CCCP

CCCP

"Se vi sentite baciati sulla fronte da qualche Dio se vi siete accorti che esiste una condizione umana ed una possibilitý di realismo inquieto nel viverla se sapete leggere quello che i giornali non scrivono se non vi intendete come noi di musica ma non per questo ascoltate i critici ma anche se non avete mai pensato niente di tutto ciÚ perchË la vostra intelligenza non arriva a 70 fatevi coraggio il mondo Ë vostro la situazione Ë eccellente CCCP Ë con voi".

(Ortodossia)



Un disco dal vivo dei CCCP Fedeli Alla Linea. Un disco che mancava alla discografia del gruppo emiliano, eccessivamente zeppa negli anni novanta di compilazioni da supermercato. Un live che coglie il vero aspetto dei Fedeli Alla Linea, quello del palcoscenico, dei suoni a volte cristallini a volte impietosamente confusi. "Live In Punkow" Ë ricco di citazioni, slogan, idee, politica, messaggi, Ë un disco lontano mille anni luce dalle produzioni superpatinate che oggi le industrie della musica ci propinano ad ogni piË sospinto, dove tutto deve suonare alla perfezione e se il sound di una chitarra quella sera dello spettacolo era un tantino fuori fase il problema si risolve risuonandola in studio, tanto a chi interessa se l'album Ë un concerto per metý? "Live In Punkow" invece suona come se davanti ci trovassimo i CCCP Fedeli Alla Linea nella loro magnificenza, nella loro "insopportabile" musica melodia emiliana, nel loro punk filosovietico. "Live In Punkow" Ë un tuffo al cuore, nessuna autocelebrazione, nessuna dimostrazione di paranoiche situazioni, nessun motivo di rammarico, nessuna nostalgia. Il disco dal vivo rappresenta sempre il momento di massima esposizione, il disco dal vivo arriva sempre nel pieno di un successo travolgente, di un concerto che ha attirato centinaia di migliaia di spettatori, di un tour che ha fatto il giro del mondo. Ultimamente invece sono usciti due dischi dal vivo, questo dei CCCP e quello dei Nirvana, personalmente mi piace vederli vicini nelle date di pubblicazione, uniti da un filo che musicalmente potrebbe sembrare opposto, ma che in realtý Ë pi˜ vicino di quello che sembra. Cobain si Ë sparato in faccia, i CCCP si sono sciolti al sole della caduta del Muro di Berlino. Un filo rosso tra sangue a grumi e comunismo in dissolvenza.

"Quando l'America indica la luna, gli idioti guardano l'America" (Ortodossia)

Andrea Tinti


Live In Punkow

Questo disco suona come una Trabant.
Tre cilindri, tre marce, prima seconda terza.
Alcune canzoni in mono, altre in pseudo stereo, citazioni sparse, interpretazioni sentite, ardite dissonanze.
Bassa fedeltý in quanto alla tecnica, alta fedeltý alle linee di programma.
All'epoca del suo concepimento c'erano Pankow, il Muro, la DDR, l'Unione Sovietica, il KGB. Alcuni popoli erano felici, altri meno. Istituzioni fatiscenti, dal fronte fascino retrÚ.
Dieci anni che consegnano la cronaca alla storia, e la storia al mito: civiltý sepolte, ideologie per archeologi, antropologie romantiche.
"Cos'Ë l'eternitý, se gli anni ottanta era tanto tempo fa?"
(UstmamÚ "Filikudi")

