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SANTO NIENTE

"Sei Na Ru Mo No Wa Na I"

Apro e chiudo la custodia di plastica di questa musicassetta, riapro e richiudo mentre la musica esce come un fiume in piena dagli altoparlanti posizionati sulla mia testa. Credo che il susseguirsi delle canzoni nel cd sarý quello che il nastro magnetico sta lentamente facendo scorrere sopra le testine del mio registratore. Se cosÏ sarý sappiate che molto probabilmente rimarrete stupiti all'ascolto del primo brano, "Junkie", una canzone che tutto Ë, tranne avvicinabile a quello che finora si Ë ascoltato targato Umberto Palazzo e Il Santo Niente. "Il gruppo Ë impazzito", ho pensato, mi aspettavo chitarre sferzanti, rumori allo stato brado, parole al vetriolo, invece tutto Ë calmo, nulla fa presagire ad un proseguo dal sapore industriale. UNA SORPRESA. Poi...........poi parte "E' Aria" e la musica (in tutti i sensi) diventa vibrante, rumorosa, violenta. Il Santo Niente si Ë affidato alle sapienti mani di Giorgio Canali e ha fatto una ottima scelta. Canali ha indirizzato meglio le energie del quartetto, ha incanalato i pruriti sonori di questi musicisti senza farseli scappare in mille direzioni, ha puntualizzato ogni momento, ha limato, cesellato e suggerito. Questo secondo lp Ë sicuramente un passo in avanti, anche se penso che Il Santo Niente non si sia ancora espresso al massimo delle sue capacitý. Dal vivo stanno raggiungendo una amalgama molto buona, l'impatto Ë forte e deciso. Questo Ë un album che ha il pregio di farti tendere come un arco, di caricarti come una molla, l'importante Ë saper gestire questa energia ed indirizzarla nel verso giusto, contenerla per poi farla deflagrare in un unico grande botto. Il Santo Niente potrý disturbare i vostri sonni, potrý infastidire le vostre tranquille domeniche. Umberto macina musica da tanti anni, gira ancora in bicicletta per le vie del centro di Bologna, frequenta i centri sociali e quando ride, ride davvero.

Andrea Tinti

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UNA FOTO ISTANTANEA PER IL SANTO NIENTE

Questa storia inizia con Fabio che si avvicina con l'espressione di quando deve dire qualcosa. Usciva dallo Studio Emme e camminava verso il furgone per avvisarci che potevamo scaricare gli strumenti. Io ero al posto di guida che mi controllavo la faccia allo specchietto. Ruotavo la testa e porgevo il viso alla luce, a seconda della zona da esaminare, tastando qua e lý con le dita. Dicono che dalla faccia sia possibile capire molte cose, e io stavo cercando di immortalare qualcosa che da un paio d'anni continuava a sfuggirmi. Una mutazione, un percorso, un'accelerazione improvvisa. Doveva esserci da qualche parte, sulla faccia, il segno degli eventi che avevo assorbito, che mi avevano alimentato cosÏ velocemente, da quando esisteva il Santo Niente. Da lÏ a poco avrei chiuso gli occhi e tutto avrebbe avuto inizio. La convivenza quotidiana, la ricostruzione della sala prove tra le mura dello studio e il volume che sposta gli oggetti. La stanchezza di Fabio che si addormenta sul basso, la sua energia e i suoi nonsense casuali. Salvatore, gli assoli metallari, e la sua voglia di suonare. Giorgio e i suoi piedi nudi, scattanti sulla moquette, alle prese con la nostra demenza, coi microfoni che sa dove piazzare, che poi registrano e tu vai di lý a risentire. La preziosa presenza di Molecola, che ci segue nei concerti, perfettamente incastrato nelle genialitý di Giorgio. Pier Paolo, della scuderia Palazzo, alle prese coi campioni di un loop che non finisce mai. E poi la festa, nel bel mezzo del missaggio, i concerti, e Umberto, che il giorno dopo sghignazza nelle hall dell'albergo con un cerotto sul naso. A ripensarci ora, sono successe molte cose dentro questo nostro nuovo album. Abbiamo suonato in modo selvaggio. Presa diretta, niente cuffie, niente metronomo. Con una specie di ghigno, abbiamo gridato noi stessi. I testi di Umberto spaccano lo stomaco. C'Ë stato un confluire improvviso di energie. Un lampo. Abbiamo lavorato nel minor tempo possibile. Giorgio Ë per la foto istantanea. "Funziona come la pasta" mi ha detto, "se non la mangi subito non Ë pi˜ buona". E' questa l'impressione. Che se non riusciamo a trattenere in qualche modo, poi non rimane niente. Fabio che si avvicina con lo sguardo di chi deve dire qualcosa. Questo Ë l'importante. E' cosÏ che inizia questa storia. Tutto il resto Ë passato. PerchÈ si sa come vanno queste cose: chiudi gli occhi e poi succede che diventi uomo.

Cristiano Marcelli

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Santo Niente: un disco pop (nel senso di Iggy)

Diciotto mesi sono passati da "La Vita Ë Facile". Diciotto mesi spesi sui palchi durante i quali il trio chiamato "Umberto Palazzo e Il Santo Niente" Ë diventato un quartetto con l'arrivo del nuovo chitarrista, Salvatore Russo. La band si chiama ora "Santo Niente", e Santo Niente (Sei na Ru Mo No Wa Na I, in giapponese) Ë anche il titolo del secondo album della formazione residente a Bologna.

seinarumonowanai Si tratta di un disco bellissimo, naturale, fatto a mano, illuminato dalla produzione di Giorgio Canali. Quattro persone che suonano nella stessa stanza in presa diretta, senza cuffie, senza metronomo, praticamente senza sovraincisioni. Senza trucchi tecnologici, una chitarra sul canale sinistro dello stereo e una sul destro, di quando in quando un ospite, nella migliore tradizione della musica rock, quella che Ë canzone popolare dei nostri tempi. Un disco ruvido e sensuale, fresco e sporco, che scorre via come un'unica traccia.

