AFA

DUE O TRE COSE CHE SO SULL'AFA

E' difficile scrivere di un cambiamento, di una mutazione ancora in corso, spesso ci si accetta dopo un lungo periodo di assestamento, di alti e bassi, momenti di grande euforia e grande depressione, l'armonia È il risultato delle forze del caos. E' comunque necessario ed urgente informare sui benevoli rivolgimenti accaduti in questi ultimi mesi negli AFA. E' sparita la sigla, una parola sola, caldo umido che opprime, Afa sempre pi˜ chiaramente una parola che avremo sulla bocca e sulla pelle, il grande cambio climatico È alle porte......le nostre cittý sono come stanze chiuse, la ricreata giungla conquistatrice trasuda umido umore peccaminoso. Il folk negli Afa È morto e forse non È mai esistito, era probabilmente un corrosivo acido in cui tutto si scioglieva, si stemperava, Folk in veritý È certo rock stereotipato, il malato vecchio rock'n'roll È la zoppicante colonna sonora della decadenza, le chitarre e le batterie in quattro quarti sono oggi le musiche di banali rituali popolari privi di spiritualitý. Preferisco allora l'incoscienza e la sospensione del trip-hop (scusate i termini alla moda), lo stato di trans indotto dalla techno, gli ambienti creati dalle macchine, suoni sempre pi˜ organici ed arcaici. Nei testi È sparita anche la famigerata ironia: per me era assolutamente importante sapere ridere delle nostre miserie, ma qui da noi il ridere ha perso valore, molti scambiano questo sforzo tragicomico per triviale demenzialitý ed in veritý anch'io non ho pi˜ tanta voglia di ridere. Ho deciso di essere estremamente intimo e nudo, mi spoglio, peggio per me, peggio per voi ipotetici, ora ci sono parole e suoni che travalicano le apparenze, che vanno oltre al mondo che conosciamo assurdo. Abbiamo aperto buchi neri, chi vuole puÚ passare attraverso e visitare altre dimensioni. "Nomade Psichico" È un invito ad usare il pi˜ potente mezzo che abbiamo a disposizione, il cervello, andare oltre luoghi, confini, stati, dogmi, essere viaggiatori psichici, parte di un tutto universale. Carburante e catalizzatori: il disco È nato in un periodo travagliato per me e per il gruppo, durante le registrazioni ho perso e ritrovato mio padre, morto e rinato, in questo freddo dischetto c'È la vita, la morte e tutto quello che viene prima e dopo. Durante le registrazioni certe situazioni sono precipitate, o meglio maturate, per alcuni era il momento di intraprendere un'avventurosa strada unica e decisa, per altri lo stare fermi era diventata una malattia con la quale si convive, il rischio? Mai pi˜ ripartire. Sintonie diverse, nessuno sa dov'È la ragione e nessuno lo vuole sapere, resta il fatto che in quei tempi si È formato un nuovo gruppo, una nuova alchimia ha soppiantato quella vecchia, il disco È stato concepito e suonato da quattro persone, gli altri non hanno fatto o con premonizione