GIANNI MAROCCOLO

[Torna all'indice]

Gianni Maroccolo non poteva pensare di scappare alle domande de "Il Maciste" riguardanti "Linea Gotica". Eccolo quindi nello splendore del cinemascope dall'altra parte del cavo telefonico.



Giovanni scrive che "Linea Gotica" é un disco di chitarre.
E' vero?

Sì, in confronto agli altri dischi che abbiamo registrato sicuramente é un disco di chitarre. In "Ko De Mondo" avevamo una base ritmica abbastanza pesante, con quasi due batteristi, un basso in bella evidenza ed era un disco molto tastieroso, le chitarre non erano predominanti. Con "In Quiete" il gruppo si é bilanciato un poco di più grazie all'inserimento della chitarra acustica, strumento alquanto atipico per un gruppo come il nostro. Nel nuovo album, togliendo in quasi tutti i pezzi l'apporto della batteria, le chitarre sono ovviamente saltate allo scoperto. Non é una scelta voluta, ma un processo creativo.

Non credi che il Consorzio sia diventato col passare del tempo un assembramento di chitarre?
E' vero, credo che abbiamo tra i migliori chitarristi in assoluto. I Marlene hanno un sound imperniato sulle chitarre, il chitarrista dei Disciplinatha é un grande musicista, Umberto Palazzo come chitarrista ha un suono pazzesco, lo stesso Archetti degli Yo Yo Mundi é abbastanza atipico per un gruppo vicino alle tradizioni folk, infatti usa la chitarra elettrica in maniera predominante ed anche i chitarristi di Andrea Chimenti sono dei bravissimi musicisti. I C.S.I. hanno sempre avuto un bassista che in realtà suonava il "ghitarone", perché io suono il basso in maniera particolare, lo arpeggio, lo rullo, lo uso spesso come una chitarra. Quindi oltre alle due sei corde c'era un bassista/chitarrista ed in più adesso c'é la chitarra acustica. Personalmente ho sempre pensato che il basso facesse più parte della famiglia della chitarre che degli strumenti ritmici.

Ferretti dice che il punk é "No Future" e descrive questo disco con una sua attitudine punk. Secondo il tuo parere é un disco punk?
Non lo so. Può essere un disco di rottura in tutti i sensi. Secondo me essendo un disco di rottura prevede il punk ed anche una eventuale rottura di palle da parte di chi lo ascolterà, per via del suo contenuto, che sicuramente non é tra i più facili. E' un disco coraggioso e diretto, come lo era il punk. Quindi l'analogia ci può essere. E' un album senza troppi orpelli, senza tanti fronzoli. E' essenziale come il punk. E' violento come il punk.

Nella tua vita artistica il punk ha avuto una parte importante, o no?
Devo essere onesto, l'unica sferzata di vitalità che mi ha dato il punk é stata quella di aver conosciuto Piero che era figlio di quel genere di musica. Attraverso di lui, quindi leggermente dopo, sono riuscito a capire cosa poteva significare il punk in quel momento e cosa aveva significato prima. A livello di gruppi l'unico che ho veramente amato sono stati i Dead Kennedys. Non mi sono mai piaciuti i Sex Pistols, o i Clash, mi intrigavano gli Stranglers. Purtroppo o per fortuna, a secondo dell'interpretazione che si può avere, io con la musica ho un approccio da musicista, tutto ciò che é il suo contorno legato al fenomeno culturale o sociale preferisco vivermelo in privato. Ho sempre avuto la tendenza di mischiare poco le due cose. Non riesco a capire se ci sono o no delle parentele con il punk. Sicuramente una analogia di fondo c'è. Ho suonato per dieci anni con i Litfiba e bene o male come gruppo abbiamo risentito del fenomeno punk, finita quella esperienza ho cominciato a suonare con chi in Italia é stato l'unico a fare del punk a certi livelli, quindi in ogni caso mi ci sono trovato in mezzo.