"Abbiamo preso la canzone italiana, abbiamo tolto il superfluo, il melenso e l'orrido e quel poco che Ë rimasto lo abbiamo montato su un solido telaio metallico". Il Santo Niente suona noise con sfumature velvettiane, folk rock malato, metal delirante, pornogrunge, groove hip hop e jungle come in un incubo alla Melvins, hardcore fugaziano, punk per iguane, new wave alla Joy Division. Il tutto frullato e personalizzato in un suono omogeneo e lucidissimo che sostiene parole vomitate, quasi inconsapevolmente, come sintomi di qualcosa che si appartiene e ci spaventa in tutta la sua spietata realtý. Quotidiani scenari apocalittici raccontati con un ghigno. Un disco sconvolgente.

Una raccomandazione: non perdetevi il Santo Niente in concerto.

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estAsia

ESTASIA Ë parola composita
4 vocali e 3 consonanti, con diversa spaziatura, contengono e originano 7 parole.

Sette parole per definirla
una voce del verbo STARE, presente, terza persona singolare "STA"
una voce del verbo ESSERE, congiuntivo singolare "SIA"
un vocabolo storico-geografico, un continente "ASIA"
un punto cardinale "EST"
tre vocaboli collocabili in un ordine estremamente complesso che comprende Psicoanalisi-Teologia-Politica, come dire il nostro mondo, al livello massimo

ES ESTASI STASI

Sette scatole per contenerla
EstAsia Ë un gruppo che arriva dall'entroterra veneziano, da questo luogo Ë determinato esteticamente, musicalmente, emotivamente.
EstAsia Ë un gruppo di persone vere, non musicisti. "Operai disturbatori" piuttosto, che da sempre giocano la propria vita attraverso la musica.
EstAsia Ë una voce che incanta, dono naturale, allevato bene, capace di giocare con la tecnica pi˜ raffinata ben sapendo che quello Ë un gioco sterile.
EstAsia Ë una Dea, l'unica a vivere in Occidente, terra ingrata e inadatta. Una Dea che si manifesta sul palcoscenico mentre le sue compagne ed amiche continuano a preferire templi e santuari.
EstAsia Ë un gruppo dei Dischi Del Mulo che ha firmato un contratto con Polydor. Ultimo arrivato sul palco del C.P.I., come dire l'unica chance vivente che ha la musica italiana di mostrarsi adulta, non roba da ragazzini e da discografici. Sul palco del C.P.I. a Firenze EstAsia Ë arrivata come la deflagrazione di una bomba.
EstAsia per noi Ë un sogno, il pi˜ inattuale tra gli impossibili, "dall'Adriatico al Mar Giallo". Ecco la nostra terra, ce n'Ë di peggiori e di pi˜ affascinanti?
EstAsia Ë, al momento, un disco prodotto da Roberto Vernetti, bellissimo e senza tempo.

Sette strumenti per delimitarla
sitar - violino - basso - chitarra - flauto - tamburo - campionatore

Ad est! nell'Asia! Lý dove nasce il sole, dove gli Dei hanno insegnato agli uomini il canto, dove la musica sale al cielo in volute sinuose e profumate e i corpi muovono alla danza.
"FinchÈ il battito del cuore non cesserý" canta la nostra Dea.

estAsia
Romina

CICLICAMENTE

10 marmorei scalini su ogni gradino della scala con
10 marmorei scalini su ogni gradino della scala

100 occhi scrutatori sulla punta delle ciglia di
100 occhi scrutatori INFINITAMENTE

1000 camaleonti sulla pelle mutante di
1000 camaleonti sulla pelle mutante

milioni di EONI sulla punta dei capelli di
milioni di EONI CICLICAMENTE

In una nascita infinita dei piani del reale
IO esisto nel mezzo IO esisto nell'intermezzo
Ora adesso.... ORA ADESSO !

10 rose odorose sulla corolla vellutata di
10 rose odorose sulla corolla vellutata

100 vermi affamati delle rose odorose con
100 vermi affamati INFINITAMENTE

1000 caleidoscopi sulle facce colorate di
1000 caleidoscopi sulle facce colorate

milioni di EONI sulla punta dei capelli di
milioni di EONI CICLICAMENTE

In una nascita infinita dei piani del reale
IO esisto nel mezzo IO esisto nell'intermezzo
Ora adesso.... ORA ADESSO !

