UN GIORNO DI FUOCO

La casa dove abitÚ Beppe Fenoglio non esiste pi˜, Ë stata demolita cinque anni fa nell'indifferenza generale. I suoi compaesani forse non amano la figura ingombrante di Fenoglio, la sua letteratura partigiana, i suoi racconti intrisi di sudore, paura, gioia, morte e vita, le sue storie senza enfasi o retorica. La sua casa Ë stata abbattuta senza colpo ferire ed una parte delle libertý conquistata al caro prezzo del sangue si Ë vista tradita. In un Paese dove lo spettro della secessione avanza a spron battuto i partigiani di Fenoglio osservano increduli lo svolgersi dei fatti. Giý i partigiani, quei partigiani che hanno combattuto dal nord al sud senza distinzione, che hanno cercato e voluto una terra libera. Il 5 ottobre si Ë svolta ad Alba una festa in onore di Beppe Fenoglio, una festa voluta dal comitato "Fenoglio `96", composto da Massimo Bergadano, Stefano Campanello, Guido Chiesa, Piero Scaglione e Gianpiero Vico. Un comitato senza fini di lucro, teso a promuovere attivitý ed iniziative legate a Beppe Fenoglio, alla sua opera e alla sua terra. Non un centro studi o una fondazione. "Un Giorno Di Fuoco" Ë stato il primo passo di un percorso le cui prossime tappe sono ancora da decidere.

Seguendo le regole del perfetto giornalismo rispondiamo alle cinque "W": Who (Chi), What (Come), Why (PerchË), Where (Dove), When (Quando).

Chi
I C.S.I. e Guido Chiesa. Insieme per una serata di spettacolo, festa e omaggio a Beppe Fenoglio e alla sua opera. I CSI hanno aperto "Linea Gotica", la canzone che dý il titolo all'ultimo lp, citando le prime righe del racconto di Fenoglio "I VentitrÈ Giorni Della Cittý Di Alba": "Alba la presero in duemila il 10 ottobre e la persero in duecento il 2 novembre dell'anno 1944". Guido Chiesa ha debuttato alla regia con "Il Caso Martello", ambientato nelle Langhe e profondamente ispirato alla narrativa di Fenoglio. Giuseppe Cederna, attore teatrale, cinematografico e televisivo, ha lavorato tra gli altri con Ettore Scola e Gabriele Salvatores ("Marrakech Express" e "Mediterraneo"). Ha portato a teatro il monologo "La Febbre" di Wallace Shawn, con il quale ha anche raccolto fondi per la cooperazione internazionale. L'ultimo film che lo ha visto protagonista Ë stato "Il Crollo" di Felice Farina. L'ultimo cortometraggio, "Scorpioni" di Ago Panini, presentato a Venezia, l'ultimo spettacolo teatrale, "Il Giardino Dei Ciliegi" per la regia di Gabriele Lavia. Andrea Demarchi, torinese, trentenne, insegnante e conduttore radiofonico. Appassionato di teatro, ha debuttato con un racconto in "Under 25", antologia curata da Pier Vittorio Tondelli, "Sandrino e Il Canto Celestiale di Robert Plant" Ë invece il suo romanzo d'esordio.

Come
Musica, parole e immagini per Beppe Fenoglio. La musica Ë stata quella dei C.S.I., le parole sono state quelle di Fenoglio, lette da Giovanni Lindo Ferretti, Giuseppe Cederna, Andrea De Marchi e quelle di amici e familiari del grande scrittore. Le immagini sono state quelle di Beppe Fenoglio e del suo mondo, scelte da Guido Chiesa e proiettate a grandi dimensioni durante il concerto e le letture.

PerchË
Non sarý sfuggito a buona parte degli ascoltatori che i C.S.I. hanno riscoperto le radici che stanno affascinando settori sempre pi˜ ampi del mondo giovanile e della cultura e che non possono prescindere dall'opera di Beppe Fenoglio. Riferimenti a Fenoglio compaiono anche nei recenti dischi di Mau Mau e Modena City Ramblers, nonchÈ in lavori teatrali, cinematografici e in altri prodotti artistici. L'aspetto pi˜ originale di questa riscoperta Ë che avviene fuori dai tradizionali confini accademici. Fenoglio e la sua narrativa stanno diventando sempre pi˜ un punto di riferimento per la generazione nata dopo la sua morte (1963). E questo succede naturalmente, senza forzature e non per moda.