Battiato incontra i C.S.I. Personalmente vedo Battiato come un artista molto distante dai C.S.I., ma nello stesso tempo ci trovo anche qualche affinità. Cosa ne pensi?
La forma ci trova abbastanza distanti, probabilmente le cose più profonde a livello di esseri umani ci rende più vicini di quello che possa sembrare in realtà. Detto questo, suo malgrado, lui é stato anche per noi, chi più, chi meno, un punto di riferimento per ciò che riguarda l'Italia. A parte certe cose che in ogni caso avevano la parolina rock, o punk, l'unico grosso artista per la musica italiana é stato lui nel bene e nel male. Personalmente credo che anche Battiato abbia scritto delle canzoni non troppo belle. Comunque rimane una presenza ingombrante nel panorama musicale italiano.

Questa cover é un tributo ad una bella canzone, o un tributo a Battiato?
E' un tributo a Battiato e personalmente é un tributo ad una grande canzone. Sono io il responsabile della scelta di questo brano. Inizialmente un eventuale tributo a Battiato ci portava a confrontarci con quelle che erano le sue prime esperienze. Però mi sembrava sotto certi aspetti troppo facile andare a pescare da quel periodo. Giovanni ha sempre ribadito che una della frasi più belle della musica italiana é: "Questo sentimento popolare nasce da meccaniche divine", durante i check la canticchiava sempre ed allora ho detto confrontiamoci con qualcosa di pesante anche in questo campo, se ce la facciamo bene, altrimenti molliamo il colpo.

Qual é l'importanza delle parole in un disco dei C.S.I. e nella vita di tutti i giorni?
Nel disco dei C.S.I. le parole hanno una grande importanza. Importanza data dalla maestosità delle parole e dal personaggio. Anche se a molte persone può non andar a genio e sicuramente é Ferretti il primo, lui é un artista di grosso spessore, un intellettuale con "l" maiuscola. Questo stato di cose comporta un grosso sforzo da parte dei musicisti, che devono riuscire a non far cadere nella banalità le parole di Giovanni. E' molto facile che ciò succeda, bastano le note sbagliate per rendere ridicola una frase, bastano delle note troppo spinte per appesantirla. Il grosso sforzo della musica dei C.S.I. é quella di creare un connubio tra note musicali e testi. A volte la musica è la giusta colonna sonora alle parole, mentre in alcune occasioni predomina sulla parola, ma in ogni caso non deve andare a scalfire il motivo per cui ci sono certe frasi. In questo disco si poteva correre il rischio di banalizzare alcuni passaggi, anche se ad un primo impatto l'ascolto può essere apparentemente difficoltoso, in realtà basta sentirlo un paio di volte e ti puoi immaginare che con una produzione un pochino più standard ci saremmo trovati di fronte a delle normalissime canzoni, che però non avrebbero accompagnato a dovere le parole di Giovanni. Ammetto i miei limiti, perché riesco a capire subito nelle liriche di Giovanni i momenti forti che ci sono al loro interno, ma non comprendo appieno quello che esattamente vuol significare un testo. Ci impiego lo stesso tempo degli ascoltatori, io devo ancora capire sotto certi aspetti, riguardanti i testi, il nostro ultimo lp. Essendo una persona che gode molto nell'essere un musicista, onestamente ho sempre avuto la fortuna di trovarmi, per ragioni diverse, con grandi cantanti, riesco ad un primo impatto a percepire la musicalità di un testo e le sue parole chiave, subito dopo penso alla musica. Non mi sono mai posto nella mia vita il problema di tradurre i testi dei cantanti inglesi, americani, o tedeschi, posso vagamente rendermi conto di quello che cantano. Ci sono artisti che amo molto, da Gabriel a Cave, passando per Tom Waits dei quali non conosco alla lettera ogni loro testo.