Stasi

stasi

Le donne nel rock non hanno mai avuto la giusta collocazione. Il mondo del rock Ë un pianeta abitato da mascolinitý, misoginia, peni eretti (le chitarre) sventolati ad ogni piË sospinto, dimostrazioni di virilitý. Le donne in questo gioco sono sempre state viste come delle disturbatrici, oppure appositamente vestite di pochi indumenti hanno solleticato le fantasie erotiche degli ascoltatori maschili. Quanti sono i ragazzi che hanno acquistato il disco delle Spice Girls perchÈ ci sono delle belle canzoni? Pochi, sicuramente pochi, gli altri sono rimasti ipnotizzati da queste Take That in gonnella, come sono state definite (si ritorna anche in questo caso all'aspetto mascolino della musica). Mi piacerebbe sapere anche quanti sono i rocker che hanno visto nelle riot girrrl un movimento d'opinione e non una combriccola di ragazze dal modo di fare anticonformista ed alternativo, sinonimo quindi di larghe vedute e facili costumi? Il rock e le donne sembrano quindi destinati ad una difficile comunione d'intenti, ad un matrimonio che darý frutti amari. Invece sembra che non tutto sia perduto, infatti una schiera di ragazze dalla voce vellutata si sta imponendo nei gironi "infernali" del rock. Donne, udite , udite, completamente vestite, che non posano per settimanali scandalistici o ammiccano dalle riviste specializzate di musica con dichiarazioni a tutto tondo sulle loro passate esperienze amorose. Donne che hanno messo in primo piano l'arte, la loro voce e le loro canzoni. All'estero i nomi sono quelli di Cranes, Texas, Mazzy Star, Curve, gli storici Cocteau Twins e tante altre, in Italia solo ultimamente stanno venendo alla ribalta voci femminili che percorrono questi sentieri soffici e vagamente naif. Un primo assaggio si Ë avuto con le stupende voci di "Matrilineare", mentre successivamente Ë arrivato il disco dei Divine ed oggi quello dei Mira Spinosa e degli estAsia. Proprio gli estAsia sono l'ultima acquisizione de I Dischi Del Mulo, il fronte reggiano del C.P.I. "Stasi" Ë il delicato debutto di questo quintetto capitanato da Romina. Il disco, prodotto da Roberto Vernetti, che si dimostra cosÏ un abile manipolatore di suoni molto distanti tra loro, Ë una collezione di fotogrammi, di Polaroid musicate dove i colori pastello fanno la differenza. Sonoritý lievi sono sapientemente miscelate alla voce di Romina sempre mai sopra le righe, ma attenta ad ogni pi˜ piccola sfumatura. Perfino i titoli dei brani rispecchiano questa dolcezza di fondo. "Solidea", "Surya", "Ciclicamente", "Porte", "Chiudi Gli Occhi", "Il Gange" sono le porte d'accesso ad un mondo fatato, un mondo abitato dall'amore in ogni sua forma ed entitý. Con gli estAsia mi viene da pensare che I Dischi Del Mulo siano follemente innamorati delle donne. All'inizio gli UstmamÚ, poi i Disciplinatha che hanno portato alla ribalta la voce di Valeria, mentre gli Afa hanno scritto un disco dall'animo femminile, infine gli estAsia di Romina. Le donne si stanno conquistando un loro spazio nel rock internazionale. Uno spazio che mette in luce esclusivamente il loro lato artistico. Era ora!!

Andrea Tinti

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EDITORIALE

Il 1996 si era chiuso con "Il Maciste" numero 6, il 1997 si apre con "Il Maciste" numero 7. Logica continuitý per questo bollettino parrocchiale nato quasi per scherzo e che per scherzo continua ad esistere aumentando di volta in volta il suo spessore. Se il primo numero si leggeva in soli cinque minuti (ricordate quello con gli occhi spiritati di Giovanni Lindo Ferretti in copertina?), adesso dovrete sforzarvi un pochino di pi˜ per giungere al capolinea di queste 28 pagine che trasudano passione e voglia di rendere pubblico ciÚ che pubblico sarý nel prossimo futuro, o che nessun altro conoscerý se non da queste pagine impiastricciate. Una lenta ma costante crescita che non ha investito solo "Il Maciste", ma tutto il C.P.I. dalle sue fondamenta fino al tetto di questa parrocchia ubicata nella periferia dell'impero. A dire il vero siamo una parrocchia un pÚ disincantata, una parrocchia che accoglie persone, musicisti, genti varie o esseri simili. A volte ci assale il dubbio del perchÈ e del per come veniamo investiti di tanto amore da parte vostra, tantissimi segnali di affetto ci giungono via lettera, fax, internet, o ai concerti. Non pensiamo di meritare tutto questo, la nostra parrocchia ed i nostri parrocchiani non sono esenti dagli errori commessi, o che commetteremo. Come fate a sopportarci regalandoci la felicitý e la voglia di continuare a percorrere questa strada fatta soprattutto di musica, ma anche di impegno, serietý ed un pizzico di lungimiranza. Il C.P.I. esiste grazie al vostro amore, senza di voi il C.P.I. cesserebbe di avere la sua fisionomia e la sua credibilitý. Siete voi il motore propulsivo di questa avventura, e proprio voi, forse inconsapevolmente, ne siete parte integrante, non un piccolo meccanismo di un grande motore, ma il cuore di questa macchina che dopo alcune stagioni di attivitý si Ë ritagliata un suo piccolo angolino nel mercato discografico italiano. Vedervi cosÏ in tanti al Cencio's Ë stata una gioia immensa, vedere i vostri sguardi, i vostri volti, la vostra partecipazione. Francamente non ci aspettavamo una partecipazione cosÏ massiccia ed un calore cosÏ caloroso. Non ci stancheremo mai di ringraziarvi per l'appoggio che ci date. Ora l'appuntamento Ë con le nuove produzioni targate C.P.I., con la prossima festa e soprattutto, visto che mi tocca da vicino, molto vicino, col prossimo numero de "Il Maciste". Sii iu leter.