Dove
Nella chiesa di San Domenico, ad Alba, nella cittý dalla quale Fenoglio non si staccÚ mai. La casa in cui abitÚ con i genitori Ë a poche centinaia di metri, sulla Piazza del Duomo. Il Liceo in cui studiÚ e nel quale si innamorÚ della letteratura anglosassone Ë a pochi passi. Recuperata dopo un lungo e paziente lavoro di restauro, tuttora in corso, la chiesa di San Domenico Ë un gioiello gotico di grande fascino e dalla luce estremamente suggestiva.

Quando
Il tutto si Ë svolto il 5 ottobre 1996. Non una data a caso, ma il cinquantaduesimo anniversario della conquista di Alba da parte delle truppe partigiane e la proclamazione della libera repubblica (10 ottobre 1944). Un avvenimento che Fenoglio mise al centro dei "VentitrÈ Giorni Della Cittý Di Alba" e del "Partigiano Johnny".

Il programma della serata Ë stato suddiviso in tre parti, "La Campagna", "La Guerra" e "La Vecchiaia". I C.S.I. hanno suonato "Campestre", "Esco", "Buon Anno Ragazzi", "Fuochi Nella Notte", "Linea Gotica", "Memorie Di Una Testa Tagliata", "Inquieto", "In Viaggio", "Madre", "Del Mondo", "Annarella", "Irata", "Intimisto". Alla lettura si sono avvicendati Giovanni Lindo Ferretti, Giuseppe Cederna e Andrea De Marchi.

Una serata indimenticabile.

E' caduta molta pioggia nell'anno 1996.
Ottobre 1944, Alba, altra pioggia.
Per telefono, con Giovanni "facciamo qualcosa per Fenoglio".
Pi˜ un dovere che un bisogno.
Ci troviamo a Correggio, ancora pioggia. Parliamo di tanto. Ma non di quello che "dobbiamo fare".
Alba, poche settimane dopo, noi e Margherita. Vino e un'idea nata per caso, come spesso accade a quelle importanti.
Parole, immagini, suoni: per suo padre. Uno sforzo collettivo.
Giovanni Ë d'accordo, gli altri C.S.I. entusiasti, altri ancora.
Man mano tutto accade (o sarebbe meglio dire "cade").
Naturalmente, Alba. Altrove non sarebbe possibile. Qui i muri sono segni incisi, anche se la case scompaiono.
L'occhio silenzioso delle colline. Non Ë forse questo il centro del mondo, di questo mondo, del suo universale mondo?
Un uomo. Complesso & mistero trasparente. Per generazioni. Non vogliamo una celebrazione, nÈ un omaggio. Forse una festa composta.
Guido Chiesa

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MATRILINEARE

Nonne, nipoti, nenie, ninnananne con:
Coro delle Mondine di Correggio, Ginevra Di Marco, Divine, Cristina Doný, Eh?, Disciplinatha, EstAsia, Il Grande Omi, Otero, SeiSeiH, Soon, Mira Spinosa, UstmamÚ.

Dopo "Materiale Resistente", un salto nella memoria per verificarla, il ritorno all'oggi, nel luogo in cui la memoria vive di suo, tra nonne fiere ed orgogliose e nipotine inquiete votate all'inutilitý.

Ribadiamo la volontý di ricerca dei limiti della nostra condizione.

Matrilineare: la linea materna, quel sapere, quel potere che silenzioso e inapparente determina la nostra vita ben pi˜ del vociare agitato ed affannoso di chi È convinto di essere l'essenza della vita e, per esistere, deve imporla con dogmi, obblighi e costrizioni.

Matrilineare: nenie, ninnananne, sospiri, cantilene, sogni che volano alti e brusche cadute al suolo, rovinose ed illuminanti.
Siamo prima di tutto carne e sangue, usciti, tutti, da un ventre materno, bisognosi di cure, affetto e calore. Gioia. Quanto di pi˜ lontano dal comune sentire dei nostri giorni.

Matrilineare: dalle Mondine di Correggio, bastione inespugnabile, la parola, il canto passa alle donne del Consorzio, ed altre donne che abitano nei paraggi, vicine di casa.
Queste donne cantano per sÈ, per il loro piacere quindi possiamo ascoltarle, riguarda anche noi.

