti, per non irretire
i disinteressati, abbiamo preteso che la tiratura di ciascuna versione fosse
la stessa, per una libera scelta, ora come pi˜ in lý.
Temiamo le furbizie: oltre le 45.000 il doppio Ë troppo caro e si deve protestare.
Saluti dai
Marlene Kuntz
MARLENE KUNTZ "Ho Ucciso Paranoia"
E'
un progetto a dir poco atipico ne pur vario panorama della nostra produzione
musicale, quello dei Marlene Kuntz. In altri tempi - come dimostra del resto
la stessa esperienza di Cristiano con i Jack On Fire - quasi nessuno avrebbe
raccolto la sfida della scrittura in italiano in un contesto sonoro cosÏ aspro
ed elettrico. Usare l'idioma del rock voleva dire, una decina d'anni fa, piegarsi
all'egemonia culturale e creativa di America e Inghilterra. Ai Marlene Kuntz
- e in particolare a Cristiano, autore dei loro testi nevrotici e introspettivi
- va riconosciuto il merito di aver presto abbandonato l'inglese e di aver trovato
una cifra espressiva molto personale, strettamente legata ai ritmi, alle timbriche
e alle imprevedibili censure del loro acidissimo e tormentatissimo suono.
Certo, si Ë detto (troppo) spesso e talvolta con malcelata malevolenza che i
Marlene Kuntz devono molto ai Sonic Youth ("La pi˜ importante band americana
degli anni '80. Uno tra i pi˜ avvincenti progetti di trasformazione del linguaggio
rock al di fuori delle etichette convenzionali", come ha giustamente scritto
Guido Chiesa) e nessuno si sogna di negare l'influenza che Thurston Moore &
Co. Hanno esercitato su alcune scelte dei nostri, ma questa osservazione ci
appare, oggi pi˜ che mai, ingiusta, superficiale e riduttiva.
Bisognerebbe semmai approfondire l'interscambio costante tra la chitarra "rumorosa"
di Cristiano e quella melodico/metallica di Riccardo: un meccanismo cosÏ perfetto,
quasi magico, nessuno avrebbe potuto pianificarlo col solo aiuto della razionalitý.
Sarebbe forse pi˜ utile allegare il raggio storico/critico e risalire alle origini
profonde di un fascino, quello del rumore coniugato alla delicatezza, che nasce
dall'intuizione folgorante dei Velvet Underground e percorrere, come un fiume
sotterraneo, la complessa vicenda degli ultimi trent'anni di rock. Viene ancora
da chiedersi come i gruppi e i musicisti pi˜ avvezzi a governare rumore e distorsione
possono rivelarsi autori delle ballate pi˜ morbide e poetiche, ma alla fine
non si puÚ far altro che prenderne atto e rinunciare a risposte banali, da psicologi
della domenica.
"(Ö) C'Ë della bellezza nel male, c'Ë del male nella bellezza, strani intrecci
dell'animo umano che i Velvet Underground seppero cogliere e trasfigurare in
un gioco di passioni", scrivevano anni fa David Dalton e Lenny Kaye a proposito
dell'inquietante creatura di Lou Reed e John Cale. Oscillando tra questi due
estremi, cavalcando l'onda del noise o accarezzandoci il cuore - come hanno
fatto per l'appunto i Velvet, ma anche Neil Young, Patti Smith, i Sonic Youth,
Nick Cave, i Nirvana o Jeff Buckely - i Marlene Kuntz hanno scritto alcune tra
le paine pi˜ intense, ispirate e impietose degli ultimi anni, dimostrando anche,
come dicevamo poc'anzi, che l'italiano puÚ essere sottomesso alle esigenze espressive
pi˜ impensabili e ardite.
L'attesa per "Ho Ucciso Paranoia, il vero "terzo album" dopo la parentesi di
"Come Di Sdegno" (che varrebbe la pena cercare e ascoltare anche soltanto per
"Come Stavamo Ieri", uno dei vertici assoluti dei Marlene nel campo delle ballate),
era dunque grande e diffusa, come se tutti, estimatori, detrattori e "critici
togati", volessero controllare la tenuta del gruppo dopo due dischi molto pi˜
che promettenti. Forse sarý difficile che "Ho Ucciso Paranoia", un'opera sospesa
tra passato e futuro, possa modificare le posizioni pi˜ intransigenti, ma un
osservatore attento e obbiettivo non potrý non prendere atto che la tensione
poetico/musicale del gruppo Ë sempre altissima.
Si ha l'impressione, inoltre, che le due polaritý espressive di cui abbiamo
detto finora siano pi˜ nette e distinte. "L'Odio Migliore", per esempio, sistemata
com'Ë in apertura, colpisce forte come un pugno nello stomaco, mentre "L'Abitudine",
col suo morbido arpeggio iniziale, le dissonanze delle chitarre e uno sviluppo
melodico verticale, crea un effetto ipnotico e straniante. La violenza perÚ
ricompare con "Le Putte", classica "cattiveria Marlene Kuntz", seguita da "Infinitý"
e "Una Canzone Arresa", episodi di inquietante e sottile bellezza, tra i migliori
incisi della band di "Lieve". Speculare a questa sequenza Ë quella composta
da "Ineluttabile" e "Lamento Dello Sbronzo"; nonostante il climax sia volutamente
interrotto dalla bruciante "Questo E Altro", queste quattro canzoni sono il
perno intorno al quale ruota tutto "Ho Ucciso Paranoia". Il che non toglie nulla,
naturalmente, agli altri brani, tra cui spicca soprattutto la conclusiva e trascinante
"Un Sollievo". A confermare che i Marlene Kuntz sono, oltre che una fucina di
parole, note e giri (dis)armonici, anche un laboratorio di distorsioni e rumori,
c'Ë poi "Spore", un disco che ci sentiamo di raccomandare agli appassionati
del noise chitarristico e ai fan pi˜ fedeli. I primi ci troveranno sputi ed
idee interessanti, "spore", semi e germogli di melodie ("Yogurt" o l "n.34"),
gli altri l'attitudine spericolata che giý conoscono bene.
Da vecchio "younghiano", mi sono ricordato di "Arc", un cd composto da 35 minuti
di delirio sonico che Neil Young volle mettere in commecio insieme ad alcune
copie del (mitico) live "Weld" e che parecchi acquirenti restituirono spaventati.
Qui non c'Ë pericolo: "Spore" Ë a disposizione di chi voglia veramente tuffarsi
nella sperimentazione e nell'improvvisazione. Non ci dispiacerebbe, fra l'altro,
che Cristiano e Riccardo aprissero il loro workshop ad altri chitarristiÖdal
confronto/scontro tra i diversi "noisy guitarists" italiani potrebbe nascere
davvero qualcosa di nuovo e affascinante.
Giancarlo Susanna