Però in questa società che ci circonda non c'é un abuso di parole?
E' vero, infatti tendenzialmente sono uno che cerca sempre di parlare poco, non a caso ieri non ero presente a Milano ed oggi non sono a Roma alle due presentazioni del disco. Sono poche le persone con cui parlo soprattutto di musica, perché anche a livelli di testi c'é un vero e proprio abuso. C'é tanta gente che parla senza aver niente da dire.

Una volta la "Linea Gotica" era la divisione tra l'Italia liberata e quella sotto i nazifascisti, oggi invece secondo il tuo parere dove é posizionata?
Si é spostata un pochino verso il sud, probabilmente a Roma potremmo mettere l'attuale "Linea Gotica". Esiste veramente una frattura di cui probabilmente gli italiani non si rendono conto. Inoltre esiste una seconda frattura, meno visibile, che dipende dall'individuo piuttosto che dalle masse. Se ci guardiamo attorno possiamo vedere che non siamo riusciti a liberarci di certe cose che opprimono la vita dell'uomo non solo a livello politico, mi riferisco a quella linea che c'é tra l'agire bene e l'agire male, tra avere una morale e non averla. C'é della gente che resiste per rimanere onesta ed é difficile in questo mondo di disonesti.

Durante la guerra ci sono le divise ad indicare il nemico, oggi invece...
Oggi é più difficile capirlo, perché ognuno indossa la tua stessa uniforme.

Come ti spieghi la persecuzione che accompagna i C.S.I. chiamata Maciste?
Non lo so, non ho idea di come si sia messa in moto questa catena di Sant'Antonio. L'idea del titolo del giornale é stata di Gianni Cicchi. Per ciò che riguarda la sonorizzazione del film "Maciste All'Inferno" non ce la aspettavamo, l'anno prima avevamo lavorato alle musiche del "Fantasma Dell'Opera", quindi pensavamo di ricevere eventuali richieste per sonorizzare dei film noir ed invece é arrivato un bel kolossal.

Oggi é domenica domani si muore......é vero?
E' indiscutibile, domani si morirà. A parte l'omaggio a Pasolini, sono abbastanza in pace con me stesso,è scritto nelle regole, la morte non mi fa paura, so che c'é, ma come il contratto con la Polygram che prevede un altro disco, il mio contratto con Dio, essendo credente, prevede che questa sia una situazione di passaggio. Cerco di prepararmi al meglio per il dopo. Mi dispiace di più della morte degli altri che non il pensiero della mia fine.

"Nessuno può permettersi rimpianti", scrive Ferretti, tu hai qualche rimpianto?
Anch'io sono dell'opinione che nessuno si possa permettere dei rimpianti, perché chi ha dei rimpianti é una persona arida. Uomini e donne che nei momenti importanti hanno potuto, ma non hanno voluto. Anche in situazioni pratiche é inutile lamentarsi di come vanno le cose se alla fin fine siamo noi stessi che non facciamo nulla per cambiarle. Si abbia quindi il buon senso perlomeno di tacere.

Non sentivate le aspettative che c'erano e ci sono da parte di discografici, stampa e pubblico nei confronti del nuovo 33 dei C.S.I.?
Da parte della Polygram non ci hanno fatto pesare minimamente queste loro eventuali aspettative, non ci sono mai stati i classici discorsi del tipo: "Questo é il disco della svolta, dobbiamo raddoppiare le copie vendute". Riguardo ai media in generale ed al pubblico, che credo sia più legato a noi per affinità umane che musicali, penso che non potessimo fare cosa migliore. A metà disco ci siamo resi conto di cosa stavamo facendo ed é stata una scelta consapevole da parte nostra. Mai come questo momento sarebbe stato ideale per fare un disco come "Linea Gotica", perché ci sono grandi aspettative, grandi disponibilità, grande attenzione sul progetto dei C.S.I. Quindi abbiamo pensato di approfittare di questa occasione, non abbiamo mediato niente, non abbiamo usato la testa più di tanto, solo per capire che questo é un momento per noi favorevole. Tutti sono abbastanza concentrati e vogliosi di ascoltare il nuovo lp dei C.S.I., approfittiamone ora perché forse strada facendo l'attenzione potrà calare, la tensione potrà diminuire e ci potrà essere meno disponibilità a dare il massimo dell'attenzione ad un disco dei C.S.I. Quindi se abbiamo delle cose da dire in questo momento e sono difficile da dirsi, diciamole ora perché l'attenzione é al massimo.

