I giorni, i pomeriggi e le notti del Maciste
Svoltasi
il 25 e 26 giugno 1998 nello stadio comunale di Prato, anzichÈ al Cencios, la
manifestazione pare avere proprio la conformazione di un grosso festival; in
effetti finchÈ la famiglia cresce, necessita di spazi sempre maggiori.
Tutt'intorno, ogni angolo, balcone e programma televisivo, Ë gonfio di tricolori
e immagini del mondiale di Francia e la ridente cittadina toscana, che ha dato
i natali, non solo calcisticamente, all'eroe del mondiale Christian Vieri, celebra
alla grande questa ricorrenza sportiva quadriennale.
Il mio viaggio comincia da Cagliari il pomeriggio del giorno 24, al seguito
degli Antennah, miei amici e concittadini, impegnati nelle riprese del video-clip
di "Ape Giglio", la cui produzione artistica Ë affidata a Niels Jensen e Hakan
Schuler, giý al fianco di Einsturzende Neubauten, Cardigans e Church, e prossimamente
Marlene Kuntz.
Giungiamo finalmente a destinazione attorno alle 10:30 del giorno 25, appena
il tempo di scendere e di sgranchire le articolazioni un po' rattrappite dal
viaggio e dalla calura, che giý troviamo gli Ulan Bator che assistono al sound
check di Giorgio Canali e Tangosh. Un palco e un impianto imponente dominano
lo stadio, cornice ideale per questa manifestazione e nonostante il caldo afoso
di questi giorni, l'entusiasmo permette di superare anche questi piccoli problemi.
Ai lati del palco sono stati allestiti due mega schermi, che serviranno alla
diffusione in tempo reale delle immagini del concerto, riprese da pi˜ telecamere,
questo materiale confluirý poi in un successivo video.
Al fresco effimero proiettato dai muri delle casse, ci accoglie, dondolante
su una amaca, Mario Lo presti a cui manca solamente un grappolo d'uva perchÈ
venga facilmente scambiato per un patrizio romano d'altri tempi.
E per i pi˜ diffidenti che avrebbero potuto esclamare: "Ma di Maciste nemmeno
l'ombra!", ecco una secca e pronta smentita creata da Giacomo Braccialarghe,
artista fiorentino, realizzatore della scultura moderna posta all'ingresso del
campo, raffigurante il personaggio di Cabiria.
Tra un giro e l'altro, incontro Andrea Tinti, anche lui alla vana ricerca di
un po' di sollievo all'ombra dei distinti centrali, nel frattempo l'arrivo alla
spicciolata di tutti gli altri partecipanti; nel mentre prova il Santo Niente.
Il prato, o perlomeno la sua porzione pi˜ coperta dall'ombra, Ë un fiorire di
amplificatori, chitarre, strumenti-pseudo-bagnanti, i quali, in mancanza del
mare si accontentano della distesa di verde, e giý penso di risentire dei primi
sintomi di una insolazione, in quanto comincio a dubitare che a Gianni Maroccolo
sia stato fatto il dono dell'ubiquitý, anche perchÈ Ë stato avvistato contemporaneamente
da pi˜ persone in pi˜ punti come del resto Gianni Cicchi e Lello De Vita anch'essi
custodi del prezioso dono.
I sound check procedono incessanti, al passo marziale stabilito da Giovannni
Gasparini, marco lega e Bruce Morrison, e ogni spazio d'ombra disponibile Ë
ormai occupato dall'arrivo di Marco Parente e gli Here, ai quali andrebbe la
citazione per il furgone pi˜ sgangherato della festa.
Qualcuno si Ë procurato anche un pallone e, approfittando dell'impianto che
ci ospita, comincia a mostrare tutto il suo repertorio, forte della overdose
calcistica di queste settimane.
L'ufficio stampa, preso in prestito da quello dello stadio, Ë saturo di gente
e l'ari irrespirabile, vuoi le condizioni meteorologiche, vuoi per l'attivitý
incessante di Nina Maroccolo, Sergio Delle Cese & C., nel mentre che Amedeo
Fantani, come suo solito, cattura i momenti pi˜ spontanei con il suo obbiettivo
discreto.