hanno lasciato fare. C'È un rinnovato interscambio di energie, di parole, un partecipare sinergicamente all'espressione, c'È un riconoscere i ruoli. Saluto con affetto Namo e Fiorello compagni di avventura e sfighe e viaggio di nuovo a pieno ritmo con Juri, Attilio, Antonio e l'ultimo arrivato Gianluca, non importa quanto durerý l'importante È che sia ora, adesso. Le cose succedono da questo secondo in poi, sono apparentemente slegate ed invece sono inspiegabilmente congiunte, collegamenti astrali: abbiamo partecipato ad una iniziativa della Nautilus/Altrove sulle sostanze e culture visionarie, ospitati tra etnobotanici, psiconauti, sciamani, allucinazioni varie, funghetti, trance e neo-tribalismo. Tutti segnali di un disperato ritorno dell'uomo alla sua parte pi˜ nascosta e misteriosa: ci hanno insegnato una bellissima parola d'ordine per accedere ad altri mondi, "Siate Altrove!". Il verbo va diffuso, cosÏ come bisogna rivelare una bellissima frase di Louis Pauwell: "La mente È come il paracadute, funziona solo quando È totalmente aperta". Due o tre vocaboli messi insieme con arte possono sbloccare un flusso di pensieri travolgente. Leggi sul giornale un'intervista all'antropologo Georges Lapassade sugli stati di alterazione mentale indotti da un particolare tipo di musica ipnotica e ripetitiva, finalmente si torna a parlare di musica non solamente dal punto di vista edonistico o di sottofondo distaccato. La musica È spiritualitý, reazione chimica, chiave d'accesso, a questo ci rivolgiamo, ad un suono che parli diverse lingue, Andrea Tinti giustamente mi ha detto che questo disco doveva essere cantato da una donna, ed in effetti c'È molto sentimento femminile nei nuovi brani, ciÚ non toglie che anche un maschietto possa esprimere il suo lato femminile, intimo, d'altra parte si dovrebbe sorpassare il vecchio binomio uomo/donna; pensiamo ad un essere completo, universale. Penso alla neutralitý degli extraterrestri..........proprio qui vicino, nel modenese sono stati avvistati recentemente oggetti non identificati: "Ufo nel cielo di Cavezzo....un intero paese assiste incredulo....". Increduli? Io credo che questo sia per gli Afa un buon periodo ed È giý molto in questi tempi averne la consapevolezza anche solo per cinque minuti. Queste righe confuse come una costellazione, sono scritte sotto buone stelle, c'È energia che vibra intorno e non importa se il nuovo cd avrý o non avrý riscontro perchÈ sÚ, perchÈ sappiamo che onestamente È uscito ciÚ che doveva uscire. Voglio ringraziare Massimo che ha interpretato nel migliore dei modi la parte della guida in un momento confusionario, il Bad Trip È cosÏ diventato in extremis una piacevole esperienza psichedelica. In mezzo c'È un Didjeridoo telepatico, una riuscita risalita dall'infernale pianura alla sacra montagna. Dulcis in fungo, dicono che ci attenda Babilonia.....