Andrea Tinti

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MATRILINEARE

matrili.jpg - 6,38 K "Quella di "Materiale Resistente" era commemorare il cinquantenario della Liberazione, quello della recente "Matrilineare" Ë di accostare quei gruppi e quegli artisti di forte rappresentanza femminile, per celebrare, tra "nonne, nipoti, nenie, ninnananne" il pi˜ straordinario tra i sentimenti umani: l'amore materno. ........Appare assai inutile a questo punto elencare gli artisti presenti nel disco "ma si sa, la curiositý e l'impazienza sono un male occidentale" ed allora lasciamo che siano soddisfatte:...............".
F.M.A. Raro febbraio 1997

".......si passa dalla filastrocca di "Piove Piove Lento Lento" delle Mondine alle immagini delicate di Mara (UstmamÚ) e di Romina Salvadori degli EstAsia, dall'interpretazione di "Terraluna", un canto tradizionale vicentino riproposto da Ginevra Di Marco, fino alla ninna-punk degli Eh?. Un disco, tra l'altro, che dimostra quanto le donne nel nuovo rock italiano non siano pi˜ una minoranza. Anzi!".
L.V. Tutto Febbraio 1997

"Ragazze, signore e nonne si incontrano all'interno di questo progetto che indaga sul cordone ombelicale che unisce esperienze e generazioni distanti ma tenute insieme dal senso di appartenenza a una precisa "metý del cielo". "Matrilineare" Ë un tributo all'area lunare, morbida e impercettibile, che vive dentro il nostro codice genetico. Si riappropria con grande orgoglio e tenerezza dei sussurri, delle cantilene a spirale, delle fiabe appena mormorate. Non strilla. Accarezza. Rassicura Conforta..................Buonanotte sorelline".
D.A. Mucchio Selvaggio 19 novembre 1996

"La bellezza, l'intensitý, la dolcezza sono le linee di questo bellissimo disco di nenie, filastrocche, ninnananne. E' un mondo femminile, un sentire comune che attraversa le generazioni, i modi di vita e di espressione. Delicatezza di notti lievi e incantate............."
L.V. Tutto Dicembre 1996

"Materiale Resistente", pubblicato due anni fa dal Consorzio Produttori Indipendenti ha segnato una tappa decisiva nella crescita del giovane rock italiano. "Matrilineare" Ë un progetto del Consorzio fin dalla premessa che gli ha dato vita: individuare un filo culturale e musicale - la "linea materna", per l'appunto - che potesse legare tra loro nonne e nipoti".
Mucchio Selvaggio 12 novembre 1996

"Un disco di ninne-nanne, dialogo serrato tra nonne e nipoti, dove le interpretazioni vocali delle mondine vengono intervallate dalle filastrocche per chitarra e tutto il resto.........Nel complesso un album avventuroso quanto riuscito; uno dei migliori mai pubblicati dal Consorzio Produttori Indipendenti, in bilico tra presente e passato giý dai tempi di "Materiale Resistente".
R.L.M. Rumore dicembre 1996

"Che cosa Ë mai venuto in mente a quelli del Consorzio Produttori Indipendenti: compilare una raccolta di ninne nanne! Voglie di maternitý che si fanno manifeste in tempi di acuta crisi demografica? Chissý....Certo Ë che il tema era quanto mai sdrucciolevole e piuttosto alto, dunque, il rischio che l'operazione si risolvesse in una serie di banali stucchevolezze sentimentali. A scongiurarlo ci ha pensato forse un vaglio particolarmente severo da parte della produzione, ma pi˜ plausibile appare l'ipotesi che sia stata la natura del soggetto ad aver toccato le corde pi˜ intime e sensibili dei vari partecipanti........"
E.B. Rockerilla Novembre 1996

"Niente trucchi, niente inganni nÈ sofismi. Per una volta, idee e idealitý di un progetto discografico sono trasparenti sin dal titolo: "Matrilineare". Nonne, nipoti, nenie, ninne nanne: come a dire, tutto quanto si trasmette in linea diretta attraverso le vie del cuore, della biologia, della memoria, dell'arte povera e popolare. Diciannove canzoni per saldare la tradizione orale con l'attualitý, i canti legati all'infanzia dei nostri trisavoli con la babele incantatrice dei linguaggi sonori odierni, senza passaporto di genere."
F.B. Musica! 11 dicembre 1996

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ANDREA CHIESI

Andrea Chiesi

Andrea Chiesi visto da...

Le donne e gli uomini sono come sempre. Forme finite ed uniche in continua lenta trasformazione, tumultuosa anche. Consistenza. Dimensione. Movimento.
Il colore Ë cambiato, prima difficile a dirsi poi evidente a tutti. Nuove tonalitý pallide. Tutte le sfumature del cupo e le tonalitý del vivido. Tensione latente al fosforescente. Possono essere pericolosi. Sono bellissimi.
Che il cantante dei CCCP/CSI possa essere maestro a qualcuno Ë possibile, anche probabile. Ci si deve contentare di quello che c'Ë in giro. Questo non basta a citarlo a giudizio non avendo, egli, allievi.
Andrea l'ho visto crescere in senso fisico e con i suoi dipinti.
Dal Tuwat a Babilonia - Nostalgia di Muri, le notti di Maciste, le bellissime copertine della collana aliena del CPI.
Porto con me, nel bagaglio a mano, due suoi Taccuini, uno me l'ha regalato, uno me lo sono comprato.
Ha trasformato in Taccuini alcuni miei racconti, privati.
La cosa mi ha imbarazzato e fatto piacere. Grazie.
All'occorrenza posso contare su un amanuense punkettone.
NË usuale, nË di poco conto.