Un augurio che È anche una raccomandazione: chiudete gli occhi la sera con dolcezza e languore se volete riaprirli la mattina e vedere il mondo per quello che È.
Non di pi˜, non servirebbe che a straziarlo; non di meno, lo peggiorereste ulteriormente.

Buona notte, buona giornata.

Consorzio Produttori Indipendenti

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matritot.gif - 46.6 K E' un peccato che a scrivere queste righe sia un maschietto, ma non È facile incantonare alla pennabiro le ragazze del Consorzio, hanno altro da fare, come questo disco di ninnananne, e fanno molto bene a farlo.
"Matrilineare", dunque. E' il disco pi˜ rischioso del C.P.I., perchÈ quando si cerca di imprigionare la vita in categorie il risultato È spesso intollerabile: i giovani, le donne, i vecchi, i tossici, i sani....Qua sono le donne che cantano, di nuovo incarcerate in quello che È istintivamente considerato da noi e da loro il loro spazio, l'intimitý, la consolazione, il trasmettere protezione e un sapere che fortunatamente non È cultura. Un focolare moderno, magari a gas. "Matrilineare" È la trasmissione orale, di sangue, e se la ascolti puoi chiudere gli occhi senza nulla temere. L'ascoltatore si ponga come bimbo, che qua ci sono canzoni da ereditare assieme al latte, anticorpi al male.
E' un disco che sconfina le generazioni, ci sono le nonne, le Mondine di Correggio, fondamento irrinunciabile, sono loro a donare un senso forte al cd, e a salvare le altre cantanti dall'effetto "ragazze del rock", nipotine che altrimenti affonderebbero nell'universo frettoloso dei settimanali patinati. Onore alle basi solide, basta riconoscerle ed accettarle per schivare i rischi, che la vita non riesci a rinchiuderla, quando decide di scorrere.
E le nipoti? Quante che sono, Mara, Valeria, Ginevra, Romina, Roberta, Mirca le conoscevano giý, le altre sono una sorpresa, come scoprire un palazzo nuovo e ricco in un paese che pensavi di conoscere a menadito. Curioso come forse nessuna di loro sia madre, qualcuna lo sarý, qualcunaltra non lo sarý mai, forse il canto adesso rende le donne sterili? Maschi e femmine, io tra i primi, sembra quasi che quelli pi˜ attaccati alla vita siano quelli che meno si curano di diffonderla, di moltiplicarla. Se "Matrilineare" aiutasse alla vita, anche a una sola, credete, sarebbe per tutti un pugno alla paura.
Ascoltatelo al buio, chissý......

P.S. Una piccola nota, posteriore. Quando si produce un disco, contemporaneamente si produce l'idea di promozione, un riconoscere l'ambiente in cui questo oggetto puÚ "fare colpo", cioË essere compreso, diffuso, eventualmente apprezzato.
Coltivo un'aspettativa, che "Matrilineare" sia, nel senso pi˜ compiuto del termine, un disco normale, apprezzato dalla "gente normale", quella che solitamente classifichiamo come nemici, e lo sono, certo, che non ci lasciano neanche respirare, nemici, tranne poi scoprire che di noi sono madri e padri, zie, nonni, anziani e vicini del piano di sopra, spie, un mondo che la nostra insicurezza ci porta a ritenere altro da noi.
Le Mondine al Costanzo Show? UstmamÚ dalla Carrý? Ginevra da Iva Zanicchi? Orrore! Ma nel caso di "Matrilineare" forse varrebbe la pena, per una volta si potrebbe provare un armistizio. Ma solo in questo caso, OK?

Massimo Zamboni

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"Matrilineare" mi È apparso per la prima volta mentre stavo percorrendo insieme a Gianni l'autostrada "Bologna-Milano". La macchina mangiava i chilometri e le note di "Matrilineare" scandivano il ticchettio dei secondi che passavano inesorabili. Una sorta di folgorazione, di estasi creativa, di sublimale onnipresenza. Credo che "Matrilineare" sia il progetto pi˜ ambizioso messo in piedi dal C.P.I., forse pi˜ ambizioso anche di "Materiale Resistente", sicuramente pi˜ compatto e qualitativamente valido. Una idea semplice, volendo anche banale, ma si sa, le grandi opere nascono sempre da piccole/grandi idee ed intuizioni, mettere in musica delle ninnananne interpretate da voci femminili, non solo del Consorzio, ma voci femminili piene di pathos, colme di emozione. "Matrilineare" È un viaggio, un bellissimo viaggio, un disco da ascoltare stringendo tra le braccia un bambino, portando al cuore la persona amata, chiudendo gli occhi mentre si danza al buio. L'immagine che vedo davanti a me mentre ascolto "Matrilineare" È quella di una madre che culla il suo pargoletto, una madre vestita con una camicia da notte bianca dai lunghi capelli mossi da un vento caldo che soffia da una finestra aperta. La penombra non permette di vedere il volto di questa donna, ma ugualmente riesco a sentire la serenitý che le sue mani trasmettono, il senso d'amore che riempie la stanza. "Matrilineare" È un viaggio, uno stupendo viaggio di pace interiore e bellezza.