Fabrizio Tavernelli (Afa)

[Torna all'indice]


NOMADE PSICHICO VISTO DA GIANNI MAROCCOLO

La Mecca, Pontassieve, vicino a Firenze. Un night mitico per noi fiorentini. Per anni, molti volenterosi hanno provato a trasformare, per almeno un giorno alla settimana, questo vecchissimo night alla Fred Bongusto in una rokkoteca o in qualcosa di simile. Ogni tentativo Ë sempre fallito con micidiale puntualitý ma ci ha lasciato ricordi di concerti estemporanei e memorabili e di tempi che non torneranno pi˜. Uno degli ultimi esperimenti, intorno al '90, ospitÚ il concerto degli En Manque D'Autre. Avevo i loro album, conoscevo e apprezzavo la loro musica e incuriosito andai al concerto ed aiutai persino il "volenteroso di turno" ad organizzarlo. Ricordo aria tesa, liti per l'uso di una batteria, larsen, problemi tecnici di ogni tipo e poi i divani rossi, le luci psichedeliche della Mecca, il Taver. La serata non fu proprio "indimenticabile" e sarei curioso di sapere da Tavernelli che ricordo ha di quel concerto. A me piacque la loro "padanitý" (non si fraintenda), l'immediatezza del Taver, ciÚ di cui si parlava nelle canzoni e il modo di fare musica del gruppo, un pÚ strampalato e fuori dagli schemi. Un pÚ meno i continui discorsini tra brano e brano e la latente, ma solo apparente, demenzialitý che offuscava spesso la parte geniale della storia. Mi sono domandato spesso come mai un buon gruppo dallo spessore artistico notevole come E.M.D.A., riuscisse ad essere allo stesso tempo tanto geniale e tanto insopportabile. Tutto sommato anche i primi due album di A.F.A., peraltro molto carini, non sono riusciti a rendere giustizia al talento di Taver e soci. Parlo di talento perchÈ intendiamoci non ho mai avuto dubbi sul fatto che AFA ed in particolar modo Taver ne possedessero, il problema era farlo venire fuori. Forse questione di tempo, di fortuna. Poi le prime avvisaglie che qualcosa stava finalmente cambiando: "Materiale Resistente" e "Mondariso", progetti partoriti a livello embrionale dalla zucca del Taver.
Poi, finalmente, "Nomade Psichico".
Lo aspettavo dai tempi della Mecca, lo aspettavano I Dischi Del Mulo, lo desiderava il Consorzio, lo hanno fortemente voluto gli Afa. "N.P." È galattico e rende gloria alla genialitý del Taver e dei suoi compagni di viaggio. I testi sono allucinati ma ti arrivano diretti e ti affascinano da subito. La produzione artistica, il suono, gli arrangiamenti e soprattutto le canzoni sono una vera lezione di stile a tutti i trend dilaganti. Musica e ambientazioni assolutamente per palati fini. Ritmo blando e suadente, suoni ricercati e atmosfere psichedeliche avvolgono lo spirito e la mente e cosÏ accade che quando inizio ad ascoltare "Nomade Psichico" mi rendo conto che non È possibile non arrivare ogni volta fino in fondo. Non ci si fa! E' un viaggio che se ti prende per il verso giusto ti fa lievitare.....consiglio di ascoltare "N.P." a letto, in cuffia, a luce spenta e ad occhi chiusi. La voce di Taver ti entra dolcemente nel cervello, calda, caldissima, poetica come non mai. I suoni e le atmosfere mi riportano a quando divoravo i dischi della Cramps, degli Area, di Frank Zappa, Soft Machine, Sid Barrett, Sensation Fix, Residents, Tubes, Snake Finger, Tangerine Dream, Robert Wyatt, di Bowie nella trilogia berlinese. Non che ci siano affinitý tra "N.P." e quei dischi, È il mio stato d'animo che si eccita come allora. Sono i suoni, le chitarre, i riff di basso, le atmosfere ricercate, la voglia di ricerca che mi sorprende di questo disco, come quando allora, mi sorprendevano i nastri rovesciati di Eno e il "The wall of the sound" di Phil Spector.... Ascoltare brani come "Fossili", o "Silenzio Infinito" mi fa venire la pelle d'oca. Non pensavo che gli Afa potessero arrivare ad esprimersi a livelli artistici cosÏ alti anzi no, forse stavo perdendo le speranze, ma era dalla Mecca che aspettavo "Nomade Psichico" e ho la forte sensazione che con "N.P." siano nati gli Afa. Lunga vita agli Afa e buon viaggio a tutti!!

Gianni Maroccolo

[Torna all'indice]


"AFA vive in Emilia Romagna, la regione pi˜ Burroughsiana d'Italia, anima comunista su sostanze capitaliste che strillano. Le previsioni metereologiche garantiscono che l'area sarý allagata al prossimo millennio a causa del Grande Cambio Climatico. Al posto del verde piano edificato una giungla subtropicale, coprirý come templi Maja le rovine dell'efficientismo realizzato (banche, uffici, supermercati) e quelle dei grandi servizi sociali (asili nido, famosi in tutto il mondo, centri anziani, ospedali modello cooperative). Tra le liane, le razze si ammeticciano. A sud, l'Italia del Rinascimento si sgretolerý in un deserto di sabbia pre-africana. A nord, le Alpi Protestanti resistono invalicabili. Il Villaggio Globale ritorna villaggio....Comunicazioni interrotte, fax a vuoto, la circolazione delle idee avverrý su basi telepatiche. Nomadi Psichici. Il CD È dedicato ad un grande nomade psichico, W. Burroughs, che senza averne l'intenzione È riuscito a descrivere il nostro panorama futuro: "Nessuna fresca brezza si agita qui. La cittý È come una stanza chiusa, piena di fiori vizzi e acqua stagnante". (La Cittý della Notte Rossa).

Grazie mr Burroughs, cercheremo di organizzarci al meglio".