Ti saresti mai aspettato che un giorno un disco dei C.S.I. sarebbe stato atteso con tanta impazienza?
Io me lo aspettavo, anche se era più curiosità, ai tempi di "Ko De Mondo". Questo perché la nascita del Consorzio era vista in due modi: praticamente dalle ceneri di un gruppo storico e dalla fuoriuscita di alcuni componenti di un'altra band importante del panorama italiano, si creava sotto certi aspetti una specie di supergruppo. Questo già di per sé creava della curiosità. Nello stesso tempo da parte dei seguaci dei CCCP e dei delusi dei Litfiba c'era la voglia di avere finalmente un nuovo punto di riferimento. Nello stesso tempo a livello pubblicitario e giornalistico, senza rendercene conto, la Polygram e la stampa avevano creato questo alone di mistero sul nostro viaggio in Bretagna. Ora non mi aspettavo tanta attesa, quando di fatto mi sono reso conto, senza esagerare, che c'era un certo tipo di attenzione ho detto: "Andiamo giù duri perché oggi sono tutti disponibili a sentirci".

Due immagini molto forti mi hanno colpito in "Cupe Vampe". I cecchini che sparano, i libri che bruciano.
Sono due modi di uccidere l'essere umano altrettanto simili. Uccidere la cultura, significa uccidere la razza, non a caso, quando ancora non era arrivato al potere il partito nazista bruciavano i libri. Significa eliminare la storia, le radici, l'esistenza di un popolo. L'immagine del cecchino é una istantanea più cruda, però privare gli esseri umani del pensiero, di avere una cultura significa rendere gli esseri umani al pari degli animali.

Molte persone che hanno potuto sentire il disco hanno detto che il brano "Buon Anno, Ragazzi" é uno dei pezzi più belli mai incisi dai C.S.I. Quindi un grande regalo per i lettori de "Il Maciste"?
Sì, indubbiamente un grandissimo regalo. Voluto a tutti i costi e sudato. Anche lo stesso Ferretti, che si rendeva conto di cosa poteva diventare quel pezzo, ha voluto essere sicuro che il disco fosse finito prima di metterci la voce. E' stato scritto appositamente alla fine dell'album, qualcuno potrà pensare che comporre un brano non sia una grande fatica, ma posso garantire che quando sei di fronte ad un lp, finisci l'ultimo mixaggio e ti ascolti tutto il disco, la tensione é cessata, ti senti svuotato. E' stata quindi una grande prova di orgoglio e di rispetto verso i lettori de "Il Maciste" il fatto di recuperare le forze, o utilizzare quelle superstiti e portare a termine questa idea che ci era balenata in mente. Sono io uno dei primi a dire che "Buon Anno, Ragazzi" é uno dei pezzi più belli che i C.S.I. abbiamo mai composto. Non so se da parte della Polygram é arrivata la proposta di inserire quel brano al posto di un altro, perché anche la casa discografica si era resa conto che quella é una grande canzone, con un grande testo. Bisogna anche precisare che questo regalo é in parte del Consorzio ed in parte anche della Polygram che si é accollata il costo di stampa. Inoltre, siccome vuole essere un augurio da parte nostra ai lettori de "Il Maciste", i cd singoli verranno firmati da tutti i componenti dei C.S.I.