Massimo Zamboni

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MIRA SPINOSA

Del tempo cosa ci resta, se non si dý ciÚ che si ha da dare?
PerchÈ non chiudere gli occhi e lasciarsi guidare dalla propria necessitý?
Sentimenti che si trasformano in parole e suoni, non c'È altra via d'uscita; rabbia, malinconia, gioia, dolore,....tutto cerca il suo posto, il suo tempo. Nutrirsi o lasciarsi consumare dalla propria passione non È poi tanto diverso. Non servono calcoli o progetti perchÈ alla fine nasce solo ciÚ che vibra di sentimenti, ciÚ che reclama il diritto di vivere perchÈ esiste. Suoni e parole, cosÏ poco, eppure tanto da riempire il vuoto.
Ti senti vivo se non insegui la tua "meta difficile", la tua "mira spinosa"?
Ti senti vivo se non ti ascolti?
Ti senti vivo se rinunci a vivere?
Se davanti agli occhi È tutto grigio, se guardi il cielo ed hai la sensazione che il sole stia diventando di metallo, speri che non sia vero, nÈ ora nÈ mai, e non rinunci a vedere un aquilone che magari ti riporti all'infanzia spensierata o ti porti lontano per poi lasciarti cadere in pace, almeno per un pÚ trovare respiro......
Legati alla nostra ostinazione, ciechi e sordi se non possiamo toccare, possedere. Stiamo sempre cercando, si cerca la libertý, la via da percorrere, una gara continua contro gli altri e noi stessi. E non ci si accorge di quanto si corre inutilmente; spesso ciÚ che si cerca È tanto vicino da non vederlo. Nella confusione, sospesi tra il desiderio del materiale ed il bisogno spirituale di "sentire", sfugge il senso delle cose, si sbaglia il percorso del viaggio, ci si attacca a cose e persone sbagliate. Resta quella sensazione di essere prigionieri ma non si individua ciÚ che È la nostra gabbia. Eppure basterebbe chiudere gli occhi ed ascoltare; nel nostro intimo silenzio, nelle tortuose vie dell'anima, quello che il nostro cuore ritiene essere giusto. Basterebbe chiudere gli occhi per diventare aquiloni portati dal vento, liberi dalle catene con cui noi stessi ci siamo legati i polsi....Aghýr piýr milegha È l'inizio dell'esplorazione delle nostre sensazioni, vuole perciÚ essere ascoltato per quello che rappresenta il nostro passo.

Mirka Valente - Filippo D'Este (Mira Spinosa)

A gennaio nei negozi di dischi.

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MIRABILIA

Suoni vagamente psichedelici e parole cantate in inglese. Queste sono le coordinate per muoversi nell'universo Mirabilia, giunti al debutto discografico dopo 4 demotape usciti tra il '93 ed il '94 (circa mille copie vendute dei quattro nastri), due singoli in vinile, uno dei quali pubblicati da una etichetta spagnola, la Affection Records, e la partecipazione a svariate compilation. Un lavoro, questo "Hi Fidelity", prodotto dalla Sleepin' Corporate e distribuito da Sonica. Un disco decisamente controcorrente, infatti se ieri cantare in italiano significava essere all'avanguardia, anticonformisti e "pazzi", oggi la scelta di scrivere liriche in inglese ed oltretutto interpretarle in un disco prodotto in Italia da un gruppo nostrano, significa remare a fatica contro una tendenza che rifiuta a priori la lingua anglofona. I Mirabilia non potevano fare altrimenti. Il loro sound, gli strumenti utilizzati, l'atmosfera che si respira nelle loro canzoni non poteva essere affidata a parole nella lingua di Dante. I Mirabilia non sono l'ennesimo gruppo di rock in italiano, non tanto per le liriche, ma piuttosto per le sonoritý. Tante major, ma anche tante indipendenti, si sono rifiutate di prestare attenzione alle canzoni dei Mirabilia, troppo preoccupate di dover tentare una distribuzione e di conseguenza una vendita anche all'estero di questo disco. Dieci gocce che rimbalzano su un morbido tappeto di suoni, dieci allucinati motivi da ascoltare alla mattina presto, o a notte fonda, dieci canzoni che bruciano rabbia cosmica, dieci episodi dai contorni mossi. Un disco da ascoltare indossando gli occhiali tanto in voga negli anni sessanta che permettevano di vedere in 3D oggetti piani. Ballate e sballate, i Mirabilia vi stanno aspettando al primo incrocio tra internet ed i funghi allucinogeni.

LUCIFERME

Un nuovo gruppo da Firenze, un nuovo gruppo di rock, un nuovo gruppo che attinge a piene mani dagli anni ottanta, da certe sonoritý vicine ai Simple Minds pi˜ ispirati, quelli di "New Gold Dream", tanto per intenderci e riporta queste influenze su un confine tra sonoritý nuove e vecchie, su una lama che divide il pop raffinato dal rock struggente. I Luciferme cantano in italiano, sono stati prodotti artisticamente da Cristiano Santini dei Disciplinatha e Gianni Maroccolo e debuttano con un disco omonimo pubblicato dalla Black Out/Mercury. La storia dei Luciferme È comune ad altre mille band, i primi demotape, i primi concorsi, le prime esibizioni live, i primi responsi positivi di critica e pubblico. PerÚ È proprio dal vivo che la band comincia ad esprimere un qualcosa che manca alla maggior parte dei combi, i Luciferme hanno un front-man capace di catalizzare l'attenzione, che si muove lungo il palcoscenico come un animale in gabbia ed infatti ben presto l'opinione che comincia a diffondersi È quella di un gruppo finalmente all'altezza della tradizione musicale del capoluogo toscano. Il disco di debutto È una escursione tra la new wave di Simple Minds ed Ultravox, accompagnata dai testi scritti da Francesco Pisaneschi che procedono per immagini, talvolta oniriche e poetiche, talvolta nitide e di forte impatto. Il gruppo suggerisce di ascoltare il debutto ad occhi chiusi, in modo da sentire lo scorrere della musica dapprima sulla pelle e poi dentro le viscere. I Luciferme hanno tutte le capacitý per diventare uno dei nomi pi˜ significativi del panorama musicale italiano. Hanno la voglia di mostrarsi, una giusta miscela tra i primi Litfiba e le poesie di Andrea Chimenti. Ascoltateli e sappiateci dire.