I Dischi Del Mulo

[Torna all'indice]

AFA

"Nomade Psichico"
Mercury

Nomade Psichico Gli AFA sono rinati. Evviva gli AFA. "Nomade Psichico" Ë una brusca sterzata, un viaggio verso destinazioni lontane, paesaggi incontaminati, terre vergini dove la tecnologia stenta ad arrivare. Di tecnologia invece nel nuovo album degli AFA ce n'Ë a tonnellate, una tecnologia sporca, ruvida, cartavetrosa, quasi che "Nomade Psichico" suonasse su un vecchio lp stampato in bachelite. Dimenticate i vecchi AFA, quelli che iniziarono l'avventura con il nome di En Manque D'Autre, dimenticate i dischi finora pubblicati, dove l'ironia tesseva brandelli di cinismo social/politico, lasciate negli anfratti della vostra memoria i ricordi delle performance live degli AFA, quando la musica andava a braccetto con il cabaret. Oggi gli AFA vivono sospesi a mezz'aria, i suoni si sono rarefatti, le parole sono sussurrate. Trip-hop grideranno i devoti al culto anni novanta, mentre i nomi di Massive Attack, Chemical Brothers, Portishead, Tricky saliranno in superficie. Gli AFA hanno registrato un disco di trip-hop tra ambient dub e jungle. Un disco intimista, un album scritto col cuore in mano e la mente occupata in passeggiate virtuali, un 33 che penetra il primo strato della pelle e si insinua tra i neuroni del nostro cervello, un lp che porta in luce un lato finora sconosciuto di questa band sempre considerata istrionica e burlona. Gli AFA sono arrivati ad un bivio, hanno scelto di percorrere quello lastricato tra la beat generation e gli hacker informatici. "Nomade Psichico" racconta con particolare cura il mondo al femminile, un disco che forse avrebbe dovuto essere interpretato da una voce di donna. Poco male, basta chiudere gli occhi, magari dentro ad un casco per la realtý virtuale e collegarsi col mondo. Gli AFA sono gli astronauti di questo fine secolo, il terzocchio della percezione sensoriale. La testa si apre ed il cervello viene snocciolato con le sue sconosciute capacitý, la mente si espande e gli AFA sorridono sornioni. Il singolo estratto dall'album contiene due versioni di "Fossili" e "Nomade Psichico", in pratica un manifesto pragmatico del nuovo pensiero AFA. Non immaginate gli AFA come un camaleonte che si adatta all'ambiente che lo circonda, perchË "Nomade Psichico" Ë nato in un momento difficile, durante una successione di eventi che cambiano il corso della vita, che mutano le personalitý degli individui. Questo disco cola dolore e felicitý, lacrime e riso. Gli AFA sono rinati. Evviva gli AFA.

Andrea Tinti

[Torna all'indice]


EDITORIALE

Prima di tutto vorrei tranquillizzare Daniela di Roma e tutti coloro che hanno spedito le altre missive giunte da marzo ad oggi. Non avete perso nessun numero de "Il Maciste", non ci siamo dimenticati dei vostri indirizzi. Quello che avete tra le mani È il sesto capitolo di questo bollettino d'informazione, quindi nessuna dimenticanza, nessun disguido postale, nessuna macchinazione, nessuna manovra di spionaggio. "Il Maciste" È cresciuto in due anni di vita, È cresciuto nel numero di pagine, È cresciuto nei contenuti, È maturato piano piano. Coloro che ricevono "Il Maciste" fin dal suo primo vagito si ricorderanno delle otto pagine che oggi sembrano poca cosa al confronto di quelle che stanno tenendo in mano. A dire il vero la periodicitý costante non È mai stata il nostro forte, la scadenza trimestrale quasi mai rispettata, cosÏ abbiamo deciso di allungare di un mese la realizzazione di ogni numero, "Il Maciste" si trasforma in un quadrimestrale, tre numeri all'anno, tre numeri in corrispondenza delle novitý nate e prodotte dal C.P.I. Da questa uscita salutiamo l'arrivo del "Nomade Psichico", che ci accompagnerý anche nei prossimi appuntamenti e la festa organizzata da "Il Maciste" per tutti i suoi lettori al Cencio's di Prato il 5, 6 e 7 dicembre. Una occasione per incontrarci e scambiare alcune battute insieme. Infine chiudiamo con un argomento che ci sta particolarmente a cuore: il prezzo dei cd. Come potrete notare c'È stato un piccolo ritocco per ciÚ che riguarda le novitý ed un ribasso per i cd inseriti nella fascia special price, in poche parole le novitý costeranno 25.000 lire ed i special price 20.000, anzichÈ 22.000 lire. Per almeno un anno i prezzi non saranno ritoccati, le pressioni che riceviamo quotidianamente a riguardo del costo che hanno i cd nel catalogo de "Il Maciste" non potete immaginare di quale entitý e dimensione siano. Chissý che il ritardo nella pubblicazione di questo numero non sia stato volutamente cercato per riuscire ad allungare il pi˜ possibile nel tempo i prezzi che fino a ieri potevamo praticare? Pensateci, ma non ditelo in giro, qualcuno potrebbe storcere il naso.