Il tempo Ë tiranno e ci si ritrova immediatamente all'inizio della manifestazione,
presentata dal buon Fabio Fantini, che comincia dai Mira Spinosa, Fabio sfoggia
una giacca davvero particolare, e verrebbe davvero spontaneo domandargli il
nome del suo sarto, risalente al tempo di Edipo ed il suo complesso.
Seguono Wolfango, Antennah, Fantoni & Tomei, Santo Niente, Giorgio Canali &
Tangosh, Santa Sangre e Cristina Doný, quest'ultima, assieme a Manuel Agnelli,Ë
stata l'autrice di uno splendido duetto in "Dentro Marylin", quindi Max GazzË,
che ha esordito "Sirio Ë Sparita" e "O Carolyne", il suo contributo al disco
su Robert Wyatt, infine Ulan Bator, Here e per concludere, Marlene Kuntz, uno
dei concerti pi˜ attesi della prima giornata.
Oltre alla bancarella di tutti i prodotti del C.P.I., sono stati allestiti anche
gli spazi per distribuzioni indipendenti e fanzine varie, come quello gestito
dai ragazzi di Supersonico, fanzine romagnola.
La seconda serata invece ha ospitato Sabina Orlandini, Divine, Afa, Il Grande
Omi, Fantoni & Tomei, Andrea Chimenti, l'esordio solista di Ginevra Di Marco,
Marco Parente, EstAsia, C.S.I. e Ci S'Ha; i soli assenti giustificati sono stati
gli Ustmamo', che avevano giý suonato alcuni giorni prima nello stesso spazio
per il festival de "Il Re Nudo".
Un piacevole siaprietto ci Ë stato fornito dai Ciessei de Noaltri, alias Bruce
Morrison, lello De Vita, Mario Lo Presti e gli altri fonici, alle prese con
la cover di "Io sto bene" dei CCCP.; devono ancora crescere, ma giý promettono
bene.
L'imminente tributo a Robert Wyatt, ha previsto la proiezione in entrambi i
giorni di un video monografico sull'artista, suggellato dalla diffusine dell'anteprima
della versione di "Del Mondo" interpretata da Robert.
Spazio naturalmente anche al reportage sui concerti dei C.S.I. a Mostar, cittý
della flagellata ex Jugoslavia; le immagini che scorrono sui due mega schermi
sono commentate, in tempo reale da Giovanni Lindo Ferretti che catalizza l'attenzione
dei presenti, seduti e assolti in religioso silenzio.
La folla presente alle due serate Ë piuttosto eterogenea, e non solo nell'abbigliamento:
dark, punk, fricchettoni, insomma, una babilonia di colori, stili, pettinature,
magliette, pronunce e dialetti di tutta Italia. "Le Notti Di Maciste" volgono
al termine e si giunge al momento dei saluti, ci si augura la buonanotte dopo
parecchi abbracci e arrivederci, mentre la fola si dirige verso l'uscita dove
Ë presente un punto di ritrovo per chi trascorrerý la notte nel campeggio poco
distante.
A freddo (si fa per dire), qualche giorno dopo e tra i gol di Vieri, si sovrappongono
ancora e velocemente come diapositive, immagini di quei giorni: Ginevra, Francesco
Magnelli e Olmo (il loro cagnolino), Andrea Chimenti che firma autografi a bordo
palco, la proverbiale calma di Annamaria e Massimo Bellucci nonostante la gente
accalcata alla bancarella dei dischi, Cristina Doný che chiacchiera con Cristiano
Godano e Manuel Agnelli, Mauro Theo Teardo e Jim Filter Coleman, Gianni Cicchi
in simbiosi con il suo telefonino, Saro Cosentino a colloquio un po' con tutti,
Gianni Maroccolo indaffaratissimo e tanti, tanti altri.
La Francia ha appena vinto i suoi mondiali, Parigi e gli Ulan Bator saranno
in festa, possa solo immaginare cosa si stia sviluppando attorno alla tour Eiffel,
ma se chiudo gli occhi e faccio silenzio, quasi riesco a sentirli tutti.
Alla prossimo
Giuseppe Pionca
Il
primo gennaio 1999 la nuova moneta europea Ë entrata ufficialmente in corso.