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UMBERTO PALAZZO

Riprendiamo la chiacchierata con Umberto Palazzo, interrotta lo scorso numero, per sapere cosa bolle in pentola e toglierci alcune curiositý. La mattina È sempre quella di un freddo marzo, la tazza di the fuma tra il frastuono di un bar affollato, mentre la radio gracchia qualche insulsa canzone da classifica.

A qualche mese di distanza dal tuo debutto discografico puoi raccontarci come È andata?
Non È stato il best seller dei dischi del Consorzio, perÚ ci troviamo in quasi tutte le classifiche di fine anno, con nostro grande stupore, perfino in quelle redatte dai lettori e questo non ce lo aspettavamo affatto. Ti posso assicurare che non abbiamo spedito neanche una scheda compilata da noi.

Quante copie sono state vendute del disco?
La cifra esatta non la conosco, perÚ posso dirti che ho venduto meno degli AFA, ma di pi˜ di Giovanna Daffini.

Sei soddisfatto del tuo debutto?
SÏ, sono molto soddisfatto del lavoro fatto con Marco, anche perchÈ È stato un disco registrato a rotta di collo, il vero album del Santo Niente sarý sicuramente il prossimo. Cristiano suonava la batteria da otto mesi, la band si È formata sedici settimane prima dell'entrata in studio. Le canzoni invece sono state scritte in un arco di tempo lungo, ma le band si devono rodare, soprattutto dal vivo, prima di esprimersi al meglio. Siamo arrivati con un demotape ben fatto che ha sedotto Gianni Maroccolo, un nastro fatto bene perchÈ era basato sulla qualitý delle canzoni, la produzione artistica di Marco È stata un lavoro di omogeneizzazione, ha cercato di rendere interessante tutto allo stesso livello. Il nuovo lp sarý sicuramente pi˜ nostro, il sound di adesso ci piace molto e rispecchia quello che siamo on stage.

Quindi mi sembra di capire che "La Vita Ë Facile" È in parte un disco anche di Marco Lega?
E' un disco prodotto da Marco Lega, per il resto ci appartiene totalmente.

Il video invece non mi È piaciuto particolarmente, anzi mi sembra decisamente bruttino.
Il video È stato un autogol. Lo abbiamo realizzato troppo in fretta. Anche la promozione sul disco non È stata studiata nei minimi particolari. Il video È stato girato con un piccolo budget e si vede. Purtroppo quando si lavora con dei budget ridotti il risultato finale deve essere sorretto da una idea molto forte, che deve sopperire alla mancanza di fondi. In questo caso cosÏ non È stato. Alla fine il nostro videoclip non ha girato molto ed in pochi hanno potuto vederlo. PerÚ credo che sia meglio cosÏ.

Il regista del clip vi È stato imposto, o lo conoscevate da prima?
Conoscevo il regista dai tempi della mia militanza nei Massimo Volume, avevamo giý lavorato insieme.

Molti tuoi colleghi dicono di te che hai la capacitý di abbandonare i gruppi poco prima del loro successo. E' vero?
Quando ritengo di non aver pi˜ nulla da dire È inutile che resti a suonare. Non sono un autolesionista che decide di andarsene perchÈ le band stanno per avere successo. Non È mai stato cosÏ. Negli Ugly Things in realtý se ne ý andato Scanna e siccome la band era ripartita dopo l'abbandono di Federico Ferrari non avevo pi˜ l'energia e la convinzione di iniziare di nuovo con un altro cantante. In pratica io non me ne sono andato, ma È stato il gruppo che si È dissolto. Gli Allison Run invece si sono spenti perchÈ abbiamo lavorato un anno e mezzo su un disco che non È mai uscito, continuando a produrre demo dopo demo, arrivando ad avere perfino due versioni diverse di ogni canzone. Alla fine eravamo stanchi di tutto, del rapporto con la CGD che all'inizio ci aveva illuso per poi arrivare ad un nulla di fatto, inoltre Amerigo stava scrivendo il suo disco solista ed io facevo il servizio civile. Da sempre avevo il pallino di scrivere dei testi in italiano ed ho cercato di convincere Amerigo a cantare nella nostra lingua. Nulla da fare. Il bello di tutto questo È che gli Allison Run formalmente non si sono mai sciolti. Infine i Massimo Volume che sono tutta un'altra storia. I Massimo Volume sono stati molto pi˜ importanti degli Ugly Things e degli Allison Run. Me ne sono andato principalmente per divergenze artistiche con gli altri componenti della band. E' difficile semplificare in due battute quello che voglio fare io e quello che vogliono fare i Massimo Volume, ogni volta che parlo di questo argomento sviscero un aspetto diverso dello stesso argomento.