Sul versante puramente produttivo il disco come é nato?
Il disco questa volta é nato in mezzo a qualche piccolo problemino. Avevamo provato con tutti i mezzi e probabilmente quando ce la faremo sarà l'ultimo disco dei C.S.I., a registrare in Mongolia, ma diversi problemi ci hanno fatto desistere. Così si era pensato di andare in Islanda, ma sarebbe stato un ripiego ad un sogno disilluso. Non voglio dire che era passata la voglia di fare il disco, ma non c'era più il tiro iniziale quando sembrava che potessimo veramente andare in Mongolia. Ci siamo così ritrovati in una casa in Valdorcia, scovata da Anna. In sostanza il lavoro si é svolto come per "Ko De Mondo", c'erano due testi di Giovanni, "Linea Gotica" e "Cupe Vampe", e probabilmente anche se eravamo consapevoli di cosa avremmo fatto, questi due brani sono stati la partenza ideale di tutto il nuovo lp.

[Torna all'indice]



Riprendiamo la chiacchierata con Diego Cuoghi per scoprire cosa racchiudono le due copertine dei C.S.I.
Vai alla prima parte

Ho ricevuto un floppy disk dove ho potuto vedere la copertina di "Linea Gotica", complimenti per il lavoro.
La copertina che hai visto non è quella definitiva, perchè l'ho terminata proprio oggi. Nella prima si capiva che si trattava di una vetrata di una chiesa, nella seconda invece ho allargato lo squarcio ed ho tolto quelle connotazioni troppo religiose che c'erano. Adesso si vede solo una faccia, quella dell'uomo con la barba, ho eliminato le aureole e gli altri volti. Ora c'é solo il bordo della vetrata con l'immagine centrale che è rimasta quella della biblioteca di Sarajevo.

E' quindi evidente che la copertina è nata sulla canzone dedicata a Sarajevo.
E' nata da "Cupe Vampe" per via del fuoco ed anche da "Millenni". All'interno ci sarà anche un libretto, non incollato come in "Ko De Mondo", ma infilato in una tasca ed anche in questo libricino c'è una immagine che ho preso da alcune illustrazioni che hanno a che fare col gotico. C'è una immagine con una città assediata e dei guerrieri ed anche questo disegno si riferisce a quelle canzoni del disco che trattano di guerra, assedi e religione.

Qual è stata l'idea di partenza?
L'idea iniziale che aveva Massimo, che poi non ho sviluppato, era un qualcosa di verticale e di colorato. Avevo pensato a delle navate di una chiesa gotica, con i loro archi ad ogiva ed all'interno delle ogive avevo immaginato di collocare delle bombe, ma alla fine mi sembrava una copertina un pò forzata ed ho pensato di cambiare seguendo le indicazioni dei brani che avevo ascoltato su nastro.

La copertina ha uno sviluppo orizzontale?
Sì, aprendo la copertina si vede la vetrata incendiata con il fuoco che copre tutto il resto del cd, poi nella pagina interna il fuoco va a lambire un muro di pietra dove c'è inciso un labirinto. E' una copertina molto complessa.

La cover del cd singolo per "Il Maciste", "Buon Anno, Ragazzi", è una porzione della copertina di "Linea Gotica"?
Abbiamo usato la stessa immagine del labirinto che è all'interno della copertina di "Linea Gotica". Ho preso quel labirinto dalla cattedrale di Lucca ed è proprio inciso su una colonna di questa chiesa.

Qual è il significato di labirinto che si dava all'epoca?
Il labirinto era un simbolo molto usato, significava il cammino del credente verso la Gerusalemme celeste, quindi aveva in sè una simbologia mistica. Bisogna però ricordare che il labirinto deriva da altre simbologie pre cristiane. Ci sono tanti significati dietro al labirinto, ma nella chiesa gotica aveva questa simbologia.

Tra le quattro copertine che hai realizzato per i C.S.I. quale preferisci?
Sicuramente l'ultima. Sono molto soddisfatto del mio lavoro. Sono contento del risultato finale. Anche se non è diventata quella che si pensava all'inizio. Credo che sia abbastanza efficace e che rappresenti al meglio il contenuto del disco, esigenza che rimane una necessità primaria. In tutte le copertine che ho realizzato non c'è una linea comune, non c'è uno stile riconoscibile, ma di volta in volta devono rappresentare il disco. Una cosa che mi piace molto è parlare con loro, capire cosa vogliono e alla fine riuscire a realizzare le loro idee. Ti assicuro che lavorare con i C.S.I. è la cosa che mi piace di più nel mio lavoro, che quasi mai riguarda questo tipo di argomento.