Abita nel cuore dell'Emilia dove la periferia di Modena si mescola alle biolche produttive. Qui il tempo e lo spazio sono delimitati, mai abbastanza. Fonte insostituibile di reddito. Movimento continuo. La tregua Ë all'alba. Finita la notte lavorativa prima che inizi la nuova giornata lavorativa. Un attimo, molto spesso grigio e umido. Poi apre l'Ipercoop e cresce fino alla paralisi il suo traffico che cala mentre monta la prostituzione con il suo.
Aree di parcheggio, contenitori, vie d'uscita, rotonde spartitraffico, deviazione, percorsi obbligati.
"Simmetriche luci gialle e luoghi di concentrazione, nell'era democratica". Nell'era democratica. Elogio pubblico al cielo, orgoglioso e strafottente del "produci, consuma".
Qui si produce davvero e davvero si consuma. La vita Ë un privilegio, a tratti insolente a tratti dolcissima. La sopravvivenza Ë garantita a tutti o quanto meno Ë tra le pi˜ facili, su questa terra.
Ultimo quarto del XX secolo. Ci sono svariati e ottimi motivi per esserne fieri.
Sazi e disperati Ë molto meglio, in senso pubblico politico amministrativo, del Felici e morti di stenti. La vita Ë cosÏ.
Produci, consuma, crepa. Crepa. Crepare, si sa, succede.
Morire Ë raro. Non c'È tempo, non c'Ë convenienza, non se ne vede l'utilitý.
Don Dossetti puÚ ancora permettersi di morire, sul finire dell'anno di grazia 1996. Morire. Congedandosi da chi resta.
Consolandolo, anche. Prendere Commiato.
Vivere richiede spesso vani sforzi, figuriamoci.

Uomini e donne. Donne e uomini. Uomini. Donne.
Nient'altro al momento.
Lenta deposizione. Molle ascensione. Soffocante abbraccio salvifico.

Giovanni Lindo Ferretti
gennaio 1997

e dal critico d'arte...

"TOUCH ME, I'M SICK". POETICA DI ANDREA CHIESI.
Qualche giorno fa, alle sette del mattino, stavo andando all'aeroporto di Fiumicino. Da casa mia, un quartiere borghese che ha subito negli ultimi anni un drastico cambio di popolazione, oggi in buona parte proveniente da Paesi extracomunitari, ci sono pochi chilometri di strada cittadina; poi si prende il grande raccordo anulare, una specie di autostrada che circonda tutta quanta Roma attraversando un paesaggio urbano assolutamente indifferenziato, soprattutto quando Ë presto e non c'Ë ancora molto traffico. Andando in auto a Fiumicino dunque ascoltavo una cassetta con vecchi brani di Iggy Pop tra cui "I'm Sick For You" (letteralmente "Sono Pazzo Di Te") e mi Ë venuto in mente, per assonanza, il grande lavoro di Andrea Chiesi che si chiama invece "Touch Me, I'm Sick" - che lui stesso mi dice essere tratto da un brano dei Mudhoney. Un pÚ la somiglianza fonetica del titolo, pi˜ qualcosa che c'entra comunque con la musica, e inoltre il collegamento tra il torso nudo di Iggy Pop nei concerti e le figure nude nei quadri di Chiesi, e infine il trovarsi ancora dentro -di fronte- ad un paesaggio, avevo in pratica costruito un possibile inizio per presentarne l'opera in questa sua prima personale oltre i confini della via Emilia. Pi˜ di ogni altra cosa mi muoveva la semplice constatazione che in questi suoi ultimi lavori si ritrovano due condizioni che parrebbero piuttosto distanti da quella contemporaneitý fatta di luoghi indifferenziati e neutri, di figure fantasmatiche o assenti: Chiesi dipinge soprattutto luoghi e paesaggi, corpi e persone. I primi fantastici e irreali ma anche umoralmente riconoscibili: appunti di viaggio eppure in fondo sempre originari dal paese, dalla piccola patria, quella linea regolare tracciata a fine corsa dal Po. Gli altri, persone fisiche restituite nella loro corporeitý. Ogni pensiero mi sembrava fuori posto rispetto all'indifferenziazione in cui stavo percorrendo gli ultimi restanti chilometri quella mattina in macchina: come dire, "il mondo lý fuori c'Ë" (bella frase, catturata osservando e leggendo da un catalogo di fotografie di Luigi Ghirri, emiliano pure lui come Chiesi). Paesaggi o figure, oppure paesaggi di figure, in Andrea Chiesi riempiono la superficie dipinta. Il resto, il colore, l'organizzazione dello spazio, risponde ad una sorta di regola ferrea, quasi monastica, della fissitý e dell'immutabilitý degli elementi linguistici, dei mezzi prescelti: un supporto cartaceo e dunque volutamente fragile, gli inchiostri e gli acquerelli sui toni lividi del blu violaceo. E basta. I paesaggi sono luoghi incantati, non veri, non reali e assolutamente non realistici. Sono episodi di una favola oscura. Sono molto semplici, molto immediati, anche se devono essere lavorati con abilitý estrema perchÈ ogni macchina Ë una forma e nulla puÚ essere lasciato al caso o all'improvvisazione, e diventa importante allora anche un movimento della mano e del pennello che va a saturare la costruzione reticolare del fondo, la preparazione primaria intellettuale a biro o matita. Mi piace molto questa idea di Chiesi di lavorare all'interno del genere paesaggio scegliendo di sospendere del tutto la collocazione spaziotemporale e mi piace che l'universo evocato sia totalmente scuro: forse se avessi scritto per lui qualche anno addietro avrei detto "Dark" pensando ai nostri comuni gusti musicali e al volto truccato di Robert Smith dei Cure. Oggi mi viene invece in mente il cinema di Tim Burton, ma forse soprattutto la sua faccia sconvolta e il suo look sempre nero cosÏ marcatamente anti-hollywoodiano. Anche se questo Ë un accostamento pi˜ che altro iconografico, magari una favola di Tim Burton ci starebbe anche bene ambientata nei paesaggi di Chiesi. I paesaggi sono in serie ma sempre uno alla volta; i corpi invece sono tanti, ammassati, affollati e schiacciati, privi di immediata connotazione sessuale. Qualcuno di questi corpi ha dei tratti pi˜ riconoscibili oggi, il cranio pelato, la cresta punk, piercing o tattoo, possibili protagonisti e comparse di una adunata di massa contemporanea, ma in realtý sono tutti e soltanto nudi. Se guardo il tratto, la postura, l'ossessione ierata, il gusto anche glamour del disegno non penso soltanto all'illustrazione o al fumetto, in cui Chiesi ha comunque militato nelle sue prime esperienze artistiche, quanto invece ad Egon Schiele, al modo folle e malato di interpretare la differenza e la malattia. Schiele Ë artista che incontra molto i favori di un pubblico giovanissimo sia per la semplicitý del segno che per l'eroismo decadente che ne ammanta la breve vita: spingendo pi˜ oltre la metafora e riflettendo ancora sul sentimento apocalittico di fine secolo, si potrebbe legare la rappresentazione della malattia nella Vienna anni '20 di Schiele all'amore al tempo dell'Aids che contamina l'oggi e che certo Chiesi evoca nel suo "Touch Me, I'm Sick". Toccami: nessun senso di protezione, contraccezione, distanza, nessun sesso telefonico o virtuale, ma la carne restituita alla carne, il corpo restituito al contatto. Siamo tutti malati -e pazzi di te (I'm Sick for you)- siamo tutti sieropositivi, come porta scritto sulle mani Diamanda Galas. E' un'opera ambiziosa, un affresco, violentemente positiva, morale quasi, che vuole colmare quel vuoto che ci separa dal fuoco del mondo. E poi, come sempre pi˜ spesso accade per gli artisti delle generazioni pi˜ recenti, il lavoro di Chiesi Ë fortemente significativo di un tempo che solo chi lo ha vissuto puÚ catturare del tutto. Un dipingere esistenzialmente necessario, un agire intellettuale legato a questo sentire da vivere, dividere e condividere. Lo disse proprio Giovanni Lindo Ferretti parlando di sÈ con Marco Belpoliti: "Io faccio questo mestiere perchÈ in questo momento della mia vita non avevo niente da fare e ho preferito fare questo".