Andrea Tinti

[Torna all'indice]


Il MACISTE ALL'ASCOLTO

Messaggio trovato nella segreteria del Consorzio:
Siete tutti pezzi di merda!
Coglioni comunisti
Vaffanculo, viva il Duce.
Anonimo

Consigliateci dischi da ascoltare e magari inseriteli nel vostro catalogo (vedi P.J. Harvey), ovviamente per quelli che potete (voglio dire....non mi illudo di creare una distribuzione alternativa!)
Filippo - Piacenza

Da quella sera, il 13 aprile 1996, quasi 2 mesi fa non faccio che pensarci: quel concerto dei C.S.I. fu l'esperienza pi˜ emozionante della mia vita (vabbÈ, ora non esageriamo).
Eravamo tutti lÏ (punks, studenti, quarantenni in giacca e cravatta, mamme con i bambini in braccio) tutti rapiti in una atmosfera di travolgente passione dalla musica inebriante del Consorzio, ad ammirare i balletti di Giovanni, il microfono rotto di Ginevra e le 20 e pi˜ sigarette fumate da Maroccolo, etc., etc. Non ne posso pi˜, per cui SBRIGATEVI a tornare a Firenze (magari alla Festa De l'Unitý) o giuro che dÚ fuoco a via Mercadante e faccio cosÏ saltare tutta la baracca. Idem dicasi per quei pazzi dei Marlene Kuntz. Inoltre esigo un disco nuovo dei Settore Out.
Baci e abbracci al C.P.I. e a "Il Maciste".
P.S. Non smetto di rimirare quella foto in mezzo al giornale (ovvero quella del C.P.I. nel numero 3).
Francesco - Firenze

Amici, amiche,
grazie! E grazie direte anche voi per la nostra partecipazione.
Complimenti! Il fenomeno C.S.I. È una emozionante trasmissione di energia.
Sentite! L'ambiente da voi creato in musica e voce È la rivoluzione energetica-sociale-religiosa del 2001.
Il vostro lavoro, il vostro impegno!!!
Insieme a voi la vita È ancora pi˜ affascinante.
Giovanni: i testi, la voce!
I CCCP e i primi Litifba sono grandi, ma "Linea Gotica" È nei primi 3 capolavori delle musica dal 1901 a oggi (quali sono gli altri due capolavori? N.d.D.)
A presto
Marco

"Mi torna alla mente il passato con parvenza di intero, per un bisogno di appartenenza a qualcosa, che oggi mi spinge verso di esso, verso una provenienza".
Un abbraccio caro a tutto il C.P.I.
Giorgio - Amman