Le transazioni economiche all'interno della comunitý europea si potranno giý
effettuare con questa moneta virtuale, ma presente nella memoria di computer
di banche e borse. Non conosco la vostra opinione in merito all'Euro e all'Europa
in generale, e forse non voglio neanche conoscerla, cambierebbe il corso della
storia? Non credo!! PerÚ mi sarebbe piaciuto che insieme all'Euro fosse diventato
ufficiale lo scambio musicale tra i paesi, non nei termini attuali che purtroppo
sono di mera contrattazione.
Io italiano cerco di venderti delle copie del mio artista di successo e vedrÚ
di mettere nei negozi della penisola un po' di copie de tuo artista tedesco
che sembra spopoli dalle tue parti.
Sarebbe bello invece che questo scambio senza frontiere avvenisse in assenza
di forzature, o piani di marketing che prevedono fino alle ultime 100 lire,
pardon Euro, spese per stampare quelle 3.000 stilografiche promozionali che
finiranno sulle scrivanie di persone non troppo interessate all'inchiostro utilizzato,
non riconoscono da tempo immemore la differenza tra stilografica ed una matita.
Pensate invece in un idilliaco villaggio globale dove vengono messi a disposizione
di tutti, qualsiasi disco stampato nei vari paesi, dove senza difficoltý si
possa trovare, non parlo di negozi iperspecializzati, ma degli ipermercati,
tutto lo scibile musicale pensato e prodotto in Europa (non vorrei esagerare
dicendo tutto il Mondo). Forse i nostri ascolti diventerebbero meno settari
e pi˜ inclini alla conoscenza del pianeta musica nelle sue svariate forme aggregate.
Vi starete chiedendo cosa c'entri con tutto questo l'ultima fatica di Yann Tiersen?
Ebbene sono convinto, e la convinzione Ë dura a morire, che "Le Phare" potrebbe
essere uno dei dischi dell'Europa unita sotto una unica moneta.
"Le
Phare" Ë un disco europeo che stringe nella sua globalitý tutta quella parte
di mondo che viene chiamata Europa. Molteplici sono le influenze all'interno
di "Le Phare", anche se riflette in chiave bretone e con radici transalpine.
Tiersen riesce infatti a far suonare nn gli strumenti di volta in volta utilizzati,
da quelli canonici a quelli pi˜ strani e strambi, ma l'anima, quella parte spirituale
di noi che, credenti o meno, ci portiamo appresso dalla nascita alla morte.
Sia che Tiersen sevizi le corde di un violino, o suoni una melodia mestamente
malinconica al pianoforte, riesce a far cantare - e per una musica quasi del
tutto strumentale Ë un enorme successo - l'anima. Questa Ë musica per sognatori,
questa Ë musica per cuori impavidi, questa Ë musica per l'Europa senza frontiere.
"Le Phare" nei suoi quattordici movimenti sonori Ë come un caleidoscopio che
ruota imperturbabile, Ë una sequenza di immagini che ognuno di noi puÚ vedere
davanti ai suoi occhi (chiusi) come meglio preferisce. "Le Phare" Ë una ridda
di video-clip mai girati in modo che ogni ascoltatore possa essere il regista
del suo clip personale.
Da tempo si era deciso di abbandonare la prassi della recensione nelle pagine
de "Il Maciste" per le produzioni targate C.P.I., ma per "Le Phare" non si poteva,
dopo la breve presentazione del numero scorso, esimersi dal cercare di mettere
in parole la grandezza dell'album.
Chissý magari un giorno o l'altro gli affari si faranno con lo scambio di cd,
pardon dvd visto e considerato l'evolversi della tecnologia, procuratevi quindi
alcuni copie di "Le Phare", saranno una ottima merce di contrattazione.
Andrea Tinti
|
Non
sarebbe male pensare che tutto il poppaccio canzonettaro italiano
di colpo scoprisse la musica di Babbo Wyatt! Sarebbe meraviglioso
pensare che tutti i direttori artistici delle case discografiche
si disputassero i dischi di Robert a colpi di "Marketing Planning",
"Afex", "Lexicon", etcÖ..