Luca Beatrice
Gennaio 1997

La frase di Ferretti che riporta Belpoliti Ë tratta da una loro corrispondenza pubblicata in "Italia. Riga 8", Marcos y Marcos editore, Milano aprile 1996.
Per gentile concessione della Galleria ES-Arte Contemporanea di Torino

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Il MACISTE ALL'ASCOLTO

Cari C.S.I. + Maciste + tutto il C.P.I., ho ricevuto il giornale l'1 dicembre ed Ë il primo regalo di Natale che ricevo (spero di una lunga serie!). Sicuramente qualcosa me la regalerÚ io stesso, visto che il catalogo Ë veramente ricco. Ah! Dimenticavo di dire chi sono! Sono Luca, il siciliano che si infiltra nel backstage dei C.S.I. ad ogni concerto che vede; vi ho scritto per ricordarvi di continuare cosÏ ed augurare a tutto il C.P.I. ed in modo particolare a tutti i C.S.I. un Buon Natale. Anzi che dico, "Buon Anno Ragazzi".
Luca - Enna

1/1/1997
Almenno S. Bartolomeo
"Biopensieri di un nuovo socio al "Maciste".
Primo biopensiero:
"Il Maciste". Gratuito?! Non mi era ancora capitata una cosa simile prima d'ora. Me lo ha fatto attendere con ancora pi˜ piacere, prova evidente del fatto che Ë possibile agire per passione. Non tutto Ë quotabile sul mercato. Il pensarci mi fa stare ancora bene. Mi dý da pensare: essere il socio nƒ12.381. Siamo veramente tanti. Se ciascuno di noi saprý occupare il proprio spazio non potremo non ricavarne qualcosa di buono. Ricordo: con piacere quattro concerti degli Ust in poco pi˜ di cinque mesi. Mi mancano: quattro concerti degli Ust in poco pi˜ di cinque mesi.
Secondo biopensiero:
ho sempre avuto in casa una cassetta dei CCCP. Mai ascoltata. Poi ho ascoltato gli Ust, conosciuto il CSI, e via indietro a risentirmi in nuova luce i CCCP. Non mi fanno pi˜ tanto schifo. Morale: Ë una buona lezione di umiltý accorgersi che ciÚ che oggi non apprezziamo potrebbe un giorno divenirci familiare.
Terzo biopensiero:
Ë per "Matrilineare". Il nostro filo d'Arianna contro il freddo dell'universo, che si fila ed intreccia, incredibile a dirsi, nel rigore scientifico di una linea biologica. La discendenza Ë il punto d'unione tra materia plastica, elementi chimici e affetto, calore umano, che sono qualitý superiori; Ë resistenza al tempo e alla solitudine individuale. Ognuno puÚ poi allungare la propria catena. Il disco mi ha fatto pensare a questa scappatoia alla possibilitý di rimanere limitati e superare ugualmente i limiti della propria condizione.
Grazie a voi;
Fabrizio - Almenno S. Bartolomeo (BG)