14 aprile, Teatro Valli, Reggio Emilia. Un grande concerto dei C.S.I., forse il fatto che Giovanni "giocava in casa", forse il fatto di essere a teatro, forse una mia profonda imparzialitý, ma penso che quelli che non avevano ancora "capito" Linea Gotica, quelli che non conoscevano i C.S.I. alla fine siano rimasti "illuminati"!!!
Il "carisma" (brutto termine, troppo sfruttato, ma in questo caso mooolto adatto) di Giovanni si È liberato subito nel teatro affascinando i presenti. Ottima la scaletta:
esclusivamente C.S.I., tranne una disgressione CCCP con "Depressione Caspica" (ottima scelta!!!) e una chiusura in stile con una versione toccante di "Annarella" (sorpresa!!!) con Giovanni e Ginevra accompagnati solo dal piano. Insomma, senza finzioni: GRANDIOSI!!!
P.S. "Dedicato a chi non apprezza "Linea Gotica", come dice Giovanni, comunque sia questa È la musica dei nostri tempi, non rimpiangiamo troppo i mitici CCCP (comunque quello che ci hanno dato e che hanno fatto resterý sempre), bisogna prendere atto che È in atto un cambiamento!!!!!
Carlo - San Polo D'Enza (RE)

Del concerto dei C.S.I. a Trento il 12 maggio 1996:
ammutolito, in viaggio, tra i piani pi˜ belli della mia vita, avevo delle aspettative mi avete travolto, grazie.
Elogio la professionalitý di tutti, musicisti e tecnici vari. Ancora pane, per favore.
Stefano - Bolzano

Gentilissima redazione de "Il Maciste" inutile dire che sono INCAZZATISSIMA!!
PerchÈ?
Ma come? PerchÈ?
Sono passati "appena" sei mesi (da marzo), dall'ultimo numero del vostro "Bollettino" pervenuto a casa mia. Per lo meno sarebbero dovuti arrivarmi altri due numeri. Correggetemi se sbaglio.
E' la seconda volta che scrivo a voi messaggi di questi tipo, sollecitandovi. Siete di una lentezza terrificante. Volete o non volete mandarmi questo cazzo di "Maciste". Avete perso il mio indirizzo?
Non mi spedite "Il Maciste" perchÈ non vi faccio mai i complimenti?
Eccoveli: Siete grandi, continuate cosÏ, il vostro giornale È bellissimo, complimenti per la trasmissione, siete bellissimi, pssss? Zzzzz!! Bye bye, bleah!!
Grazie, fin d'ora.
Il 23/9, mentre facevo un pÚ di zapping in televisione, ho riconosciuto una voce....era Giovanni, voce narrante di un documentario ambientato in Mongolia (ho pensato subito alla piccola nota letta sul "Maciste" di marzo, che parlava proprio di questo viaggio di Ferretti e Zamboni). La trasmissione si chiama "Geo & Geo", condotta da Licia ColÚ. Vorrei sapere qualcosa di pi˜ riguardo questo documentario. E' in commercio?
Daniela - Roma