Mi puoi fare delle brevi recensioni dei dischi pubblicati dagli Sciacalli, Lula e Massimo Volume.
Gli Sciacalli li ho visti solo dal vivo, non ho mai ascoltato un loro disco, li ho persi di vista, non saprei cosa dire. E poi non ho il giradischi, quindi non potrei ascoltare i loro lavori pubblicati rigorosamente in vinile. Il disco dei Lula ha delle gran parti di chitarra, basso e batteria, perÚ si sente che quando hanno mixato la voce non c'era nessuno che capiva l'italiano, la voce non È curata, Ë sacrificata. Amerigo puÚ fare dei gran dischi, "Da Dentro" perÚ È un album a metý, il prossimo sarý un bellissimo lp, il passaggio dall'inglese all'italiano sarý stato abbastanza traumatico per lui, infatti anche nella scrittura dei testi c'È qualcosa che non va. Dei Massimo Volume mi piace di pi˜ "Lungo I Bordi", in generale non mi piacciono i brani dove sono co-autore. "Alessandro", tratto dal primo 33, È un pezzo bellissimo.

Come pensi che possa essere il loro terzo album?
Pi˜ minimale.

Un tuo parere su altri gruppi italiani. Cominciamo dai Casino Royale.
Ho visto moltissimi concerti dei Casino, sono bravissimi, fanno roba di tendenza.

La Crus.
I La Crus mi piacciono, forse di pi˜ dei Casino Royale.

Ritmo Tribale.
Non mi piacciono, mi aveva soddisfatto il loro primo disco, erano veramente esoterici, oggi sono troppo adagiati sul mainstream del rock alternativo.

Technogod.
Mi entusiasmano. Grande gruppo, parlano poco e lavorano tantissimo. Non mi dispiacerebbe poter avere dei remix di alcuni miei brani curati da loro.

Africa Unite.
Una delle pi˜ grandi reggae band del mondo. Peccato che il reggae non mi dica niente.

Nabat.
I Nabat mi piacciono moltissimo, rappresentano il vero gruppo di Bologna, rappresentano i kid, sono contento che siano tornati a suonare.

Mumble Rumble. Credo che ci si possa aspettare qualcosa di buono da loro.

Disciplinatha.
Mi piacciono ed aspetto un nuovo lavoro all'altezza del loro nome.

Splatterpink.
Questo gruppo È dentro ad un magma bollente, dovrebbero organizzarsi, sono bravissimi, hanno una tecnica individuale forse troppo accentuata.

Alcuni hanno detto che sono il primo gruppo filiazione dei Massimo Volume. Cosa ne pensi?
Gli Splatterpink sono coetanei dei Massimo Volume. Quando a Bologna nel 1991 È nata una scena alternativa gli unici gruppi che secondo il mio parere potevano fregiarsi di questo titolo erano i Magilla, i Massimo Volume, gli Splatterpink e le Mumble Rumble, che perÚ stavano un pÚ per i fatti loro. Quindi gli Splatterpink giý c'erano e facevano pi˜ o meno quello che suonano oggi, quindi non devono niente ai Massimo Volume. Credo che i Massimo Volume non siano mai piaciuti agli Splatterpink. Si avvertiva una strana atmosfera ogni volta che suonavamo insieme.

Cosa mi puoi anticipare a riguardo del nuovo album?
In questi giorni stiamo facendo la pre-produzione ed inizieremo a registrare il 15 novembre allo Studio Emme.

Come ti trovi con Giorgio Canali, che sarý il produttore artistico del disco?
Con Giorgio ci troviamo a nostro agio, a lui piace suonare in modo crudo e live e a noi va bene.

In quale maniera È avvenuto questo incontro?
Qualcuno ci ha messo lo zampino e siamo entrati in contatto.

Come sarý il nuovo lp?
Sicuramente bellissimo, a livello di sonoritý non sappiamo ancora cosa salterý fuori, per ora ci sono le canzoni.

Ed i testi.
Belli.

Di cosa parleranno?
Non mi piace parlare delle liriche dopo la pubblicazione dei dischi, figurati prima.

Andrea Tinti

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