Cari Nina, Andrea e Co. "Complimenti per la festa"!
Al Cencio's ho vissuto un'esperienza meravigliosa, e, come la maggior parte di coloro che vi hanno partecipato, ho avuto la sensazione di trovarmi in un luogo amico. Conto su un'altra riunione di famiglia.
Un abbraccio
Barbara - Piazzolla Sul Brenta (PD)

PerchÈ non fare di "Un Giorno Di Fuoco" un tour nazionale per poter diffondere Fenoglio tra le nuove generazioni?
Buon Anno Ragazzi

Pubblicando recensioni, articoli, suggerimenti letterari provenienti dal mondo C.P.I. avete anticipato i miei desideri. Grazie!!
P.S. Mi domando se ai C.S.I. farebbe piacere sapere dell'esistenza di una loro grande estimatrice over 50 (la mia mamma!). Un caro saluto
Manuela - Roma

Grazie per le notti al Cencio's vi voglio bene. Con simpatia da Roma. PerchÈ non fate un cd delle serate?
Roberto - Roma

Bravi, ma ogni tanto prendetevi meno sul serio. (Sono d'accordo - Gianni Cicchi)
Mirko - Savona

I giovani comunisti di Arpino (FR) porgono un grandissimo saluto al Consorzio Produttori Indipendenti in particolare a Giovani Lindo Ferretti e ai Marlene Kuntz.
Mario - Arpino (FR)

Ho visto gli Afa al Tunnel di Milano per la presentazione del loro "Nomade Psichico", veramente eccezionale, bravi dal vivo come su cd.
Emilio - Torino

Volevo solo dirvi grazie per aver organizzato una splendida festa al Cencio's. Di nuovo grazie!!!
Alessia - Lazzaretto (FI)

Complimenti per il giornale e un grande grazie ai C.S.I. per avermi fatto entrare in questo magico mondo. Ciao.
Stefano - Casatenovo (Lecco)

Il marzo scorso per il mio compleanno 3 amiche mi hanno regalato il cd di "Linea Gotica" e un biglietto del concerto dei C.S.I. a Cagliari, un concerto che non dimenticherÚ molto facilmente anche perchÈ dopo lo spettacolo ho avuto modo di conoscere Ginevra e Francesco, grazie ai C.S.I. e grazie a Vanila, Veronica ed Elisa.
Antonio - Sassari

Ci piacciono i dischi del C.P.I. perchÈ "fanculo la tecnica quello che conta Ë l'anima di chi suona".
Stefano e Emanuela - Bigolino (TV)

Vorrei conoscere la discografia degli En Manque D'Autre e sapere come (o dove) procurare i loro lavori.
Silvano - Lovallo (TO)

Un grandissimo abbraccio ai C.S.I., a Gigi Cavalli Cocchi (mitico drummer), alla dir poco stupenda voce di Andrea Chimenti. A proposito si puÚ sapere che fine ha fatto la video degli Africa X con Andrea? Voglio vedere Chimenti con il mio videore- gistratore.
Marco - Roma

Penso che un giorno ci porteranno via tutti. BË almeno saremo in buona compagnia.
Buon Anno Consorzio.
Alberto - Castell'Alfero (AT)

Potreste dare qualche notizia in pi˜ su "Il Grande Omi"? E' un personaggio curioso, almeno all'aspetto...ma tutto il resto?
Serena - S.Croce Sull'Arno (PI)

Mi complimento con voi per le iniziative "Musico-Culturali" che state portando avanti: mi sarebbe piaciuto potere partecipare alle tre giorni pratese "Le Notti Di Maciste" ma sono stato impossibilitato data la notevole distanza chilometrica: spero che in un prossimo futuro qualcosa di simile possa svolgersi in Sicilia (dato il gran successo che i C.S.I. e gli UstmamÚ hanno avuto di recete a Scordia). Un saluto speciale per Giovanni Lindo Ferretti (per me rappresenta la MUSICA in Italia).
Salvatore - Petralia Soprano (PA)

Complimenti per la festa del 7/12/96. Tanti saluti a Giovanni e al buttafuori che ci ha fatto girare tutta Prato per fare i documenti.
Luigi - Latina

Come organo informativo musicale perchÈ non vi fate carico di una informazione pi˜ completa sulla realtý musicale italiana del presente e del passato (Fausto Rossi, Diaframma, Viridance, Neon, ecc.) e che quindi non tratti dei soli sebbene eccellenti interessi di parte??? Ciao e grazie infinite.
Giampiero - Frascati (Roma)

Si dice che l'ipocrisia sia solo un sinonimo di "educazione" allora spero che il Consorzio sia sempre "maleducato" e che continui ad innondarmi di stupore, suoni e parole. Vi adoro. Mandateci qualcuno del Consorzio a suonare qui a Livorno perchÈ non possiamo vivere del solo "Premio Ciampi".
Marina - Livorno

Sarebbe interessante leggere le date dei concerti dei gruppi appartenenti al C.P.I. e da voi consigliati. Informazioni varie riguardanti manifestazioni musicali e non. Ciao Giovanni, continua cosÏ che vai forte!!! Mara sei fantastica.
Nicola e Alberto - Ponte San NiccolÚ (PD)

In un eccesso di feticismo, in preda a forse poco consoni culti delle singole personalitý, ho comprato oggetti e segnacoli al Cencio's, ho chiesto autografi (sic!), ho fatto scivolare sull'anima il dolce accento transappenninico di Giovanni e insomma: "Complimenti per la festa". Alla mia collezione di "santini" mancano queste due cassette (e molto altro, forse). Potete far la spedizione entro l'anno?
Enrica - Firenze