Sarebbe incredibile se le radio cominciassero a passare "O Caroline" (non mi voglio sbilanciare troppo!). "Ecco ora, dal suo ultimo album ('73/'74), "O Caroline", canzone regina della settimana di Natale dalla voce di Robert Wayayat, ex sassofonista degli "Spot Martin" - griderebbe Ringo da Radio Dee Jay. |
Alcune volte mi guardo negli occhi con Maroccolo, Ginevra e Anna davanti a un piatto di involtini tailandesi (per cui tutto dura un secondo o poco pi˜Ö) e credo che in quel secondo ci viene da pensare: "PerchÈ ci imbarchiamo in queste storie da anni???". Poi bastano 5 minuti di chiacchiere con Robert, o piazzare il nostro disco una mattina qualsiasi di un giorno qualsiasi, per farti sentire meno coglione (anzi!!). "The Different You" Ë un disco fatto col core (punto). E chissý che Babbo Natale (Wyatt) non riesca a fare qualche miracolo? Buone Feste a tutti!!! |
COSI' E' STATO SCRITTO DEL TRIBUTO A ROBERT WYATT
"Era doveroso questo tributo che alcuni gruppi e artisti italiani hanno voluto dedicare a Robert Wyatt, ma forse arriva tardi, vista la statura del personaggio".
Rockstar
"I C.S.I. senza Ferretti e con Ginevra alla voce interpretano "Chairman Mao" e Wyatt ricambia il favore cantando "Del Mondo" da "Ko De Mondo", inutile aggiungere che quest'ultima Ë forse uno dei momenti pi˜ emozionanti del disco".
Rocksound
"Fedeli ad un assunto wyattiano gli artisti in questione si prendono le loro libertý: Jovanotti, ad esempi, si cimenta in uno standard di Pablo MilanÈs ÖÖ.. Per una volta, come italiani, possiamo andare in giro a testa alta".
Musica e Dischi
"Questo tributo dunque, non poteva svolgersi altrimenti che all'insegna della pi˜ comlpeta libertý d'azione e d'interpretazione, ciÚ che per molti dei partecipanti s'Ë persino tradotto in un temporaneo svincolo da etichette e compagini d'appartenenza e in una serie di sodalizi tanto curiosi quanto efficaci".
Rockerilla
gianCarlo Onorato
"Io sono l'angelo"
(Lilium /
Sony music)
Per una volta facciamo uno strappo alla regola e segnaliamo l'uscita di un album che ha a che fare con la nostra etichetta solo per alcune (preziose) collaborazioni, ma non per questo non degno di essere menzionato tra i lavori italiane pi˜ interessanti degli ultimi tempi. gianCarlo Onorato (che abbiamo potuto apprezzare come autore di una delle riletture pi˜ ispirate nel tributo a Robert Wyatt, "Left of man", realizzata in coppia con Madaski), Ë un Artista a 360ƒ e persegue una sua strada in continua evoluzione dall'inizio degli anni '80: pittore, scrittore, ma soprattutto musicista: prima leader degli Underground Life, storia che si Ë conclusa nel 1992 e che ci ha regalato alcuni tra i momenti pi˜ intensi dello scorso decennio musicale - ascoltare o riascoltarsi "Gloria Mundis" su tutti; storia che ha visto un'ulteriore evoluzione nei suoi lavori da solista ("Il Velluto Interiore", 1992), che lo confermano autore "raffinato e maledetto". Una strada difficile, fatta di nessun compromesso in nome di una sempre molto alta qualitý artistica. Con l'uscita di questo "Io sono l'angelo" Onorato si ripresenta come una delle voci narranti pi˜ ispirate della scena italiana, probabilmente quello che meglio sa fondere spiritualitý e sensualitý. Molte e preziose le collaborazioni, da Andrea Chimenti (un perfetto contraltare vocale per "Il ritorno di lei") a Romina Salvadori degli Estasia, a Massimo Fantoni che suona in due brani, a Lilith, ed una partner d'eccezione anche per la stesura di alcuni testi, Anna Lamberti Bocconi, che abbiamo giý apprezzato quale co-autrice di brani di Ivano Fossati.
Tra i brani, oltre alla title track e a "Lettera sul cielo", da ricordare la bellissima "La storia per noi".
M.R.