L'apertura del disco non poteva che essere affidata al Coro delle Mondine di Correggio, nonne e donne che della voce hanno fatto il mezzo primario di comunicazione col pianeta circostante. Poi poco alla volta il mondo fatato di "Matrilineare" si dischiude, Il Grande Omi con le sue arie sognanti si insinua leggiadro nei rigagnoli della nostra anima, la musica cola miele ad ogni nota in un incedere lento e pacato, sembra quasi un fiore che si dischiude ai primi raggi di sole; Ginevra Di Marco prosegue questo viaggio, le musiche scritte da Francesco Magnelli tagliano l'aria, recidono il bene dal male, mentre la voce di Ginevra si appiglia alla nostra spina dorsale e piano piano sale fino al cervello; gli UstmamÚ proseguono a cavalcare le sonoritý dell'ultimo album, le corde vocali di Mara Redeghieri si trovano a loro agio in questa ninnananna tecnologica; i Divine col loro pop rarefatto volano sulle ali di farfalle multicolori, il vento gelido dei synth disegna affreschi dai colori pastello; i Miraspinosa tra campanellini ed una voce leggiadra ricordano un quadretto di vita orientale, o il muoversi sinuoso di una ballerina in calzamaglia dai movimenti perfetti; gli EstAsia continuano a rallentarci il battito cardiaco, musica minimale per farci sognare; i Soon di Odette Di Maio giocano tra chiari e scuri per uno dei brani pi˜ riusciti del disco; i Disciplinatha dal canto loro portano alla luce un pezzo scarnificato dal testo toccante; Cristina Doný ci regala invece una canzone semplicemente stupenda, bellissima, sognante, leggiadra, la sua voce traccia un sentiero dritto al cuore, le sue parole sono gocce in un mare d'amore; riguardo a Otero sicuramente sentiremo parlare presto, questa interprete canta il brano pi˜ bello di "Matrilineare", il perfetto esempio di come dovrebbe essere intesa la canzone pop, musiche a largo respiro ed una voce bellissima, le bianche spose di Otero ballano sugli scogli alla luce di un tiepido sole, o rimangono ad attendere per intere notti (un consiglio, Otero non dovrebbe sfuggire al Consorzio); dietro ai Sei Sei H si cela invece un nome conosciuto ai frequentatori del C.P.I., a voi l'onore della scoperta e la conseguente sbalorditiva sorpresa; in chiusura gli Eh? con un pezzo che interromperý bruscamente i vostri sogni, che vi sveglierý con una scarica elettrificante. Degna conclusione del progetto pi˜ ambizioso del C.P.I.

La societý moderna corre inesorabilmente verso l'abisso della frenesia, verso il baratro dell'esaurimento mentale, il modello di vita imposto da questa societý consumista brucia giorno dopo giorno le cellule del nostro apparato nervoso, oramai le relazioni interpersonali sono basate su urla, denti digrignati, rabbia e violenza. L'animale uomo si È fatto riconoscere per quello che realmente È, un essere pieno di inaudita ferocia. Le persone colpite dalla ipertensione sono centinaia di migliaia, il piacere di sentirsi bene tra la gente È svanito, l'amore per il prossimo sepolto sotto tonnellate di odio. Una esistenza vissuta sul filo di una affilata lama che potrebbe farci perdere l'equilibrio da un momento all'altro. "Matrilineare" rimette tutto in gioco, riporta in primo piano quei sentimenti dimenticati, cerca di ricucire gli strappi dell'oggi, ricolloca sul piatto della bilancia l'amore,la dolcezza, il bene. "Matrilineare" È il progetto pi˜ bello che il C.P.I. abbia mai realizzato. Da sempre.

Andrea Tinti

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