Quali sono i campi del tuo lavoro giornaliero?
Il mio lavoro si svolge in uno studio di architettura, sono davanti al computer tutto il giorno. Realizzo dei lavori che riguardano, per esempio ambientazioni di piastrelle. Credimi alla fine non danno grande soddisfazione. Realizzare delle copertine è un lavoro che mi piace moltissimo e credo che fino ad ora siano contenti dei risultati.


I MACISTIANI

Finita la cavalcata di "Linea Gotica" i Macistiani hanno applaudito con calore e Francesco Magnelli é stato sommerso di domande, che a onor del vero erano piuttosto degli attestati di stima più che dei veri e propri quesiti. Elogi e complimenti per uno dei dischi che si candida ad diventare l'uscita più importante dell'anno. Anche i musicistI del C.P.I. presenti a Calenzano hanno espresso il loro giudizio, mentre gli assenti hanno faxato il loro pensiero:

Luca Alfonso Rossi (Ustmamò)
Io ho sentito un primo nastro di "Linea Gotica" senza il mixaggio e la cover di Battiato, mi piacevano molto le parole di Giovanni. Mi ha colpito il fatto che Ferretti avesse tanto spazio, sulla musica sono completamente da un'altra parte per cui non posso dire che mi piace moltissimo. La carta più importante che hanno i C.S.I. é rappresentata da Giovanni. "Linea Gotica" é un disco difficile, importante ed impegnato, però le parole di Giovanni Lindo si ascoltano molto volentieri.

Taver (A.F.A.)
Recensione. Ricognizione aerea sui luoghi del disastro, sui luoghi della fede, sui luoghi della resistenza. Spesso senza batteria alla ricerca del battito del cuore, del pulsare del sangue. Sangue d'Europa. European son. Archi velvetiani, corde con le ali, tasti analogici illogici, psichedelicatezze. Suoni leggeri parole pesanti, suoni pesanti parole leggere. Minimale gravità. Raccoglimento e improvvisa esplosione. Rabdomante auricolare tra il rumore alla stupefatta scoperta della melodia.

Cristiano Godano (Marlene Kuntz)
Anch'io sono concorde con l'opinione espressa prima che intorno al quarto brano mi sono perso nell'ascolto. E' un disco molto compatto, molto intenso, ma d'altronde quando si ascolta un lavoro dei C.S.I. é inevitabile. Quando ho sentito per la prima volta "Ko De Mondo" non rimasi molto impressionato, arrivato al terzo ascolto mi entrò dentro. Questo album invece ho l'impressione che al terzo ascolto non te lo togli più dalla testa.

Cristiano Santini (Disciplinatha)
I C.S.I. hanno la fortuna di avere un essere che quando scrive ha una mano, la testa ed il cuore baciati da Dio. Talmente profondo, talmente forte, talmente importante quello che dice che l'assenza della batteria nella maggior parte dei brani non si avverte nemmeno. Lui riesce a far pulsare la musica.

Andrea Chimenti
Per me "Linea Gotica" é una grande conferma. E' quello che mi aspettavo sotto certi aspetti, come serietà, come continuità di lavoro, come giusta conseguenza. E' quindi proprio la conseguenza ideale di quello che c'é stato prima. Al primo ascolto forse mi ero perso in qualche punto, al secondo mi sono ritrovato dall'inizio alla fine. Lo trovo un grande disco e forse un'altra pietra miliare. Continuando così i C.S..I. potrebbero creare una strada importante. Personalmente la mancanza della batteria non la avverto minimamente, arrivo in fondo senza essermi accorto che la batteria era assente, quindi non vedo, o avverto questo insignificante "problema".