Qualche sera fa siamo stati a vedere/sentire "Materiale Resistente" all'Alfieri, giý preparati dal disco, dal libro e da tutto quello che da tempo ci lega all'universo espresso dal Consorzio e ramificazioni. Ci siamo andati dunque da fan che cercano sempre e comunque la ripetizione delle gesta dei propri "idoli"? No, per caritý, non ci pare il caso. A quaranta anni suonati e passati sarebbe decisamente fuori luogo, anche se questo aspetto "leggero" dello stare tra i simili a sentire, vedere la musica amata, le parole cantate non È poi secondarissimo e se ci piace non ce ne dobbiamo distaccare per alterigia. Ci siamo andati perchÈ non avendo potuto raggiungere Correggio il 25 aprile scorso (pioveva cosÏ tanto a Firenze che ci È persino caduto un pezzo di tetto), ma avendo poi letto il bel libro/documento (ma non ce n'era bisogno, era giý tutto chiaro fin dagli annunci) abbiamo capito di aver mancato ad una cosa importante, ad un appuntamento con la nostra piccola storia, ad una sempre pi˜ rara occasione di marcare la differenza.
Il film È bello, denso, e ci si puÚ viaggiare dentro in molti modi, seguendo molti fili: l'emozionale, il politico, il sociale e, non scordiamo, il musicale. La pioggia dava poi il giusto tocco di post-atomico e di straniamento e toglieva via, se ce ne fosse stato bisogno, anche l'ultima traccia di retorica celebrativa. Poche le cose che non ci sono piaciute, pochissime davvero, tra queste il sindaco di Correggio (ultima generazione pidiessina?) con occhiali americani di marca, giubbotto giusto, giovanilista forzato, stonato (lui, non la sua immagine nel film che la diceva lunga su come vanno le cose in questa vita, eh!) accanto al comandante Diavolo, sindaco "altro" dello stesso posto.
Ma il vero motivo della lettera È il non-dibattito sul postfilm. Molto bravi i registi a tener banco (pi˜ Ferrario di Chiesa che forse si era preparato un pÚ troppo i discorsi) nel silenzio tipico delle austere platee fiorentine, ma proprio Ferrario ha detto una frase "in pi˜". Nel film si intervistano solo vecchi partigiani e giovanissimi ragazzi (max 25), mancano i quarantenni: Ferrario (esponente credo di questa stessa generazione) ha sottolineato questo, dichiarando che era proprio loro intenzione ignorare questa frangia di popolazione che di fatto È inesistente e trasparente. GLOMP! E che È trasparente anche con i figli, non funzionando da relais di valori, storia, etc.
La sua forse era una provocazione per suscitare la reazione di qualcuno. Noi abbiamo reagito dentro, avendo forse perso un pÚ l'abitudine a parlare in pubblico e quindi ricorriamo a questo spazio semipubblico che È "Il Maciste". Non ci sentiamo trasparenti, silenziosi forse sÏ, portatori di valori assolutamente incompatibili con il nostro vivere pubblico. Non competitivi, non ambiziosi, spudoratamente "lenti" e fuori registro, ma non buoni, no, anzi, in maniera netta INTOLLERANTI. Arcaici e dÈmodÈ, forse inutili per l'oggi.
Forse, ma non È detto, perchÈ invece la nostra funzione/missione È proprio quella di RESISTERE e non lasciare che vadano perduti alcuni tesori. Dobbiamo fare come Mara che aspetta Bube che È in prigione, e mentre aspetta la vita intorno a lei diventa "moderna", altri amori la tentano, ma Mara resiste, È salda e silenziosa. Poi Bube esce ed È la loro grande occasione, arcaica e dÈmodÈ.
Enrica e Daniele - Firenze


A Ginevra Di Marco
Foca
Nera Signora
morbida
agile
graziosa;
cacciatrice tra i flutti,
dal fragore dei marosi
emerge il suo richiamo
in giusta armonia tematica
coi movimenti di battigia.
a Cavalli Cocchi
Trotterella
tambureggia,
cloppete
cloppete,
sua altezza
affidabilitý equina,
galoppa festoso:
potenza ed
abilitý
per il proprio piacere
e per quello altrui.
a Gianni Maroccolo
Orso bruno
vello scuro,
curioso esploratore
abile cacciatore,
vorace e goloso
di miele
in note di chitarra
e basso, ventre
capiente.
a Giorgio Canali
Canto del gallo
risveglio mattutino
straziato violino;
chitarra lancinante
come dardo
fitta dritta al cuore
si espande
e si trasforma
in calore.
a Francesco Magnelli
Perissodattile
animale notturno,
indoasiatico tapiro,
tozzo cercatore:
tradizioni
e novelle tintinnanti
assapora
con gusto e periza.
a Massimo Zamboni
Rana, regina viscida,
gracida
innamorata della luna,
serenata triste
ed accorata,
note di chitarra,
umida
anche la notte ascolta.
a Giovanni Lindo Ferretti
Appollaiato
sul trespolo,
il falco:
voce straziante
tra alti e bassi
voce dominante,
taglia l'atmosfera densa
e con
definita impostazione
sciorina i versi,
come bianche bandiere
tormentate dal vento.

C.S.I. ZOO
di Monica - Correggio (RE)

[Torna all'indice]