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WOLFANGO: "Wolfango" (I
Dischi Del Mulo / c.p.i.)
"SPECCHIO", di Mariano "Loa" De
Tassis ed Elena "Bloond" Amadei
"Wolfango"
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Un lupo impastato nel fango. Genealogia teutonica
vivificata da un soffio balcanico.
Sofia. Ascendenze lontane, germogliate nella Milano degli anni '90. Tempi e luoghi
sospetti, ma vissuti bene, ad esempio recuperando nastri ancora incellofanati, corsi di
lingue straniere regalati dai quotidiani, dai bidoni della spazzatura, pronti per essere
sovraincisi e spediti in giro.
Inascoltati? Si, ma poi qualcuno se ne accorge e qualcuno altro li fa arrivare nel luogo
giusto: - Se non piacciono a voi a chi possono piacere? A noi piacciono moltissimo. -
Niente di pi˜ fuori e pi˜ lontano dalla Musica dai tempi dei CCCP. Parola dei CCCP.
Finalmente ascoltando un nastro, stonato e mal registrato, il cuore si allarga in un
sorriso infinito. Non si spreca Wolfango: cinque concerti in cinque anni, perÚ ha avuto
il tempo di fare un figlio e allevarlo. Non si spreca Wolfango: un basso, mezza batteria,
due voci, ma i testi non esistono, sono un pretesto. CosÏ fuori dal mondo da risultare in
perfetta sintonia, "ciÚ che deve accadere, accade" cantano i C.S.I. in
"Tabula Rasa Elettrificata". Wolfango lo sa da sempre.
Ti voglio bene, Wolfango, ho bisogno di te.
Non deludermi, almeno per un po'.
Giovanni Lindo Ferretti
Cari Dischi Del Mulo,
a seguito di quello che ci dicevate a Prato e cioË che al Consorzio in questo
momento manca un gruppo pi˜ ruvido vi mandiamo una cassetta (a loro insaputa) dei
Wolfango. Essi sono il gruppo del futuro. Suonano peggio dei CCCP agli inizi ma ci sono
pi˜ idee in un loro pezzo che nella maggior parte dei gruppi della scena italiana. Il
materiale che ricevete fa parte della compilation "Soniche Avventure" (il primo
pezzo) mentre il resto Ë una schifosissima registrazione live al Bloom di Mezzago (non
che se fosse registrata da qualsiasi altra parte suonerebbe meglio).
Il gruppo Ë formato da Sofia (voce), Marco (tutti i suoni che senti sono ottenuti
soltanto da un basso distorto ai massimi livelli) mentre il batterista Ë giý cambiato un
paio di volte e quello attuale non so chi sia. Per apprezzarli pienamente perÚ bisogna
vederli dal vivo. Sono assolutamente dirompenti. Le voci di Marco e Sofia vanno ognuna per
conto proprio e spesso si dimenticano anche le parole. Un segreto: Thurston Moore dei
Sonic Youth, durante una visita a un negozio di dischi milanese che gli ha fatto ascoltare
i Wolfango, ha espresso un parere favorevolissimo al punto che ha dichiarato di voler
partecipare in qualche modo a un eventuale disco che faranno.
Insomma, se fossero nati in America sarebbero giý un culto del low-fi o di qualcos'altro.
Infine, non solo i Wolfango non hanno nessuna idea di che cosa sia la musica e tantomeno
dei "generi che vanno adesso", ma sono completamente sprovveduti anche per
quanto riguarda la loro promozione, ovvero non fanno parte di quella categoria di persone
che ti stressa. Anzi. Per questi motivi ci siamo innamorati di loro e pensiamo che forse
soltanto voi possiate capire ed apprezzare quello che fanno.
Buon ascolto!!!
Luca Del Pia
Luca Valtorta
di Mariano "Loa" De Tassis ed Elena "Bloond" Amadei
Come tutte le mattine ero davanti al grosso specchio
della camera da letto, quasi un rituale quotidian/pagano, passavo in rivista
tutti il corpo partendo dai piedi, poi: caviglie, ginocchia, mi soffermavo alladdome,
poi su: petto, braccia, mani, viso ed infine come la cima di una montagna sacra
i miei adorati capelli; io la super corazzata del sesso, la bellezza superba
di un Dio Maya, la perfezione di un corpo narcisista; quanto mi AMAVO!!!!!!!!!!!!!
Ma questa volta qualcosa di strano appariva ai miei occhi.
Una specie di brufolo sulla fronte. SÏ, piccolo, ma sempre qualcosa che disturbava la mia
scultorea bellezza. Mi avvicinai allo specchio, con entrambe le mani cominciai a
schiacciare quella indesiderata escrescenza, al mio sforzare con le dita medie fuoriuscÏ
una materia oleosa, che andÚ a creare un quadro organico sul grande specchio, sembrava
una pittura astratta di Picasso. Guardando quel quadro sentii qualcosa che si muoveva
allinterno del mio stomaco. Non riuscivo a spostarmi neanche di un centimetro,
paralizzato da quella visione, vomitai tutto lalcool, bevuto la sera prima, misto a
frammenti di carne e verdura dei miei abituali tacos. La mia figura era invisibile,
nascosta dal mio vomito, mescolatosi alla materia oleosa. Ora guardandolo pi˜
attentamente il quadro era divenuto una specie di arazzo di variopinti colori, un opera di
qualche freak con il cervello fuso da troppo peyote, era talmente orribile che mi
affascinava. Rimasi lÏ fermo immobile, a contemplare quella divinitý organica.
Allimprovviso suonÚ il telefono fu come un calcio alle palle. Un dolore acuto
attraversÚ tutto il mio corpo, non riuscivo a muovermi, anzi, non riuscivo a togliere lo
sguardo da quella macchia puzzolente che ora cominciava a scendere come blob incazzato
verso le mie delicate gambe, il telefono smise di suonare e mi sembrÚ che anche il dolore
svanisse. Dalla mia posizione di statua azteca di guardia alla tomba sacrale, che fino a
quel momento, senza accorgermi, avevo mantenuto, iniziai lentamente a scivolare sul
pavimento, mentre limmagine che avevo davanti agli occhi iniziava a diventare sempre
pi˜ confusa, credo di essermi addormentato. Ma allimprovviso un altro dolore aprÏ
il mio cervello, di nuovo il telefono, spalancai gli occhi e lo spettacolo che vidi fu
terribile. Lo specchio era vuoto, nulla era rimasto appiccicato, tutto intorno era pulito,
come se nulla fosse successo, ma quello che vedevo riflesso non ero pi˜ io, era qualcosa
di mostruoso, un insieme di purulente chiazze, di vene rigonfie di pus e solcate da vermi
striscianti che di esso si alimentavano e i miei capelli adorati fino alla pazzia erano
divenuti filamenti appiccicosi tessuti da ragni tropicali, ma la cosa pi˜ spaventosa era
la mia luciditý, dominavo le mie sensazioni, i miei istinti, intuivo molto chiaramente la
mia mutazione. Riuscivo perfettamente a capire come in quel lasso di tempo fosse successo
qualcosa di inevitabile, che inconsciamente chissý da quando tempo stavo aspettando. Ero
un tuttuno con me stesso, con la parte pi˜ negativa, sporca e deleteria di me, che
per troppo tempo avevo soffocato e nascosto.
Mi sentivo molto bene, aprÏ la porta ed uscÏ!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!