Da Masini a Jovanotti, da Jovanotti ai vecchi Litfiba, dai Litfiba ai CCCP e ai C.S.I. 19 aprile del 1996 concerto dei C.S.I. al teatro Verdi di Pistoia. Ecco dimostrato quanti cambiamenti si possano fare nel giro di un anno e mezzo. Grazie Massi!
Valentina - Pistoia

Io c'ero!!! A Sonoria 95 sono stato un'ora e mezza ad aspettarvi sotto il fango per sentire i C.S.I.! Finalmente i Led Zeppelin (Page & Plant) hanno finito di suonare. In quella mezz'ora che avete cantato non sentivo pioggia, freddo e fango che mi toccassero perchÈ voi eravate lÏ ed io ero lÏ con voi. Grandi C.S.I.!!! Ciao.
Matteo - ForlÏ

Siete mitici...peccato per la lentezza!
Antonio - Bonnanaro (SS)

Un saluto a Giorgio Canali da parte del Teskio e un ringraziamento per la dedica a Bologna. Per favore non dimenticate di mandarmi "Il Maciste". Hasta.
Salvatore - S.Giorgio Ionico (TA)

Avete fatto, state facendo un lavoro splendido. Per informazione, cultura, democrazia e disponibilitý. Mi piacerebbe dedicaste un poco pi˜ di spazio al "Nomade Psichico" che trovo una idea geniale. Tutto il Consorzio si meriterebbe fama mondiale per quello che sta facendo! Complimenti a tutti.
Stefano - Castel S.Giovanni (PC)

Salve! Il mio nome Ë Eleonora e vorrei sapere come fare per ricevere "Il Maciste". Volevo scrivervi una lettera, ma non voglio sembrare una fan dei Take That, quindi giý vi saluto, con vero affetto. La musica di tutti voi mi ha dato veramente tanto....grazie.
Eleonora - Iglesias (CA)

Il disco dei Luciferme Ë bellissimo. Bellissimo Ë anche il disco nuovo degli Afa. Buon Anno Ragazzi.
Gianni - Brescia

Continuate a devastare gli argini costruiti da discografici in plexiglass. Sono con voi e credo di essere l'unico. Continuare, continuate cosÏ.
Massimiliano - Modena

Spazio - spazio - spazio agli stravolgenti Marlene Kuntz il gruppo che mi ha aiutata ad urlare il mio malessere e le mie inquietudini. Ma - Ma - Marlene....Ë la migliore!!
Alessandra - Milano

Devo ringraziarvi per avermi mandato "Il Maciste" e dirvi che vi aspetto impazientemente a dicembre al Cencio's. Un bacio a tutti, un saluto particolare a Ginevra che Ë tanto brava e bella. Se avessi i soldi spedirei un anello di fidanzamento a Cristiano dei Marlene che adoro.
Silvia - Pistoia

20/5/96 Cagliari, Jazzino. Giovanni, Giorgio, Ginevra, Gianni, Massimo, Francesco, Luigi sono lÏ per "una questione privata". I Milton di fine secolo cercano di salvare dall'ipocrisia e dalle sporcizie musicali il pubblico/Giorgio Clerici. M.K. 7/8/96 Stesso luogo di cui sopra. 4 cavalieri sonici violentano gli strumenti dolcemente. Amore, rabbia. Il rock Ë morto strizza l'occhio a New York e a Cuneo.
Alberto - Bacuabic (CA)

Un bacio sulla fronte a Giovanni come ringraziamento al racconto letto ad Alba il 5/10/96. Un abbraccio forte ai ragazzi dello stand del C.P.I. al Salone di Torino. Grazie a "Il Maciste".
Gianluca - Torino

A proposito del concerto siciliano dei C.S.I. e di quelli dei Marlene e degli Ust, un appello: tornate spesso in Sicilia ne abbiamo bisogno!!!
Carmelo - Pozzanello (RG)

Maledetto il giorno che mi sono perso il concerto dei C.S.I. a Catania.
Salvatore - Trapani

Brana, flusso d'aorta che pompa nel cuore singulti di pianto bollente oppure balzando esalta il senso comune a tratti cubisti: Ë amplesso.

...e facciamo un guado fluviale tra gli elfi, coi nostri destini giý nati fertili di fantasie e giý pronti alla morte, quando scoprizzimo il silenzio che Ë dentro quell'acero e ne dimentica l'ombra

ah, che storie, coi piccoli piedi bagnati, se scorre scorre scorre il torrente: un pomeriggio asciutto sarý cammino su pietre.
Fabio - Pistoia

E-MAIL

Era ora che qualcuno si preocupasse di promuovere un certo tipo di musica in Italia. Grazie di cuore.
Marco - Cý De Fabbri (BO)

Hola, i miei dischi arrivarono 2 giorni fa. Ti ringrazio tutti le tue attenzioni. Io sono molto contento: la bada fa valso la pena. "Epica Etnica...." Ë uno dei migliori album cho ho ascoltato. Per caso sai tu dove posso incontrare informazione circa dei CCCP? (la biografia). Putacaso quando e perchÈ la banda si discioglie? Anche io sono interessato in chi sono gli integranti del C.S.I. (il loro background). Una cosa in pi˜: voglio comprare gli altri dischi del CCCP ("Ortodossia II", "Compagni...;", Affinitý...", "Socialismo e Barbarie", "Oh Battagliero", "Canzoni, preghiere...") puoi tu conseguirli per me, o sai tu chi pu˜ vendermeli? Muchas gracias. P.S. Dile a Giovanni che i suoi testi sono la migliore cagione per imparare l'italiano!
Jenaro - San JosÈ - Costa Rica

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